IL BLOG DI ROBERTO DI NAPOLI

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Archive for the ‘paese dei balocchi’ Category

Dalla costa ionica della Calabria fino al Salento: un viaggio-odissea di circa 10 ore tra due regioni una di fronte all’altra. Perchè i politici non usano questi mezzi pubblici?Anche curando la rete di collegamenti si incentiva il turismo con riflessi positivi per l’economia

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 9 settembre 2012

Lunedì 28 Agosto ho appurato le difficoltà di collegamento tra il Salento e la costa ionica della Calabria. Il “tacco” e la “punta dello Stivale” sono quasi di fronte. In alcune giornate, al tramonto, da Gallipoli si intravedono, all’orizzonte, le montagne della Calabria. Forse, però, la vicinanza è solo un’illusione per chi deve muoversi in treno. Da Catanzaro Lido a Lecce, infatti, se non si riesce a prendere un bus notturno da Lamezia Terme a Taranto, si possono impiegare circa dieci ore, quasi quanto un volo da Roma a New York, e dover cambiare 4 treni e un autobus. Se è anche dai servizi pubblici, come i trasporti e la rete di collegamenti, che si valuta l’efficienza e la serietà dei politici o degli amministratori locali, credo che tali difficoltà di collegamento tra due regioni straordinarie, sia sotto il profilo paesaggistico che culturale, costituiscano l’ulteriore motivo per il quale tanti sedicenti politici dovrebbero andarsene a casa se non fossero attaccati alla poltrona, alle diarie e ai ricchi stipendi; dovrebbero prendere atto della loro incapacità e della loro indubbia bravura solo a parlare di tutti i problemi del pianeta senza mai risolverli e, magari, utilizzandoli solo come argomenti della quotidiana campagna elettorale.

Secondo me, non si può negare: esistono, anche relativamente ai trasporti, due “Italie”, se non tre. Viaggiando, per motivi professionali, quasi tutto l’anno, credo che ci sia una profonda differenza nei collegamenti da Roma per il Nord o per il Sud, nonchè all’interno delle singole regioni, oltre ad una differenza nella qualità dei mezzi di trasporto destinati (vedasi mio precedente post o cliccare qui).

Mi limito ad alcuni “appunti” di viaggio. Il pomeriggio del 22 Agosto ero a Padova e, deciso di rientrare a Roma, ho subito trovato un FrecciaRossa col quale sono arrivato nella capitale dopo circa tre ore. La domenica successiva, invitato ad un matrimonio, dovevo tornare da Soverato, a pochi chilometri da Catanzaro e ad alcune decine da Lamezia Terme, a Gallipoli dove mi trovavo in villeggiatura. Dal sito di Trenitalia, uscivano “combinazioni”  con almeno 3-4 cambi (può verificarlo chiunque ancora oggi, o, almeno alla data del presente post). La soluzione “più comoda” sembrava quella di un unico collegamento, con un autobus sostitutivo, da Lamezia Terme a Taranto. Mi sarei accontentato di prendere quest’autobus. Unico disagio sembrava l’orario: circa all’1 da Lamezia Terme con arrivo a Taranto alle 4.5o circa. Un asterisco posto sul luogo di partenza e con l’avviso che la soluzione si riferiva al giorno successivo, tuttavia, poneva in dubbio l’esistenza, quel giorno, del collegamento o di posti disponibili. Mi è sembrata inutile anche la telefonata al call center: non ho avuto certezze se non quella del costo della chiamata (certezza, ovviamente, ex post, dopo l’addebito). Dopo varie ricerche, intorno alle 15 non rimaneva, allora, che un’alternativa: partenza la mattina presto, verso le 5, da Catanzaro Lido fino a Crotone e, da qui, un bus sostitutivo diretto a Taranto. Dopo essermi alzato alle 4 e accettata la gentilezza di un mio prezioso amico e collega di accompagnarmi alla stazione, ecco la scoperta: dalla biglietteria elettronica il bus da Crotone o da Sibari per Taranto sarebbe risultato con posti esauriti. E’ chiaro: un bus non ha la capienza di un treno e non capisco (anche se avrei qualche sensazione) per quale motivo Trenitalia scelga di affidare alcune tratte a compagnie private di autolinee. Dalla stazione di Catanzaro Lido che, a quanto pare, alle 5 di mattina, non permette nemmeno di bere un sorso d’acqua visto che non ho trovato nè un bar aperto nè un distributore di bevande, ho preso, allora, il treno per Sibari: un treno “monocarrozza” simile ad una littorina a gasolio. Arrivato verso le 8, pochi minuti prima che arrivasse quel bus diretto per Taranto (con fermata a Crotone), ho provato a chiedere di poter salire. Niente da fare: posti tutti prenotati. Ho aspettato, allora, fino alle 10 per proseguire con l’unica soluzione possibile: un altro treno da Sibari per Metaponto. Da qui, ancora, un autobus sostitutivo per Taranto (con l’ansia di non fare in tempo a prendere la coincidenza visto che il treno sarebbe poi partito dopo pochissimi minuti). Poi, di nuovo, un treno da Taranto per Brindisi e da qui un altro fino a Lecce (non essendoci un treno diretto Taranto-Lecce).

Dopo essere partito alle 5 da Catanzaro Lido e cambiato 4 treni e un autobus, sono arrivato a Lecce intorno alle 15, dopo quasi 10 ore.

Ho riflettuto: quanti posti di lavoro si potrebbero creare con una rete di aliscafi o traghetti dal Salento fino alle coste calabre? Quante ore di viaggio si risparmierebbero? In ogni caso, con una rete di trasporti efficiente (e non vergognosa, quale, a mio avviso, è quella oggi presente)  quali sarebbero i riflessi per il turismo? Quanta “ricchezza” si genererebbe?

Credo che una rete di collegamenti efficiente tra luoghi che, oltre che meravigliosi, sono ricchi di storia, il cuore della Magna Grecia, contribuirebbe a cambiare, ad arricchire l’economia del Mezzogiorno. 

Vorrei tanto chiedere a tutti i politici calabresi e pugliesi (tra l’altro, vari politici salentini e calabresi hanno ricoperto varie cariche di rilevanza nazionale) che, ogni giorno, non esitano a parlare di tutto senza risolvere niente, che non perdono occasione per apparire e ricordare la loro esistenza agli elettori (i quali, invece, probabilmente, ne farebbero volentieri a meno), intenti (quando non delegano la loro segreteria) a scrivere sui social network ogni passo che compiono nella giornata, a quei politici che, forse, non hanno mai preso i mezzi pubblici e subito disagi: perchè non lavorate seriamente? Viaggiate un po’ coi vostri familiari sulle littorine di 40 anni fa o con gli aerei rumeni di minimo 30 anni fa presi in affitto dalla compagnia con la quale si illude di viaggiare il passeggero che ha comprato il biglietto con un’altra! (vedasi mio precedente post o cliccare qui)! Provate a fare il giro della Calabria o della Puglia coi mezzi pubblici, sudati e senza acqua come, a volte, partono i passeggeri da stazioni senza biglietteria elettronica, senza bar e senza distributori di bevande. Sono sicuro che fareste il massimo e in pochi anni sareste in grado di creare una rete di trasporti davvero efficiente affinchè due regioni fantastiche non restino sempre isolate nel profondo e maltrattato Sud!

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Agenzie rating: consumatori, punire S&P per attentato a integrita’ Stato – Dal sito del Corriere della Sera

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 3 luglio 2012

Apprezzo il coraggio e la preparazione di questi magistrati che, sono sicuro, non esiterebbero a indagare anche sui danni all’economia nazionale provocati anche da quelle banche che persistono nelle medesime pretese riconosciute illegittime ed illecite dalla legge e dalla giurisprudenza.

Riporto il link della notizia riportata dal sito del Corriere della sera (corriere.it).

Agenzie rating: consumatori, punire S&P per attentato a integrita’ Stato – Corriere della Sera.

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Ma è possibile che si deve ricorrere al giudice contro una struttura appositamente istituita a tutela delle vittime? Un’altra sentenza del Tar in favore di una vittima di usura colpita da depressione e ictus

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 2 Maggio 2012

La notizia riportata da vari giornali e di cui riporto il link alla fine di questo post dovrebbe rassicurare dal momento che i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso della vittima annullando il provvedimento di diniego del Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket. A me, però, rattrista ancora di più. E non solo per la triste vicenda che, nel caso di specie, ha visto due vittime: l’imprenditore colpito da depressione e ictus e la moglie deceduta. 

Mi pare scandaloso ed indegno di un Paese civile constatare che più volte, in troppi casi (a mio giudizio sarebbero troppi già più di uno), vittime già turbate, dopo avere denunciato confidando nello Stato di diritto (e, magari, accogliendo anche i solleciti dello Stato stesso secondo cui, come ricorda uno slogan: “denunciare conviene”), siano costrette a rivolgersi ai giudici amministrativi per ottenere ciò che un ufficio apposito e un Commissario Straordinario (istituiti con legge 108/96 e 44/99) dovrebbero assicurare con la massima celerità.

Il Commissario Straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, secondo quanto prescritto dall’art.19 l. 44/99, deve essere nominato tra “tra persone di comprovata esperienza nell’attivita’ di contrasto al fenomeno delle estorsioni e dell’usura  e di solidarieta’ nei confronti delle vittime. Ritengo intollerabile, pertanto, che si possano firmare provvedimenti che, poi, vengono annullati dai giudici amministrativi; soprattutto, se si considera che, nel frattempo, ci sono persone umane con le loro famiglie che possono restare schiacciate dalle difficoltà quotidiane. Nelle Prefetture, da qualche anno dovrebbero essere in funzione dei “pool” che dovrebbero avere la massima conoscenza nel campo giuridico. Ricordo, invece, quando nell’agosto 2003, dopo avere depositato un’istanza per l’accesso ai benefici in favore di una vittima, dovetti discutere per settimane con una funzionaria (che avrei dovuto pensare fosse “espertissima”)  secondo la quale il procedimento non poteva essere avviato in quanto non avevo fatto uso dei moduli. In effetti, il modello prestampato conteneva poche righe a disposizione per esporre un caso piuttosto complesso e spiegai che non potevo che esporre il caso in un “atto” allegato. Non comprendevo, comunque, come potesse ritenere “improcedibile” un procedimento per il solo fatto che non avevo utilizzato il modulo messo a disposizione della Prefettura. Poi, l’ostacolo fu superato. Mi disse che non c’era problema ma ne preannunciò un altro: ossia che a carico della vittima pendeva una procedura fallimentare. Feci presente che, oltre a essere stata ottenuta proprio su istanza degli imputati di usura (e, dunque, sarebbe un paradosso se, a causa della maggiore velocità dell’usuraio e lentezza della giustizia, la vittima non potesse ottenere alcun beneficio) ed essere, oltretutto, non definitiva ma oggetto di un giudizio di opposizione, sarebbe stato sufficiente una pur sommaria lettura dei primi articoli della legge fallimentare quantomeno per domandarsi se un mutuo concesso in quanto vittima di usura potesse rientrare nell’attivo della procedura fallimentare o se, addirittura, la pendenza di tale procedura (ossia l’epilogo, il danno maggiore provocato dagli usurai – in quel caso, bancari) potesse precludere l’accesso ai benefici economici. Dopo due anni, nel 2005, un provvedimento del Commissario Straordinario negò, in effetti, l’accesso al Fondo di solidarietà a causa della pendenza della procedura fallimentare. Nel Febbraio 2008, però, il TAR accolse il ricorso della vittima annullando quel provvedimento. La sentenza non fu impugnata e, dunque, è diventata definitiva ma, ancora oggi, è rimasta ineseguita.

In un altro caso, ho letto una sentenza, sempre del Tar, con la quale è stato annullato un altro provvedimento del Commissario Straordinario (che, nel corso degli anni, ovviamente, è stato rappresentato da diversi prefetti o persone di “comprovata esperienza”). Nel caso di specie, ad una vittima che aveva subito la distruzione di un ristorante per un’esplosione provocata dagli estorsori, erano state negate le ulteriori anticipazioni per avere essa stessa dichiarato di essere stata costretta a chiudere l’attività a causa del danno psicologico subito. Il Tar ha annullato il provvedimento osservando, tra l’altro, che l’articolo 15 l. 44/99, laddove subordina l’erogazione delle rate successive alla prova che le precedenti siano state destinate ad attività economica, tuttavia, “presuppone, logicamente, che l’aiuto erogato sia stato tale da permettere la continuazione dell’attività stessa” (cliccare qui per leggere alcune mie considerazioni e la sentenza).

Ora, leggo quest’ulteriore triste vicenda e mi chiedo: ma è possibile che ci siano vittime che, dopo avere denunciato l’usuraio o l’estorsore, debbano rivolgersi ai giudici per ottenere il riconoscimento di quei diritti e benefici che una struttura pagata dai contribuenti e istituita appositamente per aiutare ed incentivare le vittime dovrebbe fornire con la massima celerità?

Era proprio opportuna, anni fa, la nomina a Commissario Straordinario di un soggetto (ora, non più in carica) condannato dalla Corte dei Conti e coi propri beni pignorati (non certo quale vittima di usura) ? Da cosa è stata desunta quella “comprovata esperienza“? 

Sempre che corrisponda al vero la notizia che un precedente Commissario Straordinario del Governo (lo stesso che, forse “distratto da altri pensieri” firmò il diniego alla vittima di ottenere l’accesso al Fondo a causa di una procedura fallimentare pur  non definitiva), dopo essere stato arrestato, abbia patteggiato la pena nell’ambito di un processo per abusi sessuali (questo almeno ho letto cliccando qui), non sarebbe doveroso che il Ministero degli Interni chiedesse scusa alle vittime e a tutti i cittadini?

Usura, Tar: “Colpito da depressione e ictus perché vittima degli strozzini” – Bari – Repubblica.it.

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Aeroporto, a Pasqua niente navetta per Lecce. “Viaggiatori abbandonati”

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 9 aprile 2012

Una notizia del genere, ossia che nella giornata di Pasqua non sarebbe stata fruibile l’autolinea (“navetta”) dall’aeroporto di Brindisi al centro di Lecce, non mi meraviglia -così, come, purtroppo, credo, non stupisca chi conosce il Salento. Dispiace molto, tuttavia, constatare che un territorio con un paesaggio straordinario continui ad essere così trascurato dai politici che, proprio in questo periodo di campagna elettorale, non sanno più che fare per “mostrare” al pubblico le loro facce (quasi sempre le stesse). Viaggiando e girando l’Italia, in pochissime parti ho visto un’organizzazione della rete di trasporti o infrastrutture simili a quelle presenti (o mancanti??) nel Salento. Non mi riferisco solo alla mancanza di una rete ferroviaria capillare che unisca Lecce o Brindisi con le più importanti località turistiche, quali Gallipoli, Otranto, Porto Cesareo, Leuca, ecc. (cliccare qui per leggere un mio vecchio post “Sud, sud, sud, profondo sud-est“), ma anche agli stessi mezzi di trasporto “riservati” a chi, ad esempio, da Roma deve raggiungere Lecce o viceversa. Mi domando spesso: perchè per le tratte ferroviarie da Roma a Venezia o a Milano sono destinati i più moderni “Frecciarossa” e, invece, per Lecce non c’è nemmeno la rete per l’alta velocità e, tra l’altro, sono “riservati” treni più vecchi? Come si può consentire ad una società di autolinee cui si concede una licenza di fare “vacanza” il giorno di Pasqua? Credo che, in presenza di un annuncio del genere, altrove, i politici avrebbero preso provvedimenti e costretto quella società a lavorare o a rinunciare alla concessione per quel servizio!

 Riporto il link della notizia pubblicata su Lecce Prima: Aeroporto, a Pasqua niente navetta per Lecce. “Viaggiatori abbandonati”.

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Un interessante servizio di Ballarò sulla corruzione e su alcuni “singolari” fallimenti

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 21 marzo 2012

Mi è sembrata interessante la puntata di Ballarò andata in onda ieri 20 Marzo nel corso della quale, oltre ai paradossi e ai drammi subiti da imprenditori e cittadini vittime della crisi o dei ritardi nei pagamenti da parte delle Amministrazioni -e, ciononostante, vessati da Equitalia- si è parlato anche di corruzione. Oltre agli interventi degli ospiti in studio è stato mandato in onda un servizio sui paradossi e su affari “sospetti” di curatori, consulenti o avvocati nell’ambito delle procedure fallimentari (si può vedere spostando il cursore, direttamente, a partire da 3′ 00”). Tra le opinioni e testimonianze anche quella del mio amico, oltre che assistito, Vincenzo, figlio di onesti e instancabili imprenditori la cui società fu dichiarata fallita nel 1997 e nella cui procedura furono venduti vari beni immobili. Per evidenti ragioni giornalistiche il racconto andato in onda (che si può vedere spostando il cursore a partire da 5′ 00”) è molto breve limitandosi a ricordare il modesto valore realizzato dalla vendita di vari beni. In realtà, come tante storie simili, la vicenda è un pò più amara, ingiusta e paradossale considerato, oltretutto, che sono state spese svariate decine di migliaia di euro per spese legali affrontate dalla curatela (ma sempre, ovviamente, a carico del patrimonio del fallito o dei creditori legittimi) senza che sia stata fatta alcuna causa contro le banche che si ritengono, in gran parte,  responsabili del dissesto. E’ anche per questo motivo che i genitori -da me difesi-, anni fa, ritennero di impugnare il rendiconto del curatore dimissionario. Non è detto che le cause contro le banche responsabili non saranno, comunque, avviate; di certo, però, non si potrà restituire il sorriso a una famiglia, ad un imprenditore ultraottantenne che, dopo una vita di lavoro onesto e dopo avere costruito un patrimonio ingiustamente sottrattogli, magari, di notte sogna di rialzarsi e di andare a lavorare e, di giorno, pensa alle ingiuste umiliazioni subite. Come questa, in Italia, tante famiglie e tanti onesti imprenditori. Le banche, i loro rappresentanti, i soggetti in qualsiasi modo coinvolti nelle procedure fallimentari, prima di farsi affascinare dai soldi o da affari laddove non leciti, dovrebbero pensare a queste sofferenzeE’ inevitabile, ci mancherebbe, qualsiasi atto previsto dalla legge a fronte di crediti legittimi e leciti. Quando, invece, il credito non è fondato o la pretesa è, addirittura, illecita non può dimenticarsi che le leggi già esistono e, se qualcuno non le rispetta, è pur vero che c’è sempre (o, almeno, ci dovrebbe essere) chi è obbligato, chi è tenuto a farle rispettare. Nelle procedure fallimentari, ogni pubblico ufficiale è tenuto a doveri ben precisi. Se, poi, anche questi, oltre a non ricordare il sacrosanto e preminente diritto della persona del “fallito” (che dovrebbe avere la stessa, per non dire maggiore, “meritevolezza di tutela” del diritto di credito essendo, altrettanto, fondamentale ed inviolabile) dovesse trascurare le regole in tema di assegnazione degli incarichi ai curatori, non distinguere i crediti leciti da quelli infondati o illeciti (ai danni, tra l’altro, del patrimonio del “fallito” oltre che dei creditori legittimi) , preferire di non promuovere “cause fastidiose”, in questi casi, non si può, di certo, rinunciare a pensare che, comunque, ci sono anche giudici onesti la cui esistenza non può far desistere i cittadini dal denunciare  confidando sempre nella Giustizia: in Italia, in alcuni casi, eccessivamente lenta ma se, solo per questo motivo, il cittadino si arrendesse, di certo, corrotti, corruttori, usurai o, in genere, chi calpesta i diritti altrui, vincerebbero sempre e senza fatica.

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Ancora una volta lo Stato non paga e si mette contro i suoi cittadini? Strage di Ustica, sospeso risarcimento milionario per i parenti delle vittime.

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 17 marzo 2012

Leggere la notizia della sospensione dell’esecutività della sentenza che aveva condannato i Ministeri della difesa e dei Trasporti al risarcimento in favore dei parenti delle vittime della strage di Ustica, pur non conoscendo gli atti del processo, di certo fa riflettere. E’ già assurdo pensare che ci siano parenti di vittime ancora in attesa di giustizia: non è la prima volta o l’unico caso. Pensare, poi, che uno Stato, invece di essere vicino alle vittime, si opponga alle sentenze che liquidano il risarcimento (che mai, tra l’altro, potrà compensare la perdita di familiari o, in genere, la perdita degli affetti, la vita stravolta) rattrista ancora di più qualora l’effettiva ragione sia dilatoria o motivata dall’entità delle somme; soprattutto se la sentenza impugnata dovesse, poi, essere confermata.

Non conosco, ripeto, gli atti del processo ma leggo, spesso, le difese delle Amministrazioni controparti laddove, ad esempio, cercano di difendersi nei ricorsi per il risarcimento per la durata eccessiva dei processi o per i benefici economici alle vittime di usura ed estorsione. In quest’ultimo caso, ad esempio, mi pare assurdo che lo Stato, dopo avere incentivato i cittadini, le vittime a denunciare e dopo avere dimostrato, più di una volta, la propria inefficienza, si opponga, perfino, nei giudizi promossi dalle vittime (ad esempio, per l’annullamento  di provvedimenti illegittimi) o nemmeno rispetti le sentenze, pure definitive, quando l’Amministrazione viene condannata. Se poi penso, ad esempio, che lo Stato ha nominato e tenuto in carica un Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura che, oltre ad avere emesso qualche provvedimento dichiarato illegittimo dal Tar, è stato, addirittura, arrestato e che ha patteggiato per “abusi sessuali”, mi domando se e quando lo Stato chiederà scusa ai cittadini per avere tenuto ai vertici di importanti uffici soggetti che non meritavano tali delicatissime funzioni e importanti stipendi pagati da tutti noi! 

Se la sentenza in favore dei parenti delle vittime di Ustica dovesse essere confermata, chi chiederà scusa per le vite distrutte (non solo quelle dei passeggeri ma anche dei parenti), per le ferite, per le sofferenze di quelle famiglie rovinate per sempre per avere visto i loro parenti partire e mai più tornare? Funzionari eventualmente responsabili (se ancora in vita visto che, ad oggi, sono trascorsi 30 anni dalla tragedia) pagheranno mai? Lo Stato ha ottenuto la sospensione dell’esecutività della sentenza ma, non conoscendo gli atti, mi domando: ha chiesto o poteva chiedere il sequestro dei beni dei preposti alle strutture responsabili o dei Ministri dell’epoca o dei loro eventuali eredi?

Rispetto il sacrosanto diritto di chiunque di difendersi e anche, dunque, dello Stato o delle Amministrazioni  di impugnare le sentenze (a beneficio del pubblico interesse), soprattutto se ritenute illegittime, infondate o condannatorie per importi sproporzionati. Ritengo vergognoso, però, che un cittadino possa vedersi distrutta la vita propria o dei familiari, subire le più profonde perdite, sofferenze o ingiustizie senza che lo Stato chieda mai scusa ma, addirittura, sia sempre puntuale e preciso nel mettersi contro i cittadini e quasi mai altrettanto severo nei confronti dei responsabili o dei funzionari infedeli!

Strage di Ustica, sospeso risarcimento milionario per i parenti delle vittime – Corriere del Mezzogiorno.

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Arrestati giudice civile e avvocato a Taranto

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 14 marzo 2012

Credo che ci siano forme di corruzione molto più “raffinate”, meno “grossolane” di quella ipotizzata a carico dell’avvocato e giudice arrestati a Taranto. Sarebbero doverose, in alcuni casi, indagini sui rapporti di parentela tra avvocati e giudici che esercitano nella stessa provincia (a volte, formalmente iscritti all’albo del consiglio dell’ordine più vicino ma senza cambiare la dimora abituale) o, comunque, su altri rapporti che determinano, quantomeno, la sensazione di mancanza di terzietà ed imparzialità .

So bene, però, che il discorso è molto più ampio e  le riforme necessarie sarebbero tante.

Corruzione, arrestati giudice civile e avvocato a Taranto – Corriere.it.

Tangenti a Taranto, inchiesta-choc. Arrestati un giudice e un avvocato.

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Missione «orsacchiotto» I sub tornano nella nave – Corriere Fiorentino

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 11 febbraio 2012

Dopo aver letto, nell’ultimo mese, le tristi notizie sulla tragedia della Costa Concordia e sulle assurde cause del naufragio, mi ha colpito molto quanto riportato sul sito dell’edizione fiorentina de Il Corriere della sera su quanto hanno fatto i Vigili del Fuoco dopo avere contribuito al salvataggio dei sopravvissuti o alla ricerca dei dispersi: sono ritornati sulla nave per recuperare un orsacchiotto di un bambino già abbastanza sfortunato per non avere la madre. Molto sensibile anche il sindaco dell’isola del Giglio che, dopo avere letto la lettera inviata dal padre del bambino alla famiglia che li aveva ospitati, avrebbe esposto ai Vigili del Fuoco “«C’è un bambino che piange per il suo orsacchiotto rimasto dentro la nave e che non dorme più”.

Sembra una favola, una triste favola ma, almeno, probabilmente, si è contribuito a tentare di far tornare il sorriso a quel povero bambino. Sono persone come queste gli eroi silenziosi di questo Paese!

Per leggere la notizia cliccare di seguito sul seguente link: Missione «orsacchiotto» I sub tornano nella nave – Corriere Fiorentino.

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