IL BLOG DI ROBERTO DI NAPOLI

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Archive for the ‘welfare’ Category

La fortuna dei due “marò”: accusati di omicidio ma accolti con tutti gli onori. Viva l’Italia!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 22 dicembre 2012

Ecco -tra i vari motivi- perchè questo Paese fa ridere il resto del mondo. Rispetto sempre il principio di non colpevolezza ma ritengo inconcepibile che un Capo dello Stato riceva due marò -per il momento- accusati di omicidio e che La Russa, addirittura, offra di candidarli. Due veri eroi non avrebbero dovuto avere paura di farsi processare in un altro Stato. Sono loro, tra l’altro, che hanno scelto quel mestiere che, come tanti, non è esente da rischi. Perchè, quando si scelgono missioni all’estero (a cui non sempre, se non sbaglio, i militari sono costretti ma, anzi, talvolta, vengono scelte per “altri motivi”), devono, poi, pagare i contribuenti il loro rientro? Ma, soprattutto: perchè i marò non si fanno processare? La mia personale opinione è che due marò, non dico eroi ma con un normale senso civico, a mio avviso, se ne sarebbero dovuti andare a casa -zitti, zitti- ricordando al Presidente della Repubblica che, forse, sarebbe stato il caso di attendere una definitiva chiarezza sulla loro condotta prima di visitare il Quirinale; rassicurando di rimborsare, un giorno, i costi sostenuti per il rientro (potrebbero, nel frattempo, concedere ipoteca sulla loro casa a beneficio della Repubblica Italiana) e, nel frattempo, ringraziando i poveri italiani e il Bel Paese. Ricordo, qualche anno fa, la storia di un cittadino disperato per il figlio che, partito in un viaggio, si era ritrovato detenuto (anche in quel caso, mi pare, in India) con l’accusa di spaccio di droga (grave, se vera, ma sempre di minore gravità rispetto ad un omicidio; cliccare qui per leggere una sintesi di quella vicenda): spese, credo, decine di migliaia di euro per andare a trovare il figlio e supplicò i vertici e i massimi rappresentanti delle Istituzioni. E i marò? Credo (e spero) che siano innocenti ma, finchè non si avrà certezza, per me lo sono non di più di tanti altri detenuti (per qualsiasi reato meno grave di un omicidio) in attesa di sentenza definitiva: i “marò” -anzi, per non generalizzare, quei due marò- li ritengo solo più fortunati! Viva l’Italia: tanto nessuno se ne accorge e i cittadini non si lamentano, soprattutto in questo periodo, impegnati a pensare alle partite di calcio, al panettone e ai regali natalizi. Gli indiani capiranno.

Riporto il link di TGCOM 24, uno dei tanti quotidiani on line nazionali con la notizia dei “festeggiamenti”: Roma, i due marò sono tornati in Italia – Cronaca – Tgcom24.

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La mediazione obbligatoria è incostituzionale. La Consulta “boccia” la legge per eccesso di delega.

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 24 ottobre 2012

E’ stata dichiarata incostituzionale, secondo quanto si apprende dal comunicato diffuso dall’ufficio stampa della Corte Costituzionale, per eccesso di delega, la norma (contenuta nel d.lgs. 4 marzo 2010 n. 28) che prevedeva la mediazione come condizione di procedibilità (cliccare qui per leggere il comunicato).

Si ricorda, infatti, che, a partire da marzo dello scorso anno, chiunque intendesse agire in giudizio in una delle materie indicate nella suddetta legge (tra cui, nelle cause in materia di rapporti bancari), avrebbe dovuto, preventivamente, rivolgersi ad un organismo di mediazione al fine di tentare una conciliazione con la controparte. La legge e i successivi decreti ministeriali, inoltre, prevedevano, oltre ad un costo per l’avvio della procedura, indennità variabili che le parti, in caso di partecipazione alla mediazione, avrebbero dovuto corrispondere a prescindere dall’esito del giudizio. 

Molteplici, sin dall’entrata in vigore della legge, gli organismi di mediazione (spesso gestiti da società ed organismi privati) sorti in ogni parte d’Italia; molteplici, però, anche i dubbi di costituzionalità tanto da indurre il TAR Lazio a rimettere la questione alla Consulta.

Si precisa, tra l’altro, che già la Commissione Europea, nello scorso mese di Luglio, formulò un parere negativo nei confronti della mediazione obbligatoria proprio per la sua onerosità (per leggere tale notizia clicca qui).

Personalmente, non sarei contrario alla mediazione (il tentativo di conciliazione è, da anni, obbligatorio nelle controversie derivanti da rapporti tra utenti e gestori di telecomunicazione). Ritengo, però, che sia incompatibile la sua obbligatorietà, ossia, la condizione di procedibilità per potere adire il giudice, con gli alti costi previsti dalle indennità. Credo, inoltre, che sia stata inopportuna la previsione dell’obbligatorietà in materie di grande delicatezza (come, appunto, per le controversie derivanti da rapporti bancari o finanziari o in materia di responsabilità medica) senza prevedere un limite di valore. Sarebbe stato, semmai, utile, a mio avviso, prevederne l’obbligatorietà limitata ai casi nei quali il valore della controversia non superasse un certo valore (ad esempio: 10.000 euro). Negli altri casi, laddove, ad esempio, il valore sia ingente, credo sia difficile che le parti (dopo che, magari, avranno già discusso di ipotesi transattive) raggiungano un accordo dinanzi ad un mediatore (che potrebbe anche essere un non tecnico della materia). Le uniche certezze, in questi casi, fino ad oggi, sarebbero state l’obbligatorietà prima di instaurare un’azione dinanzi all’autorità giudiziaria e ….. l’alta indennità (variabile a seconda dell’oggetto della domanda) da pagare all’organismo pure in caso di esito negativo del tentativo di conciliazione (a meno che la controparte non si fosse presentata). Ora, pur non essendo ancora nota la sentenza integrale nè, dunque, il testo della motivazione, la mediazione (e gli organismi) restano ma tale attività non sarebbe più prevista quale condizione obbligatoria prima di agire in giudizio.

Pubblicherò su questo stesso post il link per la lettura della sentenza appena si avrà notizia della sua pubblicazione.

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Un’importante iniziativa del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma a tutela e salvaguardia della salute … non solo degli avvocati.

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 26 settembre 2012

Pubblico di seguito il comunicato stampa dell’importante e recente iniziativa dell’Ordine degli Avvocati di Roma segnalatami dall’amico e collega avv. Tiziano Lepone e di cui vi è notizia anche sul sito del Consiglio dell’Ordine (cliccare qui).

 “In seguito alla recente tragica scomparsa di una dipendente della Procura della Repubblica, deceduta in ufficio per un attacco cardiaco, Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, nell’adunanza del 14 giugno u.s., ha deliberato di acquistare 14 defibrillatori da destinare ai seguenti Uffici Giudiziari: Corte di Cassazione, Consiglio di Stato, Corte di Appello di Roma, Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Tribunale Ordinario di Roma, Tribunale per i Minorenni di Roma, Ufficio del Giudice di Pace di Roma. 

Gli uffici giudiziari vengono frequentati non solo da avvocati, magistrati e personale di cancelleria ma da una moltitudine di cittadini. L’installazione di questi apparecchi salvavita costituisce, quindi, un atto di sensibilità per la salvaguardia di tutti.
Il giorno 4 ottobre 2012, alle ore 12,00, presso l’Aula Avvocati, sita al piano terra del Palazzo di Giustizia di Piazza Cavour, si terrà la Cerimonia di consegna dei predetti defibrillatori. In quella occasione saranno presenti il Dott. Ernesto Lupo, Presidente della Corte di Cassazione, il Dott. Giancarlo Coraggio, Presidente del Consiglio di Stato, il Dott. Giorgio Santacroce, Presidente della Corte di Appello di Roma, il Dott. Calogero Piscitello, Presidente del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, il Dott. Fabrizio Gentili, Presidente Vicario del Tribunale Ordinario di Roma, la Dott.ssa Melita Cavallo, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma, il dott. Alfredo Blasi, Coordinatore dell’Ufficio del Giudice di Pace di Roma. Inoltre alla cerimonia saranno presenti il Dott. Enrico Vanzina, regista del cortometraggio “il defibrillatore“, ed il Prof. Giuliano Altamura, Presidente dell’Associazione “Insieme per il Cuore”, che contribuirà con una donazione di due defibrillatori ed organizzerà gratuitamente corsi per il corretto utilizzo dei suddetti apparecchi. Sarà un momento importantissimo non solo per l’Avvocatura romana, ma anche per tutti gli operatori e gli utenti della Giustizia, stante l’importanza che l’iniziativa riveste ai fini della tutela e salvaguardia della salute dei cittadini.
Il Consigliere Segretario Il Presidente
Avv. Pietro Di Tosto Avv. Mauro Vaglio  “

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Colpa solo dei passaggi a livello? Politici pugliesi, ma statevi zitti!!!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 26 settembre 2012

Dopo il drammatico incidente dell’altroieri nel quale un macchinista del Freccia Argento Roma-Lecce ha perso la vita e altri passeggeri sono rimasti feriti a causa dello schianto tra il treno e un camion (cliccare qui per leggere la notizia riportata da Lecce Prima o qui per l’articolo sul sito del Corriere della Sera), non sono mancate le solite dichiarazioni di politici locali che si ricordano della situazione della rete ferroviaria pugliese solo in casi come questi o quando si verificano disagi particolarmente gravi da far parlare gli organi di stampa nazionali. E, forse, è proprio per questo che non possono rinunciare a dire la loro. Dopo il tragico incidente, sono apparse le loro dichiarazioni su vari giornali e finanche su facebook. Ho scritto -anche sulla bacheca di qualche politico salentino- il mio commento che riporto anche qui visto che, più volte, in questi anni, proprio su questo blog, ho scritto alcune mie considerazioni sulla gravissima e vergognosa situazione in cui si trova la rete dei trasporti nel Sud e nel Salento in particolare.

Questa volta, secondo qualche politico, la colpa del disastro è …… dei passaggi a livello.

Riporto quanto ho scritto, l’altroieri, sulla mia bacheca:

“Non è la prima volta, però, che sulla rete ferroviaria Roma-Lecce o, comunque, sulla rete che attraversa la Puglia si registrano drammi o altre inefficienze, sia pur meno gravi rispetto ad un incidente quale quello odierno, ma, pur sempre, non degne di un Paese civile e, comunque, su una rete o treni di qualità nettamente inferiore rispetto a quelli presenti nel resto del Paese. Ci siamo dimenticati del ritardo di circa 24 ore di qualche anno fa su un treno Lecce- Roma? E la frana che occupò la ferrovia per mesi e mesi? E le condizioni delle stazioni ferroviarie nel Salento? Quanti sono i passaggi a livello “preistorici”?

Cari politici pugliesi, che avete fatto e cosa fate per rendere più efficienti i collegamenti ferroviari per il Salento? Non siete stati capaci di far ripristinare i treni notturni Roma- Lecce! Se non siete capaci, fate almeno una cosa: statevi zitti!!! Dovreste viaggiare più spesso in simili condizioni per rendervi conto del territorio da voi amministrato!

Ricordo alcuni miei post su questo blog dedicati alle varie inefficienze (cliccando sopra, nella sezione trasporti e disagi, è possibile, comunque, leggere altri post sul tema):

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Da Il Fatto Quotidiano “Caffè e i presagi della finanza spazzatura” di Leonardo Martinelli

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 18 aprile 2012

Ho apprezzato molto l’ articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano e di cui riporto, sotto al presente post, il link. Colpiscono le parole, davvero attuali, di Federico Caffè -l’economista misteriosamente scomparso nel 1987 a cui, anni fa, fu dedicato anche un film “L’ultima Lezione“- sulla “sovrastruttura finanziario-borsistica” e sul “gioco spregiudicato di tipo predatorio“. Vale la pena, però, leggere per intero il brano di Caffè (tratto dal libro “Un’economia in ritardo” del 1974) riportato nell’articolo di Leonardo Martinelli e ancora più interessante credo sia approfondire il pensiero dell’economista.

Caffè e i presagi della finanza spazzatura | Leonardo Martinelli | Il Fatto Quotidiano.

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I veri eroi invisibili. Dal “Corriere del Mezzogiorno”: Costa, trovato il corpo di Giuseppe. Il musicista aveva aiutato i bambini

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 17 aprile 2012

Sono persone umane come queste i veri eroi invisibili di questo Paese sempre più assurdo, indifferente ed egoista; le persone più semplici che non esitano a dimostrare la propria sensibilità aiutando e tendendo la mano a chi è in difficoltà e a chi soffre, anche a costo di rimetterci la vita. I veri eroi sono persone come il musicista di una nave da crociera che sta per affondare e che lascia la scialuppa per fare spazio ai bambini, o come i Vigili del Fuoco che, qualche mese fa, sempre dopo il naufragio all’isola del Giglio, sono tornati nel relitto della nave per ripescare l’orsacchiotto lasciato dal bambino che, da quando era morta la madre, non riusciva più a dormire se non aveva affianco il suo “amico” (cliccare qui per leggere la notizia di alcuni mesi fa); come l’ex imprenditore fallito che, giorni fa, ha aperto le porte ad una persona disperata rimasta senza lavoro e che dormiva all’interno dell’automobile insieme alla moglie e alla figlia (cliccare qui); persone, insomma, che non restano a guardare e che insegnano fino a dove può arrivare quell’affetto e umanità che dovrebbero essere manifestazioni di un istinto naturale tra gli esseri umani ma che, invece, in un mondo di indifferenza quotidiana e di costante egoismo, sono, ormai, così rare da farci stupire e commuovere .

Riporto il link dell’articolo pubblicato sul sito del Corriere del Mezzogiorno: Costa, trovato il corpo di Giuseppe Il musicista aveva aiutato i bambini – Corriere del Mezzogiorno.

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ANCORA UNA VOLTA, VITTORIA DEGLI UTENTI BANCARI! LA CONSULTA DICHIARA INCOSTITUZIONALE IL “MILLEPROROGHE 2011”. SALVI I DIRITTI DI RESTITUZIONE ANCHE ANTERIORI AL DECENNIO!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 5 aprile 2012

Fallito, ancora una volta, il tentativo delle banche di non restituire quanto indebitamente trattenuto per interessi anatocistici nei rapporti anteriori al decennio. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 78 depositata oggi 5 Aprile (cliccare qui) ha finalmente deciso: l’articolo 2, comma 61, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10 è incostituzionale. I correntisti, soprattutto imprenditori, ricorderanno quanto prevedeva questa norma. In sede di conversione del d.l. 225/2010, senza nemmeno un esame da parte delle competenti commissioni parlamentari, fu inserita, da parte di un senatore, una norma (l’art. 2, comma 61,) col quale si stabiliva che l’art. 2935 cod. civ. sarebbe dovuto essere interpretato nel senso in materia di conto corrente bancario il termine prescrittivo per esercitare i diritti derivanti dalle annotazioni inizia a decorrere dalle annotazioni stesse. Non solo. “In ogni caso” non si sarebbe fatto luogo alla ripetizione di quanto già corrisposto. Era ed è evidente il vero scopo della norma: quello di superare le diverse pronunce della giurisprudenza che, da ultimo con la sentenza della Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite, aveva stabilito il principio opposto, ossia, che il termine di prescrizione decennale per potere richiedere la restituzione di quanto indebitamente corrisposto alla banca inizia a decorrere dal momento (successivo, dunque, alle annotazioni) dell’estinzione del rapporto.

Molti ricorderanno, inoltre, i titoli apparsi sui principali quotidiani nazionali (nei cui consigli di amministrazione siedono, spesso, rappresentanti del mondo bancario) che dando risalto alla norma -e poco, forse, alla “logica” e alla realtà-, ancora una volta, inducevano in possibili errori il lettore facendo credere in una vittoria delle banche e in una sconfitta dei poveri correntisti. Ricordo alcuni titoli del tipo “finiti i rimborsi per anatocismo”. Non c’era e non c’è niente di vero. La Corte d’Appello di Ancona, già a pochi giorni di distanza dall’entrata in vigore, aveva disapplicato la norma ritenendola, tra l’altro, potere avere efficacia innovativa e non interpretativa. Allo stesso modo avevano ritenuto altri giudici.

La Corte Costituzionale, oggi, ha “reso Giustizia”. Ha dato dimostrazione ai cittadini -che proprio in questo periodo hanno  bisogno di continuare a credere, soprattutto se si considera al numero di suicidi di imprenditori, magari, forse, anche vittime di abusi bancari o di difficoltà nell’accesso al credito- che ci sono giudici preparati e onestissimi, pure di fronte a colossi bancari.

Una mia impressione: la maggioranza di parlamentari, approvando quella norma ora dichiarata incostituzionale, ha dimostrato, l’anno scorso, non solo di non capire l’importanza dell’effetto moltiplicatore dell’anatocismo o il profondo stato di debolezza in cui si trova l’imprenditore o, in generale, il correntista: ha dimostrato, ancora una volta, di assecondare i potenti banchieri fino a tentare di eludere quanto la giurisprudenza prevalente, inclusa la Cassazione a Sezioni Unite, aveva ribadito. Quella di oggi è una vittoria, non solo degli utenti bancari, ma dello Stato di diritto. Di fronte ai politici che, dal 1999 ad oggi, hanno tentato e tentano di aiutare le banche scrivendo norme apposite, non può negarsi che sia anche una vittoria degli avvocati dei correntisti e delle ragioni dei più deboli che, dinanzi alla Corte, si sono sentiti rappresentati dall’amico e collega avv. Antonio Tanza. La maggioranza parlamentare, l’anno scorso, dimostrò di aiutare le banche. Grazie agli avvocati e ai giudici (anche a quelli che hanno continuato a difendere pure all’indomani del milleproroghe), quella norma è stata dichiarata incostituzionale e, dunque, inapplicabile.

Decine di volte mi è già capitato, solo negli ultimi mesi, nel leggere le difese delle banche, l’eccezione di prescrizione fondata sul “milleproroghe”. Non escludo, quindi, che ci possano essere banche che interpretino la sentenza della Corte ….. in loro favore, cioè al contrario di quello che espressamente e nella maniera più chiara possibile ha disposto. Credo che saranno sufficienti poche parole per replicare adeguatamente.

Ho visto, in questi giorni, che moltissimi visitatori hanno apprezzato il mio post del mese scorso nel quale indicavo il link attraverso il quale è possibile vedere ed ascoltare il video dell’udienza del 14 Febbraio scorso. 

Riporto, allora, di seguito, il link per potere leggere la sentenza integrale (numero 78 del 5 Aprile 2012- Relatore: Criscuolo) pubblicata sul sito della Corte Costituzionale. (cliccare qui).

Posted in anatocismo, auguri alle vittime, banca ditalia, banche, Corte Costituzionale, fainotizia, giustizia giusta, libri, restituzione somme da capitalizz, rimborsi, stato di diritto, usura, usura ed estorsione bancaria, vittime, welfare | 6 Comments »

AAA può essere il rating dell’impresa che denuncia l’illegalità pure nei confronti di banche o può essere solo una sigla seguita da “cercasi banca sensibile verso chi contesta abusi bancari”?

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 17 febbraio 2012

Ho letto che il delegato nazionale Confindustria per la legalità, Antonello Montante, si è fatto promotore di un’iniziativa soprannominata “rating di legalità” (per leggere l’articolo sul sito di Panorama, cliccare sul link indicato sotto al presente post): idea apprezzabile ma ancora più utile sarebbe, a mio avviso, se si tenesse maggiormente in considerazione ogni “illegale” o “illecito” ostacolo  all’attività imprenditoriale e il coraggio di chi denuncia. Di fronte a banche che, nell’istruttoria finalizzata alla concessione di finanziamenti o anticipazioni richieste, sono solite valutare il rating dell’azienda, attraverso, principalmente, l’analisi del bilancio e del rischio, il delegato di Confindustria ha proposto di ampliare i criteri con viene giudicata l’affidabilità sollecitando, in particolare, una maggiore attenzione affinché sia considerato il fatto che quell’azienda ha denunciato l’illegalità. Un’iniziativa, ripeto, che condivido sia per evitare che le imprese -come dichiarato da Montante in un’intervista a Panorama- si trovino di fronte ad un “drammatico dilemma: rivolgersi agli usurai o cessare l’attività” sia per l’obbligo che si dovrebbe avere di “tenere in vita le piccole e medie imprese che sono la memoria del Paese” .

Ho, però, la sensazione che non si tenga conto o si sottovaluti il fenomeno degli abusi bancari di cui sono -o sono state- vittime migliaia di imprese e famiglie. Non si può, ancora oggi, ignorare che in ogni parte d’Italia ci sono migliaia di esecuzioni immobiliari o cause di opposizione a decreti ingiuntivi aventi origine in pretese, da parte di banche, fondate su titoli nulli (come, ad esempio, i mutui stipulati per estinguere posizioni debitorie su conti corrente con la stessa banca mutuante) o su saldi passivi determinatisi a causa dell’addebito, nel corso degli anni (o di decenni), di interessi, commissioni od oneri non pattuiti coi criteri imposti dalla legge e capitalizzati trimestralmente fino a divenire usurari. Si è già verificato, più volte (e lo confermano le sentenze ottenute dal 1999 ad oggi), che, all’esito dei lunghi giudizi, l’impresa o l’utente bancario si rivela creditore e non debitore della banca. Nel frattempo, però, l’impresa è fallita o il cittadino è esausto e privo di forze dal momento che nemmeno riesce ad iniziare una nuova attività a causa di illegittime segnalazioni presso le “centrali rischi”.

Ci sono, già da anni, “accordi quadro” firmati da Abi, banche, Ministero dell’Interno e Prefetture per il sostegno alle vittime di usura ed estorsione. Quando il correntista, o, in genere, utente bancario, però, risponde alla lettera di revoca del fido chiedendo alla banca di rideterminare la posizione contabile applicando quanto sancito dalla legge o i principi affermati dalla giurisprudenza unanime, mi è capitato di vedere, al massimo, solite lettere standard con le quali si ignorano o si smentiscono gli stessi principi affermati dai giudici.  A cosa servono, allora, gli accordi quadro se l’utente, dopo essere stato costretto a denunciare per usura o estorsione i responsabili di una banca o, comunque, dopo avere contestato il saldo passivo perchè non lo ritiene validamente determinatosi, trova tutte le porte chiuse?

Condivido, quindi, e apprezzo la proposta del delegato nazionale della Confindustria di far tenere in considerazione, nella valutazione del rating, anche il fatto che quell’impresa ha denunciato l’illegalità.

Non leggendo alcun accenno agli abusi bancari mi chiedo, però: bisogna considerare, ancora, come se fosse un dogma, l’infallibilità della banca, l’impossibilità che questa commetta usura o estorsione, o si può (si deve), invece, prendere atto delle svariate denunce presentate da imprenditori coraggiosi e delle innumerevoli sentenze civili che, negli ultimi anni, hanno riconosciuto, spesso, il debito e non il credito delle banche per l’illegittimo addebito di interessi, commissioni ed oneri anatocistici od usurari? Eppure il Consiglio di Stato, anni fa, in un parere, ha ritenuto equiparabile l’usura bancaria a quella criminale! A volte, poi, sono le stesse pretese (giuste o meno che siano) che possono spingere l’utente più debole o disperato a rivolgersi agli usurai. Proprio giorni fa, ad esempio, su La Gazzetta del Mezzogiorno, è stata pubblicata la notizia di una storia comune a tanti: un imprenditore che, di fronte alle richieste perentorie di un direttore, si è chiesto se deve essere costretto a rivolgersi agli strozzini. Sul sito de “Il Corriere della Calabria”, oggi, poi, è stato pubblicato che a Roma lo storico “Cafè de Paris” di Via Veneto, “meta preferita non solo da Fellini negli anni della “Dolce Vita”  ma, evidentemente, anche della ‘ndrangheta nelle cui mani era finito, mentre prima trovava aperte le porte degli istituti bancari, ora, invece, che è stato confiscato e restituito allo Stato, ha difficoltà

E’ auspicabile, allora, che il rating delle imprese che si oppongono alle richieste di somme non dovute o superiori a quelle consentite, pur quando provengano da banche (o da banchieri), sia, un giorno, classificato con quella triplice AAA con cui, in genere, le agenzie classificano gli Stati o le imprese maggiormente affidabili e prive di rischio. In Italia, però, finchè la situazione resta come quella attuale in cui si consente alle banche e ai loro responsabili, impunemente (se non, addirittura, premiandoli con “premi alla carriera”), di distruggere o far fallire imprese con i conseguenti pregiudizi al diritto di proprietà degli imprenditori, al lavoro dei dipendenti e al risparmio o agli utili dei soci od investitori  (quando non, addirittura, alla salute e alla vita visto che non sono pochi gli imprenditori che si sono ammazzati, negli ultimi anni, a causa della crisi o del negato accesso al credito)- temo che AAA possa, soltanto, essere una sigla che preceda una richiesta: AAA cercasi banca disponibile a sostenere chi si ribella ad indebite richieste bancarie. 

Cliccare qui per leggere l’articolo pubblicato sul sito web di Panorama dal titolo “Confindustria: la tripla A delle imprese antimafia“;

cliccare qui per leggere la notizia pubblicata sul sito de La Gazzetta del Mezzogiorno “Imprenditore denuncia «Costretto dalla banca a rivolgermi agli usurai»“;

cliccare qui per leggere l’articolo sul sito de Il Corriere della Calabria “Banche avare con il “Café de Paris.

Posted in anatocismo, banche, Confindustria, crisi, estorsione, fainotizia, lotta alla mafia, mafie, protocolli imprese per contrasto a mafia e illegalità, stato sociale, usura, usura ed estorsione bancaria, vittime, welfare | 7 Comments »