IL BLOG DI ROBERTO DI NAPOLI

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Archive for the ‘stato sociale’ Category

Dal quotidiano online In Terris: “La “candela” del Papa per i Poveri: L’Ambulatorio che restituisce la dignità”

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 7 dicembre 2025

L’abbraccio della Chiesa all’umanita’ che sembra rappresentato dal colonnato del Bernini, in questo caso sembra realizzarsi concretamente: un ottimo servizio di cure ai senza tetto e ai bisognosi
— Leggi su www.interris.it/copertina/la-candela-del-papa-per-i-poveri-lambulatorio-che-restituisce-la-dignita

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Ci hanno riprovato: il legittimario leso potrà restare senza una tutela “reale”

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 13 ottobre 2025

Questo sarà l’effetto delle modifiche introdotte dagli stessi politici che quotidianamente parlano di tutela dei valori della famiglia e della proprietà. Un altro regalo alle banche?

Ci hanno riprovato. E, ancora una volta, senza un effettivo e specifico dibattito che sarebbe stato opportuno -per non dire necessario- prima di modificare quelle disposizioni che, poste da oltre 80 anni a salvaguardia dei diritti dei legittimari 1, costituiscono norme fondamentali della disciplina delle successioni la cui ratio e funzione sono anche la protezione della famiglia nonché dei diritti e delle aspettative dei più stretti familiari del donante. Due anni fa, nel disegno di legge di bilancio 2024 2, il Governo aveva inserito alcune disposizioni che, di fatto, avrebbero vanificato la tutela dei legittimari lesi nella loro quota di legittima. Si prevedeva, in sostanza, la modifica degli articoli 561 e 563 del codice civile, il primo dei quali dispone (sin dall’entrata in vigore del codice civile) che, in caso di accoglimento dell’azione di riduzione, i beni debbano essere restituiti liberi da pesi e vincoli (anche nell’ipotesi in cui siano stati, nel frattempo, alienati a terzi, sia pur con alcuni oneri, introdotti nel 2005, che il legittimario deve aver adempiuto)3 4. Con le modifiche introdotte nel disegno di legge di bilancio 2024, l’esecutivo avrebbe voluto, invece, non solo rendere non restituibili i beni che il donatario avesse, nel frattempo, trasferito a terzi (con conseguente ed immaginabile danno per il legittimario qualora il donatario fosse divenuto insolvente e non avesse potuto restituire l’equivalente valore in denaro), non solo “sanare” ipoteche o altri pesi di cui il bene fosse stato, nel frattempo, gravato (con immaginabili vantaggi anche per banche), ma avrebbe inteso rendere tali modifiche valide retroattivamente visto che ne veniva disposta l’entrata in vigore a partire dalle successioni aperte dopo il 1° gennaio 2024 piuttosto che alle donazioni trascritte dopo tale data. All’indomani della presentazione al Senato del ddl bilancio, scrivevo alcune considerazioni su questo blog (si può leggere cliccando qui) manifestando, oltretutto, alcuni dubbi in merito alla compatibilità della data di entrata in vigore del nuovo testo normativo con il principio generale dell’irretroattività della legge, della certezza del diritto e dell’affidamento protetti dalla CEDU oltre che dalla Costituzione e dalle disposizioni sulla legge in generale. Tornai sull’argomento dopo qualche settimana in seguito alla notizia dello stralcio delle disposizioni in quanto ritenute estranee al contenuto del disegno di legge bilancio (leggi qui).

Esattamente due anni dopo, il Governo, come dicevo all’inizio, è tornato a riproporre le stesse, identiche modifiche e, si può dire, con modalità analoghe: non in uno specifico disegno di legge -con cui, magari, avrebbe potuto disciplinare diversamente le altre norme sulle successioni e sulla famiglia (in modo da rendere, le modifiche introdotte, compatibili con una nuova disciplina) o introdurre alcuni strumenti cautelari a salvaguardia del credito dei legittimari- bensì, nel cosiddetto “ddl semplificazioni 2025”, ossia, in un “disegno di legge contenitore” con norme del più diverso contenuto, collegato alla legge di bilancio e che, in teoria, a quest’ultima dovrebbe dare attuazione e “servire” (e non, dunque, a introdurre disposizioni che non si limitano a “semplificare”, bensì, si spingono a sovvertire una disciplina che, per oltre 80 anni, ha tutelato i legittimari e contribuito ad assicurare ai più stretti familiari del donante una minima parte del suo patrimonio o l’equivalente valore in denaro).

E’ sufficiente confrontare il testo delle disposizioni che erano state inserite all’art. 13 del ddl bilancio 2023 (cliccare qui) con l’art. 44 del ddl semplificazioni, approvato in prima lettura al Senato l’8 ottobre 2025 (si può leggere qui), per rilevare che il testo è del tutto identico a quello che si era preferito stralciare: l’esecutivo, in sostanza, “ci ha riprovato”, con le stesse modalità, in sordina, ma, questa volta, ha trovato l’approvazione (in prima lettura) dei Senatori. Verrebbe quasi da sorridere, oltretutto, leggendo il “dichiarato fine”, ossia, quello di agevolare il traffico dei beni donati e consentire l’accesso al credito mediante la garanzia costituita dagli stessi beni 5: il “nobile fine”, secondo l’esecutivo, dovrebbe essere, in sostanza, quello di consentire, da una parte, a colui che ha ricevuto donazioni lesive della quota riservata agli altri familiari di poterli vendere o concederli in garanzia per ottenere credito e, dall’altra parte, a chi li ha acquistati o a chi ha accettato l’iscrizione, in proprio favore, di una garanzia (ad esempio, un’ipoteca) di non temere di doverli restituire liberi da ogni peso o vincolo al legittimario risultato vittorioso all’esito di un’azione di riduzione 6. In sintesi, la “semplificazione” dovrebbe consistere nell’agevolare la “circolazione” del bene donato e poi rivenduto a scapito dei familiari del donante la cui quota di legittima sia stata lesa: ciò con evidente vantaggio, oltre che del donatario, di banche o aziende creditizie che potrebbero confidare nella “bontà” e sicurezza del bene offerto in garanzia. Viene da chiedersi, allora: ma i partiti o leader che, da anni e “per tradizione”, hanno fatto e continuano a fare della tutela della famiglia, della proprietà e dell’ordine pubblico i principali temi di eterne campagne elettorali, sono gli stessi che hanno proposto e continuano a introdurre queste modifiche? Per quale ragione, ogni volta, lo hanno fatto in provvedimenti normativi non preceduti da uno specifico e approfondito dibattito e, soprattutto, senza informare i cittadini di quali possano essere le conseguenze di modifiche così importanti di norme, vigenti da oltre 80 anni, che costituiscono il fulcro della disciplina delle successioni con ripercussioni anche sugli equilibri di famiglie oltre che possibili danni patrimoniali ai componenti? Quale sarebbe, poi, “l’ampio dibattito” che vi sarebbe stato -secondo quanto si legge nella relazione al ddl in Senato? Quale sarebbe la tutela del credito che -sempre secondo quanto si legge nella medesima relazione- verrebbe assicurata al legittimario pretermesso? Quale garanzia, in concreto, potrebbe avere quest’ultimo qualora il donatario nel frattempo fosse divenuto insolvente (o facesse in modo di risultare tale) ? Non è credibile che Ministri e Parlamentari non sappiano che una cosa è garantire il diritto di credito in astratto e altra è la realtà di fronte alla quale il legittimario pretermesso può venirsi a trovare. Dalla lettura del testo, sembrerebbe che la tutela sia solo “in astratto” e la quota di legittima non sarà più concretamente tutelata: al legittimario resterà un credito nei confronti del donatario che abbia trasferito a titolo oneroso un bene ad un terzo ma qualora, dopo l’apertura della successione e in seguito all’azione di riduzione, dovesse risultare “nullatenente” o il proprio patrimonio dovesse risultare incapiente, il familiare del donante rimarrà “fregato”.

Si è consapevoli che le modifiche introdotte dall’Esecutivo e recentemente approvate in prima lettura al Senato sono state già oggetto, in passato, di proposte da alcune categorie di professionisti e non si può escludere, in astratto, che possano ritenersi opportune: la modifica di norme inserite in una disciplina così importante e fondamentale nell’ordinamento di un Paese e di uno Stato di diritto (quale quella, in questo caso, delle successioni) non potrebbe e non dovrebbe prescindere, però, dal più approfondito e specifico dibattito sia in Parlamento sia tra gli studiosi del diritto civile (in particolare, di diritto successorio e di diritto di famiglia) e, soprattutto, dalla completa informazione ai cittadini i quali potrebbero avere interesse a sapere che, con le modifiche che si vorrebbe introdurre nell’ordinamento, qualora avessero donato o volessero donare un bene e un familiare “legittimario” dovesse, in futuro, risultare leso nella propria quota legittima, la propria scelta potrebbe danneggiare quest’ultimo il quale non potrà avere la restituzione del bene né il corrispondente valore in denaro.

E’ auspicabile, allora, che durante l’esame della Camera dei Deputati vi sia una profonda ed attenta riflessione: si stralcino le disposizioni in vista di un maggiore approfondimento con specifico e autonomo disegno di legge che preveda, magari, una tutela concreta del legittimario oppure, si introducano emendamenti tali da garantire in concreto il legittimario pretermesso, oppure, ancora, si disponga l’applicabilità delle nuove disposizioni a partire dalle donazioni (e non dall’apertura delle successioni) trascritte successivamente all’entrata in vigore delle modifiche. Solo in quest’ultimo modo, oltretutto, si tutelerebbe la piena coscienza e volontà, l’animus del donante (che potrebbe aver confidato nella tutela del legittimario pretermesso ad oggi tutelato dall’ordinamento) nonché le aspettative e i legittimi interessi e diritti di quest’ultimo. Altrimenti, si abbia il coraggio di una riforma più coerente: siano abrogate del tutto le norme che prevedono la riserva della quota legittima. Il testo del ddl semplificazioni, allo stato, non lascia comprendere quale funzione e significato possa continuare ad avere la riserva della quota legittima se esposta al pericolo di definitiva perdita in conseguenza di atti di alienazione da parte del donatario il cui patrimonio difficilmente risulterebbe aggredibile.

  1. ossia, le persone lese dalla quota di legittima, cioè quella che l’ordinamento riserva ad alcuni dei familiari e che, se donata o oggetto di disposizione testamentaria, deve essere restituita ↩︎
  2. Ddl 926 «Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026» presentato dal Ministro dell’economia e delle finanze (GIORGETTI) ↩︎
  3. L’art. 561, primo comma, dispone, infatti (nel testo risultante alla data in cui si scrive il presente post): “Gli immobili restituiti in conseguenza della riduzione sono liberi da ogni peso o ipoteca di cui il legatario o il donatario può averli gravati, salvo il disposto del n. 8 dell’art. 2652. ((I pesi e le ipoteche restano efficaci se la riduzione è domandata dopo venti anni dalla trascrizione della donazione, salvo in questo caso l’obbligo del donatario di compensare in denaro i legittimari in ragione del conseguente minor valore dei beni, purché la domanda sia stata proposta entro dieci anni dall’apertura della successione. Le stesse disposizioni si applicano per i mobili iscritti in pubblici registri)).”, ↩︎
  4. Art. 563 cod. civ. nel testo vigente alla data in cui si scrive il presente post: “Se i donatari contro i quali è stata pronunziata la riduzione hanno alienato a terzi gli immobili donati e non sono trascorsi venti anni dalla ((trascrizione della))
     donazione, il legittimario, premessa l’escussione dei beni del donatario, può chiedere ai successivi acquirenti, nel modo e nell’ordine in cui si potrebbe chiederla ai donatari medesimi, la restituzione degli immobili.

    L’azione per ottenere la restituzione deve proporsi secondo l’ordine di data delle alienazioni, cominciando dall’ultima. Contro i terzi acquirenti può anche essere richiesta, entro il termine di cui al primo comma, la restituzione dei beni mobili, oggetto della donazione, salvi gli effetti del possesso di buona fede.

    Il terzo acquirente può liberarsi dall’obbligo di restituire in natura le cose donate pagando l’equivalente in danaro.

    Salvo il disposto del numero 8) dell’articolo 2652, il decorso del termine di cui al primo comma e di quello di cui all’articolo 561, primo comma, è sospeso nei confronti del coniuge e dei parenti in linea retta del donante che abbiano notificato e trascritto, nei confronti del donatario ((e dei suoi aventi causa))
    , un atto stragiudiziale di opposizione alla donazione. Il diritto dell’opponente è personale e rinunziabile. L’opposizione perde effetto se non è rinnovata prima che siano trascorsi venti anni dalla sua trascrizione
    ↩︎
  5. Si legge, all’art. 44 del ddl semplificazioni (Atto Senato n. 1184) approvato al Senato l’8 ottobre 2025: “Al fine di stimolare la concorrenza nel mercato immobiliare e delle garanzie, agevolando la circolazione giuridica di beni e diritti provenienti da donazione e acquistati da terzi, con conseguente maggiore semplicità e certezza dei rapporti giuridici oltre a più ampie e agili possibilità di accesso al credito in relazione ai medesimi beni ove costituiti in garanzia” (…) ↩︎
  6. Ecco, in sostanza, le principali modifiche che si vorrebbero introdurre così come risultano dal testo dell’art. 44 del ddl semplificazioni approvato, in prima lettura, al Senato e ora trasmesso alla Camera dei Deputati: (…) “a) all’articolo 561, primo comma: 1) al primo periodo, le parole: « o il donatario » sono soppresse; 2) il secondo periodo è sostituito dal seguente: « I pesi e le ipoteche di cui il donatario ha gravato gli immobili restituiti in conseguenza della riduzione restano efficaci e il donatario è obbligato a compensare in denaro i legittimari in ragione del conseguente minor valore dei beni nei limiti in cui è necessario per integrare la quota ad essi riservata, salvo il disposto del numero 1) del primo comma dell’articolo 2652 »; 3) il terzo periodo è sostituito dal seguente: « Le stesse disposizioni si applicano per i pesi e le garanzie di cui il donatario ha gravato i beni mobili iscritti in pubblici registri »; 4) dopo il terzo periodo è aggiunto il seguente: « Restano altresì efficaci i pesi e le garanzie di cui il donatario ha gravato i beni mobili non iscritti in pubblici registri restituiti in conseguenza della riduzione e il donatario è obbligato a compensare in denaro i legittimari in ragione del conseguente minor valore dei beni, nei limiti in cui è necessario per integrare la quota ad essi riservata »; b) all’articolo 562, le parole: « o se la restituzione della cosa donata non può essere richiesta contro l’acquirente » sono sostituite dalle seguenti: « o se ricorre uno dei casi di cui agli articoli 561, primo comma, secondo periodo, o 563 »; c) l’articolo 563 è sostituito dal seguente: « Art. 563. – (Effetti della riduzione della donazione) – La riduzione della donazione, salvo il disposto del numero 1) del primo comma dell’articolo 2652, non pregiudica i terzi ai quali il donatario ha alienato gli immobili donati, fermo l’obbligo del donatario medesimo di compensare in denaro i legittimari nei limiti in cui è necessario per integrare la quota ad essi riservata. Se il donatario è in tutto o in parte insolvente, l’avente causa a titolo gratuito è tenuto a compensare in denaro i legittimari nei limiti del vantaggio da lui conseguito.” ↩︎

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Nato per lo Stato ma fantasma all’anagrafe?

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 29 marzo 2025

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La notizia del ragazzo quattordicenne, nato e vivente per lo Stato ma ignoto all’anagrafe comunale, farebbe ridere se non facesse riflettere sui paradossi e sulle assurdità che, in questo Paese, forse, nemmeno stupiscono più ma sicuramente rattristano.

Se è vero quanto si legge, ossia, che il ragazzo ha la tessera sanitaria e il passaporto ma non la carta di identità, ciò significherebbe che, in sostanza, può viaggiare per il mondo ma non può esibire la carta di identità o provare dove è nato. Una vicenda che sembrerebbe tratta da qualche opera pirandelliana o che fa venire in mente il titolo del racconto di Ennio Flaiano “Un marziano a Roma”; purtroppo, invece, è realtà.

E’ possibile che una persona debba subire l’ulteriore disagio di doversi rivolgere al Giudice per fare ordinare al Comune di prendere atto che, effettivamente, è nato quattordici anni fa e non è, quindi, un fantasma? Sarà accertato chi è il responsabile della mancata iscrizione all’anagrafe? Ci sarà qualcuno che pagherà (di tasca propria) i disagi procurati?

Sul settimanale Panorama (n. 14/2025), Mario Giordano, nella rubrica “Il Grillo parlante”, commentando la vicenda sotto il titolo “Vivo e vegeto, ma lo può dire soltanto il tribunale“, ricorda storie altrettanto assurde di “ordinaria” burocrazia; tra le tante, colpiscono sicuramente quella della comunicazione inviata da un tribunale di sorveglianza in cui si invitava un caporalmaggiore fucilato in una rivolta del 1916 a presentarsi “personalmente” al tribunale per chiedere la riabilitazione o del concorso pubblico per sordomuti nel quale i vincitori non furono assunti con la motivazione “non sentono”.

Tutto ciò, in un periodo in cui la digitalizzazione o l’intelligenza artificiale dovrebbe agevolare e semplificare ma in cui la “deficienza naturale” o inettitudine reale (oltre alla superficialità) sembra imbattibile e onnipresente.

Riporto il link all’articolo pubblicato su TGCOM24 “La storia di Luca, ha 14 anni ma per l’anagrafe di Roma è un fantasma: “Spiace dirlo ma vostro figlio non esiste“: https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/luca-14-anni-ma-per-anagrafe-e-fantasma_95221871-202502k.shtml

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Ristori veri e concreti. Dal sito de Il Sole 24 ORE: “Metti una sera a cena da Ruben: pasti a 1 euro per chi è diventato povero” 

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 18 gennaio 2021

Sei anni fa, su questo mio blog, avevo pubblicato il link alla notizia, riportata da vari quotidiani, di una nobile iniziativa di solidarietà: la nascita, a Milano, di Ruben, un ristorante ad 1 euro per persone in “momentanea difficoltà” che prende il nome da quello di un onesto lavoratore, sfortunato e morto di freddo in mezzo a una strada.

Dopo sei anni, ho letto una bella intervista, pubblicata su Il Sole 24 ore di domenica 17 gennaio, alla figlia del fondatore che spiega anche quanto è stato fatto sin dal 2014: novemila tessere e trecentoventinovemila cene. Ma, come si legge nell’articolo, l’aiuto non si esaurisce solo nel fornire il  pasto.

Pubblico di seguito il link sperando che iniziative simili possano costituire un esempio in ogni parte di Italia: soprattutto in un periodo così difficile come quello attuale, in cui la pandemia ha aumentato il numero di persone in difficoltà e la solidarietà dei cittadini, forse, può dimostrare di essere più efficiente, veloce e concreta di tante altre “promesse”.

Dal sito del quotidiano Il Sole 24 Ore: “Metti una sera a cena da Ruben: pasti a 1 euro per chi è diventato povero

Valentina Pellegrini, vicepresidente dell’omonimo gigante del food, 39 anni, racconta la storia del ristorante che sfama chi passa tempi difficili

Sorgente: Metti una sera a cena da Ruben: pasti a 1 euro per chi è diventato povero – Il Sole 24 ORE

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Buon Natale! Con auspicio che possa essere (come scriveva Don Tonino Bello): “non un punto di arrivo ma di partenza”

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 25 dicembre 2020

Chi segue questo mio blog non si meraviglia che il mio post di auguri arrivi, quasi ogni anno, in ritardo di qualche ora o giorno.

Il desiderio di evitare auguri “preconfezionati” o standard, così come di non contribuire ad intasare caselle email o profili su app o social già pieni di messaggi che, a volte, forse, si fatica a leggere a causa di un “eccesso di auguri” mi induce a credere -o, quantomeno, a sperare- che i miei auguri siano ugualmente “tempestivi” quand’anche “a scoppio ritardato”.

Anni fa, in un mio post, pensando a tante vittime di ingiustizie, di usura (bancaria o “di strada” : non qualifico “criminale” la seconda in quanto credo simili i due fenomeni), così come a quanti -per qualsiasi ragione- soffrono nell’indifferenza o a quanti, nel giorno di Natale, non hanno nemmeno voglia di festeggiare, riflettevo anche sul timore che gli “auguri di buone feste” possano, talvolta, suonare come una “provocazione” o suscitare “tristezza”.

Gli auguri più sinceri che, allora, mi sento di formulare li rivolgo proprio a quanti il giorno di Natale non lo hanno potuto festeggiare (nemmeno con le restrizioni imposte in questo Natale 2020 così singolare) , a quanti hanno perso i propri cari in questa terribile pandemia o stanno combattendo contro il virus, a quanti sono presi da preoccupazioni o si sentono abbandonati (soprattutto da chi dovrebbe far sentire la vicinanza), a quanti non hanno casa o temono di perdere i propri beni (anche a causa di pretese illegittime), a quanti piangono o hanno pianto in un giorno pieno di luci e di scambi di regali (a volte anche inutili): auguro di tutto cuore (per tutta la vita) di non sentirsi mai soli, di avere la forza di tornare a sorridere e di ricevere sempre anche un solo gesto che confermi autentica vicinanza e comprensione.

Buon Natale!

I miei auguri li faccio suggerendo le seguenti letture con auspicio che possiamo sempre ricordarcene:

di Mons. Don Tonino Bello (di cui, come è noto, è avviato il processo di beatificazione):

Vi auguro di capire che Natale non è un punto di arrivo ma di
partenza.
Natale non è un “punto a capo”: Natale è “due punti” : si apre, si deve aprire
poi tutto un discorso.
Dobbiamo tutti prendere coscienza con lucidità e determinazione che a
Natale non si arriva, dal Natale si parte. Per troppi cristiani tutto finisce a
Natale, mentre tutto dovrebbe cominciare da lì: conta il giorno dopo Natale.
Gesù è venuto non perché tutto restasse come prima, ma perché cambiasse la
vita di tutti. Natale è rinascere noi e far nascere un mondo nuovo.
Natale è qualcosa di nuovo che nasce dentro di noi, nel nostro cuore, nel
santuario della nostra libertà. E’ il nostro cuore che fiorisce, che guarisce e
che fa di noi le vere luci di Natale, le vere stelle di Natale
“.

Dal sito de “Il Sole 24 Ore”, Papa Francesco: “Aiutare gli altri invece che piangersi addossohttps://www.ilsole24ore.com/art/papa-francesco-aiutare-altri-invece-che-piangersi-addosso-ADa2M99

Dal sito “Interris”: “Erode-Covid nulla può contro il Natale

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Dal quotidiano Il Dubbio, l’opinione del Prof. Antonino Galloni “Senza Europa, affonda il debito pubblico. Facciamo da soli, sfida immaginifica”

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 12 Maggio 2020

Lo scorso 14 aprile, sul quotidiano Il Dubbio è stata pubblicata un’analisi di Ugo Intini dal titolo “Tre scenari da catastrofe. Fuori dalla Ue, senza fondi
e travolti dai debiti“. Pubblico di seguito il link all’autorevole opinione del prof. Antonino Galloni (in risposta all’opinione di Intini), pubblicata oggi sull’edizione cartacea e online dello stesso quotidiano. Il Prof. Galloni, economista, autore di varie pubblicazioni, è stato uno dei più fedeli allievi del Prof. Federico Caffè.

Senza Europa, affonda il debito pubblico. Facciamo da soli, sfida immaginifica – Il Dubbio

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Da Il Sole 24 ORE: Procida, dopo 79 anni perde l’eredità l’ospedale che non cura gratis i poveri

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 20 settembre 2019

Cliccare sul  seguente link per leggere l’articolo sul sito de Il Sole 24 Ore: Procida, dopo 79 anni perde l’eredità l’ospedale che non cura gratis i poveri – Il Sole 24 ORE

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Da Panorama: “Bibbiano. “Così mi hanno portato via mia figlia”

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 6 agosto 2019

Credo che sia difficile per qualunque persona, con un minimo di coscienza e sensibilità, non avvertire un senso quasi di voltastomaco a leggere questi fatti. So bene che ogni “caso” dovrebbe essere analizzato con la lettura degli atti ma ci sono alcuni fatti, alcune modalità di esecuzione di provvedimenti che suscitano vari interrogativi. Ho pensato: quand’anche si dovesse eseguire un provvedimento, e a meno che non ci fosse un pericolo di vita immediato (ma non mi sembra che fosse questo il caso) questi sarebbero i modi “civili” e a “tutela” di una bambina? Farsi aprire la porta d’ingresso con l’inganno, prendere nel  sonno, all’improvviso, una bambina svegliandola e facendo piangere dal dolore la madre e dallo spavento una figlia piccola? o (come avvenne anni fa, in un altro caso) prendere il bambino dalla scuola trascinandolo come se fosse un delinquente? E meno male che si dovrebbe salvaguardare l’equilibrio psicofisico del minore! Non si potrebbe pensare, in questi casi, ad un’assistenza, ad un sostegno o, se necessario, a “preparare” madre e figlia in casa con esperti in psicologia dell’infanzia piuttosto che provocare “traumi” o dolori indelebili?

Pubblico di seguito il link all’articolo pubblicato su Panorama.

Marco e Stefania raccontano la storia della loro figlia, portata via da casa 5 mesi fa da Polizia ed assistenti sociali, e di una vita da allora nell’inferno”

Sorgente: (cliccare di seguito per leggere l’articolo) Bibbiano. “Così mi hanno portato via mia figlia” | esclusiva – Panorama

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