IL BLOG DI ROBERTO DI NAPOLI

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Archive for the ‘petizioni’ Category

Carceri, la Corte Europea condanna l’Italia – Corriere.it

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 8 gennaio 2013

Carceri, la Corte Europea condanna l’Italia – Corriere.it.

Posted in degrado pubblica amministrazione, diritti umani, fainotizia, giorno del giudizio, giustizia giusta, petizioni, welfare | Leave a Comment »

Troppo breve il termine, per la persona offesa, per opporsi alla richiesta di archiviazione.Urge l’esame e approvazione del disegno di legge da 2 anni in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 27 giugno 2012

Due anni fa, parlando con amici -colleghi professionisti ed imprenditori che, da anni, come me, si occupano di difesa dall’usura e dagli abusi bancari- di alcune anomalie o lacune normative concordammo su alcune auspicabili modifiche che potrebbero scongiurare o alleviare i danni causati da decreti ingiuntivi ottenuti da banche per crediti che, all’esito dell’eventuale giudizio di accertamento, si rivelano inferiori a quanto vantato (se non proprio insussistenti) o da ingiuste segnalazioni alla Centrale Rischi della Banca d’Italia.

Ricordai, inoltre, le difficoltà che le persone offese o i loro difensori, in ogni procedimento penale per qualsivoglia reato, incontrano nel momento in cui ritengano di opporsi all’eventuale richiesta di archiviazione formulata dal P.M. .

1: la norma di cui all’art. 408 cod. proc. pen. prevede che nel termine di 10 giorni dalla notifica della richiesta di archiviazione, la persona offesa ha facoltà di prendere visione degli atti e presentare opposizione al GIP; tale disposizione, però, a differenza dell’art 409, secondo comma, c.p.p. che dispone che, fino all’udienza camerale davanti al GIP (dunque, una volta che questa sia fissata in seguito a rituale opposizione) gli atti sono depositati presso la cancelleria con facoltà anche di estrarre copia (“Fino al giorno dell’udienza gli atti restano depositati in cancelleria con facoltà del difensore di estrarne copia“), per una possibile lacuna del legislatore del 1988 (?), disporrebbe, nella sua formulazione letterale, solo che si può prendere visione e non anche estrarre copia. E’ evidente, tuttavia, che al fine di un’efficiente difesa, nella maggior parte dei casi, non è possibile limitarsi a prendere visione in una scomoda (se non anche chiassosa) segreteria del P.M. ma sarebbe necessario estrarre copia degli atti al fine di esaminarli. In varie Procure della Repubblica, a dire il vero, è consentita la richiesta di copie; in altre, invece, è negata.

2: il termine di dieci giorni, a maggior ragione se si considera la suddetta, incomprensibile impossibilità di avere copia degli atti, è, di certo, troppo breve per consentire un’efficiente e serena difesa. Entro tale termine, tra l’altro, la persona offesa dovrebbe (oltre che trovare un difensore nel caso in cui voglia avvalersene): esaminare o far visionare gli atti (in Procura, ovviamente, se non si è consentito avere copia); redigere (o far redigere) l’atto di opposizione con indicazione specifica dei motivi di opposizione e delle ulteriori indagini che si richiedono nonchè, ovviamente, depositare l’atto.

3: l’ordinanza con la quale, in seguito alla discussione nell’eventuale udienza camerale, si dispone l’archiviazione è ricorribile in Cassazione solo nei casi di nullità di cui all’art. 127, quinto comma, cod. proc. pen. 

Esposte ad un deputato (On. Scilipoti) le opportune modifiche e apprezzata la sua sensibilità, coordinai un gruppo di lavoro e, dopo qualche giorno, presentammo una bozza di proposta. Il disegno di legge avrebbe previsto, in caso di notifica di richiesta di archiviazione, l’aggiunta della facoltà di estrarre copie da parte della persona offesa; la modifica dell’art. 408 c.p.p. e del termine  per potere presentare opposizione alla richiesta di archiviazione con conseguente innalzamento degli attuali 10 giorni a 30; la modifica dell’art. 409, ultimo comma, con conseguente possibilità di proporre ricorso in Cassazione avverso l’eventuale ordinanza di archiviazione. 

I disegni di legge, firmati da vari deputati (primo firmatario: Scilipoti), furono presentati ed assegnati alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ma, dal 3 Giugno 2010 ad ora, mai sono stati esaminati o discussi (cliccare qui per leggere il testo del pdl 3523 per la modifica dell’art. 50 Testo Unico Bancario e qui per leggere il testo della proposta n. 3526 in materia di modifiche alle norme in materia di opposizione alla richiesta di archiviazione).

Credo si tratti di modifiche necessarie ed opportune al fine di salvaguardare ogni diritto ed interesse delle persone offese da qualsivoglia reato che, nel ristretto termine di 10 giorni, con grandissime difficoltà riescono a proporre un’effettiva difesa al fine di opporsi alla richiesta di archiviazione, tanto più se non possono nemmeno avere copia degli atti a causa di una disposizione, secondo me, irragionevole, incompatibile col principio del giusto processo di cui all’art. 111 Cost, oltre che contraddittoria dal momento che l’art. 409, secondo comma, già consentirebbe di estrarre copia degli atti prima dell’udienza dinanzi al GIP.

Spero, quindi, che tutti gli altri parlamentari -di ogni schieramento- comprendano l’opportunità delle suddette modifiche e accelerino l’iter in Commissione Giustizia al fine di giungere ad una rapida approvazione.

Riporto il link del post relativo ad alcune importanti modifiche proposte e fatte approvare dall’efficiente on. Rita Bernardini in seguito ad alcuni miei suggerimenti e confluite nella legge 3/2012 (cliccare qui)

Posted in appelli, disegno legge centaro modifica n, fainotizia, giustizia giusta, petizioni, Proposte di legge, raccolta firme, rita bernardini, scilipoti, solidarietà, stato di diritto, stato sociale, sui termini opposizione richiesta archiviazione, sulla possibilità di estrarre copia ai fini dell'opposizione richiesta archiviazione, usura, usura ed estorsione bancaria, vittime | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Per garantire al non abbiente stessi diritti di difesa servono opportune modifiche alla legge sul patrocinio a spese dello Stato

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 19 gennaio 2011

 Art. 24 Cost.

"Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari."


E' giusto che il difensore che si rende disponibile ad aiutare i non abbienti scegliendo (è una scelta e non un obbligo) di iscriversi nell'elenco dei difensori che esercitano col patrocinio a spese dello Stato, dopo che:
 

 1) deve attendere l'esito della causa per ottenere la liquidazione dei propri compensi (quindi, nei giudizi civili, a volte, anche dopo anni ed anni, considerata la nota durata dei processi); 2) non può e, comunque, non deve chiedere un centesimo di anticipo all'assistito, pena sanzione disciplinare; 3) deve difenderlo, ovviamente, senza alcuna discriminazione e al massimo della professionalità; dopo questi, di certo non minimi, sacrifici deve, pure, ai sensi di quanto prescritto dall'art. 85 d.P.R. 115/2002, emettere parcella richiedendo la media tra i valori minimi e massimi previsti dalla tariffa che, come se non bastasse, devono essere ridotti alla metà (salvo ulteriore riduzione, a volte immotivata, del magistrato competente per la liquidazione) ed, ancora, attendere vari mesi per l'effettiva erogazione dell'importo liquidato?
E se gli avvocati disponibili si riducessero cancellandosi dall'apposito elenco o rinunciando ad iscriversi? Chi difenderebbe il non abbiente? Se l'avvocato dal quale il non abbiente vorrebbe essere difeso non è iscritto? 
Credo che, in un Paese nel quale si spendono miliardi di euro l'anno per sprechi o spese inutili, sarebbero opportune ed urgenti varie modifiche alla vigente disciplina sul patrocinio a spese dello Stato al fine di consentire a tutti, nel rispetto dell'art. 24 della Costituzione, il diritto di difendersi ed agire a tutela dei propri diritti ed interessi. Roberto Di Napoli

Art. 82 d.P.R. 115/2002: "L'onorario e le spese spettanti al difensore sono liquidati dall'autorità giudiziaria con decreto di pagamento, osservando la tariffa professionale in modo che, in ogni caso, non risultino superiori ai valori medi delle tariffe professionali vigenti relative ad onorari, diritti ed indennità, tenuto conto della natura dell'impegno professionale, in relazione all'incidenza degli atti assunti rispetto alla posizione processuale della persona difesa. 2. Nel caso in cui il difensore nominato dall'interessato sia iscritto in un elenco degli avvocati di un distretto di corte d'appello diverso da quello in cui ha sede il magistrato competente a conoscere del merito o il magistrato davanti al quale pende il processo, non sono dovute le spese e le indennità di trasferta previste dalla tariffa professionale. 3. Il decreto di pagamento è comunicato al difensore e alle parti, compreso il pubblico ministero."

Art. 130 d.P.R. 115/2002: "Gli importi spettanti al difensore, all'ausiliario del magistrato e al consulente tecnico di parte sono ridotti della metà".
 
 

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25.6.10,Palazzo Marini (Camera dei Deputati).In centinaia al I°convegno del Forum Naz. Antiusura Bancaria. Mio intervento

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 2 luglio 2010

foto 1La partecipazione di centinaia di persone al I° convegno del Forum Nazionale Antiusura Bancaria tenutosi sabato scorso 25 Giugno a Roma presso la Sala delle Conferenze di Palazzo Marini (Camera dei Deputati) ha incoraggiato ancora di più il Forum, fondato mesi fa -con l'ausilio dell'on. Scilipoti che ne è il Presidente- da rappresentanti di varie associazioni, da professionisti, imprenditori e numerose vittime di usura bancaria
(Nella foto accanto, gentilmente fornita da Marco Chinellato, da sinistra a destra: Emidio Orsini, Gianni Chinellato, io e Francesco Petrino).

Considerato lo sciopero nei servizi di trasporto non immaginavo tanta affluenza. Sono rimasto molto contento, invece, nel vedere l'interesse di vittime arrivate da ogni parte d'Italia che hanno riempito la sala costringendo numerose persone a restare in piedi. Vedere centinaia di vittime che, pur distrutte dall'usura bancaria e dai paradossi della giustizia italiana, hanno conservato la più grande ricchezza, ossia, la dignità e la forza di combattere contro le ingiuste pretese, ha un preciso significato: significa che in questo Paese ci sono tantissime persone perbene stanche ma pronte a manifestare solidarietà.

Nella qualità di membro del comitato esecutivo del Forum e di coordinatore del gruppo di lavoro (insieme al Prof. Petrino e ai colleghi Cozza e Peca) che ha redatto il testo di proposta di legge di modifica dell'art. 50 del Testo Unico Bancario e di alcune norme del codice di procedura penale relative ai termini per la proposizione dell'opposizione alla richiesta di archiviazione (proposte di legge già depositate alla Camera dei Deputati dall'on. Scilipoti e aventi numero 3523 e 3526), ho illustrato la ratio della modifica e, sia pur sinteticamente, gli strumenti attualmente offerti dall'ordinamento giuridico al fine di contrastare le pretese illegittime.

convegno forum 2(Nella foto di Marco Chinellato, al centro: l'on. Scilipoti)
 

Nel corso del mio intervento ho manifestato alcune mie considerazioni. E' assurdo che la giustizia sia velocissima nelle esecuzioni immobiliari che distruggono migliaia di persone e famiglie e hanno fatto fallire l'economia italiana:  anche se, da ormai oltre un decennio, la giurisprudenza sia costante nel ribadire l'illegittimità di varie clausole contrattuali e malgrado all'esito dei lunghissimi giudizi, quasi mai, il credito vantato dalla banca corrisponde a quanto accertato dal giudice . L'ordinamento offre vari strumenti giuridici per contrastare le indebite pretese. Il problema è che la gente, gli imprenditori che devono pensare a lavorare, spesso, non ne sono a conoscenza o non hanno nemmeno la forza di recarsi dall'avvocato.

E' per questo che si rende necessaria l'approvazione urgente, da parte del Parlamento, della proposta di legge voluta dal Forum Nazionale Antiusura Bancaria e firmata dall'on. Domenico Scilipoti che si è rivelato particolarmente sensibile alle vittime. E' una proposta di legge -ho fatto presente nel corso del mio intervento- con la quale si chiede la modifica dell'art. 50 del Testo Unico Bancario che, attualmente, consente alle banche di ottenere il decreto ingiuntivo sulla base dell'estratto conto e di una semplice dichiarazione di un funzionario il quale attesta che il credito corrisponde alle scritture contabili della banca. Il più delle volte -ho ricordato- si verifica che quando l'apparente debitore propone opposizione, all'esito del giudizio, come detto, il credito accertato non corrisponde a quello vantato dalla banca. Nel frattempo, però, l'impresa o la vittima è distrutta e nessuno, di certo, può risarcire la perdita della serenità. Con la modifica dell'art. 50 del T.U.B. si chiede l'inserimento di alcuni commi che prevedono che nel caso in cui, all'esito del giudizio, la pretesa della banca si scopra essere stata superiore del 10 %, essa debba risarcire automaticamente una somma pari al triplo del credito ingiunto e il giudice civile debba trasmettere gli atti al Procuratore della Repubblica per i delitti di usura ed estorsione. E', certamente, una pena severa ma lo scopo -ho precisato- è proprio quello di disincentivare condotte che, oltre che delittuose, sono contrarie alla buona fede contrattuale, determinano danni ingenti all'utente e, soprattutto, hanno determinato la distruzione di migliaia di imprese: insomma, dell'economia italiana. Con la modifica dell'art. 50 T.U.B., recependosi quanto più volte affermato dalla giurisprudenza, si prevede, inoltre, che, laddove il credito ingiunto sia contestato, la banca non possa procedere alla segnalazione a sofferenza presso la Centrale dei Rischi della Banca d'Italia oppure deve segnalare che il credito è contestato.
 
Con autonoma proposta di legge (n.3526) già firmata e depositata dall'on. Scilipoti si chiede, inoltre, la modifica di alcune norme del codice di procedura penale al fine di consentire l'opposizione alla richiesta di archiviazione nel termine di 30 giorni (e non in quello, insufficiente, di 10 giorni ora previsto) nonchè la ricorribilità in Cassazione dell'ordinanza che decide sull'archiviazione. Dall'affluenza delle vittime che, malgrado lo sciopero, sono partite da ogni parte d'Italia per raggiungere Palazzo Marini (Camera dei Deputati), è evidente l'apprezzamento delle iniziative del neocostituito Forum Nazionale Antiusura bancaria.

Sentire le testimonianze delle loro sofferenze, dei paradossi giudiziari, quali quelli che si verificano laddove si archiviano procedimenti pur quando il consulente tecnico ha accertato l'usura o laddove giudici delle esecuzioni non sospendono il rilascio dell'abitazione della vittima pur quando essa abbia ottenuto la sospensione per trecento giorni ex art. 20 l. 44/99 (normativa antiracket ed antiusura), rende evidente, però- secondo me- un altro dato oggettivo ed inconfutabile: la necessità della riforma della legge sulla responsabilità civile del magistrato. Non è un'esigenza di un partito o dell'altro. E' un'emergenza nazionale che va affrontata per evitare paradossi intollerabili in uno Stato di diritto e alla quale tutti i partiti e tutti i politici devono collaborare al fine di assicurare ai cittadini la serietà, serenità, competenza e trasparenza dei magistrati. Roberto Di Napoli

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Posted in comitato solidarietà vittime us, estorsione, fainotizia, lotta alla mafia, mafie, malagiustizia, paese dei balocchi, petizioni, racket, responsabilità magistrati, riforma ordinamento giudiziario, sit-in per la giustizia, sospensione esecuzione vittime u, stato di diritto, urgente solidarietà, usura, usura ed estorsione bancaria, vittime | 2 Comments »

La mia(nostra)petizione non è stata inutile.Anche l’on. Bernardini ha dimostrato la sua sensibilità verso le vittime di usura

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 21 ottobre 2009

ParlamentoRingrazio tutti coloro che, condividendola, hanno firmato o diffuso la mia petizione (sul portale firmiamo.it o attraverso email di sostegno) contribuendo, così, al tentativo di far riflettere i parlamentari sulla necessità degli emendamenti nei termini da me suggeriti. Le vittime di usura ed estorsione (sia di quella criminale sia di quella bancaria), fino ad oggi, non sono state efficacemente tutelate. La mia petizione (cliccare qui per leggere il testo inviato alla Camera; annunciata alla seduta del 18 Giugno u.s. e trasmessa alla Commissione Giustizia) che tutti voi, dimostrando sensibilità, intelligenza ed affetto, avete condiviso, evidentemente, non è stata ignorata. L’esame del disegno di legge è ripreso dopo la pausa estiva e lo scorso 30 Settembre è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti da parte dei deputati membri della Commissione Giustizia. Ho appreso che l’on. Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, storica leader, insieme a Marco Pannella, dei Radicali, si è dimostrata sensibile al problema recependo quasi tutti gli emendamenti da me suggeriti con la petizione n. 672. Spero che anche gli altri deputati (che da quanto si legge dal resoconto dei lavori, finora, a dire il vero, non mi pare abbiano compreso l’importanza delle modifiche al testo approvato al Senato) facciano analogamente tutelando le vittime. Spero che dimostrino una sensibilità e competenza pari a quella dimostrata dall’on. Bernardini. Oggi è previsto, all’ordine del giorno della Commissione, l’esame degli emendamenti . Vi terrò informati e, comunque, si può seguire l’iter dei lavori sul sito della Camera dei Deputati. Roberto Di Napoli

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Ultimi giorni per gli emendamenti al d.d.l. antiusura … sperando che i parlamentari ascoltino i suggerimenti delle vittime!!!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 25 settembre 2009

ParlamentoCredo che, affinchè le vittime di usura ed estorsione siano effettivamente tutelate, così come per ogni efficace riforma che coinvolga la giustizia o i diritti dei cittadini, i parlamentari dovrebbero, oltre che conoscere il problema, cercare di capire quali siano, realmente, le necessità quotidiane e, soprattutto, gli ostacoli che queste incontrano dopo avere denunciato. Dovrebbero, inoltre, ascoltarne maggiormente le proposte, leggere le loro denunce od opposizioni a richieste di archiviazione e alcuni singolari provvedimenti emessi, in questi ultimi anni, dall’apposito ufficio del Comitato di solidarietà e del Commissario Straordinario del Governo; struttura, quest’ultima, che -nei casi in cui sussistano i presupposti- dovrebbe assicurare una pronta risposta ai bisogni degli imprenditori vittime, innanzitutto, non facendo aspettare anni prima di emettere un qualsiasi provvedimento; in secondo luogo, considerata l’altissima competenza in materia che, per essere nominati, hanno i membri di quell’ufficio,  evitare, possibilmente, di emettere provvedimenti, così come si è verificato in alcuni casi di cui ho diretta conoscenza, così paradossali ed illegittimi da essere annullati dal TAR: le vittime, in sostanza, già disperate dopo avere denunciato lo strozzino o l’estorsore, non devono essere costrette a rivolgersi ai giudici per chiedere l’annullamento delle decisioni di una struttura appositamente istituita "per il coordinamento delle iniziative antiusura ed antiracket".
Si è già verificato (basta leggere vari casi pubblicati su internet), circa tre anni fa, che una giovane ragazza figlia di vittime, a Fermo, piuttosto che ottenere la sospensione dallo sfratto dall’abitazione, sia stata oggetto di un provvedimento di ricovero coatto in ospedale e la sua famiglia sbattuta fuori casa; che, in provincia di Lecce, una vittima, dopo avere subito un attentato dinamitardo per il quale era stata costretta a chiudere il ristorante, ha dovuto richiedere ed ottenere dal Tar l’annullamento della decisione del Commissario Straordinario secondo cui non poteva ottenere i benefici economici richiesti non esercitando più attività imprenditoriale (
il Tar, invece, con una recente ed interessante pronuncia, ha riconosciuto il diritto all’elargizione in quanto non aveva potuto riaprire l’attività proprio a causa dell’insufficienza delle anticipazioni erogate); ed, ancora, sempre in provincia di Lecce, che un’altra vittima, dopo avere denunciato dieci anni prima e, ancora, in attesa del processo contro gli usurai ed estorsori (bancari), sia stata sbattuta fuori casa malgrado il blocco degli sfratti e la sospensione di cui all’art. 20 l. 44/99 e, pur dopo avere ottenuto la sentenza del TAR che ha riconosciuto il suo diritto ai benefici economici prima negati dal Commissario Straordinario, non ha ancora ricevuto un centesimo malgrado la sentenza sia, ormai, definitiva; che, a Napoli, ad un giovane imprenditore, pur dopo una sentenza di condanna a carico degli estorsori da lui denunciati, gli è stata negata la provvisionale richiesta con la motivazione che la tentata estorsione non gli avrebbe prodotto danni. Ed, intanto, fra un provvedimento e l’altro, fra la domanda di aiuto allo Stato e l’effettivo contributo, cosa fa la vittima? e la sua impresa, i suoi beni, la sua casa? 
Ho letto, quest’estate, che più di un imprenditore, per colpa della crisi economica, si è tolto la vita. Il Governatore della Banca d’Italia, in un’audizione al Senato, ha sostenuto che le imprese, in periodi di crisi, sono maggiormente esposte al rischio di usura e, anche per questo, dunque, devono essere aiutate.
Ho già scritto, nei post di Aprile e dei mesi successivi, la mia opinione sul disegno di legge, approvato dal Senato, di riforma della normativa antiusura: sotto alcuni aspetti, un passo in avanti, ma, insufficiente, secondo me, ad evitare il reiterarsi di "contrasti interpretativi" simili a quelli che si sono verificati in questi anni ai danni delle vittime. E’ per questo che, dopo avere esaminato il testo del disegno di legge, ho ritenuto di suggerire ai deputati membri della Commissione Giustizia alcuni emendamenti che, a mio avviso, sarebbero necessari "per una tutela effettiva". Ho inviato, quindi, alla Camera dei Deputati una
proposta- petizione che è stata annunciata alla seduta del 18 Giugno u.s. (n. 672) e trasmessa alla Commissione Giustizia (cliccare qui per leggere il testo).
Non so se almeno un deputato membro della Commissione mi abbia onorato della lettura. Io, anzi, noi, continueremo a leggere dal sito della Camera (o, comunque, dagli atti parlamentari) l’iter e gli interventi dei deputati (cliccare
qui per andare, direttamente, alla scheda del disegno di legge all’esame della Camera e cliccare sulla data delle sedute sia per leggere i vari interventi, sia per cercare di capire i ……… "non interventi"). Potremo valutare, così, il loro effettivo interesse alla tutela delle vittime.
Mi fa piacere, intanto, leggere che l’on. Ferranti (Pd), alla seduta della Commissione del 16 Settembre 2009, si sia accorta di quanto ho rilevato anche io nella mia petizione, ossia, "(…) che le elargizioni previste per le vittime dell’usura dovrebbero essere estese anche alle vittime dell’estorsione (…)"  e che anche l’on. Angela Napoli (PDL)ha assicurato di tenere in considerazione quanto suggerito da un’altra vittima dell’usura e della malagiustizia.
Spero che tutti i deputati membri della Commissione Giustizia recepiscano la necessità degli altri emendamenti suggeriti nella mia petizione.
Leggo dal sito della Camera che il termine per la presentazione degli emendamenti (originariamente fissato a Lunedì 28) scade il 30 Settembre p.v. .
Sono certo che le vittime continueranno a seguire l’iter di questa riforma sperando in una tutela effettiva. Ringrazio, intanto, chi, firmando sulla piattaforma
www.firmiamo.it, ha condiviso la mia petizione. Per un evidente guasto della piattaforma, come ho già scritto in un mio precedente post, sembrano perse molte altre firme apposte tra il 4 e il 5 Giugno. In realtà,  non sono affatto andate perse e sono state salvate. Cliccando su "statistiche", si apre la mappa dell’Italia e chi non vede, pur avendo firmato, il suo nome nell’elenco si accorgerà che il suo nome appare cliccando sulla bandierina nella mappa; sono, quindi, oltre un centinaio le persone che hanno firmato su firmiamo.it. Altri, come gli amici Domenico Bruni, Sergio Vigilante, Antonella Morsello e Beatrice hanno contribuito anche divulgando la mia petizione ai loro numerosi contatti o gruppi su facebook o mandando un fax o email alla Commissione Giustizia della Camera.
Insomma, spero che i parlamentari ascoltino ciò che è stato suggerito dalle stesse vittime!
Roberto Di Napoli

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Firmiamo tutti insieme per una tutela effettiva delle vittime di usura ed estorsione!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 7 giugno 2009

invito petizione

La lettura di vari siti internet, i servizi dedicati da quotidiani e telegiornali (anche nazionali) a casi di usura ed estorsione suscitano l’impressione che, nel corso degli ultimi anni, non sono state poche le vittime che, dopo avere denunciato, si sono trovate prive delle tutela che si aspettavano dallo Stato e dalle Istituzioni. In alcuni casi, addirittura, sono state costrette a rivolgersi ai giudici amministrativi per ottenere il riconoscimento dei diritti previsti dalla legge e che un’apposita struttura dovrebbe assicurare con tempestività senza costringere le vittime, dopo avere denunciato gli usurai o estorsori, a chiedere giustizia anche nei confronti della pubblica amministrazione. La lentezza sia della giustizia che nella definizione del procedimento per la concessione dei previsti benefici economici, in vari casi, ha non solo aggravato la loro situazione economica ma, addirittura, determinato il paradosso di causare il fallimento dell’imprenditore, con la conseguente distruzione dell’impresa o, finanche, la vendita della propria abitazione a causa della stessa condotta degli imputati. Credo che, a volte, sarebbe sufficiente l’applicazione del criterio di interpretazione cd. "sistematica" della legge o la riflessione sulla ratio, ossia, sullo scopo che la legge intende perseguire, per applicarla nella maniera più corretta. In un Paese con un numero elevatissimo di condanne per la durata eccessiva dei processi, si dovrebbe assicurare all’imprenditore- professionista vittima che denuncia gli usurai ed estorsori una pronta tutela per evitare che la sua impresa od attività, nelle more della definizione del procedimento per la concessione dei benefici economici previsti dalla legge, sia distrutta e che, magari, a distruggerla siano gli stessi imputati. Ho sempre ritenuto che un’applicazione attenta della legge (non solo della normativa speciale cd. antiusura ed antiracket ma, soprattutto, del codice penale, di procedura penale, civile e di procedura civile, della legge fallimentare, ecc.) già consentirebbe di assicurare una tutela efficiente ed evitare alcuni assurdi paradossi che si sono verificati nel corso degli ultimi anni. Più di una volta, infatti, già i giudici amministrativi hanno affermato il principio che i benefici economici di cui alle leggi 44/99 e 108/96 sono dovuti anche all’imprenditore-vittima a cui carico pende una sentenza di fallimento; altre volte i giudici ordinari hanno anche affermato il principio che non può essere dichiarata fallita la vittima che abbia richiesto ed ottenuto il provvedimento di sospensione per trecenti giorni ex art. 20 l. 44/99. E’ ovvio che se una legge di riforma della normativa vigente può servire a sancire espressamente i diritti già riconosciuti dalla giurisprudenza -in modo da evitare il ripetersi di errori interpretativi contribuendo, così, ad una tutela effettiva delle vittime- essa non può che essere apprezzata. Ho già scritto nei precedenti post che il disegno di legge approvato al Senato ed, attualmente, all’esame della Camera dei Deputati costituisce, di certo, un apparente passo in avanti. Ritengo, tuttavia, che siano necessari alcuni emendamenti al fine di evitare che, ancora una volta, erronee interpretazioni possano rivelarsi dannose per le vittime. E’ per questo che, come consentito dall’art. 50 della Costituzione e dai Regolamenti parlamentari, ho redatto ed inviato alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati la mia proposta-petizione di emendamenti. Penso che sarebbe molto utile che non solo ogni vittima ma anche ogni cittadino che condivida la mia proposta la sostenga con un gesto semplicissimo: una firma; un gesto, anzi, che, per i pratici di "internet", richiede ancora meno tempo rispetto a quello che si impiega per prendere carta e penna. Vari amici (ma anche persone con cui, ormai, condividiamo lo scambio di opinioni su facebook o sui vari siti e blog) l’hanno fatto un minuto dopo averli avvisati di aver predisposto "l’elenco virtuale". La mia petizione è già pervenuta alla Camera dei Deputati. Sarebbe utile, però, il sostegno di tutti raccogliendo quante più firme possibile. Ho inserito la mia petizione (oltre che nel precedente post si può leggere anche cliccando qui) sulla piattaforma firmiamo.it. Chiunque intenda leggerla e, se condivisa, sottoscriverla, può cliccare qui o sullo striscione scorrevole sopra, all’inizio della pagina di questo mio blog. Dopo avere inserito ed inviato i dati seguendo le semplicissime istruzioni, ricordo di andare nella casella di email che si è indicata e cliccare sul link indicato (altrimenti il proprio nome non comparirà nell’elenco). Un’ulteriore modo per sostenere la mia petizione, infine, è, ovviamente, il commento a questo post o a quello immediatamente precedente ricordando, magari, di inserire il proprio nome e cognome (che, tra l’altro, è un gesto di educazione quando si lascia un commento e non si vuole restare "anonimo").  Chi ha un sito o un blog, poi, può diffondere la raccolta di firme incollando uno dei due banner come quelli indicati qui sotto e di cui trova i codici cliccando su "diffondi" nella pagina della petizione (clicca qui o su www.firmiamo.it/tutelaeffettivadellevittimediusuraedestorsione). Varie persone mi hanno chiesto di conoscere le posizioni assunte dai parlamentari in merito alle proposte suggerite. Ho inserito nel post precedente il link della pagina del sito della Camera dei Deputati da cui è possibile leggere i lavori e gli interventi dei parlamentari sul disegno di legge in questione. Ringrazio sin da ora tutti coloro che, dimostrando sensibilità alle vittime e la necessità di una vera riforma (che non sia solo "sulla carta"), hanno già contribuito o contribuiranno a diffondere la mia, anzi, la nostra petizione. Roberto Di Napoli 

P.S.: ho notato che, da ieri 5 Giugno, non risultano nell’elenco su firmiamo.it alcune delle firme di amici che avevano firmato il giorno prima (che, tuttavia, risultano nella mappa). Credo che si tratti, soltanto, di un errore temporaneo della piattaforma (le firme, comunque, non sono andate perse e saranno tutte inoltrate alla Camera) ed, in ogni caso,  chi non dovesse trovare il proprio nome nell’elenco può lasciare, eventualmente, anche un commento qui, oltre, ovviamente, a stampare la petizione e inviarla autonomamente, via fax, alla Camera dei Deputati.

 Per copiare e incollare sul sito o blog il codice dei banner per diffondere la petizione, clicca qui

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Alle vittime di usura ed estorsione serve una tutela effettiva! Ho inviato la mia petizione al Parlamento. Ecco cosa suggerisco:

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 25 Maggio 2009

ParlamentoQuando si parla di usura ed estorsione, una affermazione che, costantemente, si legge o si ascolta da vari “soggetti” è l’insufficiente numero di denunce. Penso, invece, che le vittime denuncino e sarebbero, anzi, ancora, più numerose e pronte a denunciare se avessero la sicurezza di una tutela effettiva e in tempi ragionevoli! Penso che chi continui a sostenerne il numero esiguo rispetto alla vastità del fenomeno dovrebbe, innanzitutto, avviare delle indagini accertando il numero e la data di presentazione delle denunce -magari, anche leggendo le motivazioni di alcune ordinanze di archiviazione- e valutare la durata dei procedimenti finalizzati alla concessione dei benefici promessi dallo Stato; dovrebbe, poi, leggere sia le varie, disperate richieste d’aiuto inviate da quelle vittime che, denunciando e chiedendo i benefici di cui alla normativa antiusura ed antiracket, hanno creduto e vogliono continuare a credere allo Stato e alle Istituzioni sia, infine, le risposte (se ci sono) delle Prefetture o dell’ufficio del Commissario Straordinario del Governo e del Comitato di solidarietà. Ci sono stati casi (troppi, a mio avviso) nei quali le vittime (vd. caso “Orsini”, caso “Di Napoli”, caso “De Masi”) si sono dovuti rivolgere al giudice amministrativo per vedersi riconosciuto ciò che  un Paese civile e un’apposita struttura -i cui costi gravano su tutti i contribuenti, tra cui, proprio le vittime- dovrebbero assicurare con la massima tempestività!
L’impressione che ho avuto leggendo il disegno di legge di riforma della normativa antiusura (cliccare qui per leggere il testo) è che ci sia stato il tentativo (anche recependo principi ribaditi dai giudici amministrativi) di tutelare maggiormente la vittima. Sono stati inseriti, tuttavia, degli aggettivi e delle condizioni che, a mio avviso, oltre a poter determinare, nuovamente, equivoci dannosi per la vittima (non va dimenticato che quest’ultima, dopo aver presentato la denuncia, spesso, è da sola e deve far fronte a notevoli difficoltà, soprattutto, economiche), possono rendere vano ogni sforzo e, di fatto, esporre la normativa alle stesse difficoltà interpretative (a volte, interpretazioni "paradossali") che si sono registrate negli ultimi anni lasciando l’imprenditore- vittima disperato e senza alcun aiuto effettivo.
Avvalendomi della “quota di potere sovrano” attribuita dall’art. 1 della Costituzione e di quanto sancito dall’art. 50 Cost., secondo cui “Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”, ho ritenuto di inviare al Presidente della Camera dei Deputati, alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati e ai suoi vari membri una petizione- proposta di emendamenti (cliccare qui per leggere il testo integrale e i motivi) al disegno di legge n. 307 approvato al Senato (cliccare qui per leggere il testo del ddl n. 307 Senato) e, ora, all’esame della Commissione Giustizia della Camera.
Riassumo, sinteticamente, ciò che ho proposto:
         eliminazione dell’aggettivo “individuale” laddove si consentirebbe anche all’”imprenditore individuale” fallito di ottenere il mutuo nel caso in cui questi sia vittima di usura; mi chiedo, infatti: “e se l’imprenditore svolge l’attività in forma di società?
         previsione di una norma, identica a quella di cui al punto precedente, che preveda analogo beneficio anche al fallito- vittima di estorsione;
         laddove si è previsto il parere del giudice delegato al fallimento, la sostituzione del termine “parere” con quello di “provvedimento; tale sostituzione, secondo me, si imporrebbe, innanzitutto, in quanto, tranne casi eccezionali previsti dalla legge (es: pareri del Consiglio di Stato), i giudici emanano provvedimenti e non pareri; l’utilizzo del termine “provvedimento”, poi, sarebbe più conforme ad un atto reclamabile, come sarebbe opportuno e come ho suggerito, davanti al Tribunale fallimentare;
          in virtù del principio di cui all’art. 27, secondo comma, Cost. e in considerazione del fatto che, in caso di fallimento, di fatto, è quasi sempre automatica l’apertura del procedimento per bancarotta semplice e il reato, dunque, potrebbe sussistere anche quando il soggetto successivamente fallito abbia compiuto operazioni imprudenti -che, a mio avviso, potrebbero essere anche la promessa o dazione di interessi usurari-, nonché, in considerazione della circostanza che l’usuraio o estorsore potrebbero depositare una contro-denuncia (sia pure infondata) contro la vittima, ho suggerito l’aggiunta della parola “definitive” dove si prevede che la condanna per tali reati potrebbe essere condizione ostativa alla concessione del mutuo; ho suggerito, infine, l’eliminazione della previsione secondo cui ulteriore condizione ostativa potrebbe essere il fatto che la vittima sia indagata o imputata per tali reati (credo che il 99% delle vittime-fallite non potrebbe giovarsi dell’apparente beneficio di cui all’art. 1 del ddl 308 Senato e che, comunque, ciò contrasterebbe col principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva);
          laddove si è previsto che il termine di sospensione di cui all’art. 20 l. 44/99 sarebbe prorogabile soltanto una volta, ho suggerito, in considerazione della ratio della normativa che è quella di evitare che la vittima si rivolga allo strozzino finché non abbia ottenuto il mutuo o l’elargizione ed in considerazione, oltretutto, dei tempi di durata (non sempre imputabile alla vittima) del procedimento amministrativo, che sia prevista la prorogabilità della sospensione fino alla definizione del procedimento; al fine di contemperare gli interessi della vittima con quelli di eventuali, veri, creditori, ho proposto, poi, di sancire, espressamente, il diritto della vittima, o del creditore che si assuma danneggiato, di proporre ricorso ex lege 89/2001 (legge Pinto) al fine di ottenere il risarcimento dei danni da "durata eccessiva" e, nel caso di accoglimento della domanda, che il provvedimento sia trasmesso al procuratore Generale presso la Corte dei Conti e al Ministro degli Interni per gli eventuali provvedimenti contro gli eventuali responsabili del ritardo ai danni della vittima e dei veri creditori.
         Laddove, infine, è stata prevista la competenza del Procuratore della Repubblica a pronunciarsi in merito alle sospensioni di cui all’art. 20 l.44/99 (e non più il Prefetto sentito il Presidente del Tribunale) ho proposto, anche a tal proposito, la sostituzione del termine “parere” con quello di “provvedimento”.
Ho scoperto che, attraverso il sito della Camera dei Deputati, è possibile seguire l’iter di approvazione alla Camera (attualmente il testo del disegno di legge è all’esame della Commissione Giustizia) e le posizioni espresse dai vari deputati. Mi sembra uno strumento molto utile, soprattutto, per verificare la sensibilità dei parlamentari a tali problemi e le loro "soluzioni" al fine di incentivare le vittime a denunciare senza che queste ultime possano avere il timore di essere lasciate disperate e senza validi aiuti da parte dello Stato! Il link del sito della Commissione della Giustizia da cui si può seguire l’iter del disegno di legge di modifica della normativa antiusura è il seguente: 
Roberto Di Napoli

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