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Archive for the ‘estorsione’ Category

… a proposito di usura ed estorsione. Nessuna provvisionale senza il parere del PM? TAR Campania accoglie il ricorso della vittima di estorsione

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 7 giugno 2012

Un mese fa circa, in un mio precedente post (cliccare qui per leggerlo), avevo espresso alcune mie considerazioni ritenendo singolare che le vittime di usura e racket (quasi sempre danneggiate dal punto di vista patrimoniale e non) debbano rivolgersi ai giudici amministrativi per ottenere ciò che un’apposita struttura, quale quella dell’ufficio del Commissario Straordinario del Governo col  Fondo di solidarietà (i cui costi sono a carico dei contribuenti), dovrebbe assicurare nel rispetto della normativa. Nello stesso post ricordavo soltanto alcune delle sentenze emesse da vari Tar che hanno annullato alcuni provvedimenti emessi dal Commissario del Governo: ciò senza nascondere la mia amarezza nel constatare che le vittime -le cui istanze dovrebbero essere valutate con la massima prudenza ed attenzione da parte della P.A. nel rispetto della persona umana, delle sue necessità quotidiane e in conformità con la ratio della normativa- debbano, invece, lottare anche contro provvedimenti che, per essere, poi, annullati dai giudici amministrativi, quantomeno suscitano alcuni interrogativi sull’efficienza di una struttura (costosa).

Nei giorni scorsi, il TAR Campania ha emesso una sentenza con la quale, ancora una volta, i giudici amministrativi hanno annullato un decreto emesso dal Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura (cliccare qui per leggere il testo integrale della pronuncia).

Il “fatto”. Nel caso oggetto del ricorso, la vittima era un giovane imprenditore che, esasperato dalle continue e puntuali richieste di denaro da parte di alcuni estorsori, dopo averli denunciati, domandava l’accesso ai benefici economici previsti dalla normativa di tutela delle vittime di usura ed estorsione (leggi 108/1996 e 44/99). Veniva instaurato un procedimento penale ma, nel 2007, gli stessi soggetti riprendevano ad avanzare le illecite pretese con minacce che venivano, nuovamente, denunciate dalla vittima a tal punto da determinare l’arresto e la conseguente condanna all’esito di due diversi processi. Malgrado gli accertamenti effettuati su disposizione del Commissario del Governo e della Prefettura avessero confermato il danno patrimoniale patito dalla vittima consistito, soprattutto, nel calo del fatturato, nel 2009, tuttavia, il Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura emetteva un decreto di rigetto della somma richiesta a titolo di provvisionale. Tale provvedimento era fondato, principalmente, su una circostanza: l’art. 17, quarto comma, l. 44/99, prevederebbe, ai fini della concessione della provvisionale, il parere del P.M. titolare delle indagini. Nel caso di specie, il P.M. aveva, più di una volta, dichiarato di non essere in grado di esprimere un parere essendo, il procedimento, in fase di indagini.

Avverso tale decreto, nel dicembre 2009, la vittima, da me difesa, proponeva ricorso al TAR Campania. Motivo dell’impugnazione, principalmente, l’errata e paradossale interpretazione data alla norma di cui all’art. 17, quarto comma, l. 44/99. Il P.M. non aveva formulato un parere (né positivo né negativo), bensì, aveva dichiarato di non essere in grado di esprimersi essendo il processo in fase di indagini. Pur a prescindere da tale ultima circostanza, tale affermazione equivaleva, secondo la difesa della vittima, a un “non parere”, ragion per cui l’iter volto alla concessione della provvisionale doveva procedere in ossequio a quanto previsto dalla stessa disposizione (che sancisce che, nel caso in cui il P.M. non si pronunci entro 30 giorni, il procedimento deve proseguire).

La decisione del TAR. Con la sentenza emessa il 1° Giugno 2012, i giudici amministrativi hanno accolto la tesi difensiva del ricorrente riconoscendo, in effetti, che la norma di cui all’art. 17, quarto comma, l. 44/99 non prevede un “parere favorevole” da parte del P.M. bensì che debba, esclusivamente, essere sentito. “La mancata espressione del parere sollecitato dall’autorità procedente, diversamente da quanto opinato da quest’ultima, non è di per sé preclusiva della concessione del beneficio, rispetto alla quale l’autorità deve comunque determinarsi, tanto più che proprio l’ultima parte del quarto comma dell’art. 17 prescrive espressamente che << il procedimento relativo alla concessione della provvisionale prosegue comunque nel caso in cui il pubblico ministero non esprima il parere nel termine suddetto ovvero nel caso in cui il pubblico ministero comunichi che all’espressione del parere osta il segreto relativo alle indagini>> (…)”. I giudici amministrativi hanno, pertanto, annullato il provvedimento di diniego condannando l’amministrazione alle spese di giudizio.

Un principio importante, dunque, quello correttamente affermato  giudici amministrativi soprattutto se si considera il diritto-dovere civico di denunciare l’usuraio o l’estorsore ma, al tempo stesso, la durata dei procedimenti penali o civili. Si è già verificato troppe volte che l’estorsore sia più veloce dello Stato e che, finchè si arrivi all’esito dei giudizi, il delinquente sia libero e felice, mentre, invece, la vittima che ha colto l’invito a denunciare confidando nella giustizia e nello Stato, abbia, invece, subito la distruzione dell’impresa o altri pregiudizi anche di carattere non patrimoniale. E’ evidente che tale paradosso non sarebbe compatibile con uno Stato di diritto. La sentenza del TAR -anzi, i provvedimenti emessi dai giudici amministrativi visto che altri simili, in favore delle vittime, ve ne sono stati negli ultimi anni che, analogamente, hanno correttamente interpretato la normativa- conferma, comunque, che le vittime devono continuare a denunciare l’usuraio e l’estorsore confidando nello Stato.

Per leggere la sentenza integrale cliccare qui.

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AAA può essere il rating dell’impresa che denuncia l’illegalità pure nei confronti di banche o può essere solo una sigla seguita da “cercasi banca sensibile verso chi contesta abusi bancari”?

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 17 febbraio 2012

Ho letto che il delegato nazionale Confindustria per la legalità, Antonello Montante, si è fatto promotore di un’iniziativa soprannominata “rating di legalità” (per leggere l’articolo sul sito di Panorama, cliccare sul link indicato sotto al presente post): idea apprezzabile ma ancora più utile sarebbe, a mio avviso, se si tenesse maggiormente in considerazione ogni “illegale” o “illecito” ostacolo  all’attività imprenditoriale e il coraggio di chi denuncia. Di fronte a banche che, nell’istruttoria finalizzata alla concessione di finanziamenti o anticipazioni richieste, sono solite valutare il rating dell’azienda, attraverso, principalmente, l’analisi del bilancio e del rischio, il delegato di Confindustria ha proposto di ampliare i criteri con viene giudicata l’affidabilità sollecitando, in particolare, una maggiore attenzione affinché sia considerato il fatto che quell’azienda ha denunciato l’illegalità. Un’iniziativa, ripeto, che condivido sia per evitare che le imprese -come dichiarato da Montante in un’intervista a Panorama- si trovino di fronte ad un “drammatico dilemma: rivolgersi agli usurai o cessare l’attività” sia per l’obbligo che si dovrebbe avere di “tenere in vita le piccole e medie imprese che sono la memoria del Paese” .

Ho, però, la sensazione che non si tenga conto o si sottovaluti il fenomeno degli abusi bancari di cui sono -o sono state- vittime migliaia di imprese e famiglie. Non si può, ancora oggi, ignorare che in ogni parte d’Italia ci sono migliaia di esecuzioni immobiliari o cause di opposizione a decreti ingiuntivi aventi origine in pretese, da parte di banche, fondate su titoli nulli (come, ad esempio, i mutui stipulati per estinguere posizioni debitorie su conti corrente con la stessa banca mutuante) o su saldi passivi determinatisi a causa dell’addebito, nel corso degli anni (o di decenni), di interessi, commissioni od oneri non pattuiti coi criteri imposti dalla legge e capitalizzati trimestralmente fino a divenire usurari. Si è già verificato, più volte (e lo confermano le sentenze ottenute dal 1999 ad oggi), che, all’esito dei lunghi giudizi, l’impresa o l’utente bancario si rivela creditore e non debitore della banca. Nel frattempo, però, l’impresa è fallita o il cittadino è esausto e privo di forze dal momento che nemmeno riesce ad iniziare una nuova attività a causa di illegittime segnalazioni presso le “centrali rischi”.

Ci sono, già da anni, “accordi quadro” firmati da Abi, banche, Ministero dell’Interno e Prefetture per il sostegno alle vittime di usura ed estorsione. Quando il correntista, o, in genere, utente bancario, però, risponde alla lettera di revoca del fido chiedendo alla banca di rideterminare la posizione contabile applicando quanto sancito dalla legge o i principi affermati dalla giurisprudenza unanime, mi è capitato di vedere, al massimo, solite lettere standard con le quali si ignorano o si smentiscono gli stessi principi affermati dai giudici.  A cosa servono, allora, gli accordi quadro se l’utente, dopo essere stato costretto a denunciare per usura o estorsione i responsabili di una banca o, comunque, dopo avere contestato il saldo passivo perchè non lo ritiene validamente determinatosi, trova tutte le porte chiuse?

Condivido, quindi, e apprezzo la proposta del delegato nazionale della Confindustria di far tenere in considerazione, nella valutazione del rating, anche il fatto che quell’impresa ha denunciato l’illegalità.

Non leggendo alcun accenno agli abusi bancari mi chiedo, però: bisogna considerare, ancora, come se fosse un dogma, l’infallibilità della banca, l’impossibilità che questa commetta usura o estorsione, o si può (si deve), invece, prendere atto delle svariate denunce presentate da imprenditori coraggiosi e delle innumerevoli sentenze civili che, negli ultimi anni, hanno riconosciuto, spesso, il debito e non il credito delle banche per l’illegittimo addebito di interessi, commissioni ed oneri anatocistici od usurari? Eppure il Consiglio di Stato, anni fa, in un parere, ha ritenuto equiparabile l’usura bancaria a quella criminale! A volte, poi, sono le stesse pretese (giuste o meno che siano) che possono spingere l’utente più debole o disperato a rivolgersi agli usurai. Proprio giorni fa, ad esempio, su La Gazzetta del Mezzogiorno, è stata pubblicata la notizia di una storia comune a tanti: un imprenditore che, di fronte alle richieste perentorie di un direttore, si è chiesto se deve essere costretto a rivolgersi agli strozzini. Sul sito de “Il Corriere della Calabria”, oggi, poi, è stato pubblicato che a Roma lo storico “Cafè de Paris” di Via Veneto, “meta preferita non solo da Fellini negli anni della “Dolce Vita”  ma, evidentemente, anche della ‘ndrangheta nelle cui mani era finito, mentre prima trovava aperte le porte degli istituti bancari, ora, invece, che è stato confiscato e restituito allo Stato, ha difficoltà

E’ auspicabile, allora, che il rating delle imprese che si oppongono alle richieste di somme non dovute o superiori a quelle consentite, pur quando provengano da banche (o da banchieri), sia, un giorno, classificato con quella triplice AAA con cui, in genere, le agenzie classificano gli Stati o le imprese maggiormente affidabili e prive di rischio. In Italia, però, finchè la situazione resta come quella attuale in cui si consente alle banche e ai loro responsabili, impunemente (se non, addirittura, premiandoli con “premi alla carriera”), di distruggere o far fallire imprese con i conseguenti pregiudizi al diritto di proprietà degli imprenditori, al lavoro dei dipendenti e al risparmio o agli utili dei soci od investitori  (quando non, addirittura, alla salute e alla vita visto che non sono pochi gli imprenditori che si sono ammazzati, negli ultimi anni, a causa della crisi o del negato accesso al credito)- temo che AAA possa, soltanto, essere una sigla che preceda una richiesta: AAA cercasi banca disponibile a sostenere chi si ribella ad indebite richieste bancarie. 

Cliccare qui per leggere l’articolo pubblicato sul sito web di Panorama dal titolo “Confindustria: la tripla A delle imprese antimafia“;

cliccare qui per leggere la notizia pubblicata sul sito de La Gazzetta del Mezzogiorno “Imprenditore denuncia «Costretto dalla banca a rivolgermi agli usurai»“;

cliccare qui per leggere l’articolo sul sito de Il Corriere della Calabria “Banche avare con il “Café de Paris.

Posted in anatocismo, banche, Confindustria, crisi, estorsione, fainotizia, lotta alla mafia, mafie, protocolli imprese per contrasto a mafia e illegalità, stato sociale, usura, usura ed estorsione bancaria, vittime, welfare | 7 Comments »

Al lago di Piediluco (Terni) un interessante incontro sull’usura bancaria e sul ruolo dello Stato (a tutela del cittadino?)

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 1 giugno 2011

Sono stato lieto di essere stato invitato, quale relatore, ad un interessante convegno sull'usura bancaria organizzato sabato scorso 28 Maggio nella splendida cornice del paesaggio umbro del Lago di Piediluco (Terni).PIC-0154
Molto approfondita l'analisi di Gianni Correggiari, vice segretario Nazionale di Forza Nuova, che ha esposto le problematiche legate alla sovranità monetaria, e del collega avv. Antonio Pimpini che ha parlato del signoraggio e delle conseguenze sull'indebitamento pubblico ricordando anche alcune sentenze in materia. Nel corso del mio intervento, ringraziando, tra l'altro, gli organizzatori per avere anche "ospitato" in sala la III edizione del mio libro "Anatocismo e vizi nei contratti bancari", Maggioli, 2010, ho cercato di ricordare a chi non ne avesse mai sentito parlare gli effetti nefasti per l'imprenditore, consumatore ma, in generale, per l'economia del Paese, dei vizi bancari; quali siano su un'apertura di credito gli effetti della capitalizzazione degli interessi; i paradossi delle azioni giudiziarie od esecutive volte alla pretesa di somme non dovute; gli strumenti per difendersi e le difficoltà pratiche dovute, spesso, sia ai conflitti di interesse che a provvedimenti normativi "ideati", come avvenuto recentemente, da una classe politica che non sempre si è rivelata, in materia di abusi bancari, rispettosa di quanto stabilito dai giudici in oltre un decennio nè, tantomeno, sensibile alle esigenze dei più deboli e, in generale, dei cittadini. convegno Terni 29 Maggio 2011

Particolarmente interessanti, poi, le testimonianze di Manuela Tenti, Presidente dell'associazione Ci.co.ar, che ha ricordato le sofferenze e, perfino, i suicidi di persone disperate a causa dell'usura bancaria, di Martino Morsello, imprenditore di Marsala e padre di Antonella -che ha introdotto il convegno- che ha raccontato la storia e l'odissea giudiziaria di cui ha raccontato essere stata vittima la sua impresa e di Andrea Rossi, imprenditore. L'incontro, che è stato integralmente registrato da  Radio Radicale dal cui sito può essere ascoltato integralmente, si è concluso nel pomeriggio dopo avere dato spazio a domande e interventi dei partecipanti.
La notizia del convegno è stata riportata anche su Il Giornale del 27 Maggio 2011 (pg. 10) e su Il corriere dell'Umbria del 1° Giugno 2011.
 

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Miei interventi sui rapporti tra banche ed utenti e sul ruolo dello Stato nella difesa del più debole.

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 26 gennaio 2011

Contribuire a diffondere informazioni, notizie od opinioni su temi così importanti per l'economia e per gli stessi diritti civili credo sia sempre utile.
Ringrazio, pertanto, il movimento Alba Mediterranea (su youtube Albamed) sia per avere apprezzato la III edizione del mio libro "Anatocismo e vizi nei contratti bancari", Maggioli, 2010 (cliccare qui per vedere il video) sia per avere richiesto una mia opinione in merito ai rapporti tra banche ed utenti e sul ruolo dello Stato nella difesa della parte più debole.
I video dei miei interventi possono vedersi, oltre che sul canale di Alba Mediterranea su Youtube (Albamed) e sul mio (BlogRobertoDiNapoli oppure cliccando sull'icona youtube, nella colonna a destra), direttamente cliccando sulle immagini sotto. Roberto Di Napoli


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“Parliamo agli italiani di loro, non di noi”? No, onorevole, gli italiani sono stanchi delle parole: raccontate i “fatti”!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 25 settembre 2010

Leggendo la biografia pubblicata su internet, ho le sansazione, pur non conoscendolo personalmente, che l'on. Bersani sia una persona perbene, un politico onesto e che possa ricordare cosa significhino i sacrifici che affrontano quotidianamente migliaia di italiani: far trovare un piatto caldo alla famiglia, pagare le bollette delle utenze domestiche, le tasse, il desiderio di consentire ai figli la migliore istruzione e i costi per l'università, l'affitto o le rate del mutuo.
Temo, però, che, che gli impegni parlamentari, i comizi, gli scontri tra maggioranza e opposizione -se non, addirittura, all'interno dello stesso partito- allontanino quasi sempre i "politici" dalla triste realtà in cui si trovano milioni di cittadini e, spesso, quando appaiono onnipresenti, in ogni angolo del Paese, il loro stringere la mano o il pronunciare qualche "bella" frase (magari a voce un pò più alta), sia un tentativo ingenuo di affascinare il pubblico riuscendo, però, solo a far commuovere qualche elettore troppo sensibile.
La gente, invece, credo sia esasperata; eppure, con grande dignità e coraggio, affronta, ogni giorno, difficoltà incomprensibili o dimenticate dai politici.
Ho letto la sintesi dell'intervento dell'on. Bersani alla direzione del PD pubblicata su facebook e sul proprio blog. Ho pubblicato, su entrambi i siti, un mio commento che ritrascrivo di seguito.
Ripeto: non è una critica personale verso l'on. Bersani ma una mia opinione in merito all'attività di tutti i politici.
Credo che per poter parlare lealmente "agli italiani" e "di loro" bisognerebbe vivere un pò come vive la maggiorparte, condividerne le difficoltà e capire quali siano le loro reali ed immediate esigenze. Dovrebbero, forse, i politici, entrare e soggiornare qualche giorno in qualche casa (possibilmente senza far svuotare il frigorifero già povero) e vedere le difficoltà o i paradossi che affrontano, ogni giorno, imprenditori, operai, dipendenti, insomma, cittadini semplici ma che, in silenzio, con dignità, con coraggio e spinti dall'onestà, diventano, ogni giorno, i veri eroi sui quali, per fortuna, si fonda la parte sana del Paese: a prescindere dalle chiacchere!

Trascrivo di seguito il mio commento alla nota pubblicata dall'on. Bersani su facebook e sul suo blog sui quali anche altri cittadini hanno scritto la loro opinione. Ho chiesto, in particolare, al leader PD di occuparsi maggiormente della tutela di cui necessitano le vittime di usura ed estorsione bancaria. Sono certo che l'on. Bersani non resterà indifferente. Roberto Di Napoli
 

"Caro Onorevole, abbiamo scambiato qualche parola due anni fa a Castenedolo (BS) in occasione della presentazione di un libro di Cazzullo ma e' ovvio che non si ricorda di me e poco importa. Credo che gli italiani siano stanchi di sentire "parlare". Sarebbe piu' utile vedere il minimo contributo nella risoluzione dei loro problemi quotidiani. Lo sa che ci sono esecuzioni immobiliari o procedure fallimentari instaurate da banche per ottenere somme determinate da addebiti vietati dalla legge e dalla giurisprudenza ma che continuano a distruggere l'economia oltre alla serenita' e salute di imprenditori e famiglie costrette a lasciare l'azienda o sbattute fuori casa??? E poi gli amministratori delle banche, oltre ad essere impuniti e a godere di stipendi milionari, prendono liquidazioni da capogiro!!! Voi stessi politici incentivate le vittime a denunciare l'usuraio o l'estorsore! E poi? Esiste una struttura quale il Fondo di solidarieta' per le vittime dell'usura: dia un'occhiata su internet -o se vuole Le fornisco un pò di documenti- e si domandi se e' tollerabile che le vittime debbano ricorrere, spesso, ai giudici amministrativi per ottenere cio' che una costosa struttura dovrebbe dare in pochi mesi.Perche' non affrontate questi problemi concreti? E'all'esame della Camera dei Deputati un progetto di riforma della legge antiusura, gia' approvato al Senato, che potra' generare ancora piu' equivoci di quelli sorti con l'attuale legge. Nel mio piccolo, da giurista, avvocato e cittadino, ho proposto con petizione (n.672) trasmessa in Commissione Giustizia vari suggerimenti per emendamenti: vari suoi colleghi parlamentari li hanno condivisi firmandoli. Con un altro suo collega, on. Scilipoti (IDV), abbiamo fondato il Forum Nazionale Antiusura bancaria che unisce cittadini, imprenditori, professionisti ed e' aperto a qualunque altro politico o cittadino disposto a sostenere la comune battaglia. Perche' voi tutti parlamentari non cominciate a impedire che banche munite di titoli spesso riconoscuti invalidi dalla giurisprudenza distruggano persone o imprenditori? Finora solo leggi a tutela di banche e mai degli utenti vessati, vittime di anatocismo (consentito dal 2000 in poi a causa di un decreto legislativo approvato nell'agosto 1999 dal governo di centrosinistra)e usura. Cominciate anche voi realmente a dimostrarvi vicini ai cittadini e, soprattutto, alle vittime di usura bancaria e ai più deboli. Fate cio' che dite: anche voi politici, denunciate l'usuraio (bancario). Denunciare conviene, no??? Basta con le parole; siate del PDL o del PD, di qualsiasi partito, andate a vedere come vivono migliaia di persone; come vivono o cosa possono subire quanti pretendono giustizia e legalità e subiscono ritorsioni quando denunciano poteri forti o comitati d'affari. E' di questo che l'Italia ha bisogno: di politici che, davvero, perseguano l'interesse pubblico. Ma per farlo realmente credo che bisognerebbe immedesimarsi un pò nelle esigenze quotidiane dei comuni mortali. Dovreste, forse, rinunciare a qualche comizio e andare in casa di qualche italiano, di qualche vittima di malagiustizia o di malasanità o nelle imprese a vedere quali sono i problemi degli imprenditori (non sempre meno gravi di quelli dei dipendenti). Fermatevi qualche giorno in quelle case o in quelle imprese. Sono certo che se tutti i politici (di destra o di sinistra) facessero questo si tornerebbe ad una dialettica parlamentare realmente costruttiva e ne trarrebbero beneficio tutti gli italiani, soprattutto i più bisognosi. Roberto Di Napoli"
 

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Convegno e presentazione del mio libro

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 3 agosto 2010

foto 2Sono rimasto molto contento nel vedere, lo scorso 27 Luglio, la sala del Refettorio della Biblioteca della Camera dei Deputati piena di amici, professionisti ed imprenditori durante il convegno su "La tutela delle imprese e dei consumatori nei rapporti bancari" organizzato da Angel Company, associazione di promozione sociale fondata dal dott. Luigi Bonatesta e dall'avv. Giusy Cervellera. I lavori (sarà disponibile presto il video cliccando qui) sono stati introdotti dalla Presidente di Angel Company, avv. Cervellera, ricordando le difficoltà quotidiane cui devono far fronte imprenditori e consumatori non solo a causa delle difficoltà nell'accesso al credito, bensì anche nel doversi difendere da pretese da parte delle banche che, all'esito dei giudizi -purtroppo non brevi- non sempre si rivelano legittime. Sono, quindi, intervenuti l'on. Domenico Scilipoti, Deputato IDV e Presidente del Forum Nazionale Antiusura Bancaria, il quale ha ricordato il ruolo di fondamentale importanza che, in una società, dovrebbe essere riconosciuta alla persona e, dunque, al consumatore, nonchè il significato del rispetto della dignità umana, oggi, invece, trascurato in favore dell'individualismo e della logica del profitto; l'avv. Rosa Ierardi, presidente di A.G.R. -associazione giuristi romani-, che ha esposto gli strumenti offerti dall'ordinamento al fine di consentire anche al non abbiente, e, dunque, in alcuni casi anche all'imprenditore, la possibilità di difendersi in giudizio attraverso l'istituto del patrocinio a spese dello Stato; il dott. Pietro Nigris Cosattini, magistrato di Cassazione, già giudice presso la Corte d'Appello di Roma presso la sezione famiglia, il quale ha evidenziato alcune importanti pronunce in materia di vizi nei rapporti bancari e l'importanza dell'informazione affinchè gli strumenti di tutela offerti all'imprenditore o consumatore siano effettivamente conosciuti.

Sono rimasto molto felice, poi, oltre che per la presenza dei più cari amici e di tante altre persone che, foto 5partecipando, hanno manifestato interesse al tema, nel constatare, malgrado la modestia del mio lavoro, l'apprezzamento del mio "Anatocismo e vizi nei contratti bancari" , edito da Maggioli Editore, la cui III edizione è stata presentata nel corso del convegno.
 

E' un lavoro, la cui prima edizione è uscita nel 2005, col quale, ricordando la normativa e le più importanti e recenti sentenze in materia, ho cercato di fornire un ausilio a colleghi, professionisti e a quanti vogliano essere informati, oltre che sulle azioni esercitabili al fine di ottenere la restituzione di quanto addebitato nel corso del rapporto, anche sugli strumenti offerti dall'ordinamento al fine di contestare quelle pretese avanzate da banche che, invece, secondo la legge e giurisprudenza, non sono tutelabili .
Mi appare superfluo dire che vedere persone chefoto 4, in un pomeriggio afoso di fine Luglio, manifestano l'interesse a partecipare ad un convegno e ad una presentazione di un testo giuridico, oltre che rendere felice per l'affetto dimostrato, incoraggia e stimola ulteriori riflessioni e incontri sul tema.
Ringrazio, oltre a quanti, pur non potendo presenziare materialmente, hanno apprezzato l'iniziativa, la redazione del
Corriere della Sera, de La Gazzetta del Mezzogiorno e di Giustizia Giusta per l'attenzione dedicata. Roberto Di Napoli
 

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Roma 27 Luglio, Biblioteca Camera dei Deputati: Convegno e presentazione del mio libro “Anatocismo e vizi nei contratti bancari”

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 24 luglio 2010

LOCANDINA 27 luglio 10Martedì 27 Luglio p.v. , presso la sala del Refettorio della Biblioteca della Camera dei Deputati, a Roma in Via del Seminario 76 (cliccare qui per vedere come raggiungerla), dalle ore 18 alle 20, Angel Company -associazione di promozione sociale vincitrice del bando Principi Attivi Regione Puglia– organizza un incontro, con autorevoli relatori, su "La tutela delle imprese e dei consumatori nei rapporti bancari".
Nel corso di tale incontro verrà presentata la III edizione del mio volume "Anatocismo e vizi nei contratti bancari", edito da Maggioli Editore.

Introducono: Avv. Antonio Conte (Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma); Avv. Giusy Cervellera (Avvocato in Roma – Presidente e Fondatrice di Angel Company);
Coordina i lavori: Dott. Luigi Bonatesta (dottore commercialista e revisore dei conti – Vice Presidente e fondatore di Angel Company).
Intervengono: On. Dott. Domenico Scilipoti (Deputato e Presidente del Forum Nazionale Antiusura Bancaria); Dott. ssa Serena Visintin (Assessore alla Provincia di Roma per la politica del personale, tutela del consumatore, lotta all'usura); Avv. Rosa Ierardi (Avvocato in Roma – Presidente di A.G.R. Associazione Giuristi Romani); Dott. Cons. Pietro Nigris Cosattini (Magistrato di Cassazione. Già consigliere presso la Corte d'Appello di Roma); Avv. Roberto Di Napoli (Avvocato in Roma; autore del volume "Anatocismo e vizi nei contratti bancari").
Prevista, inoltre, la partecipazione di imprenditori, professionisti e vittime di usura bancaria.

Mi farebbe molto piacere averVi in tale occasione e sono certo che, apprezzando l'iniziativa, diffonderete agli amici o, comunque, agli interessati all'argomento.


Per ovvie ragioni organizzative, è gradita, anche fino alla medesima giornata del 27 Luglio p.v., conferma della Vostra presenza col nominativo dei partecipanti.

L'accesso è libero fino ad esaurimento posti previa gradita prenotazione da confermare mediante commento a questo post oppure via email all'indirizzo info@angelcompany.it o via fax al n. 0625210926 o anche telefonicamente al cell.: 3333901937
 

PROGRAMMA

Si parla, spesso e giustamente, della necessità di tutelare i cittadini di fronte ai predominanti interessi di banche e multinazionali.

Associazioni dei consumatori, codice del consumo e, seppur molto discutibili nella forma e nella sostanza, le cd. “class action”, rendono meno tortuose le possibilità di tutela e difesa . Con ciò non si ritiene che il consumatore sia perfettamente adeguato e tutelato, bensì, che esiste, di certo, rispetto al passato, una reale cognizione delle problematiche.

La crisi economica tuttora in corso, poi, avrebbe dovuto rendere centrali, soprattutto nel sistema Italia, le necessità di tutela delle piccole e medie imprese. Parlando in termini pratici, invece, è come se non fossero completamente avvertite le difficoltà cui devono far fronte quotidianamente gli imprenditori.

Preoccupante è infatti il dato relativo alle imprese fallite, o che, comunque, hanno aperto negli ultimi mesi procedure concorsuali: dato che non è affatto in diminuzione. Nell'ultimo trimestre 2009 si sono registrate circa 2.900 procedure fallimentari, +15% rispetto allo stesso periodo 2008, trimestre in cui si era già registrato un aumento di fallimenti del 43% rispetto al 2007. Tale incremento ha coinvolto soprattutto il Nord e, appunto, le piccole e medie imprese. A tali dati si abbina un'altra realtà non di certo confortante. Trattasi dei dati relativi all'accesso al credito specifico delle PMI. Ad un'impresa su cinque è stato completamente negato il prestito bancario, e l'83% delle banche ha mantenuto inalterati i rigidi standard creditizi: ciò ha paradossalmente comportato la diminuzione della domanda dei prestiti.

Eppure non sempre l'imprenditore o consumatore, emarginato dal sistema bancario a causa, magari, delle segnalazioni alla Centrale Rischi, è realmente debitore. Non sono pochi, infatti, i casi nei quali, all'esito dei giudizi, il saldo si è rivelato a credito del cliente o, comunque, inferiore a quanto risultante dall'estratto conto gravato, nel coso del rapporto, di interessi ed oneri in realtà non dovuti.

Appare ormai consolidato, poi, l'orientamento della giurisprudenza in merito alle segnalazioni a sofferenza presso la centrale rischi.

Orientamenti indubbiamente a tutela degli imprenditori, che però continuano a scontrarsi con le posizioni degli istituti di credito, e soprattutto con le difficoltà dovute alle lungaggini del sistema giudiziario italiano.

Nel corso dell’incontro verrà presentato il volume scritto dall’Avv. Roberto Di Napoli “Anatocismo e vizi nei contratti bancari”, giunto alla III edizione ed edito dalla prestigiosa e “storica” Maggioli Editore.

Il volume che ha già venduto migliaia di copie nelle precedenti edizioni (già recensite e pubblicizzate su vari quotidiani, come Il sole 24 Ore, Italia Oggi e su vari siti internet, oltre che essere presente nelle principali biblioteche come emerge dal sito dell'indice bibliografico nazionale), è di particolare importanza in questo periodo di crisi economica e di difficoltà nell'accesso al credito.

Vengono affrontati, infatti, con stile e linguaggio molto semplice ed accessibile anche ai non professionisti, i vizi più diffusi nei rapporti bancari e le modalità per difendersi dalle pretese illegittime.

Uno dei motivi per i quali, ogni giorno, falliscono non poche imprese e varie famiglie sono costrette a rilasciare la propria abitazione o i propri beni, è proprio il costante ricorso, da parte di banche, ad azioni esecutive pur quando il contratto è palesemente nullo o i rapporti sono viziati da addebiti effettuati, nel corso del rapporto, in violazione di quanto sancito dalla legge. Non sempre, infatti, l'imprenditore o il cittadino conosce come contestare tali pretese illegittime e, spesso, quando decide di rivolgersi al giudice è troppo tardi od è ormai distrutto a causa delle già avvenute segnalazioni presso le varie centrali rischi. 

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25.6.10,Palazzo Marini (Camera dei Deputati).In centinaia al I°convegno del Forum Naz. Antiusura Bancaria. Mio intervento

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 2 luglio 2010

foto 1La partecipazione di centinaia di persone al I° convegno del Forum Nazionale Antiusura Bancaria tenutosi sabato scorso 25 Giugno a Roma presso la Sala delle Conferenze di Palazzo Marini (Camera dei Deputati) ha incoraggiato ancora di più il Forum, fondato mesi fa -con l'ausilio dell'on. Scilipoti che ne è il Presidente- da rappresentanti di varie associazioni, da professionisti, imprenditori e numerose vittime di usura bancaria
(Nella foto accanto, gentilmente fornita da Marco Chinellato, da sinistra a destra: Emidio Orsini, Gianni Chinellato, io e Francesco Petrino).

Considerato lo sciopero nei servizi di trasporto non immaginavo tanta affluenza. Sono rimasto molto contento, invece, nel vedere l'interesse di vittime arrivate da ogni parte d'Italia che hanno riempito la sala costringendo numerose persone a restare in piedi. Vedere centinaia di vittime che, pur distrutte dall'usura bancaria e dai paradossi della giustizia italiana, hanno conservato la più grande ricchezza, ossia, la dignità e la forza di combattere contro le ingiuste pretese, ha un preciso significato: significa che in questo Paese ci sono tantissime persone perbene stanche ma pronte a manifestare solidarietà.

Nella qualità di membro del comitato esecutivo del Forum e di coordinatore del gruppo di lavoro (insieme al Prof. Petrino e ai colleghi Cozza e Peca) che ha redatto il testo di proposta di legge di modifica dell'art. 50 del Testo Unico Bancario e di alcune norme del codice di procedura penale relative ai termini per la proposizione dell'opposizione alla richiesta di archiviazione (proposte di legge già depositate alla Camera dei Deputati dall'on. Scilipoti e aventi numero 3523 e 3526), ho illustrato la ratio della modifica e, sia pur sinteticamente, gli strumenti attualmente offerti dall'ordinamento giuridico al fine di contrastare le pretese illegittime.

convegno forum 2(Nella foto di Marco Chinellato, al centro: l'on. Scilipoti)
 

Nel corso del mio intervento ho manifestato alcune mie considerazioni. E' assurdo che la giustizia sia velocissima nelle esecuzioni immobiliari che distruggono migliaia di persone e famiglie e hanno fatto fallire l'economia italiana:  anche se, da ormai oltre un decennio, la giurisprudenza sia costante nel ribadire l'illegittimità di varie clausole contrattuali e malgrado all'esito dei lunghissimi giudizi, quasi mai, il credito vantato dalla banca corrisponde a quanto accertato dal giudice . L'ordinamento offre vari strumenti giuridici per contrastare le indebite pretese. Il problema è che la gente, gli imprenditori che devono pensare a lavorare, spesso, non ne sono a conoscenza o non hanno nemmeno la forza di recarsi dall'avvocato.

E' per questo che si rende necessaria l'approvazione urgente, da parte del Parlamento, della proposta di legge voluta dal Forum Nazionale Antiusura Bancaria e firmata dall'on. Domenico Scilipoti che si è rivelato particolarmente sensibile alle vittime. E' una proposta di legge -ho fatto presente nel corso del mio intervento- con la quale si chiede la modifica dell'art. 50 del Testo Unico Bancario che, attualmente, consente alle banche di ottenere il decreto ingiuntivo sulla base dell'estratto conto e di una semplice dichiarazione di un funzionario il quale attesta che il credito corrisponde alle scritture contabili della banca. Il più delle volte -ho ricordato- si verifica che quando l'apparente debitore propone opposizione, all'esito del giudizio, come detto, il credito accertato non corrisponde a quello vantato dalla banca. Nel frattempo, però, l'impresa o la vittima è distrutta e nessuno, di certo, può risarcire la perdita della serenità. Con la modifica dell'art. 50 del T.U.B. si chiede l'inserimento di alcuni commi che prevedono che nel caso in cui, all'esito del giudizio, la pretesa della banca si scopra essere stata superiore del 10 %, essa debba risarcire automaticamente una somma pari al triplo del credito ingiunto e il giudice civile debba trasmettere gli atti al Procuratore della Repubblica per i delitti di usura ed estorsione. E', certamente, una pena severa ma lo scopo -ho precisato- è proprio quello di disincentivare condotte che, oltre che delittuose, sono contrarie alla buona fede contrattuale, determinano danni ingenti all'utente e, soprattutto, hanno determinato la distruzione di migliaia di imprese: insomma, dell'economia italiana. Con la modifica dell'art. 50 T.U.B., recependosi quanto più volte affermato dalla giurisprudenza, si prevede, inoltre, che, laddove il credito ingiunto sia contestato, la banca non possa procedere alla segnalazione a sofferenza presso la Centrale dei Rischi della Banca d'Italia oppure deve segnalare che il credito è contestato.
 
Con autonoma proposta di legge (n.3526) già firmata e depositata dall'on. Scilipoti si chiede, inoltre, la modifica di alcune norme del codice di procedura penale al fine di consentire l'opposizione alla richiesta di archiviazione nel termine di 30 giorni (e non in quello, insufficiente, di 10 giorni ora previsto) nonchè la ricorribilità in Cassazione dell'ordinanza che decide sull'archiviazione. Dall'affluenza delle vittime che, malgrado lo sciopero, sono partite da ogni parte d'Italia per raggiungere Palazzo Marini (Camera dei Deputati), è evidente l'apprezzamento delle iniziative del neocostituito Forum Nazionale Antiusura bancaria.

Sentire le testimonianze delle loro sofferenze, dei paradossi giudiziari, quali quelli che si verificano laddove si archiviano procedimenti pur quando il consulente tecnico ha accertato l'usura o laddove giudici delle esecuzioni non sospendono il rilascio dell'abitazione della vittima pur quando essa abbia ottenuto la sospensione per trecento giorni ex art. 20 l. 44/99 (normativa antiracket ed antiusura), rende evidente, però- secondo me- un altro dato oggettivo ed inconfutabile: la necessità della riforma della legge sulla responsabilità civile del magistrato. Non è un'esigenza di un partito o dell'altro. E' un'emergenza nazionale che va affrontata per evitare paradossi intollerabili in uno Stato di diritto e alla quale tutti i partiti e tutti i politici devono collaborare al fine di assicurare ai cittadini la serietà, serenità, competenza e trasparenza dei magistrati. Roberto Di Napoli

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