Archive for the ‘auguri alle vittime’ Category
Buon Anno!
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 1 gennaio 2013
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I miei più semplici ma sinceri auguri di Buon Natale!
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 25 dicembre 2012
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BUONA PASQUA
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 8 aprile 2012
A tutti gli amici,
alle vittime degli abusi bancari
e della malagiustizia e, soprattutto,
a chi, rimasto senza voce o privo di forze, soffre in silenzio,
auguro con tutto il cuore tanta serenità:
BUONA PASQUA
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ANCORA UNA VOLTA, VITTORIA DEGLI UTENTI BANCARI! LA CONSULTA DICHIARA INCOSTITUZIONALE IL “MILLEPROROGHE 2011”. SALVI I DIRITTI DI RESTITUZIONE ANCHE ANTERIORI AL DECENNIO!
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 5 aprile 2012
Fallito, ancora una volta, il tentativo delle banche di non restituire quanto indebitamente trattenuto per interessi anatocistici nei rapporti anteriori al decennio. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 78 depositata oggi 5 Aprile (cliccare qui) ha finalmente deciso: l’articolo 2, comma 61, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10 è incostituzionale. I correntisti, soprattutto imprenditori, ricorderanno quanto prevedeva questa norma. In sede di conversione del d.l. 225/2010, senza nemmeno un esame da parte delle competenti commissioni parlamentari, fu inserita, da parte di un senatore, una norma (l’art. 2, comma 61,) col quale si stabiliva che l’art. 2935 cod. civ. sarebbe dovuto essere interpretato nel senso in materia di conto corrente bancario il termine prescrittivo per esercitare i diritti derivanti dalle annotazioni inizia a decorrere dalle annotazioni stesse. Non solo. “In ogni caso” non si sarebbe fatto luogo alla ripetizione di quanto già corrisposto. Era ed è evidente il vero scopo della norma: quello di superare le diverse pronunce della giurisprudenza che, da ultimo con la sentenza della Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite, aveva stabilito il principio opposto, ossia, che il termine di prescrizione decennale per potere richiedere la restituzione di quanto indebitamente corrisposto alla banca inizia a decorrere dal momento (successivo, dunque, alle annotazioni) dell’estinzione del rapporto.
Molti ricorderanno, inoltre, i titoli apparsi sui principali quotidiani nazionali (nei cui consigli di amministrazione siedono, spesso, rappresentanti del mondo bancario) che dando risalto alla norma -e poco, forse, alla “logica” e alla realtà-, ancora una volta, inducevano in possibili errori il lettore facendo credere in una vittoria delle banche e in una sconfitta dei poveri correntisti. Ricordo alcuni titoli del tipo “finiti i rimborsi per anatocismo”. Non c’era e non c’è niente di vero. La Corte d’Appello di Ancona, già a pochi giorni di distanza dall’entrata in vigore, aveva disapplicato la norma ritenendola, tra l’altro, potere avere efficacia innovativa e non interpretativa. Allo stesso modo avevano ritenuto altri giudici.
La Corte Costituzionale, oggi, ha “reso Giustizia”. Ha dato dimostrazione ai cittadini -che proprio in questo periodo hanno bisogno di continuare a credere, soprattutto se si considera al numero di suicidi di imprenditori, magari, forse, anche vittime di abusi bancari o di difficoltà nell’accesso al credito- che ci sono giudici preparati e onestissimi, pure di fronte a colossi bancari.
Una mia impressione: la maggioranza di parlamentari, approvando quella norma ora dichiarata incostituzionale, ha dimostrato, l’anno scorso, non solo di non capire l’importanza dell’effetto moltiplicatore dell’anatocismo o il profondo stato di debolezza in cui si trova l’imprenditore o, in generale, il correntista: ha dimostrato, ancora una volta, di assecondare i potenti banchieri fino a tentare di eludere quanto la giurisprudenza prevalente, inclusa la Cassazione a Sezioni Unite, aveva ribadito. Quella di oggi è una vittoria, non solo degli utenti bancari, ma dello Stato di diritto. Di fronte ai politici che, dal 1999 ad oggi, hanno tentato e tentano di aiutare le banche scrivendo norme apposite, non può negarsi che sia anche una vittoria degli avvocati dei correntisti e delle ragioni dei più deboli che, dinanzi alla Corte, si sono sentiti rappresentati dall’amico e collega avv. Antonio Tanza. La maggioranza parlamentare, l’anno scorso, dimostrò di aiutare le banche. Grazie agli avvocati e ai giudici (anche a quelli che hanno continuato a difendere pure all’indomani del milleproroghe), quella norma è stata dichiarata incostituzionale e, dunque, inapplicabile.
Decine di volte mi è già capitato, solo negli ultimi mesi, nel leggere le difese delle banche, l’eccezione di prescrizione fondata sul “milleproroghe”. Non escludo, quindi, che ci possano essere banche che interpretino la sentenza della Corte ….. in loro favore, cioè al contrario di quello che espressamente e nella maniera più chiara possibile ha disposto. Credo che saranno sufficienti poche parole per replicare adeguatamente.
Ho visto, in questi giorni, che moltissimi visitatori hanno apprezzato il mio post del mese scorso nel quale indicavo il link attraverso il quale è possibile vedere ed ascoltare il video dell’udienza del 14 Febbraio scorso.
Riporto, allora, di seguito, il link per potere leggere la sentenza integrale (numero 78 del 5 Aprile 2012- Relatore: Criscuolo) pubblicata sul sito della Corte Costituzionale. (cliccare qui).
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Buone Feste ma, soprattutto, auguro serenità e un Buon 2012!
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 30 gennaio 2012
Il seguente post è stato scritto il 28 Dicembre 2011, ore 13:52. La data del 30 Gennaio 2012 deriva da un errore nell’importazione del blog dalla piattaforma “splinder” sul quale questo stesso blog era ospitato prima della chiusura della piattaforma.
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Gli amici che conoscono questo mio blog sul quale, da quasi cinque anni, scrivo mie considerazioni o modeste opinioni in materia di diritti civili o di lotta all’usura ed estorsione (soprattutto, bancaria) avranno pensato che lo abbia abbandonato visto che capita, sempre più spesso, un lungo intervallo da un post all’altro. Non è così: avrei tanto da scrivere ma il tempo è sempre più ridotto dovendo far fronte ad atti in scadenza, udienze, pubblicazioni, ecc. . Cercherò di riprendere con maggiore frequenza visto che il blog dovrebbe essere un diario virtuale e, probabilmente, approfitterò del cambio di piattaforma (dal 31 Gennaio p.v.), dovendolo trasferire da Splinder ad altro gestore, per un restyling e per un nuovo progetto.
Intanto, faccio a tutti i miei più cari auguri di Buone Feste. In ritardo, ma non è la prima volta. Anzi: per sincerità, confesso che non è cosa che adoro. Temo, vedendo, il resto dell’anno, famiglie in difficoltà e gente che soffre profondi dispiaceri, che possano sembrare una provocazione o che siano auguri “standardizzati”, formali e non davvero sentiti.
Auguro, allora, di tutto cuore, ciò che ognuno deve sempre riuscire a conquistare e conservare, anche in momenti difficili: tanta serenità. A volte, so che non è facile ma è proprio ciò che auguro davvero a tutti durante queste Feste e, soprattutto, per un ottimo 2012.
Ripeto, in particolare, ciò che ho scritto su facebook giorni fa:
“Faccio tanti auguri a tutti anche se non posso nascondere che il mio pensiero spontaneo e più sincero, la mia vera preghiera che possano trascorrere almeno una giornata felice, va a tutte quelle persone che, magari, non hanno alcuna voglia di pensare che è Natale o a quanti non riescono a festeggiare perchè giustamente preoccupate per un qualsiasi motivo; il pensiero istintivamente va
a tutte quelle persone vittime di usura bancaria e di uno Stato incapace ed indifferente;
a quelle persone che piangono per paura di perdere la loro casa o i loro beni pur non essendo debitori;
alle famiglie di quegli imprenditori (non pochi, anzi, troppi, per un Paese che vuole sembrare civile ma, in realtà, rappresentato da persone indegne) che, negli ultimi mesi, si sono suicidati, vittime della crisi (e, chissà, se non anche delle banche);
a quanti, mentre il mondo scarta regali inutili, hanno il cuore ferito a causa di umiliazioni, preoccupazioni e dispiaceri ma, soprattutto:
a tutti quei senzatetto che dormono al freddo abbandonati da tutti.
Prego davvero e con tutto il cuore che tutte queste persone, questi veri eroi, sentano sempre, nei momenti di maggiore tristezza o sconforto, pure quando pensano di essere abbandonate ed incomprese, una carezza e un forte abbraccio che li sostenga. Buon Natale e Buone Feste….. ma che lo siano per tutti! Roberto Di Napoli
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BUONA PASQUA
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 24 aprile 2011
A tutti gli amici, e, in modo particolare, alle vittime di usura ed estorsione, alle vittime della "malagiustizia", degli imbrogli e a quanti, inascoltati e umiliati, vivono tormentati da preoccupazioni anche a causa dell'indifferenza, faccio i miei semplici ma sinceri auguri di
BUONA PASQUA
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Auguri scomodi
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 24 dicembre 2010
" (…) Che i poveri, i poveri veri, hanno sempre ragione, anche quando hanno torto" (dall'omelia della Messa di Natale 1985 di Don Tonino Bello)".
Augurare un generico buon Natale, buone Feste e Buon anno a tutti sarà un uso, una "moda" del 24 Dicembre ma, se rifletto, mi sembra un pò ipocrita se non banale. Credo che viviamo in una società e, soprattutto, in un Paese dove se si conserva la ragione e si riflette su quanto si legge, sente o vede nel resto dell'anno, se si considerano i paradossi e le sofferenze che quotidianamente vivono tante, troppe persone ci sia ben poco da festeggiare e tanto su cui, invece, riflettere.
Ai miei veri amici e alle persone a cui voglio più bene e sento più vicine, così come alle vittime di usura ed estorsione o degli abusi bancari, ai più deboli, a chi ha perso o ha paura di perdere il lavoro o la casa, a chi, per qualsiasi motivo, soffre faccio i miei più semplici, forse inutili, ma, di certo, sinceri
AUGURI
affinchè possano recuperare serenità e trascorrere Natale pensando alla più grande ricchezza che hanno: la propria dignità, l'affetto dei veri amici, la capacità di sorridere anche di fronte alle cose più semplici superando, così, le difficoltà più grandi.
A tutti "gli indifferenti" che, invece, ritengono sufficiente e necessario partecipare benvestiti al cenone, stappare la bottiglia di champagne, scartare i regali e, con volto apparentemente preoccupato, fingere, magari, di dispiacersi se e quando sentono di qualcuno in difficoltà (a cui, però, augurano ugualmente "Buon Natale") ma che mai aiuterebbero "se non ne vale la pena", auguro, con tutto il cuore, di arricchirsi, un giorno, di un minimo di sensibilità e, magari, di intelligenza, in modo tale da apparire meno ridicoli.
Giorni fa, su facebook, leggendo quanto postato da un mio amico che ricordava le parole di un'omelia di Don Tonino Bello nella Messa di Natale del 1985, mi sono ricordato di quegli "auguri scomodi" che anche io, in un post su questo mio stesso blog, ricordai tre anni fa.
Riporto nuovamente quelle parole perchè credo che se tutti, davvero, le leggessero, per tante persone il Natale (e, forse, anche il resto dell'anno) sarebbe più felice. Roberto Di Napoli
TANTI AUGURI SCOMODI!
“Non obbedirei al mio dovere di vescovo, se vi dicessi «Buon Natale» senza darvi disturbo.
Io, invece, vi voglio infastidire.
Non posso, infatti, sopportare l'idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla «routine» di calendario. Mi lusinga, addirittura, l'ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali. E vi conceda la forza di inventarvi un'esistenza carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la carriera diventa idolo della vostra vita; il sorpasso, progetto dei vostri giorni; la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla ove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che lo sterco degli uomini o il bidone della spazzatura o l'inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell'affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunziano la pace portino guerra nella vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che, poco più lontano di una spanna con l'aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano i popoli allo sterminio per fame.
I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell'oscurità e la città dorme nell'indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere «una grande luce», dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano. Che i ritardi dell'edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative. Che il numero 167 non è la cifra matricola data ai condannati dal sistema. Che i ricorsi a tutti i T.A.R. della terra sono inammissibili quando a farne le spese sono i diritti sacrosanti di chi non conta mai niente. Che i poveri, i poveri veri, hanno sempre ragione, anche quando hanno torto.
I pastori che vegliano nella notte, «facendo la guardia al gregge» e scrutano l'aurora, vi diano il senso della storia, l'ebbrezza delle attese, il gaudio dell'abbandono in Dio. E vi ispirino un desiderio profondo di vivere poveri: che poi è l'unico modo per morire ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore nasca la speranza”.
(da Antonio Bello, "Oltre il Futuro- Perchè sia Natale" edizioni La Meridiana)
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