Pubblico di seguito il mio videointervento, pubblicato su Diritto.it, sulla rilevanza degli interessi moratori ai fini della verifica dell’usurarietà (in attesa della decisione delle Sezioni Unite).
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 26 febbraio 2020
Pubblico di seguito il mio videointervento, pubblicato su Diritto.it, sulla rilevanza degli interessi moratori ai fini della verifica dell’usurarietà (in attesa della decisione delle Sezioni Unite).
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Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 20 febbraio 2020
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Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 13 febbraio 2020
Pubblico di seguito il videointervento pubblicato sulla rivista giuridica Diritto.it su “L’onere della prova del credito nelle causa instaurate dal correntista“.
Sul sito della rivista è possibile scaricare il testo in formato pdf dell’intervento (cliccare qui) e vedere il mio precedente video su “L’onere della prova del credito vantato dalla banca” nelle cause di opposizione a decreto ingiuntivo e nelle domande di ammissione al passivo fallimentare (cliccare qui) (pubblicato anche su questo blog)
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Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 5 febbraio 2020
Sul sito Diritto.it il primo dei miei brevi videointerventi (cliccare qui per conoscere le date dei successivi) su alcune delle principali questioni nel contenzioso bancario. In quello odierno, alcune considerazioni e pronunce sull’onere della prova del credito nelle cause instaurate dalle banche e nelle domande di ammissione al passivo fallimentare. Sulla pagina del sito della rivista telematica, è possibile anche scaricare il testo con le pronunce citate (https://www.diritto.it/lonere-della-prova-del-credito-vantato-dalla-banca/?fbclid=IwAR3mvQ48NLB2_ryTUEMM1XarasKKYYSc6qVw-VzB7lsHmKtQznOWzi1mq8k)
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Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 29 dicembre 2019
Ringrazio, oltre che la redazione di Diritto.it, Maggioli Editore che, già 15 anni fa, nel maggio del 2005, pubblicando la prima edizione del mio primo, modesto lavoro “Anatocismo e vizi nei contratti bancari” -divenuto un manuale e giunto, nel 2015, alla V edizione- affiancato da “L’usura nel contenzioso bancario” (II ediz., 2017), avvertì l’interesse alla divulgazione dei vizi nei rapporti bancari e degli strumenti di difesa.
Pubblico di seguito il calendario degli interventi nonché il link alla pagina di Diritto.it (cliccare qui) da cui è possibile anche leggere e scaricare il testo in pdf.

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Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 8 novembre 2019
Pur consapevole della complessità della problematica e delle diverse, contrapposte eccezioni relativamente alla verifica di usurarietà degli interessi moratori e alle conseguenze civilistiche (per le quali, mi permetto di rinviare ad alcune mie pubblicazioni o a quanto scritto da altri autori), pubblico di seguito il link ad un mio breve intervento trasmesso da Ius Law- Web Radio.
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Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 1 novembre 2019
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Da alcuni giorni, i principali quotidiani nazionali riportano i risultati di alcune ricerche: gli italiani risparmiano ma non investono. Su Il Sole 24 Ore di oggi 1 novembre, è riportato che vi sarebbero circa 1500 miliardi parcheggiati tra depositi e conti correnti senza essere investiti. Se nel 1988 il 57% dei titoli del debito pubblico era in mano alle famiglie, ora quella percentuale -secondo i dati della Banca d’Italia riportati dal quotidiano- risulterebbe crollata al 5%.
Tra le possibili cause della preferenza a conservare la liquidità piuttosto che investirla vi sarebbe, probabilmente, l’attitudine degli italiani a risparmiare in un contesto economico incerto o i bassi rendimenti a fronte delle alte commissioni.
Personalmente, sono maggiormente d’accordo con quanto affermato nell’articolo riportato su il sito internet de Il Sole 24 Ore, ossia, che, tra le possibili ragioni, vi è anche il timore “che il risparmio non sia ben tutelato da chi è deputato a farlo” (https://www.ilsole24ore.com/art/gli-italiani-risparmiano-piu-ma-non-vogliono-piu-investire-ACQd3Wv).
Non si considera sufficientemente, infatti, a mio modesto parere, che la cronaca dell’ultimo ventennio dimostra che tanti risparmiatori, più di una volta, i loro risparmi –frutto di una vita di sacrifici o di onesto lavoro- li hanno tolti dal salvadanaio o da “sotto al materasso” seguendo, spesso, il consiglio di “esperti” della finanza, o di promotori o funzionari di banche. Penso a quanti hanno acquistato “tangobond”, obbligazioni Cirio, Parmalat, ai risparmiatori e azionisti vittime di crack bancari.
Mi chiedo, quindi: non è possibile che la prudenza sia determinata anche dai principali crack e dalle conseguenti perdite che hanno subito molti risparmiatori negli ultimi 15-18 anni?
Sull’ultimo numero (n. 45) del settimanale Panorama, un interessante articolo (oltre che la copertina) viene dedicato agli “Impuniti“, soggetti che, per avere causato il fallimento di banche con conseguenze drammatiche per molti risparmiatori, sono usciti indenni da processi anche a causa della prescrizione.
Da Il Giornale: Pochi guadagni e costi alti: gli italiani non investono più – IlGiornale.it
Dal sito Il Sole 24 Ore: https://www.ilsole24ore.com/art/gli-italiani-risparmiano-piu-ma-non-vogliono-piu-investire-ACQd3Wv
Dal sito di Panorama: https://www.panorama.it/magazine/crac-bancari-gli-impuniti-panorama-edicola/ . Per leggere l’articolo pubblicato (successivamente all’edizione cartacea), il 4 novembre, anche sul sito di Panorama cliccare sul seguente link https://www.panorama.it/economia/crac-bancari-nessuno-li-puo-giudicare/?fbclid=IwAR0aWgIrjo_rtxz4S8v1aaHT9aZwZAWWtMUt4FinjZFtUSyPao88wB49Hfc
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