IL BLOG DI ROBERTO DI NAPOLI

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Archive for the ‘tortura e pena di morte’ Category

BUON ANNO (sperando in un Paese più civile) !!!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 3 gennaio 2009

auguri buon anno 2009Con l’auspicio che il 2009 porti a tutti tanta serenità,
che sia anche l’anno della annunciate riforme
che permettano ad ogni cittadino di poter confidare
in un Paese più civile e in una giustizia più giusta,
amministrata da giudici che appaiano (oltre ad esserlo)
sempre imparziali, effettivamente responsabili e soggetti
alle leggi e alle sanzioni
come tutti i cittadini,
sperando che le promesse non restino solo
fuochi d’artificio,
i miei più cari auguri di
BUON ANNO!!!
Roberto Di Napoli

Posted in auguri alle vittime, capodanno 2009, caste, fainotizia, giorno del giudizio, giustizia giusta, malagiustizia, malasanità, paese dei balocchi, riforma ordinamento giudiziario, stato di diritto, stato sociale, tortura e pena di morte, usura ed estorsione bancaria, vittime, welfare | 1 Comment »

21 Marzo 2007- 21 marzo 2008. Un anno di vera ricchezza: migliaia di amici in più!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 21 marzo 2008

il blog per la difesa dei diritti civiliL’anno scorso, grazie anche al prezioso aiuto dei miei amici "grafici" Diego, Laura e Antonio, nasceva (anzi facevo nascere) questo mio blog (cliccare qui per leggere il mio primo post). Nel 2007, la data del 21 Marzo coincideva -oltre che con l’inizio della primavera, come quest’anno, a Roma, salutata con la pioggia- con la giornata in memoria delle vittime delle mafie: giornata, quest’anno, anticipata al 15 Marzo. Pur avendo, sin dall’inizio, l’idea di utilizzare questo mega- spazio per scrivere mie piccole considerazioni sulle mafie, sui soprusi ai danni dei più deboli, sulla difesa dei diritti civili, non avrei mai immaginato che, in poco tempo, sarei riuscito a far leggere le mie pur banali opinioni da tante persone che, a loro volta, mi scrivono lasciandomi un messaggio, un commento o, ancora più spesso, email. Sono contento di ricevere manifestazioni di apprezzamento di questo blog -pur così spartano e semplice nella grafica- da parte di tanti che, evidentemente, condividono ciò che penso e s’immedesimano in quanto capitato a me, alla mia famiglia e a chissà quanti altri cittadini. Ho preferito e preferisco non pubblicare – per "buon gusto" e senso del pudore- qualche racconto di soprusi inauditi commessi da "personaggi" simili a quelli che hanno fatto soffrire la mia famiglia. Anzi: paragonandoli, mi rendo conto che non si può mai immaginare fin dove può arrivare la follia umana! Il 26 Settembre 2006, su un quotidiano nazionale (Il Tempo) che dedicò un articolo al mio sciopero della fame e a quanto stava succedendo alla mia famiglia (vittima di usura, estorsione bancaria e, soprattutto, di malagiustizia), dichiarai che quanto verificatosi il giorno prima (ancora non sapevo quanto -di ancora peggio- sarebbe accaduto il 16 Ottobre) non lo avevo mai "(…) visto nè mai letto essere avvenuto in altre epoche e in altri Stati". Ho letto, invece, in questi mesi, quanto accaduto a qualche altra vittima che ha subito, addirittura, offese più gravi paragonabili, secondo me, a quei metodi "subdoli" che, da quanto raccontato sui libri di storia o nei documentari, mi pare siano stati, talvolta, utilizzati soltanto nel regime nazista contro gli oppositori o contro le vittime delle leggi razziali. Si vergogni chi, in qualsiasi veste, ha fatto ingiustificato uso della violenza o della tortura fisica o psichica solo per paura di compromettere la (forse non sempre brillante) carriera oppure, "approfittando del momento", per vendicarsi contro qualche soggetto antipatico (o odiato) o, ancora, seguendo la propria inclinazione a piegarsi e rispondendo alla logica (a volte confusa) del "signorsì", per accontentare il prepotente di turno. Si vergognino tali "personaggi"! Potranno avere goduto qualche ora di gioia ma io (proprio come tante persone civili che, per fortuna, ancora esistono) sono più forte: perchè sono un cittadino e continuerò sempre a credere nella giustizia amministrata dal Giudice terzo ed imparziale; sono e mi ritengo, poi, anche un cristiano per cui credo, voglio e devo credere in quella vera, unica Giustizia amministrata dal Giudice davanti al quale tutti siamo…. citati nel Giorno del Giudizio. Si ricordi, quindi, chiunque, abusando illegittimamente delle proprie prerogative, funzioni o di una determinata situazione, faccia o abbia fatto soffrire  il più debole o, comunque, la persona onesta, che, oltre ad essere un delinquente, è ridicolo. Anzi: è piccolo, piccolo, piccolo! Ci rifletta! Prima o poi, perde! Potrà essere favorito ogni giorno, potrà avere accontentato qualcuno ma …… esiste, pur sempre, il famoso Giudice a Berlino e dovrebbe esserci un Altro Giudice ancora più in Alto: ed è con Lui che, di certo, tutti, faremo i conti!

Sono davvero contento, insomma, di avere conosciuto, tramite il blog, tanti "amici" sparsi in ogni parte d’Italia: molti, come dicevo, vittime di malagiustizia o, comunque, di soprusi. Leggere, scrivere, parlare, confrontarsi, d’altronde, è il peggior dispetto che si possa fare a chi, ogni giorno, tenta di fare del male e di rubare in silenzio. Continui pure (finchè la Giustizia non se ne accorga e lo punisca)! Non riuscirà mai, però, a rubare del tutto o ad impedire la parola: tanto meno le idee delle persone oneste! Roberto Di Napoli

Posted in amici veri, caste, censura, clan, collusioni, comitato solidarietà vittime us, degrado pubblica amministrazione, egoismo, eroi, esaltati, estorsione, fanatici, giorno del giudizio, giustizia giusta, idioti, indifferenti, informazione, intrecci, lotta alla mafia, mafie, malagiustizia, paese dei balocchi, pazzi, porcate, portatori di mafia, racket, radicali, regolamento di conti, responsabilità magistrati, salento, solidarietà, stato di diritto, storie semplici, tortura e pena di morte, usura, usura ed estorsione bancaria, vittime | 4 Comments »

Non esiste solo la pena di morte. Esiste anche la tortura e il Governo deve pretendere chiarezza e il rispetto dei cittadini!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 23 dicembre 2007

Chissà quante persone pensano che la tortura e la pena di morte appartengano alla letteratura giuridica, ai manuali di criminologia o di storia della procedura penale! Ho l’impressione che, ad eccezione di quanto verificatosi negli ultimi mesi grazie all’interessamento dei mass media, dei radicali e all’impegno dei Governi dei principali Stati affinché venisse approvata dall’ONU la moratoria contro la pena di morte, quest’ultima, soprattutto tra i giovani, sia sottovalutata e divenga oggetto di dibattito soltanto in occasione di “interessanti” esecuzioni nei Paesi in cui, vergognosamente, la pena è ancora in vigore.

La tortura, poi, secondo me, viene, ancora di più, ignorata e si sottovalutano le molteplici forme in cui può essere esercitata. E’ incredibile che ci siano Stati in cui, ancora, si fa uso di tale mezzo coercitivo. La tortura non è soltanto lesione fisica o psicologica: è violenza contro la dignità della persona! E’ violenza contro il diritto, contro la legalità proprio da parte di chi pensa di accertare, con mezzi crudeli e inumani, la violazione delle regole o di punire chi ha trasgredito alle norme di un determinato ordinamento.

Non può esistere, tuttavia, -e ritengo una contraddizione pensarlo- un ordinamento giuridico il cui sistema processuale preveda la tortura quale mezzo istruttorio o misura sanzionatoria. Essa è vietata dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, dalla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali, dalle principali Convenzioni internazionali ma, ciononostante, …. ancora presente. E’ vergognoso! E’ ancora più disgustoso che Paesi che si proclamano democratici, “Stati di diritto”, non facciano quanto è sufficiente per impedire la tortura laddove presente.

Mi auguro, con tutto il cuore, che non si sopravvaluti, in questi giorni, il pur importantissimo risultato ottenuto -grazie all’approvazione da parte dell’ONU- contro la pena di morte sottovalutando le sofferenze cui è sottoposto chi è torturato.

Non nascondo che, preso da altre preoccupazioni, sofferenze ed attività, anch’io non consideravo, con la dovuta attenzione, il problema delle extraordinary renditions, ossia, delle consegne illegali (cioè in violazione delle norme anche dell’ordinamento internazionale) di sospettati di terrorismo (perfino, di quelli assolti o con indagini archiviate) a Paesi in cui vige la tortura o dai quali sono fuggiti. Il Parlamento Europeo, in seguito all’accertamento dell’utilizzo da parte della CIA di Paesi europei per il trasporto e la detenzione illegale di persone sospettate di terrorismo, ha ricordato che “il principio dell’inviolabilità della dignità umana è alla base di ogni altro diritto fondamentale garantito dagli strumenti internazionali, europei e nazionali in materia di diritti umani, in particolare il diritto alla vita, il diritto alla libertà dalla tortura e da pene o trattamenti inumani o degradanti, il diritto alla libertà e alla sicurezza, (…) il diritto ad un ricorso effettivo e ad un giudice imparziale” (…) ; “ la consegna straordinaria e la detenzione segreta comportano molteplici violazioni dei diritti umani, in particolare violazioni del diritto alla libertà e alla sicurezza, alla libertà dalla tortura e da trattamenti crudeli, inumani o degradanti, del diritto ad un ricorso effettivo e nei casi estremi del diritto alla vita (…)”.

Ho letto sul sito di Radio Radicale, dopo che un lettore del mio blog mi aveva segnalato il caso, la vicenda che coinvolge Abou Elkassim Britel. Britel è un cittadino italiano che, oggi, si trova nelle carceri marocchine. E’ stato già oggetto di indagini, in Italia, per reati connessi al terrorismo e dette indagini, a quanto mi pare di capire, si sono concluse con l’archiviazione. Poi è sparito. Non è fuggito volontariamente: è stato oggetto di una extraordinary rendition, di una consegna straordinaria. In sostanza: rapito e condotto, su un “volo”, in un altro Paese. Dal 2002 è passato da un carcere ad un altro, dal Pakistan al Marocco. In questi Paesi era “sospettato”. E’stato, ultimamente, processato. E’ difficile comprendere, però, come possa ritenersi equo, effettivo, giusto ed imparziale un processo a carico di un cittadino italiano, catturato in violazione delle norme interne ed internazionali, e, come sostenuto dal suo difensore italiano, la cui confessione è stata ottenuta dopo varie torture. Processi e confessioni all’esito di torture pensavo appartenessero a quei processi che si svolgevano fino a quattro- cinque secoli fa. Ed, invece……  invito a leggere la vicenda del cittadino italiano. E’ solo un esempio: casi simili ai danni di cittadini italiani o di altri Stati ma, pur sempre, persone umane ce ne sono, sicuramente, molti altri. Attenzione: il terrorismo deve essere efficacemente punito e combattuto in radice per evitare che si ripetano le assurde stragi avvenute negli ultimi anni. Non con la tortura, però! Il Parlamento europeo ha, correttamente, ricordato che “ (…) nelle democrazie in cui è intrinseco il rispetto per lo Stato di diritto, la lotta al terrorismo non può essere vinta sacrificando o limitando proprio i principi che il terrorismo cerca di distruggere, in particolare non deve mai essere compromessa la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali; (…) il terrorismo può e deve essere combattuto con mezzi legali e deve essere sconfitto nel rispetto del diritto nazionale ed internazionale”. Il Parlamento europeo, inoltre, con la risoluzione del Febbraio 2007, ha invitato il governo italiano a prendere misure concrete per ottenere l’immediato rilascio di Abou Elkassim Britel. Ho letto che Britel, cittadino italiano in carcere in Marocco dopo 5 anni di catture e processi con norme ben diverse da quelle processuali italiane o conformi alla Dichiarazione Universale dei diritti umani, è in sciopero della fame da oltre un mese. Cento parlamentari europeri ed italiani hanno già chiesto la grazia di Britel essendo l’unico strumento per portare in libertà una persona cui sono stati negati molteplici diritti tutelati dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo.

Sarebbe coerente, a mio modesto avviso, se il Governo Italiano, oltre ad essere felice per il risultato ottenuto con l’approvazione da parte dell’ONU, riuscisse a pretendere chiarezza in merito alla vicenda di Britel e di qualsiasi cittadino italiano sia stato privato ingiustamente, da parte di altri Stati, della dignità, della libertà, del diritto ad un processo equo e giusto. Sarebbe auspicabile se riuscisse ad ottenere tale chiarezza (e, soprattutto, la liberazione) prima che quella persona venga privata anche del diritto alla vita! Doveroso sarebbe, poi, a mio avviso, se il Governo tenesse informati i cittadini che, sicuramente, hanno desiderio di conoscere quali siano gli Stati (e quali siano le misure adottate affinché l’Italia sia rispettata) che hanno violato, oltre che le altre norme dell’ordinamento e del diritto internazionale, principalmente, il principio di sovranità. Roberto Di Napoli

Posted in abou elkassim britel, extraordinary renditions, parlamento europeo, radicali, stato di diritto, tortura e pena di morte | Leave a Comment »