Ho sempre detto e scritto anche su questo mio blog che non si possono esprimere giudizi se non si conoscono le carte, ossia gli atti. Credo, poi, nella presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva. In alcuni casi, anzi, distinguendo la verità storica da quella giudiziaria, sono ancora più garantista: credo nella presunzione d’innocenza ancora oltre il provedimento giudiziario che ritengo, pur sempre, il risultato di un giudizio umano. Fatta questa premessa, consiglio a tutti (vittime e cittadini) di leggere un bellissimo articolo di Riccardo Bocca su "L’Espresso" n. 13 del 3 Aprile 2008. Mi è piaciuto per più di un motivo: innanzitutto perchè apprezzo il lavoro di chi, con coraggio e con evidente passione per il proprio lavoro, assicura a tutti il diritto-dovere di informare e di essere informati. E’ solo l’informazione, infatti, che, davvero, fa paura a chi cerca di nascondere. In secondo luogo, l’articolo mi è piaciuto perchè il caso narrato e sul quale, da quanto mi è dato capire, vi sono indagini da parte della magistratura, manifesterebbe (sempre se quanto denunciato dovesse trovare conferma nei provvedimenti da parte dei giudici competenti) le mie stesse perplessità e i miei dubbi sull’efficienza della struttura di tutela delle vittime di usura ed estorsione. Le denunce di un imprenditore (oggetto dell’interessante servizio), farebbero capire che un membro del Comitato di solidarietà avrebbe accettato un regalo da parte della vittima, a sua volta consigliata da altri, per ottenere con maggiore celerità la seconda parte del beneficio economico cui aveva diritto (non apprezzo, invece, quanto mi è dato di capire, ossia, che la vittima non avrebbe denunciato se avesse ottenuto l’intero beneficio (?); se dovessi avere capito bene, infatti, in tal caso, l’attuale vittima sarebbe, allora, un potenziale corruttore che non avrebbe denunciato se fosse stato interamente soddisfatto).
Non voglio esprimere alcun commento sulla fondatezza della denuncia perchè ciò non spetta a me nè conosco gli atti processuali. Saranno i giudici a valutare se, davvero, un membro del Comitato di solidarietà per le vittime di usura ed estorsione, ha accettato ….. un regalo. Quale figlio di una vittima e quale legale, però, di certo, non ho visto una particolare professionalità nè nelle prefetture nè nell’apposita struttura centrale che dovrebbe essere di coordinamento oltre che di deliberazione dei benefici previsti dalla normativa. Anzi. Ho visto, anche incontrando altre persone offese dall’estorsione bancaria o leggendo vari provvedimenti, l’annullamento di alcuni atti del Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura (che, per legge, presiede il Comitato di solidarietà). Dalla lettura della normativa (che non brilla, a mio avviso, per chiarezza ma, nemmeno, è così confusa da impedire un’interpretazione secondo i criteri di interpretazione della legge) e dalla campagna pubblicitaria, una vittima è indotta a credere che denunciare l’usuraio e l’estorsore conviene sempre e comunque. La mia famiglia, dopo avere denunciato l’usura e l’estorsione bancaria, aveva chiesto al Comitato di solidarietà di accedere ai benefici tramite l’erogazione del mutuo e dell’elargizione. Aveva chiesto anche che venisse sospesa ogni procedura esecutiva ex art. 20 l. 44/99. Una prima volta, nell’ambito di un processo per usura ed estorsione, il Commissario Straordinario aveva rigettato la domanda (sostenendo, con una tesi, oggi, smentita dai giudici competenti, che il fallito non potesse accedere ai benefici; come dire che se l’usuraio o l’estorsore dicesse "pagami sennò ti faccio fallire e, poi, lo Stato non ti può più aiutare", la vittima dovrebbe pagarlo per non perdere i benefici) e il Prefetto di Lecce negato la sospensione della vendita dei beni tra cui l’abitazione della mia famiglia; una seconda volta, ottenuta la sospensione ex art. 20 l. 44/99 in seguito ai pareri conformi del Presidente del Tribunale e del Prefetto di Roma, il Giudice dell’esecuzione di Gallipoli non ne ha voluto prendere atto determinando, così, il 19 Ottobre 2006 lo sfratto dall’abitazione (quel giorno vigeva, addirittura, il blocco degi sfratti, oltre che la predetta sospensione ex art. 20 l. 44/99). Questa è la tutela delle vittime che ho visto nel caso che ha coinvolto la mia famiglia! Spero che il membro del Comitato e gli altri soggetti coinvolti nell’episodio oggetto dell’articolo su "L’Espresso" siano estranei ai fatti denunciati e lo dimostrino. Ritengo inconcepibile, però, dopo vari servizi dei massmedia su casi paradossali di cui sono state oggetto alcune vittime di usura e, forse, anche "dell’antiusura" e, soprattutto, dopo l’annullamento di alcuni atti emanati dagli organi di quella struttura, che il Ministro degli Interni non prenda provvedimenti volti ad assicurare, innanzitutto, il prestigio e l’immagine di trasparenza di cui deve godere, verso l’opinione pubblica, chi ha delicate funzioni, nonché, al fine di garantire anche la massima professionalità, serietà ed equilibrio di chi ha il compito istituzionale di offrire tutela e pronta solidarietà alle vittime (sia di usura ed estorsione criminale che bancaria). Finchè continueranno a verificarsi episodi discutibili quanto quelli accaduti finora, io, così come qualsiasi cittadino, potrei pensare che provvedimenti "singolari" possano essere dettati, piuttosto che da una diversa interpretazione delle norme (anche se la professionalità e seria preparazione che, per legge, devono avere gli addetti alla struttura escluderebbero provvedimenti come quelli, poi, annullati dai giudici), dalle "temporanee" fantasie che può esternare chi, secondo quanto ho capito leggendo quel servizio sulla denuncia dell’imprenditore siciliano, avrebbe pure accettato di partecipare a un festino erotico per accelerare la procedura di risarcimento………E, poi, ci dovremmo scandalizzare se una partecipante a Grande Fratello si fa notare in atteggiamenti "equivoci", solo perchè, quale medico, potrebbe avere leso il prestigio della categoria! Che Paese di mer…..aviglie!!! Roberto Di Napoli


















L’anno scorso, grazie anche al prezioso aiuto dei miei amici "grafici" Diego, Laura e Antonio, nasceva (anzi facevo nascere) questo mio blog (cliccare
E’ stata una puntata davvero interessante, secondo me, quella dedicata, oggi pomeriggio dalle 14 alle 16,30, da "
Da circa un anno ho scoperto le svariate possibilità offerte da internet “a chi vuole parlare”. Il mondo dei blog viene criticato, a volte ingiustamente, per le sciocchezze che, a volte, si scrivono. Ma ciò è fisiologico in una democrazia. Spetta a chi legge o a chi ascolta “discernere”. Credo che sia, però, ancora peggio non avere la possibilità di parlare e di farsi sentire: soprattutto nei momenti più difficili. I blog, i siti internet, i quotidiani on line sono un’enorme ricchezza. Servono anche per conoscere ed essere informati su ciò che, per mille motivi (a volte giustificati, a volte meno “nobili”), i media tradizionali (radio, televisione, giornali) tacciono. Pur avendo, ciascuno, l’obbligo di non varcare i limiti imposti a tutela dell’onore e della reputazione altrui (visto che, in Italia, esistono ancora i cd. reati d’opinione), ritengo che le possibilità concesse dalla rete costituiscano la vera attuazione del diritto alla libera manifestazione del pensiero sancito dall’art. 21 della Costituzione. Chi non comprende l’importanza di questa risorsa –o non ne fa buon uso- deve sapere che se, un giorno, volesse far conoscere un dramma oppure un’idea o i motivi di una protesta, non è per niente facile, in mancanza di internet e di qualsivoglia strumento d’informazione, manifestare “il proprio pensiero” pubblicamente, al di fuori del proprio condominio. Se, poi, ci sono “fattori esterni” cui può dare fastidio una determinata voce o il contenuto, ci si accorgerà che dovrà lottare anche per potere parlare.