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A partire dall’inizio della pandemia, con l’introduzione, non solo in Italia, delle norme apparentemente finalizzate al sostegno di famiglie e imprese, mi è capitato più di una volta di riflettere sul pro e contro delle misure economiche previste: anche di quelle, apparentemente, “a fondo perduto” o, comunque, di “sostegno”, super bonus 110% e bonus facciate. Le domande che, più volte, mi sono posto sono state: “Andrà tutto bene” e si vedranno “arcobaleni” anche nell’economia? Ci saranno padri di famiglia e imprenditori che avranno voglia di cantare dai balconi, felici per il bilancio familiare o le casse dell’azienda? Si può permettere, un Paese come l’Italia, di finanziare restauri di tutti gli edifici? Sono fondi a ciò destinati dall’Unione Europea e lo Stato non dovrà restituirli? Quasi contestualmente, si è tornato a discutere della riforma del fisco e dei valori catastali. E’ ripreso il dibattito in merito alla cosiddetta normativa green che graverà, nei prossimi anni, sui proprietari di immobili che saranno costretti a costosi lavori per adeguarli alla normativa (presentata come finalizzata al “risparmio” energetico). Mi sono chiesto, quindi, ancora: è sicuro che le misure a sostegno dell’economia non si riveleranno un boomerang e la compromettano maggiormente? L’aumento dell’inflazione (che inizialmente sembrava dovuto all’aumento dei prezzi del gas dovuto alla guerra Russia-Ucraina), ha determinato, poi, nel corso degli ultimi due anni, l’aumento da parte della BCE dei tassi di interesse con il conseguente rialzo dei tassi anche di mutui, prestiti bancari e di locazione finanziaria. E, quindi: una famiglia con un oneroso mutuo sulle spalle, riuscirà a far fronte al pagamento di rate, tasse e, magari, anche a costi ulteriori per adeguare gli immobili alla normativa “green” o compariranno fondi o grandi banche che saranno presentati come “salvatori della patria” o “capitani coraggiosi” (come, un tempo, furono osannati quelli che sembravano i salvatori della compagnia di bandiera) disponibili ad “andare incontro” a famiglie e imprenditori facendo grandi acquisti a prezzi “da outlet”? E poi, ancora: e se fosse proprio quest’ultimo il progetto, ossia, rendere la proprietà privata un’eccezione?
Avevo timore di esporre quei miei interrogativi per non essere tacciato di essere uno dei tanti “complottisti”, termine che sembra ormai divenuto di moda (quasi quanto quello di “no vax” per stigmatizzare chi abbia voluto esercitare la propria libertà di determinazione in merito alla propria salute, forse non proprio immotivatamente) ma che sembra, talvolta, abusato nel tentativo di “screditare” chi è abituato a porsi domande, chi non è incline a credere, come un dogma, alle informazioni imposte e non si sente costretto a “seguire la massa”. Ho letto il numero del settimanale Panorama (n. 13 del 20 marzo 2024). Occhiello in copertina: “Case nel mirino- così i grandi fondi approfittano del caos immobiliare“. All’interno, un interessante articolo di Carlo Cambi dal titolo “Sfrattati dal Supermalus“. Sottotitolo: Tra debiti fatti a causa dei bonus e norme green, il patrimonio edilizio degli italiani è sempre più appetibile per i grandi investitori.
A quanto pare -e, direi, purtroppo- alcuni dei miei interrogativi non erano banali o fantasiosi come, forse, avrei preferito. Speriamo se li pongano anche i cittadini e stiano attenti sia al proprio portafoglio sia a informarsi quotidianamente sulle misure e sulle politiche solo dall’apparenza “benefiche” o di beneficio all’economia e, soprattutto, studino, prossimamente, il passato, la storia appurando, per quanto possibile, la competenza di chi dovrà rappresentarci al Parlamento Europeo la cui politica non potrà che determinare anche la nostra vita nei prossimi anni.