IL BLOG DI ROBERTO DI NAPOLI

………. per la difesa dei diritti civili

  • Segui il blog dal canale Whatsapp

    Dalla pagina del canale, premi sul pulsante “Iscriviti” posto sulla schermata in alto a destra. Se vuoi ricevere la notifica della pubblicazione di un post, premi sulla campanella (premere nuovamente se, invece, non si desidera essere avvisati). Col pulsante “condividi”, potrai divulgare il canale ad altri contatti
  • Seguimi sui social

  • Traduci nella tua lingua

  • Cerca per parole

  • Cerca i post per data

  • Vedi gli altri argomenti

  • Articoli recenti

  • In libreria …….per chi vuole sapere come difendersi dagli abusi bancari

  • .

  • ………. per chi vuole conoscere i suoi diritti dal viaggio al soggiorno

  • STUDIO LEGALE

  • Puoi seguirmi su Facebook

  • …… o su Twitter

  • Abbonati

Archive for the ‘giustizia giusta’ Category

Frosinone, ascoltati alcuni dei consulenti tecnici nel processo per usura bancaria a carico di Direttore Generale

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 21 novembre 2014

La riproduzione anche parziale del contenuto del blog è riservata. E’ consentita la riproduzione solo citando la fonte o il link del blog o del singolo post.

Si è tenuta lo scorso 13 Novembre, dinanzi al Tribunale penale di Frosinone, l’udienza dibattimentale a carico di un Direttore Generale di banca imputato del reato di usura. Il processo, instaurato in seguito a denuncia di un imprenditore da me assistito, è giunto a dibattimento in seguito al rigetto delle richieste di archiviazione e allo svolgimento di indagini suppletive anche in merito alla cosiddetta “usura in concreto”, prevista dalla seconda parte del terzo comma dell’art. 644 cod. pen. Nel corso della precedente udienza del 15 Maggio, infatti, il capo di imputazione relativo al superamento, in alcuni periodi, del “tasso soglia”, era stato integrato anche con l’accusa di avere, l’imputato, praticato tassi e vantaggi sproporzionati in presenza di una situazione di difficoltà economica finanziaria dell’imprenditore.

Lo scorso 13 Novembre, dopo essere stati sentiti i consulenti del PM e della parte civile, l’udienza è stata rinviata per l’esame dei consulenti dell’imputato e della banca, citata quale responsabile civile.

Il “caso” è stato riportato anche da Il Messaggero -ediz. Frosinone- del 18 Novembre 2014.

Di seguito il link relativo ai precedenti post sul medesimo caso di “usura bancaria”:

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2014/05/24/usura-bancaria-a-frosinone-integrato-il-capo-di-imputazione-anche-per-cosiddetta-usura-soggettiva-nel-processo-contro-un-direttore-generale/;

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/12/16/direttore-generale-di-banca-a-processo-per-usura-ammessa-la-costituzione-di-parte-civile-anche-di-unassociazione-antiusura-bancaria/;

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/06/30/la-valutazione-di-usurarieta-a-prescindere-dal-superamento-del-tasso-soglia-rinvio-a-giudizio-per-il-direttore-generale-di-una-banca/;

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/04/22/usura-bancaria-dopo-tre-richieste-di-archiviazione-il-gip-ordina-limputazione-coatta-per-un-direttore-generale-di-banca/

Posted in anatocismo, banche, fabullo, fainotizia, giorno del giudizio, giustizia giusta, stato di diritto, Uncategorized, usura, usura ed estorsione bancaria, vittime | Leave a Comment »

Su Striscia la notizia un mio intervento su alcuni abusi bancari

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 16 novembre 2014

Ieri sera, 15 Novembre, nel corso della puntata di Striscia la notizia, è andato in onda un servizio sugli abusi bancari con un mio breve intervento insieme a quello del dott. Gennaro Baccile, fondatore di Sos Utenti, e ad altre testimonianze di vittime.

Per vedere la puntata intera (il servizio, con l’introduzione e il commento del conduttore Ezio Greggio, può essere visto a partire da 14′ 50”) cliccare qui o copiare e incollare il seguente link http://mdst.it/03v495833/ .

Per vedere direttamente il solo servizio, cliccare qui.

Posted in aiuti alle banche, anatocismo, banche, giustizia giusta, informazione, Interventi avv. Di Napoli, lotta alla mafia, mafie, malagiustizia, porcate, Striscia la Notizia 15 Novembre 2014, Uncategorized, usura, usura ed estorsione bancaria, vittime | Contrassegnato da tag: , , , , , , | 1 Comment »

La provvisoria esecutività del decreto ingiuntivo e i diritti fondamentali della persona

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 27 settembre 2014

L’efficacia provvisoriamente esecutiva del decreto ingiuntivo ottenuto in virtu’ della sola documentazione bancaria si infrange, ancora una volta, contro la necessità di fornire valida prova nel giudizio a cognizione piena.

Pubblico di seguito il link di una mia nota a due ordinanze, rispettivamente, di sospensione e di non concessione della provvisoria esecutorietà di decreto ingiuntivo ottenuto da una banca per saldo di apertura di credito in conto corrente. Nella nota ho rappresentato alcune mie considerazioni sulla necessaria prudenza, da parte del giudice, nella valutazione dei presupposti per concedere o sospendere la provvisoria esecutorietà e sul bilanciamento del diritto di credito con vari diritti fondamentali della persona umana.

La nota e’ pubblicata sulla rivista giuridica online Diritto.it. (Per leggerla cliccare qui)

Posted in anatocismo, banche, diritti umani, fainotizia, giustizia giusta, usura ed estorsione bancaria, vittime | Contrassegnato da tag: , , , , , , , | 5 Comments »

E’ conforme a Costituzione attribuire la qualifica di “fallito” alla persona fisica? Un’interessante ordinanza del Tribunale di Vicenza

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 10 luglio 2014

In un periodo e in un Paese in cui si avverte la sensazione che i diritti fondamentali della persona umana siano sempre più trascurati – per non dire proprio calpestati e mortificati- da chi, come il legislatore, dovrebbe rappresentare e tutelare i cittadini concretizzando anche sotto il profilo normativo quei principi e norme costituzionali che pongono la persona umana, la sua dignità e i suoi diritti fondamentali quale oggetto di tutela e promozione, sono, ancora una volta, quei giudici seri, competenti e sensibili a rivelarsi il più valido e forte presidio a tutela dell’ordinamento e dei sacrosanti diritti dei cittadini.
Mentre non sono mancati provvedimenti legislativi che -piuttosto che intervenire sulle vere cause e responsabili dell’attuale situazione economica e del debito pubblico riducendo i veri sprechi e costi inutili a carico dello Stato- hanno anteposto esigenze di spending review a quelle di tutela dei diritti fondamentali della persona (si pensi agli aumenti del contributo unificato o a discutibili filtri che possono ostacolare l’agevole accesso alla Giustizia, alle difficoltà nell’ottenere la liquidazione degli indennizzi per la durata eccessiva dei processi), l’ordinanza di rimessione alla Corte Costituzionale emessa dal Tribunale di Vicenza, oltre che per la correttezza della motivazione, si ritiene di particolare interesse per la questione rilevata: la valutazione di conformità o meno a varie norme costituzionali dell’estensione del fallimento alla persona fisica dell’imprenditore e della declaratoria di “fallito” di quest’ultimo piuttosto che della sola impresa.
L’ordinanza descrive correttamente il senso di mortificazione della dignità e della persona che può avvertire chi viene qualificato con l’appellativo “fallito” e la discriminazione tra l’imprenditore la cui impresa supera la soglia di fallibilità (e, dunque, viene dichiarato “fallito”) e colui il quale, invece, non è fallibile.
E’stato attentamente rilevato come “L’inadeguatezza dell’uso del termine “fallito”, per colui la cui impresa sia in stato di insolvenza, deriva dal fatto che il termine fallito non è solo un termine tecnico giuridico, ma anche, e soprattutto, un termine di portata ben più ampia, che coinvolge la persona nella sua globalità, in tutte le sue sfere e relazioni sociali, e nel suo più intimo sentire ed amor proprio.
Colui la cui impresa non abbia funzionato, e che viene dichiarato fallito, può sentirsi per questo, ed essere considerato dagli altri, un fallito? Così possono pensare le persone con cui viene a contatto il fallito nella vita di relazione, dalla famiglia (figli, coniuge, parenti) in poi (amici, colleghi).
Non si può dichiarare il fallimento di una persona, la quale non si riduce ad essere solo un’impresa.
Non è modernamente più tollerabile che una persona possa rinunciare al bene della vita (cosa che, purtroppo, attualmente, talvolta, succede) per non subire l’onta di sentirsi chiamare fallito davanti a tutti.

Ricordando, quindi, come sia e debba ritenersi superata la concezione che assimilava il fallito col responsabile di frode e il sillogismo risalente a Baldo degli Ubaldi “detoctor ergo fraudator“, il giudice del Tribunale di Vicenza ha evidenziato come possa accadere che la causa del fallimento sia riconducibile al mancato pagamento di crediti dell’imprenditore sottolineando, tra l ‘altro, il paradosso se si considera come tra questi possano esserci crediti verso lo Stato che, poi, con una legge, lo qualifica pure “fallito”.
E’stato ricordato, quindi, come “L’insolvente può essere, e normalmente è, una brava persona, magari incapace di gestire un’azienda, o persino soltanto uno che non è stato pagato dai propri clienti, fors’anche dallo Stato, ma non certo necessariamente un frodatore, o ingannatore, per obbligatoria definizione giudiziaria.
Insolvente non è necessariamente truffatore, quindi non è, e non deve essere, necessariamente “fallito” (da “fallare”= ingannare)”.

Dichiarando non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale, il Tribunale di Vicenza con l’interessante ordinanza che invito a leggere attentamente ha chiesto, quindi alla Consulta di Volersi “ dichiarare l’illegittimità costituzionale:
– dell’art. 1, co. 1, e dell’art. 5, co. 1, l.f., nella parte in cui assoggettano a fallimento l’imprenditore individuale persona fisica, e non autonomamente la sola impresa individuale intesa come attività, ovvero alternativamente nella parte in cui assoggettano a fallimento l’imprenditore individuale anziché limitarsi a dichiararne l’insolvenza, o a dichiarare soltanto l’insolvenza dell’impresa della persona fisica come attività (le norme impugnate potrebbero così risultare: art. 1, “Sono soggetti alle disposizioni sull’insolvenza e sul concordato preventivo gli imprenditori che esercitano una attività commerciale, esclusi gli enti pubblici.”, oppure “Sono soggette alle disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo le imprese che esercitano una attività commerciale, esclusi gli enti pubblici.”; art. 5, “L’imprenditore che si trova in stato d’insolvenza è dichiarato insolvente.”, oppure “L’impresa che si trova in stato d’insolvenza è dichiarata fallita.”)

Un provvedimento, dunque che, a prescindere da quale sarà l’esito e la decisione della Consulta, dimostra la sensibilità del collegio verso un appellativo e una situazione giuridica (l’estensione del fallimento dell’impresa alla persona fisica dell’imprenditore) anacronistica e che suscita dubbi sulla compatibilità con un Paese civile.
Nel frattempo, credo, comunque, che ogni soggetto coinvolto (avvocati, curatori, custodi, giudici) possa contribuire al rispetto della persona umana e allo sviluppo di un Paese che si vuole ritenere “civile”: non solo nelle procedure concorsuali. Ritengo, ad esempio, che anche nei giudizi di opposizione a decreto ingiuntivo possa essere corretto l’appellativo di “ingiunto” piuttosto che quello di “debitore” così come in una procedura esecutiva (soprattutto nei casi in cui vi sia opposizione) , se è conforme a realtà la qualificazione di “esecutato” in quanto, appunto, è innegabile che sia il soggetto a cui carico pende la procedura esecutiva, sarebbe ancora più corretto anticipare il termine “debitore” con la qualificazione di “presunto”.
In ogni caso, a prescindere dagli appellativi, serve una profonda riflessione e sensibilizzazione generale sul trattamento che la legge riserva al “fallito” o all’esecutato, escludendo presunzioni o pregiudizi. Ricordo, qualche anno fa, in una sala informatica di un Tribunale, un cartello con cui si avvertiva che segretarie di studi legali e altri soggetti tra cui lo stesso esecutato avessero un tempo limitato (mi pare 20 minuti) per visionare il fascicolo al pc (tra l’altro obsoleti e il cui funzionamento determinava attese tra una pagina e l’altra). Ho sempre ritenuto incivile un avvertimento simile se si considera che il soggetto principale che ha diritto ed interesse a salvaguardare i suoi beni deve essere proprio l’esecutato.
Allo stesso modo, pur apprezzandosi l’ordinanza del giudice vicentino, credo che, intanto, ci si possa astenere dall’utilizzo del termine “fallito” per qualificare colui il quale io, da sempre, anche negli scritti difensivi, ritengo più corretto indicare come il soggetto “a cui carico pende la procedura concorsuale”.

Cliccare qui per leggere il testo integrale dell’ordinanza del Tribunale di Vicenza 12 Giugno 2014 pubblicata sulla rivista Il Caso.it

Posted in Corte Costituzionale, Fallimenti singolari, giustizia giusta, indifferenti, Uncategorized | Leave a Comment »

Usura bancaria: a Frosinone integrato il capo di imputazione anche per (cosiddetta) “usura soggettiva” nel processo contro un Direttore Generale

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 24 Maggio 2014

Lo scorso 15 Maggio si è svolta, dinanzi al Tribunale collegiale di Frosinone, la II udienza del processo per usura a carico di un Direttore Generale di una banca.

A fronte di denunce presentate da imprenditori e di provvedimenti di archiviazione o, comunque, assolutori fondati, spesso, sulla ritenuta mancanza del dolo nella commissione del reato da parte di rappresentanti di banche, nel caso di specie il processo sembra contraddistinguersi dal momento che la denuncia presentata dall’imprenditore del frusinate è stata oggetto di ben tre richieste di archiviazione rigettate dal Giudice per le indagini preliminari che, in seguito alle opposizioni, volta per volta, proposte dalla persona offesa denunciante, ha disposto, infine, l’imputazione coatta motivata anche per l’usurarietà -emersa nel corso delle indagini preliminari- desunta anche dalle “concrete modalità del fatto” specificatamente indicate nell’ordinanza.

In seguito all’udienza preliminare, il GUP, a Giugno dello scorso anno, dopo avere ammesso la costituzione di parte civile dell’imprenditore, ha disposto il rinvio a giudizio del Direttore Generale della banca. Lo scorso 5 Dicembre, alla prima udienza, il Tribunale collegiale, oltre ad ammettere la costituzione di parte civile di un’associazione antiusura (SOS Utenti), ha ammesso anche la citazione della banca quale responsabile civile.

All’udienza del 15 Maggio 2014, apertosi formalmente il dibattimento ed escussa la testimonianza dell’imprenditore parte civile, il PM (conformemente a quanto, oltretutto, era stato richiesto sin dall’udienza preliminare dal difensore della persona offesa visto che il capo di imputazione appariva più limitato rispetto a quanto aveva motivato il GIP nell’ordinanza di imputazione coatta) ha integrato il capo di imputazione. L’imputato, pertanto, dovrà rispondere non solo per il presunto superamento del tasso soglia nella pretesa degli interessi, bensì, anche per le “concrete modalità del fatto”, ossia -secondo l’accusa-  per essersi fatto dare quale rappresentante della banca interessi, altri vantaggi e compensi che, tenuto conto anche delle continue richieste di garanzie personali e reali e del tasso medio praticato per operazioni similari risulterebbero sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro: ciò, secondo quanto ritenuto dall’accusa e dal denunciante, in una situazione di difficoltà economica finanziaria del correntista. Prossima udienza il 13 Novembre.

Il caso appare di particolare interesse dal momento che dimostra, oltretutto, la rilevanza -soprattutto per casi analoghi di denunce presentate da imprenditori contro rappresentanti di banche- della fase delle indagini che non possono esaurirsi unicamente nell’analisi del superamento del tasso soglia o in una presa d’atto acritica dei risultati del consulente contabile, bensì, così come disposto -sin dal 1996- dalla norma di cui all’art. 644, terzo comma, seconda parte, cod. pen., affinchè possano considerarsi esaustive non possono trascurare le altre “concrete modalità del fatto” in cui può anche essersi consumato il delitto di usura.

Altri precedenti post su questo blog:

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/12/16/direttore-generale-di-banca-a-processo-per-usura-ammessa-la-costituzione-di-parte-civile-anche-di-unassociazione-antiusura-bancaria/;

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/06/30/la-valutazione-di-usurarieta-a-prescindere-dal-superamento-del-tasso-soglia-rinvio-a-giudizio-per-il-direttore-generale-di-una-banca/;

https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/2013/04/22/usura-bancaria-dopo-tre-richieste-di-archiviazione-il-gip-ordina-limputazione-coatta-per-un-direttore-generale-di-banca/

Posted in anatocismo, banche, fainotizia, giustizia giusta, stato di diritto, usura, usura ed estorsione bancaria, vittime | 1 Comment »

Alcune bellissime parole di Piero Calamandrei su chi è (o dovrebbe essere) l’avvocato

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 7 aprile 2014

“Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. L’avvocato non puo’ essere un puro logico, ne’ un ironico scettico, l’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in se’, assumere su di se’ i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura e’ una professione di comprensione, di dedizione e di carita’.
Non credete agli avvocati quando, nei momenti di sconforto, vi dicono che al mondo non c’e’ giustizia. In fondo al loro cuore essi sono convinti che e’ vero il contrario, che deve per forza esser vero il contrario: perche’ sanno dalla loro quotidiana esperienza delle miserie umane, che tutti gli afflitti sperano nella giustizia, che tutti ne sono assetati: e che tutti vedono nella toga il vigile simbolo di questa speranza… Per questo amiamo la nostra toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verra’, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perche’ sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e, soprattutto, a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia. Beati coloro che soffrono per causa di giustizia… ma guai a coloro che fanno soffrire con atto di ingiustizia!
E, notate, di qualunque specie e grado di ingiustizia… perche’ accogliere una raccomandazione o una segnalazione, favorire particolarmente un amico a danno di un estraneo o di uno sconosciuto, usare un metro diverso nella valutazione del comportamento, o delle attitudini, o delle necessita’ degli uomini, e’ pur questo ingiustizia, e’ pur questo offesa al prossimo, e’ pur questo ribellione al comando divino”.
Piero Calamandrei

Posted in diritti umani, fainotizia, giorno del giudizio, giustizia giusta, persone straordinarie | 1 Comment »

Il banchiere che presta soldi a mendicanti, straccivendoli e lebbrosi per liberarli dagli usurai – Repubblica.it

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 3 aprile 2014

Sono notizie come queste -precedute, in passato, dalle analoghe iniziative di Yunus, premio Nobel per la Pace- che, credo, lasciano, ancora, qualche speranza su un mondo e una società migliore e meno egoista.

Sarebbe confortante assistere ad un’imitazione, anche in Italia, di iniziative simili ma ho il timore che sarebbero ostacolate. Esistono, è vero, alcune forme di microcredito ma dubito sull’efficienza rispetto alle necessità quotidiane di un numero sempre crescente di persone in stato di indigenza  e senza lavoro.

Il banchiere che presta soldi a mendicanti, straccivendoli e lebbrosi per liberarli dagli usurai – Repubblica.it.

Posted in diritti umani, eroi, fainotizia, giorno del giudizio, giustizia giusta | Leave a Comment »

Le parole di due grandi Papi contro i mafiosi

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 22 marzo 2014

Riporto di seguito il link del video pubblicato sul sito del Corriere della Sera con le parole pronunciate il 21 Marzo scorso da Papa Francesco precedute, circa vent’anni fa, da un analogo ma ancora più severo anatema di Papa Giovanni II contro i mafiosi. E’ di qualche giorno fa la notizia che Bergoglio, per la rivista economica Fortune, è il leader più influente al mondo: al primo posto in una classifica di 50 protagonisti assoluti della politica e dell’economia mondiale (cliccare qui per leggere l’articolo pubblicato su Il sole 24 Ore).

http://video.corriere.it/invettive-contro-mafia-confronto-grido-papa-francesco-papa-giovanni-paolo-ii/8d993134-b1a5-11e3-a9ed-41701ef78e4b

Posted in appelli, cattolici, eroi, giorno del giudizio, giustizia giusta, indifferenti, intrecci, invisibili, lotta alla mafia, mafie, papa, persone straordinarie, petizioni, portatori di mafia, Uncategorized, uomini donore, urgente solidarietà | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »