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Archive for the ‘stato di diritto’ Category

Frosinone, ascoltati alcuni dei consulenti tecnici nel processo per usura bancaria a carico di Direttore Generale

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 21 novembre 2014

La riproduzione anche parziale del contenuto del blog è riservata. E’ consentita la riproduzione solo citando la fonte o il link del blog o del singolo post.

Si è tenuta lo scorso 13 Novembre, dinanzi al Tribunale penale di Frosinone, l’udienza dibattimentale a carico di un Direttore Generale di banca imputato del reato di usura. Il processo, instaurato in seguito a denuncia di un imprenditore da me assistito, è giunto a dibattimento in seguito al rigetto delle richieste di archiviazione e allo svolgimento di indagini suppletive anche in merito alla cosiddetta “usura in concreto”, prevista dalla seconda parte del terzo comma dell’art. 644 cod. pen. Nel corso della precedente udienza del 15 Maggio, infatti, il capo di imputazione relativo al superamento, in alcuni periodi, del “tasso soglia”, era stato integrato anche con l’accusa di avere, l’imputato, praticato tassi e vantaggi sproporzionati in presenza di una situazione di difficoltà economica finanziaria dell’imprenditore.

Lo scorso 13 Novembre, dopo essere stati sentiti i consulenti del PM e della parte civile, l’udienza è stata rinviata per l’esame dei consulenti dell’imputato e della banca, citata quale responsabile civile.

Il “caso” è stato riportato anche da Il Messaggero -ediz. Frosinone- del 18 Novembre 2014.

Di seguito il link relativo ai precedenti post sul medesimo caso di “usura bancaria”:

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2014/05/24/usura-bancaria-a-frosinone-integrato-il-capo-di-imputazione-anche-per-cosiddetta-usura-soggettiva-nel-processo-contro-un-direttore-generale/;

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/12/16/direttore-generale-di-banca-a-processo-per-usura-ammessa-la-costituzione-di-parte-civile-anche-di-unassociazione-antiusura-bancaria/;

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/06/30/la-valutazione-di-usurarieta-a-prescindere-dal-superamento-del-tasso-soglia-rinvio-a-giudizio-per-il-direttore-generale-di-una-banca/;

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/04/22/usura-bancaria-dopo-tre-richieste-di-archiviazione-il-gip-ordina-limputazione-coatta-per-un-direttore-generale-di-banca/

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Un’ennesima dimostrazione delle ragioni per cui tante imprese sono fallite o aggredite ingiustamente: CASO AUTOLELLI, LA BANCA CHIEDE DI INSINUARSI AL FALLIMENTO PER OLTRE 5 MILIONI. IN SEGUITO AD OPPOSIZIONE CONTRO IL RIGETTO, E’ LA BANCA A DOVERE RESTITUIRE OLTRE 3 MILIONI DI EURO.

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 26 ottobre 2014

Ecco un’ennesima dimostrazione di come le banche hanno affossato e pregiudicano l’economia italiana distruggendo le imprese con pretese che, poi, all’esito di lunghi giudizi e quando i diritti fondamentali della persona sono irrimediabilmente compromessi, si rivelano infondate e con conseguenze che inevitabilmente si riverberano su tutto il Paese, sull’economia nazionale e sui contribuenti. In questo caso, non si può negare la serietà della curatela fallimentare che, piuttosto che ammettere, con superficialità, crediti bancari inesistenti o superiori al dovuto, ha non solo rigettato la domanda di insinuazione al passivo ma ha anche proseguito il giudizio facendo condannare la banca alla restituzione.

CASO AUTOLELLI. CON 8.800.000 Euro VINCE LA DIFESA GIURIMETRICA DI SOS UTENTI. | SOS UTENTI.

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Un’iniziativa di grande umanità: a Milano è nato “Ruben”, il ristorante ad 1 euro per le persone in “momentanea difficoltà”

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 14 ottobre 2014

Sono queste le notizie che commuovono e confortano in un Paese dove lo Stato, troppo spesso, dimostra di dimenticarsi dei suoi cittadini più sfortunati. Iniziative come queste -così come l’attività di tanti volontari, impegnati in questi giorni a Genova- dimostrano di cosa -sia pur tra tanta indifferenza- sono capaci, a volte, gli italiani, anche senza aiuti; confermano il convincimento che la solidarietà e vicinanza tra cittadini possono far superare momenti drammatici con quella efficienza, celerità e, soprattutto, umanità che politici o vari responsabili non sempre riescono o vogliono dimostrare, lasciando la triste ed amara sensazione che non sempre la tutela della persona umana e dei diritti fondamentali rientri nei loro interessi.

Conforta, quindi, sapere che, a Milano, c’è un ristorante dove chi si trova in difficoltà può pranzare o cenare con un solo euro anche se è auspicabile, ovviamente, che ci siano sempre meno persone che vi abbiano bisogno e, magari, tanti sostenitori o tante altre iniziative simili in altre località.

http://video.repubblica.it/embed/edizione/milano/milano-inaugurato-ruben-il-ristorante-solidale/179150/177924&width=570&height=321

Tra i vari quotidiani e settimanali che hanno dato notizia dell’iniziativa, si può leggere il servizio anche sul sito del Corriere della Sera cliccando qui.

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Un servizio di Panorama su Renzi e i “mutui agevolati” per la casa dei genitori……. mentre il “cittadino qualunque” o l’imprenditore non riesce ad ottenere credito o deve difendesi da quelli usurari.

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 12 ottobre 2014

La riproduzione anche parziale del contenuto del blog è riservata. E’ consentita la riproduzione solo citando la fonte o il link del blog o del singolo post.

Dopo avere letto il servizio di cui indico il link -pubblicato anche, da oltre una settimana, sulla versione cartacea di Panorama- non riuscendo più a stupirmi per quanto accade in questo Paese sempre più singolare -e che appare, a volte, indifferente se non cinico verso i cittadini- per i privilegi di cui godono varie caste tra cui quella dei politici, sono rimasto, ancora una volta, senza parole e con una sensazione di rabbia e indignazione.

Quanti sono i “comuni mortali” che sognano la possibilità di avere un pur piccolo finanziamento o mutuo per l’acquisto di un’abitazione o quanti si trovano a doversi difendere la casa o i propri beni da mutui nulli o usurari o da altre indebite pretese di banche? Quanto è lungo l’elenco di cittadini onesti che, negli ultimi tre anni, nel vile silenzio e indifferenza dei sedicenti politici e delle Istituzioni si sono suicidati per difficoltà economiche o per essere finiti in tali difficoltà per “cause non a loro imputabili”Il sig. Renzi, “catapultato” dalla poltrona di sindaco di Firenze a Presidente del Consiglio dei Ministri senza, tra l’altro, mai essere stato eletto parlamentare, quando parla di sacrifici e di lotta ai privilegi, ha la minima consapevolezza delle difficoltà e dei drammi che quotidianamente affrontano i cittadini, dei mutui negati ad imprenditori coi quali si potrebbero, piuttosto, rilanciare le imprese con indubbi benefici per l’economia nazionale e per tutti i cittadini-contribuenti? Sempre che i fatti riportati dal settimanale corrispondano al vero (come, in mancanza di smentita, credo si possa ritenere), quando, il mese scorso, è stato varato il decreto legge (n. 132/2014) di riforma di alcune norme del codice di procedura civile (riforme, a mio modesto avviso, del tutto inefficienti ai fini della celerità dei processi) quali, ad esempio, quella attraverso cui (modificandosi ulteriormente l’art. 560, terzo comma, c.p.c.)  si vorrebbe che, già al momento dell’ordinanza di vendita, sia disposta anche la liberazione dell’immobile (malgrado l’evidente inutilità di buttare in mezzo alla strada chi ci abita prima ancora che il bene sia venduto; apprezzo, intanto, l’approvazione, in Senato, dell’emendamento firmato dal senatore Maurizio Buccarella, M5S), il sig. Renzi -volendosi dare per pacifico che abbia letto e compreso la norma- ha pensato ai sacrifici dei cittadini, a chi si possa trovare soggetto esecutato magari anche ingiustamente, o ha pensato che sia davvero così facile trovare mutui milionari con ipoteca, magari, anche di secondo grado su immobili di valore inferiore al capitale? Credo che il servizio di Panorama susciti a chiunque queste domande e credo che un Presidente del Consiglio dei Ministri -soprattutto se non ha ricevuto un “personale apprezzamento” da parte dei cittadini mediante elezioni- dovrebbe avere il coraggio di dare spiegazioni valide.

Cliccare sul seguente link per leggere il servizio dedicato da Panorama: Renzi, i “mutui agevolati” per la casa dei genitori | Panorama.

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La banca insiste nella provvisoria esecutorietà del decreto ingiuntivo. Il giudice la nega mancando elementi per una valutazione di “approssimativa verosimiglianza” circa l’esistenza del diritto (Trib. Roma, ord. 7 Agosto 2014)

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 13 settembre 2014

Continuano ad aumentare le ordinanze con le quali, in seguito all’ottenimento, da parte di banche, di decreti ingiuntivi richiesti ed ottenuti inaudita altera parte (ossia, in difetto di contraddittorio) e alla conseguente opposizione da parte dell’ingiunto, viene sospesa la provvisoria esecutorietà del titolo o, nel caso in cui non sia ancora munito della relativa clausola, essa viene negata.

Accade spesso, infatti, che il soggetto ingiunto (sia esso un imprenditore o un consumatore) notificando una valida e fondata opposizione e, dunque, instaurando il relativo giudizio di cognizione, contesti il saldo vantato dalla banca e formatosi, nel corso degli anni, a causa dell’addebito, nell’ambito del rapporto di conto corrente, di interessi, commissioni ed altri oneri non dovuti e, quasi sempre, capitalizzati trimestralmente fino a determinare, magari, anche un tasso di interesse effettivo usurario.

Come ho scritto, spesso, in vari post di questo blog o in alcune mie pubblicazioni stupisce tuttavia (e ritengo assurdo) che, malgrado siano trascorsi oltre 15 anni dalle più chiare sentenze emesse nella “primavera del 1999” dalla Corte di Cassazione che hanno confermato l’illegittimità della capitalizzazione trimestrale (mancando un uso normativo idoneo a derogare all’art. 1283 cod. civ.) con principi ribaditi, poi, anche dalle Sezioni Unite della Suprema Corte e dai giudici di merito -per non dire anche di altre pronunce che hanno confermato l’illiceità della minaccia allorché si usi uno strumento giuridico per ottenere un profitto non dovuto- ciononostante le banche, coi loro procuratori, continuano spregiudicatamente ad avanzare richieste aventi ad oggetto somme che, poi, si rivelano non fondate o, comunque, di entità inferiore a quanto richiesto. E’ evidente, quindi, come la provvisoria esecutorietà del decreto ingiuntivo, soprattutto laddove si tratti di rapporti instaurati molti anni prima, può determinare il pericolo che i beni del soggetto ingiunto siano ingiustamente aggrediti a causa di un titolo che, piuttosto che rappresentare un credito certo, liquido ed esigibile, all’esito del giudizio venga, poi, revocato.

Si comprende, pertanto, da una parte, l’onere del debitore (o meglio, forse, sarebbe il caso di dire, del “presunto o apparente debitore”) di presentare, nei 40 giorni dalla notifica del decreto, valida e fondata opposizione e, dall’altra, la necessaria, massima prudenza da parte del Giudice nel valutare, congiuntamente alle eccezioni formulate dall’opponente, la sussistenza dei presupposti per concedere la provvisoria esecutorietà richiesta dalla banca o, qualora il titolo sia già esecutivo, per sospenderne l’efficacia fino all’esito del giudizio.

Tra le varie ordinanze (vedasi anche mie precedenti considerazioni, alla fine del presente post) denota grande attenzione e prudenza quanto ritenuto dal Tribunale di Roma in un caso in cui la banca aveva richiesto il decreto ingiuntivo sia nei confronti dell’impresa correntista che dei fideiussori. Il titolo veniva notificato prima nei confronti di questi ultimi e, successivamente, per un errore nella notifica, all’impresa, ragion per cui venivano proposte due autonome opposizioni.

Tra i vari motivi, gli opponenti eccepivano che la banca stessa aveva ammesso che il conto corrente era sorto, nel lontano 1980, con la dante causa o meglio con la sua “antenata” senza, però, produrre un valido contratto visto che il documento prodotto non conteneva valide pattuizioni in merito al tasso degli interessi, alle commissioni di massimo scoperto, alla valuta e risultava palese, d’altronde, l’illegittimità della clausola relativa alla capitalizzazione trimestrale. Contestata, per vari motivi, qualsivoglia ragione di credito della banca e spiegando domanda riconvenzionale, chiedevano, quindi, l’accertamento del loro credito (e non debito) domandando, quindi, la condanna della banca alla restituzione degli importi addebitati nel corso del lungo rapporto.

Alla prima udienza, malgrado fosse stata richiesta la riunione del giudizio con l’altro conseguente alla separata opposizione (proposta da parte dei fideiussori), la banca ha insistito nella concessione della provvisoria esecutorietà alla quale, ovviamente, l’impresa da me assistita si opponeva categoricamente .

Con ordinanza del 7 Agosto 2014 il Giudice, esaminati gli atti e provveduto in merito alla riunione dei giudizi, ha rigettato l’istanza.

E’ stato, infatti, correttamente ricordato, innanzitutto, che “l’esecuzione provvisoria del decreto ingiuntivo può essere concessa quando l’opposizione non risulta esser fondata su prova scritta idonea a dimostrare l’insussistenza dei fatti allegati dall’ingiungente a fondamento della sua pretesa ovvero la sussistenza di fatti estintivi, impeditivi o modificativi della stessa, nè appare di pronta soluzione“. Ribadito, poi, che “(…) il giudice è tenuto ad accertare l’esistenza di un fumus boni iuris del diritto vantato dalla parte opposta”  allo stato non sono stati rilevati, nel caso di specie, “elementi che possano condurre ad una valutazione di approssimativa verosimiglianza circa l’esistenza del diritto lamentato, nella sua interezza, avuto riguardo alla non manifesta infondatezza delle eccezioni sollevate dall’opponente e rilevabili d’ufficio, con particolare riguardo a quelle aventi ad oggetto la nullità delle clausole applicate ai rapporti bancari dedotti in giudizio relative alle condizioni economiche applicate, in difetto della produzione del relativo documento contrattuale“.

Un provvedimento, dunque, che non solo appare conforme alla legge e alla giurisprudenza in materia ma che conferma, altresì, la necessaria prudenza laddove, come in casi analoghi, la provvisoria esecutorietà di un titolo, in mancanza del fumus boni iuris del credito vantato dalla banca, può, nelle more del giudizio, compromettere seriamente vari diritti fondamentali della persona tra i quali quello alla salute, alla proprietà privata, all’impresa, al domicilio.

Il testo dell’ordinanza: Trib. Roma, ord. 7 Agosto 2014

Precedenti post sulla provvisoria esecutorietà del decreto ingiuntivo e su provvedimenti di rigetto o di sospensione, cliccare sui seguenti link:

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/05/04/anatocismo-e-usura-e-anche-il-tribunale-di-padova-sezione-di-este-sospende-la-provvisoria-esecutorieta-del-decreto-ingiuntivo-ottenuto-dalla-banca/

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/04/25/anatocismo-e-usura-negata-lesecutorieta-al-decreto-ingiuntivo-se-la-banca-non-fornisce-valida-prova-del-credito-due-ordinanze-del-tribunale-di-roma-e-di-bergamo/

Sul tema, mi permetto di segnalare anche il mio recente “L’usura nel contenzioso bancario“, Maggioli, 2014 (cliccare qui) nonchè “Anatocismo e vizi nei contratti bancari“, Maggioli, IV edizione, 2013.

copertina usura nel contenzioso bancario                                            Anatocismo e vizi nei contratti bancari, IV edizione, 2013

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A Trani, avviso conclusione indagini per usura bancaria e concorso morale di ex responsabili della Banca d’Italia. Ma quante sono le imprese devastate e i patrimoni saccheggiati?

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 25 giugno 2014

La notizia apparsa, nei giorni scorsi, sui principali organi di informazione in merito all’avviso di conclusione indagini emesso dalla Procura della Repubblica di Trani nel cui procedimento sarebbero coinvolti, oltre ai vertici delle banche, anche gli ex responsabili di uffici della Banca d’Italia e del Ministero dell’Economia conforta le vittime di usura bancaria contribuendo a rafforzare la loro fiducia nelle Istituzioni e, in particolar modo, nell’esistenza di magistrati imparziali oltre che competenti anche nella specifica materia.

Leggendo, in particolare, quanto riportato da Il Fatto Quotidiano in merito ai motivi che hanno determinato il PM dott. Ruggiero ad accusare anche gli ex responsabili della Banca d’Italia e del Ministero dell’Economia si comprende come la Procura pugliese abbia ben compreso gli effetti derivanti dalle formule divulgate, a partire da settembre 1996, dalla Banca d’Italia alle banche al fine di rilevare i tassi medi applicati nel trimestre precedente e, secondo le frequenti difese degli istituti di credito, valide anche per la determinazione del tasso effettivo applicato per confrontarlo col tasso soglia al fine di verificarne l’usurarieta’: formula, quella divulgata nelle Istruzioni della Banca d’Italia, secondo cui il tasso effettivo applicato si determinerebbe non attraverso quello che, a chiunque, sembrerebbe l’unico criterio logico,  rapportando gli interessi al capitale effettivamente erogato (conformemente, tra l’altro, a quanto previsto dall’art. 644 cod. pen. secondo cui per determinare il tasso effettivo annuo si tiene conto degli interessi, oneri, commissioni, qualunque spesa -tranne quelle per imposte e tasse- collegate all’erogazione del credito), ma con una formula composta da due frazioni: nella prima vi sono gli interessi rapportati al capitale (“numeri”), dall’altra, invece, spese ed oneri rapportati all’importo utilizzato. Prima del 2009, poi, le commissioni di massimo scoperto applicate nei conti correnti, secondo le Istruzioni della Banca d’Italia, erano, addirittura, escluse (o meglio, rilevate a parte) non rientrando, dunque, nel calcolo del tasso effettivo. E’ evidente, quindi, che, in tal modo, il tasso effettivo annuo applicato dalle banche risulterebbe inferiore: ciò, oltretutto, malgrado tre sentenze della Corte di Cassazione, a partire dal 2010 e varie pronunce dei giudici di merito abbiano riconosciuto la non correttezza del calcolo “suggerito” dall’Organo di Vigilanza (il cui capitale sociale è composto dalle stesse principali banche) con Istruzioni e circolari, oltretutto, che non sono fonte di legge, nè, dunque, possono derogare alla norma penale sebbene recepite in decreti ministeriali. La Cassazione, anzi, ha anche precisato che esse non sono vincolanti laddove in violazione di legge.

Si considerino, oltretutto, gli effetti paradossali di una tale formula: un usuraio criminale, a fronte di 1000 euro date in prestito, anche dopo poco tempo, ne potrebbe chiedere 50.000 giustificandosi con una “tesi” non molto dissimile, sostenendo, ad esempio, che 300 euro costituiscono gli interessi e, il resto, costituirebbero spese, commissioni (magari, da “disoccupazione” o rischio di galera)  che andrebbero rapportate -secondo una tale, assurda, giustificazione- non all’utilizzato (cioè i 1000 euro) ma all’accordato, ossia, all’importo più elevato  promesso.

Con la formula “raccomandata” dalla Banca d’Italia -come confermato anche da quanto riportato da Il Fatto Quotidiano nel rappresentare i motivi che hanno determinato il PM di Trani ad emettere l’avviso conclusione indagini anche nei confronti degli ex responsabili degli uffici della Banca d’Italia e del Ministero dell’Economia- tassi di interesse superiori al tasso soglia, e, dunque, usurari, risultavano, invece, inferiori e, dunque, leciti.

Quanti sono i procedimenti penali per usura instaurati in seguito a denunce presentate da imprenditori e archiviati con la motivazione che, con l’utilizzo della formula utilizzata dalla Banca d’Italia, il tasso non era usurario? Quante sono le imprese o industrie fallite, cessate o cedute? Quanti i dipendenti licenziati? Quante le famiglie che hanno perso i loro immobili a fronte di scellerate azioni esecutive instaurate da banche e loro rappresentanti senza scrupoli, tantomeno quello di porsi interrogativi sulla legittimità e correttezza dei calcoli effettuati? E’ sicuro che i tanti imprenditori che si sono suicidati  non sono state vittime di usura o abusi bancari impuniti? (a differenza dei titoli coi quali i giornali, spesso, hanno intitolato la notizia come, ad esempio: “per colpa della crisi” o “schiacciato dai debiti”: titoli che potrebbero sembrare un ulteriore oltraggio e che richiamano alla memoria un pezzo di un romanzo di Sciascia in cui scriveva che, in Sicilia, molte indagini complesse per scoprire il mandante o movente di omicidio venivano chiuse subito come fossero “una storia semplice” o magari, il delitto, determinato da “motivo passionale”)

Come pare che la Procura di Trani abbia ben compreso, non è solo una questione di abusi nei rapporti privati tra imprenditori e banche. L’usura può danneggiare l’intera economia.

Penso, poi, che le imprese costituiscono i polmoni, se non il cuore, di un Paese. Determinarne la chiusura, fare esasperare gli imprenditori piuttosto che incoraggiarli, significa privare di ossigeno l’intera economia nazionale. Come si fa, d’altronde, a pensare all’azienda creata con sacrifici, alla produzione, al pagamento di tasse sempre più pressanti e intollerabili, al pagamento delle buste paga ai dipendenti se l’imprenditore deve anche pensare a difendersi da pretese avanzate da banche pur quando sanno che la legge e la giurisprudenza le ritiene illegittime?

Ho la sensazione che se il procedimento penale pendente a Trani dovesse proseguire, oltre all’usura bancaria e al concorso morale in tale delitto, l’imputazione potrebbe essere estesa anche ad altri reati. Il codice penale, all’art. 419, punisce un delitto, altrettanto grave, prevedendo, al primo comma : “Devastazione e saccheggio. — Chiunque, fuori dei casi preveduti dall’art. 285, commette fatti di devastazione o di saccheggio è punito con la reclusione da otto a quindici anni“.

La distruzione di tante imprese e patrimoni, determinata da abusi bancari, non mi pare una fattispecie molto diversa.

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Usura bancaria: a Frosinone integrato il capo di imputazione anche per (cosiddetta) “usura soggettiva” nel processo contro un Direttore Generale

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 24 Maggio 2014

Lo scorso 15 Maggio si è svolta, dinanzi al Tribunale collegiale di Frosinone, la II udienza del processo per usura a carico di un Direttore Generale di una banca.

A fronte di denunce presentate da imprenditori e di provvedimenti di archiviazione o, comunque, assolutori fondati, spesso, sulla ritenuta mancanza del dolo nella commissione del reato da parte di rappresentanti di banche, nel caso di specie il processo sembra contraddistinguersi dal momento che la denuncia presentata dall’imprenditore del frusinate è stata oggetto di ben tre richieste di archiviazione rigettate dal Giudice per le indagini preliminari che, in seguito alle opposizioni, volta per volta, proposte dalla persona offesa denunciante, ha disposto, infine, l’imputazione coatta motivata anche per l’usurarietà -emersa nel corso delle indagini preliminari- desunta anche dalle “concrete modalità del fatto” specificatamente indicate nell’ordinanza.

In seguito all’udienza preliminare, il GUP, a Giugno dello scorso anno, dopo avere ammesso la costituzione di parte civile dell’imprenditore, ha disposto il rinvio a giudizio del Direttore Generale della banca. Lo scorso 5 Dicembre, alla prima udienza, il Tribunale collegiale, oltre ad ammettere la costituzione di parte civile di un’associazione antiusura (SOS Utenti), ha ammesso anche la citazione della banca quale responsabile civile.

All’udienza del 15 Maggio 2014, apertosi formalmente il dibattimento ed escussa la testimonianza dell’imprenditore parte civile, il PM (conformemente a quanto, oltretutto, era stato richiesto sin dall’udienza preliminare dal difensore della persona offesa visto che il capo di imputazione appariva più limitato rispetto a quanto aveva motivato il GIP nell’ordinanza di imputazione coatta) ha integrato il capo di imputazione. L’imputato, pertanto, dovrà rispondere non solo per il presunto superamento del tasso soglia nella pretesa degli interessi, bensì, anche per le “concrete modalità del fatto”, ossia -secondo l’accusa-  per essersi fatto dare quale rappresentante della banca interessi, altri vantaggi e compensi che, tenuto conto anche delle continue richieste di garanzie personali e reali e del tasso medio praticato per operazioni similari risulterebbero sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro: ciò, secondo quanto ritenuto dall’accusa e dal denunciante, in una situazione di difficoltà economica finanziaria del correntista. Prossima udienza il 13 Novembre.

Il caso appare di particolare interesse dal momento che dimostra, oltretutto, la rilevanza -soprattutto per casi analoghi di denunce presentate da imprenditori contro rappresentanti di banche- della fase delle indagini che non possono esaurirsi unicamente nell’analisi del superamento del tasso soglia o in una presa d’atto acritica dei risultati del consulente contabile, bensì, così come disposto -sin dal 1996- dalla norma di cui all’art. 644, terzo comma, seconda parte, cod. pen., affinchè possano considerarsi esaustive non possono trascurare le altre “concrete modalità del fatto” in cui può anche essersi consumato il delitto di usura.

Altri precedenti post su questo blog:

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/12/16/direttore-generale-di-banca-a-processo-per-usura-ammessa-la-costituzione-di-parte-civile-anche-di-unassociazione-antiusura-bancaria/;

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/06/30/la-valutazione-di-usurarieta-a-prescindere-dal-superamento-del-tasso-soglia-rinvio-a-giudizio-per-il-direttore-generale-di-una-banca/;

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/04/22/usura-bancaria-dopo-tre-richieste-di-archiviazione-il-gip-ordina-limputazione-coatta-per-un-direttore-generale-di-banca/

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Buona Pasqua (in ritardo) con l’augurio sempre attuale che risorga il bisogno di rispettare, ogni giorno, chi è in difficoltà.

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 26 aprile 2014

Nei giorni scorsi, occupato e preso da alcuni “pensieri familiari”, ho trascurato di fare gli auguri di Buona Pasqua su questo mio blog. A dire il vero, leggendo, ogni giorno, le tristi notizie di un numero sempre crescente di cittadini e famiglie in estrema difficoltà e sapendo che le mie pur modeste opinioni o considerazioni anche tra questi miei post vengono lette da amici e/o soggetti che quotidianamente lottano contro vari abusi quali, ad esempio, quelli posti in essere da banche, ho pensato, più volte, pur da cristiano, che gli auguri possano essere sentiti come una “provocazione”. Chi ha vissuto giornate tristi o chi, nella vita, ha trascorso giornate di festa con “altri pensieri” sa quanto inutili possano sembrare gli “auguri”: a volte, sembrano una “formalità” e può venire il dubbio sulla sincerità di quella parola da parte di chi la pronuncia. So che il mio pensiero possa sembrare “scontato” e banale ma se, davvero, si augura “felicità” ognuno di noi dovrebbe ricordarsi ogni giorno di quella persona, soprattutto se in difficoltà.

Potendo, ormai, i miei auguri di Buona Pasqua sembrare “tardivi” o “intempestivi”, cerco di scusarmi assicurando che sono sinceri e animati dal mio più forte desiderio che chiunque abbia perso la serenità (qualunque sia la causa) trovi il coraggio e la speranza di resistere, di continuare a lottare per ciò in cui si crede e contro ogni sopruso, di credere nelle cose più semplici e che, al tempo stesso, danno la forza per continuare a sopravvivere quale la fiducia in se stessi e la certezza dell’affetto di chi vuole davvero bene.

Ho letto con attenzione, in questi giorni, le confortanti parole di Papa Francesco e le notizie riportate da giornali e siti internet dei suoi gesti “concreti” verso i più deboli. Al tempo stesso, altre notizie fanno riflettere sull’indifferenza a cui gli stessi cittadini possono essere indotti a dispetto del dovere di solidarietà che, oltre che per “istinto naturale” ed umano, per rispetto della Costituzione (art. 2), lo Stato, gli enti locali e ogni altro soggetto dovrebbe promuovere.

Spero vivamente che, in ogni cittadino, prevalga sempre il desiderio di seguire l’esempio di Papa Francesco e di fare il possibile per aiutare chi soffre piuttosto che assistere “indifferenti” a decisioni di chi incita all’indifferenza come se trovarsi in difficoltà fosse una colpa. Spero, ancora, che la decisione presa da un soggetto, sindaco di Verona, resti un caso isolato o che, al massimo, la pur condivisibile esigenza di rispettare le norme igieniche o il decoro della città sia sempre secondaria rispetto al prevalente bisogno di assistere i più bisognosi e di rispettare il diritto fondamentale, inviolabile, sacrosanto al decoro e alla dignità di ogni persona umana.

Riporto il link della preghiera del Papa e della benedizione “Urbi et orbi” nonché delle notizie di gesti e imprese opposte: quelle dello stesso Papa Francesco e quelle dell’ “invenzione” di un sindaco di una città del Belpaese.

http://www.leggioggi.it/2014/04/22/pasqua-2014-testo-e-video-benedizione-urbi-et-orbi-di-papa-francesco/

http://www.romatoday.it/cronaca/biglietti-auguri-soldi-papa-barboni.html

http://www.leggioggi.it/2014/04/22/pasqua-2014-testo-e-video-benedizione-urbi-et-orbi-di-papa-francesco/

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2014/23-aprile-2014/tosi-multa-anche-salata-chi-porta-cibo-senzatetto-223112299971.shtml

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/04/26/verona-cittadini-divisi-sullordinanza-anti-clochard-del-sindaco-tosi/276152/

 

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