ROMA – Il papa Benedetto XVI rende omaggio alla statua dell’Immacolata in piazza di Spagna, un rito che si ripete ogni anno l’8 dicembre. «Il male ci rende insensibili» ha detto. «Nella città vivono o sopravvivono persone invisibili che ogni tanto passano in prima pagina ma vengono sfruttate fino all’ultimo». Il messaggio del Santo Padre è accorato, in una forte difesa degli emarginati. Leggi ancora…
Archive for the ‘indifferenti’ Category
Un passo indietro e, ancora una volta, “cento passi” verso il buio dell’oblio
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 11 settembre 2009
La scelta di togliere, in provincia di Bergamo, una targa dedicata a Peppino Impastato mi pare scandalosa. Ecco perchè la gente e le nuove generazioni dimenticano, poi, tutti quegli eroi che, pur non essendo magistrati o politici, ma, semplici cittadini, hanno, analogamente, combattuto la mafia: spesso, nel silenzio o con gli ostacoli frapposti proprio dalle Istituzioni. Togliere una targa che ricorda Peppino Impastato significa un passo indietro e, ancora una volta, …. "cento passi" verso il buio dell’oblio comodo a tanti, mafiosi e non solo. Come rappresentato nello straordinario film di M. T. Giordana "I cento passi", già all’indomani dell’uccisione di Peppino Impastato, d’altronde, fu comodo, all’inizio, tentare di scambiarla per un "incidente", peraltro, passato inosservato, nel silenzio dell’informazione, occupata, il 9 Maggio 1978, a narrare l’epilogo di un’altra, ancora oggi oscura, tragedia italiana.
MILANO – Da biblioteca Peppino Impastato a biblioteca comunale di Ponteranica. Accade a Ponteranica, Comune in provincia di Bergamo. Il nuovo sindaco leghista, Cristiano Aldegani, ha fatto rimuovere la targa voluta un anno e mezzo fa dal suo precedessore di centrosinistra che aveva dedicato la biblioteca civica al giovane siciliano ucciso dalla mafia nel 1978. Una iniziativa motivata dal Leggi ancora…
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Riforma della legge antiusura.Un passo in avanti ma non basta:le vittime vogliono tutela concreta e il rispetto delle sentenze!
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 1 aprile 2009
L’approvazione, da parte del Senato, del disegno di legge di riforma della normativa antiusura ed antiracket (cliccare qui per leggere il testo), a prima vista, dovrebbe dare fiducia alle vittime finora non tutelate efficacemente dallo Stato ma, in realtà, appare poco idoneo a risolvere le reali difficoltà cui esse si trovano esposte fino al momento di erogazione dei benefici economici previsti dalla legge. Le vittime, una volta colto l’invito dello Stato -e, fra l’altro, il dovere morale di cittadini onesti, di denunciare l’usuraio e l’estorsore- non devono rimanere prive di tutela. Non basta promettere il mutuo o l’elargizione se, poi, non si consente alla vittime nemmeno di dormire per il terrore di vedersi sbattuti fuori casa dall’ufficiale giudiziario e dalle Forze dell’Ordine! La modifica dell’art. 20 della legge 44/99 o delle altre disposizioni riguardanti la concessione del mutuo o dell’elargizione, pur se positiva sotto alcuni aspetti, non risolve i veri problemi della vittima nè fa fronte alle esigenze che si rivelano immediate dopo aver denunciato l’usuraio o l’estorsore. Pur dopo la sentenza della Corte Costituzionale, sarebbe stato sufficiente lasciare la norma invariata, ossia, nel testo ritenuto corretto dalla Consulta e, al massimo, chiarire l’automaticità delle sospensioni delle esecuzioni in seguito -conditio sine qua non- al parere conforme del Presidente del Tribunale e del Prefetto. In difetto delle auspicate correzioni alla Camera, non si comprende quale sia l’agevolazione per la vittima che già potrebbe, attualmente, domandare la sospensione ex art. 624 cod. proc. civ."per gravi motivi". Col testo approvato al Senato, invece, il Presidente del Tribunale dovrebbe sentire il Prefetto e il Giudice dell’Esecuzione (o, meglio, come prevede la norma: "il giudice delegato per le procedure esecutive o concorsuali"). Basterebbe esaminare il tempo, finora, necessario, dalla domanda di sospensione da parte della vittima fino al provvedimento, per rendersi conto delle difficoltà. Quanto tempo comporterebbe, poi, l’acquisizione del parere del giudice dell’esecuzione (che sarà quello del luogo dove pende l’esecuzione) da parte del Presidente del Tribunale competente (che, invece, è quello del luogo dove pende il procedimento penale)? E, poi, ancora: la vittima, se riceve più di un precetto o di un atto di pignoramento, magari su beni mobili e immobili o situati in luoghi diversi (con giudici differenti), deve presentare diverse istanze che comportano l’esame da parte di Prefetto, Presidente del Tribunale e giudici delle esecuzioni diversi e sparsi in ogni parte d’Italia? Credo che il testo di legge, così come approvato dal Senato, necessiti di ulteriori emendamenti da parte della Camera. Andrebbe assicurata, poi, maggiore celerità nella definizione del procedimento volto a concedere i benefici economici e introdotti ulteriori requisiti per garantire la massima professionalità nella nomina a membro del Comitato di solidarietà o di Commissario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket. Ci sono stati, in questi anni, troppi casi di imprenditori-vittime che si sono dovuti rivolgere ai giudici amministrativi per vedersi riconosciuto quello che dovrebbe essere loro garantito con la massima celerità da parte di una struttura -costosa per l’erario- che, invece, più di una volta, ha sostenuto "teoremi" che si sono rivelati abnormi o, comunque, errati davanti ai giudici: ciò, però, non incentiva, di certo, gli imprenditori a denunciare! Si è giunti, perfino, a sostenere che se a carico della vittima pende un fallimento, quest’ultima non possa ottenere i benefici economici (cliccare qui per leggere il mio post e vedere il servizio del TG5 sul caso di una vittima di usura e … di tale "teoria" prima della sentenza del Tar che, ovviamente, l’ha riconosciuta errata) . Il TAR Puglia, ovviamente, ha smentito tale singolare teoria di un precedente Commissario del Governo (Ferrigno): l’imprenditore, intanto, non solo è stato sbattuto fuori casa insieme alla sua famiglia ma, tuttora, malgrado la sentenza del Tar gli abbia dato ragione ordinando al Commissario del Governo (quello attuale) e al Comitato di solidarietà di erogare i benefici economici richiesti, sebbene sia trascorso un anno dalla notifica della sentenza (non impugnata), non ha ricevuto un centesimo e rischia un secondo sfratto. Ha dovuto, perfino, notificare un precetto e un atto di pignoramento al Commissario del Governo e al Ministero degli Interni. Non è questa, però, la tutela che chiedono le vittime e gli imprenditori, soprattutto, se colui che è iscritto nel registro degli indagati è un rappresentante di un istituto di credito: ciò significa che l’imprenditore, in questi casi, non avrà nemmeno accesso al normale mercato creditizio ed è maggiormente esposto al rischi di doversi rivolgere ai cravattari!!! Auspico, pertanto, una correzione del testo da parte della Camera. Se si vuole tutelare davvero la vittima e consentirle, tra l’altro, la ripresa dell’attività economica è necessario, prima ancora, che siano previste misure immediate per permettergli, dopo avere denunciato, di vivere dignitosamente in attesa dei benefici economici previsti dalla legge ma per i quali, di fatto, le vittime attendono anni prima di ottenere (quando lo ottengono) un centesimo. Roberto Di Napoli
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In ogni città, una via dedicata a Tortora e alle vittime della malagiustizia come per Falcone, Borsellino e altri eroi
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 6 luglio 2008
Ho letto sul sito dell’associazione "Giustizia Giusta" (cliccare qui per leggere la notizia)che, dopo non poche difficoltà, a Genova è stata dedicata, recentemente, una Galleria ad Enzo Tortora. Non pensavo che, dopo oltre vent’anni, ci potesse essere, ancora, chi lo reputasse inopportuno (paura, timore o vergogna?). Riporto, di seguito, il mio commento pubblicato anche sul sito di Giustizia Giusta.
Sono molto contento che, alla fine, pur dopo non poche difficoltà, a Genova sia stata dedicata una Galleria ad Enzo Tortora. A mio avviso, deve essere maggiormente sensibilizzata l’opinione pubblica su ciò che può comportare un errore giudiziario o, talvolta, ….. una persecuzione giudiziaria. E’ inutile tentare di nasconderlo: il caso "Tortora" è stato un esempio clamoroso di errore giudiziario ma, dopo venticinque anni dal 17 Giugno 1983 (data dell’arresto di Tortora), mi pare che non sia cambiato molto nè siano stati adottati strumenti per evitare che si ripetano "errori" analoghi. Ci sono state e ci sono, tuttora, tante vittime di "malagiustizia" e di storie paradossali che, pur dopo avere dimostrato l’innocenza o l’ingiustizia dei danni subiti, non hanno ottenuto adeguato risarcimento nè la punizione dei resposabili. Sono trascorsi, poi, oltre vent’anni dal referendum col quale i cittadini avevano manifestato di volere una legge che, come in ogni Paese civile, prevedesse la punizione dei magistrati che sbagliano mentre, invece, grazie ad una legge poco conforme col risultato referendario, ancora oggi, … chi sbaglia non paga: al massimo, se il magistrato non ha un patrimonio idoneo a risarcire i danni maggiori causati, paga lo Stato, cioè, tutti i contribuenti.
In ogni città italiana, dovrebbe esserci una delle vie o piazze principali dedicata a Tortora (a Roma, mi pare che via Enzo Tortora sia una strada periferica) e alle vittime di malagiustizia. E’ giustissimo e doveroso che, sin dall’indomani della tragica uccisione di Falcone, Borsellino e di tanti altri eroi che hanno sacrificato la vita nell’adempimento del proprio dovere, sia stata dedicata una via, una piazza o un monumento. Giustissimo ricordare chi è morto al fine di assicurare la Giustizia. Non sarebbe, però, giusto ricordare anche chi è morto, chi ha sofferto o, comunque, ha pianto per un errore o per un uso distorto delle proprie funzioni da parte di soggetti che, per errore o con dolo, non si sono rivelati altrettanto eroi e, magari, sono ancora al loro posto manifestando un diverso senso della Giustizia, dello Stato e del rispetto delle leggi? Si può pensare che le vittime di "malagiustizia", le loro famiglie soffrano meno o non rischino la vita? Solo chi non ha mai subito un sopruso o un’azione giudiziaria ingiusta, chi non ha mai letto un articolo di giornale può restare indifferente ed insensibile. E’ per questo che, secondo me, sarebbe più rispondente alla realtà di questo Paese se, in ogni città in cui vi sia una strada dedicata ad un magistrato o pubblico ufficiale che eroicamente ha sacrificato la propria vita, sia anche dedicata una strada o un monumento (in una zona della città altrettanto principale) alle vittime delle "gesta" meno eroiche di chi, per colpa, dolo o in buona fede, ha, comunque, fatto soffrire ingiustamente senza, tra l’altro, avere dimostrato, minimamente, di volere riparare il danno provocato. Roberto Di Napoli
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Che Paese! Anche la sanità è così infetta?
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 20 aprile 2008
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AIUTIAMO IL PICCOLO FABULLO. INTERNET DEVE SERVIRE ANCHE A QUESTO!
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 15 aprile 2008
Stavo quasi per andare a dormire. Dopo avere controllato le email, nel mio solito giro serale di siti e blog, mentre scorrevo velocemente quello di Beppe Grillo, mi ha colpito la fotografia di un bambino bellissimo, con il viso vivace che, a me, personalmente, mi è subito sembrato quello di chi vuole, anzi, di chi chiede solo di poter tornare a giocare come faceva prima, di potere correre, di potere scherzare. Lo chiede a tutti noi che abbiamo avuto la possibilità di fare tutto ciò e che abbiamo l’obbligo, quindi, di dover dare una mano a chi si trova in difficoltà come quelle in cui si trova quel bambino. Ho letto il messaggio di aiuto (il problema si può risolvere se cerchiamo di non essere sempre indifferenti). Ho cliccato non so su quale parola e sono saltato sul sito dei genitori. Da quello che ho letto, mi pare di capire che Fabullo (si chiama Fabio e nel servizio del TG Rai Regionale [Piemonte] la mamma spiega il perchè viene chiamato Fabullo; non lo rivelo, però: chi vuole aiutarlo lo vada a vedere cliccando qui) deve affrontare un delicato e costosissimo intervento. E’ nato con una grave malattia cardiaca e, a soli tre anni e mezzo, ha avuto un ictus. Sul sito www.fabullo.it ci sono le coordinate bancarie dove chiunque può versare quanto può. Sono rimasto colpito dalla vicenda (lo so bene: è una delle tante!) e, secondo me, ognuno può fare anche il più piccolo gesto di solidarietà. Ho pensato, allora, innanzitutto, di divulgare anche io il messaggio di aiuto tramite questo mio pur modesto blog. Credo che internet, i siti e i blog debbano servire anche a questo! Non solo a scrivere le proprie storie o le proprie opinioni (o cavolate)! Dovrebbe, chiunque, tenere presente, secondo me, che non potrà mai risolvere i propri problemi se, pur potendolo, non comincia a dare un minimo aiuto a chi si trova in analoghe situazioni, se pensa di rinviare il pur minimo gesto di umanità al giorno in cui avrà risolto le proprie, pur altrettanto affannose giornate o, addirittura, se pretende di risolvere i suoi problemi abbandonando o dimenticando volutamente chi, come lui, si trova in identiche situazioni. Questi sono ragionamenti da egoisti e da indifferenti (li ho visti anche io, "personaggi" del genere, ma ritengo di avere imparato a contribuire alla loro "cura" ricordandomi, poi, di loro …. allo stesso modo). Sono sicuro che, se tutti gli diamo la possibilità (è un dovere di tutte le persone umane), Fabullo riuscirà a volare in Florida e a tornare sano e salvo. Ha tanti amici e gli piace stare in compagnia per cui ……. sbrighiamoci! Deve partire per l’intervento e deve tornare, subito, in Italia perchè deve giocare con gli amichetti, deve correre, deve vivere sereno! Faccia, ognuno di noi, quel che può! Sul sito di Fabullo ci sono le coordinate bancarie dei genitori. Penso che si possa versare qualsiasi importo anche via internet. Roberto Di Napoli
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Ringrazio tutti coloro che, condividendola, hanno firmato o diffuso la mia petizione (sul portale 