IL BLOG DI ROBERTO DI NAPOLI

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Archive for the ‘indifferenti’ Category

Immacolata, il Papa difende gli invisibili davanti alla statua di piazza di Spagna

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 8 dicembre 2009

Corriere della Sera.it
ROMA – Il papa Benedetto XVI rende omaggio alla statua dell’Immacolata in piazza di Spagna, un rito che si ripete ogni anno l’8 dicembre. «Il male ci rende insensibili» ha detto. «Nella città vivono o sopravvivono persone invisibili che ogni tanto passano in prima pagina ma vengono sfruttate fino all’ultimo». Il messaggio del Santo Padre è accorato, in una forte difesa degli emarginati. Leggi ancora

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La mia(nostra)petizione non è stata inutile.Anche l’on. Bernardini ha dimostrato la sua sensibilità verso le vittime di usura

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 21 ottobre 2009

ParlamentoRingrazio tutti coloro che, condividendola, hanno firmato o diffuso la mia petizione (sul portale firmiamo.it o attraverso email di sostegno) contribuendo, così, al tentativo di far riflettere i parlamentari sulla necessità degli emendamenti nei termini da me suggeriti. Le vittime di usura ed estorsione (sia di quella criminale sia di quella bancaria), fino ad oggi, non sono state efficacemente tutelate. La mia petizione (cliccare qui per leggere il testo inviato alla Camera; annunciata alla seduta del 18 Giugno u.s. e trasmessa alla Commissione Giustizia) che tutti voi, dimostrando sensibilità, intelligenza ed affetto, avete condiviso, evidentemente, non è stata ignorata. L’esame del disegno di legge è ripreso dopo la pausa estiva e lo scorso 30 Settembre è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti da parte dei deputati membri della Commissione Giustizia. Ho appreso che l’on. Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, storica leader, insieme a Marco Pannella, dei Radicali, si è dimostrata sensibile al problema recependo quasi tutti gli emendamenti da me suggeriti con la petizione n. 672. Spero che anche gli altri deputati (che da quanto si legge dal resoconto dei lavori, finora, a dire il vero, non mi pare abbiano compreso l’importanza delle modifiche al testo approvato al Senato) facciano analogamente tutelando le vittime. Spero che dimostrino una sensibilità e competenza pari a quella dimostrata dall’on. Bernardini. Oggi è previsto, all’ordine del giorno della Commissione, l’esame degli emendamenti . Vi terrò informati e, comunque, si può seguire l’iter dei lavori sul sito della Camera dei Deputati. Roberto Di Napoli

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Un passo indietro e, ancora una volta, “cento passi” verso il buio dell’oblio

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 11 settembre 2009

La scelta di togliere, in provincia di Bergamo, una targa dedicata a Peppino Impastato mi pare scandalosa. Ecco perchè la gente e le nuove generazioni dimenticano, poi, tutti quegli eroi che, pur non essendo magistrati o politici, ma, semplici cittadini, hanno, analogamente, combattuto la mafia: spesso, nel silenzio o con gli ostacoli frapposti proprio dalle Istituzioni. Togliere una targa che ricorda Peppino Impastato significa un passo indietro e, ancora una volta, …. "cento passi" verso il buio dell’oblio comodo a tanti, mafiosi e non solo. Come rappresentato nello straordinario film di M. T. Giordana "I cento passi", già all’indomani dell’uccisione di Peppino Impastato, d’altronde, fu comodo, all’inizio, tentare di scambiarla per un "incidente", peraltro, passato inosservato, nel silenzio dell’informazione, occupata, il 9 Maggio 1978, a narrare l’epilogo di un’altra, ancora oggi oscura, tragedia italiana.

Corriere della Sera.it
MILANO – Da biblioteca Peppino Impastato a biblioteca comunale di Ponteranica. Accade a Ponteranica, Comune in provincia di Bergamo. Il nuovo sindaco leghista, Cristiano Aldegani, ha fatto rimuovere la targa voluta un anno e mezzo fa dal suo precedessore di centrosinistra che aveva dedicato la biblioteca civica al giovane siciliano ucciso dalla mafia nel 1978. Una iniziativa motivata dal Leggi ancora

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Riforma della legge antiusura.Un passo in avanti ma non basta:le vittime vogliono tutela concreta e il rispetto delle sentenze!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 1 aprile 2009

L’approvazione, da parte del Senato, del disegno di legge di riforma della normativa antiusura ed antiracket (cliccare qui per leggere il testo), a prima vista, dovrebbe dare fiducia alle vittime finora non tutelate efficacemente dallo Stato ma, in realtà, appare poco idoneo a risolvere le reali difficoltà cui esse si trovano esposte fino al momento di erogazione dei benefici economici previsti dalla legge. Le vittime, una volta colto l’invito dello Stato -e, fra l’altro, il dovere morale di cittadini onesti, di denunciare l’usuraio e l’estorsore- non devono rimanere prive di tutela. Non basta promettere il mutuo o l’elargizione se, poi, non si consente alla vittime nemmeno di dormire per il terrore di vedersi sbattuti fuori casa dall’ufficiale giudiziario e dalle Forze dell’Ordine! La modifica dell’art. 20 della legge 44/99 o delle altre disposizioni riguardanti la concessione del mutuo o dell’elargizione, pur se positiva sotto alcuni aspetti, non risolve i veri problemi della vittima nè fa fronte alle esigenze che si rivelano immediate dopo aver denunciato l’usuraio o l’estorsore. Pur dopo la sentenza della Corte Costituzionale, sarebbe stato sufficiente lasciare la norma invariata, ossia, nel testo ritenuto corretto dalla Consulta e, al massimo, chiarire l’automaticità delle sospensioni delle esecuzioni in seguito -conditio sine qua non- al parere conforme del Presidente del Tribunale e del Prefetto. In difetto delle auspicate correzioni alla Camera, non si comprende quale sia l’agevolazione per la vittima che già potrebbe, attualmente, domandare la sospensione ex art. 624 cod. proc. civ."per gravi motivi". Col testo approvato al Senato, invece, il Presidente del Tribunale dovrebbe sentire il Prefetto e il Giudice dell’Esecuzione (o, meglio, come prevede la norma: "il giudice delegato per le procedure esecutive o concorsuali"). Basterebbe esaminare il tempo, finora, necessario, dalla domanda di sospensione da parte della vittima fino al provvedimento, per rendersi conto delle difficoltà. Quanto tempo comporterebbe, poi, l’acquisizione del parere del giudice dell’esecuzione (che sarà quello del luogo dove pende l’esecuzione) da parte del Presidente del Tribunale competente (che, invece, è quello del luogo dove pende il procedimento penale)? E, poi, ancora: la vittima, se riceve più di un precetto o di un atto di pignoramento, magari su beni mobili e immobili o situati in luoghi diversi (con giudici differenti), deve presentare diverse istanze  che comportano l’esame da parte di Prefetto, Presidente del Tribunale e giudici delle esecuzioni diversi e sparsi in ogni parte d’Italia? Credo che il testo di legge, così come approvato dal Senato, necessiti di ulteriori emendamenti da parte della Camera. Andrebbe assicurata, poi, maggiore celerità nella definizione del procedimento volto a concedere i benefici economici e introdotti ulteriori requisiti per garantire la massima professionalità nella nomina a membro del Comitato di solidarietà o di Commissario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket. Ci sono stati, in questi anni, troppi casi di imprenditori-vittime che si sono dovuti rivolgere ai giudici amministrativi per vedersi riconosciuto quello che dovrebbe essere loro garantito con la massima celerità da parte di una struttura -costosa per l’erario- che, invece, più di una volta, ha sostenuto "teoremi" che si sono rivelati abnormi o, comunque, errati davanti ai giudici: ciò, però, non incentiva, di certo, gli imprenditori a denunciare! Si è giunti, perfino, a sostenere che se a carico della vittima pende un fallimento, quest’ultima non possa ottenere i benefici economici (cliccare qui per leggere il mio post e vedere il servizio del TG5 sul caso di una vittima di usura e … di tale "teoria" prima della sentenza del Tar che, ovviamente, l’ha riconosciuta errata) . Il TAR Puglia, ovviamente, ha smentito tale singolare teoria di un precedente Commissario del Governo (Ferrigno): l’imprenditore, intanto, non solo è stato sbattuto fuori casa insieme alla sua famiglia ma, tuttora, malgrado la sentenza del Tar gli abbia dato ragione ordinando al Commissario del Governo (quello attuale) e al Comitato di solidarietà di erogare i benefici economici richiesti, sebbene sia trascorso un anno dalla notifica della sentenza (non impugnata), non ha ricevuto un centesimo e rischia un secondo sfratto. Ha dovuto, perfino, notificare un precetto e un atto di pignoramento al Commissario del Governo e al Ministero degli Interni. Non è questa, però, la tutela che chiedono le vittime e gli imprenditori, soprattutto, se colui che è iscritto nel registro degli indagati è un rappresentante di un istituto di credito: ciò significa che l’imprenditore, in questi casi, non avrà nemmeno accesso al normale mercato creditizio ed è maggiormente esposto al rischi di doversi rivolgere ai cravattari!!! Auspico, pertanto, una correzione del testo da parte della Camera. Se si vuole tutelare davvero la vittima e consentirle, tra l’altro, la ripresa dell’attività economica è necessario, prima ancora, che siano previste misure immediate per permettergli, dopo avere denunciato, di vivere dignitosamente in attesa dei benefici economici previsti dalla legge ma per i quali, di fatto, le vittime attendono anni prima di ottenere (quando lo ottengono) un centesimo. Roberto Di Napoli

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Non chiudete le porte ai più sfortunati!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 19 luglio 2008

Una mia carissima amica mi ha informato del rischio di chiusura, a Roma, di due case famiglia abitate, da circa dieci anni, da ragazzi autistici. Roma è una città straordinaria dove, oltre a strutture pubbliche, ci sono tantissime persone che impegnano il loro tempo ad offrire solidarietà ai più deboli e ai più sfortunati. Sono certo che, anche in questo caso, il Comune di Roma -pur con le difficoltà finanziarie di cui si è avuta notizia giorni fa- saprà rassicurare i più deboli e chi dedica il proprio tempo ad assisterli.
Penso che il blog e i siti internet devono servire anche a questo: a fare da "passaparola" quando qualcuno chiede aiuto nel silenzio degli organi di informazione!!!
Pubblico, quindi, l’appello degli operatori preoccupati per la sorte delle case famiglia. Roberto Di Napoli

"A giorni ci sarà la chiusura di 2 case-famiglia abitate da circa 10 anni da persone autistiche gravi; questo perchè il Comune di Roma da 5 mesi non paga quanto dovrebbe. Il risultato è che 12 ragazzi autistici si troveranno senza un posto in cui stare, 34 lavoratori, tra operatori sociali e altre figure professionali, che già da 5 mesi non prendono lo stipendio, perderanno il lavoro.
 
Il disastro economico del Comune di Roma minaccia di far finire migliaia di lavoratori, bambini, anziani, persone con disabilità e disagiate e in mezzo a una strada; decine di piccole strutture stanno chiudendo perché non riescono più a coprire le spese e a pagare gli operatori; ciò nonostante il Comune ha sperperato ingenti somme per la Festa del Cinema e per l’estate romana.
 
Nonostante questo coloro che dovrebbero dare delle risposte immediate, tecnici e politici, continuano a non darle, coprendosi a vicenda e continuando a dare indicazioni evasive e poco concrete. La giunta comunale ha deliberato a fine giugno il divieto di utilizzare i fondi di riserva del Comune per pagare le fatture relative ai mesi in cui ancora era in carica la “giunta Veltroni”, come se il lavoro avesse un colore politico o rientrasse in questi subdoli giochi di potere e opportunismi politici; i famosi Commissari incaricati di studiare una soluzione finanziaria per il Comune non arrivano da 20 giorni, come se il migliaia di famiglie potessero permettersi di aspettare i “tempi interminabili della burocrazia”; il ministro Tremonti stanzia 500 milioni di euro per sanare il buco, ma da utilizzare esclusivamente per i pagamenti di fatture relative ai mesi successivi all’insediamento di Alemanno, come se lo Stato italiano diventasse un altro Stato ogni volta che cambia la maggioranza.  
 
Come al solito, il Comune di Roma e lo Stato italiano, invece di fare gli interessi di tutti, favoriscono le grandi cooperative e Società, piene di soldi da anticipare e di agganci politici da sfruttare; i mesi passano e le piccole strutture chiudono, mentre le grandi cooperative sopravvivono e continuano a offrire un servizio di bassa qualità e a sfruttare e sottopagare i lavoratori; e andrà sempre peggio.
 
Contro questa politica di tagli al sociale E DI SPERPERO DEI FONDI PUBBLICI, contro la chiusura delle case-famiglia e delle ALTRE strutture A RISCHIO, E PER IL PAGAMENTO IMMEDIATO DEL LAVORO DI TUTTI GLI OPERATORI SOCIALI CHE DA MESI NON PRENDONO LO STIPENDIO, ci sarà un PRESIDIO DI PROTESTA PROMOSSO DALL’ ASSOCIAZIONE di genitori OIKOS E DAGLI OPERATORI SOCIALI DELLE CASE-FAMIGLIA A RISCHIO CHIUSURA PER IL BLOCCO DEI FONDI COMUNALI.
 
APPUNTAMENTO LUNEDI’ 21 LUGLIO DALLE 10.30 IN PIAZZA MONTECITORIO A ROMA E DA LUNEDI’ 21 LUGLIO A VENERDI’25 LUGLIO DALLE 10.00 IN PIAZZA SAN MARCO.
Una delegazione chiederà di essere ricevuta daI PARLAMENTARI, DAL sindaco e dagli uffici competenti".

famiglie e OPERATORI SOCIALI DELL’ASSOCIAZIONE OIKOs

gli operatori sociali hanno organizzato, inoltre, una manifestazione per il 24 Luglio alle ore 10.00 sul lato di Piazza Madonna di Loreto di Piazza Venezia (in pratica, sul lato sinistro guardando il Milite Ignoto) o al presidio a p.zza San Marco per poi MANIFESTARE tutti insieme.

 

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In ogni città, una via dedicata a Tortora e alle vittime della malagiustizia come per Falcone, Borsellino e altri eroi

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 6 luglio 2008

Ho letto sul sito dell’associazione "Giustizia Giusta" (cliccare qui per leggere la notizia)che, dopo non poche difficoltà, a Genova è stata dedicata, recentemente, una Galleria ad Enzo Tortora. Non pensavo che, dopo oltre vent’anni, ci potesse essere, ancora, chi lo reputasse inopportuno (paura, timore o vergogna?). Riporto, di seguito, il mio commento pubblicato anche sul sito di Giustizia Giusta.

Sono molto contento che, alla fine, pur dopo non poche difficoltà, a Genova sia stata dedicata una Galleria ad Enzo Tortora. A mio avviso, deve essere maggiormente sensibilizzata l’opinione pubblica su ciò che può comportare un errore giudiziario o, talvolta, ….. una persecuzione giudiziaria. E’ inutile tentare di nasconderlo: il caso "Tortora" è stato un esempio clamoroso di errore giudiziario ma, dopo venticinque anni dal 17 Giugno 1983 (data dell’arresto di Tortora), mi pare che non sia cambiato molto nè siano stati adottati strumenti per evitare che si ripetano "errori" analoghi. Ci sono state e ci sono, tuttora, tante vittime di "malagiustizia" e di storie paradossali che, pur dopo avere dimostrato l’innocenza o l’ingiustizia dei danni subiti, non hanno ottenuto adeguato risarcimento nè la punizione dei resposabili. Sono trascorsi, poi, oltre vent’anni dal referendum col quale i cittadini avevano manifestato di volere una legge che, come in ogni Paese civile, prevedesse la punizione dei magistrati che sbagliano mentre, invece, grazie ad una legge poco conforme col risultato referendario, ancora oggi, … chi sbaglia non paga: al massimo, se il magistrato non ha un patrimonio idoneo a risarcire i danni maggiori causati, paga lo Stato, cioè, tutti i contribuenti.
In ogni città italiana, dovrebbe esserci una delle vie o piazze principali dedicata a Tortora (a Roma, mi pare che via Enzo Tortora sia una strada periferica) e alle vittime di malagiustizia. E’ giustissimo e doveroso che, sin dall’indomani della tragica uccisione di Falcone, Borsellino e di tanti altri eroi che hanno sacrificato la vita nell’adempimento del proprio dovere, sia stata dedicata una via, una piazza o un monumento. Giustissimo ricordare chi è morto al fine di assicurare la Giustizia. Non sarebbe, però, giusto ricordare anche chi è morto, chi ha sofferto o, comunque, ha pianto per un errore o per un uso distorto delle proprie funzioni da parte di soggetti che, per errore o con dolo, non si sono rivelati altrettanto eroi e, magari, sono ancora al loro posto manifestando un diverso senso della Giustizia, dello Stato e del rispetto delle leggi? Si può pensare che le vittime di "malagiustizia", le loro famiglie soffrano meno o non rischino la vita? Solo chi non ha mai subito un sopruso o un’azione giudiziaria ingiusta, chi non ha mai letto un articolo di giornale può restare indifferente ed insensibile. E’ per questo che, secondo me, sarebbe più rispondente alla realtà di questo Paese se, in ogni città in cui vi sia una strada dedicata ad un magistrato o pubblico ufficiale che eroicamente ha sacrificato la propria vita, sia anche dedicata una strada o un monumento (in una zona della città altrettanto principale) alle vittime delle "gesta" meno eroiche di chi, per colpa, dolo o in buona fede, ha, comunque, fatto soffrire ingiustamente senza, tra l’altro, avere dimostrato, minimamente, di volere riparare il danno provocato. Roberto Di Napoli

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Che Paese! Anche la sanità è così infetta?

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 20 aprile 2008

Che Paese! Mi convinco sempre più che non c’è settore della Pubblica Amministrazione che, ogni giorno, non sconvolga i cittadini per vicende assurde ed incredibili: ergastolani liberati per errore e innocenti scarcerati dopo anni di ingiusta privazione della libertà; vittime d’usura ed estorsione sbattute fuori di casa dopo avere denunciato mentre, invece, gli imputati liberi, felici e rispettati da tutti (soprattutto se dirigenti di banche); funzionari che, per erogare i benefici previsti a favore delle vittime, accettano (o richiedono?) regali o inviti a “festini”; insegnanti di scuola, a volte, derisi (se non picchiati) dagli studenti o talmente permissivi da farsi toccare o sfiorare il fondoschiena, altre volte, invece, così rigidi da provocare ferite alla lingua dell’allievo; funzionari di Polizia che qualificano “socialmente pericolosi” quanti si battono per la difesa della legalità e non, piuttosto, chi inquina l’ambiente o determinati ambienti; giudici che, di fronte a pretese, da parte degli istituti di credito, di somme che la giurisprudenza riconosce non dovute, piuttosto che trasmettere gli atti alla Procura contro i responsabili, vendono le case di quelli che appaiono debitori o emettono sentenze di fallimento! Nemmeno negli ospedali, ormai, il cittadino può entrare con la sicurezza di uscirne sano, salvo e rispettato! Giorni fa ho letto che, in provincia di Lecce, una signora è stata visitata, per due volte, dal personale del 118. Non hanno ritenuto opportuno ricoverarla in quanto sostenevano che il malore fosse dovuto ad un’indigestione da frutti di mare. Risultato: è deceduta e la Procura ha aperto un’inchiesta (spero che non sia chiusa troppo presto come un’ennesima …… “storia semplice”). Nella stessa provincia, sempre pochi giorni fa, un altro cittadino (un professore di liceo) è stato visitato da infermieri del 118 ritenendo di essere stato colpito da un ictus; anche in questo caso, secondo quanto riportato dagli organi d’informazione, non è stato disposto il ricovero in quanto, secondo l’infermiere, invece, poteva essere curato in casa. Peggioratesi le condizioni è stato trasportato in ospedale dove, però, è morto dopo poco. Ieri, su Libero (ma la notizia è riportata anche su vari siti internet), è stato pubblicato un articolo con la notizia della morte di un bambino di soli otto anni. Era caduto, a causa di una raffica di vento, da un castello gonfiabile. Forse sognava di entrare nel mondo dei sogni e delle favole. Ed, invece, probabilmente, è entrato nell’incubo della malasanità italiana. E’ stato operato e, pur dopo l’intervento, piangeva per i dolori alla pancia. Secondo i medici, però, fingeva. Anzi. Hanno consigliato al genitore di non agitarsi tanto e, semmai, avrebbero offerto ad entrambi il sostegno di uno psicologo. Il bambino, invece, a quanto pare, piangeva per i dolori atroci provocati da una grave lesione al diaframma. Risultato: è morto. Giorni fa mi ha telefonato una gentile signora che ha perso il padre in seguito ad un intervento subito in un ospedale: mi ha raccontato che il medico indagato avrebbe ricevuto decine di avvisi di garanzia ma che, ad oggi, continua ad esercitare impunito. Mi ha, più volte, raccontato il suo dramma anche la signora C.V. che ha visto la madre entrare in ospedale per sottoporsi ad un intervento ed uscire morta. Avrebbe scoperto una compressione della coronaria e decine di trasfusioni che ritiene anomale e, così, ha chiesto il sequestro delle cartelle cliniche. Il procedimento è stato archiviato ma lei non si rassegna. Ha scritto anche al CSM ed invoca, ancora, giustizia. Ha inserito un video su Youtube che consiglio di vedere (puoi andare sul sito anche cliccando qui)e, soprattutto, di commentare nel caso in cui qualcuno potesse offrirle qualche suggerimento. Ma quando cambierà questo Paese? Quando potrà ogni cittadino recuperare la fiducia in chi ha in mano la propria vita, la propria serenità, la propria salute? Quando potremo essere invidiati dagli altri Stati per l’efficienza del sistema giudiziario, dell’istruzione, di ogni struttura sanitaria e per la correttezza di ogni pubblico funzionario? Roberto Di Napoli

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AIUTIAMO IL PICCOLO FABULLO. INTERNET DEVE SERVIRE ANCHE A QUESTO!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 15 aprile 2008

Stavo quasi per andare a dormire. Dopo avere controllato le email, nel mio solito giro serale di siti e blog, mentre scorrevo velocemente quello di Beppe Grillo, mi ha colpito la fotografia di un bambino bellissimo, con il viso vivace che, a me, personalmente, mi è subito sembrato  quello di chi vuole, anzi, di chi chiede solo di poter tornare a giocare come faceva prima, di potere correre, di potere scherzare. Lo chiede a tutti noi che abbiamo avuto la possibilità di fare tutto ciò e che abbiamo l’obbligo, quindi, di dover dare una mano a chi si trova in difficoltà come quelle in cui si trova quel bambino. Ho letto il messaggio di aiuto (il problema si può risolvere se cerchiamo di non essere sempre indifferenti). Ho cliccato non so su quale parola e sono saltato sul sito dei genitori. Da quello che ho letto, mi pare di capire che Fabullo (si chiama Fabio e nel servizio del TG Rai Regionale [Piemonte] la mamma spiega il perchè viene chiamato Fabullo; non lo rivelo, però: chi vuole aiutarlo lo vada a vedere cliccando qui) deve affrontare un delicato e costosissimo intervento. E’ nato con una grave malattia cardiaca e, a soli tre anni e mezzo, ha avuto un ictus. Sul sito www.fabullo.it ci sono le coordinate bancarie dove chiunque può versare quanto può. Sono rimasto colpito dalla vicenda (lo so bene: è una delle tante!) e, secondo me, ognuno può fare anche il più piccolo gesto di solidarietà. Ho pensato, allora, innanzitutto, di divulgare anche io il messaggio di aiuto tramite questo mio pur modesto blog. Credo che internet, i siti e i blog debbano servire anche a questo! Non solo a scrivere le proprie storie o le proprie opinioni (o cavolate)! Dovrebbe, chiunque, tenere presente, secondo me, che non potrà mai risolvere i propri problemi se, pur potendolo, non comincia a dare un minimo aiuto a chi si trova in analoghe situazioni, se pensa di rinviare il pur minimo gesto di umanità al giorno in cui avrà risolto le proprie, pur altrettanto affannose giornate o, addirittura, se pretende di risolvere i suoi problemi abbandonando o dimenticando volutamente chi, come lui, si trova in identiche situazioni. Questi sono ragionamenti da egoisti e da indifferenti (li ho visti anche io, "personaggi" del genere, ma ritengo di avere imparato a contribuire alla loro "cura" ricordandomi, poi, di loro …. allo stesso modo). Sono sicuro che, se tutti gli diamo la possibilità (è un dovere di tutte le persone umane), Fabullo riuscirà a volare in Florida e a tornare sano e salvo. Ha tanti amici e gli piace stare in compagnia per cui ……. sbrighiamoci! Deve partire per l’intervento e deve tornare, subito, in Italia perchè deve giocare con gli amichetti, deve correre, deve vivere sereno! Faccia, ognuno di noi, quel che può! Sul sito di Fabullo ci sono le coordinate bancarie dei genitori. Penso che si possa versare qualsiasi importo anche via internet. Roberto Di Napoli

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