Il banchiere indagato parla al telefono con il Procuratore? Anche io vorrei pensare che “non è possibile”. Dal sito di Panorama
Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 20 novembre 2013
Chi difende le vittime di usura bancaria sa quanto sia difficile, a volte, ottenere la condanna e la punizione dei responsabili pur quando, sotto il profilo oggettivo, si sia riscontrata l’illiceità del “fatto”. Ci sono stati provvedimenti assolutori discutibili, ritenuti, anche da alcuni autorevoli magistrati, troppo “indulgenti” e in contrasto rispetto alla ratio della l.108/96 che, modificando la previgente formulazione della fattispecie del reato di usura, ha introdotto il “meccanismo” dei cd. tassi soglia (superati i quali non ci sarebbero dovuti essere dubbi in merito all’usurarietà). In alcuni casi, pur essendo emerso dalle indagini il superamento del tasso massimo consentito, i responsabili denunciati sono stati prosciolti con motivazione fondata sulla ritenuta mancanza di prova in merito alla sussistenza del dolo: ciò anche a causa del possibile errore indotto da alcune equivoche circolari della Banca d’Italia.
Da cittadino, oltre che da difensore, volendo continuare a credere nella massima imparzialità di chi giudica, preferirei sempre un’autentica motivazione fondata esclusivamente sulla legge o sulla sua prevalente interpretazione, senza avere motivi per potere lontanamente sospettare che la decisione sia dettata da altri fattori “estrinseci” alla legge. Mi è già capitato di vedere (oltre che un processo pendente da quasi 18 anni nel quale si erano, addirittura, prosciolti gli imputati malgrado il tasso, accertato dalla Procura, del 292% e soddisfatte le loro pretese; proscioglimento, poi, annullato dalla Cassazione) una consulenza contabile disposta dal PM ed effettuata da un consulente risultato, poi, essere anche socio della banca denunciata (dichiarata, poi, inattendibile da un attento GIP che, successivamente, ha disposto anche l’imputazione coatta del direttore generale: provvedimento sfociato nel rinvio a giudizio per usura; clicca qui per leggere il post su questo caso di usura bancaria).
La lettura dell’articolo sull’ultimo numero di Panorama (n. 48/2013) credo che rattristi le vittime degli abusi bancari (oltre che i cittadini) che, confortate, per fortuna, dalle severe decisioni di quei giudici (civili e penali) che appaiono e si dimostrano insensibili a qualunque “potere” se non a quello della Legge e della Verità, devono sempre continuare a credere nell’imparzialità dei magistrati. Per me, la circostanza che un Procuratore parli al telefono con il banchiere indagato o lo riceva personalmente (soprattutto se in assenza della persona offesa) dando informazioni in merito al procedimento in cui è coinvolto è incompatibile con l’immagine di serietà e terzietà di cui ogni giudice deve godere affinchè non vi sia alcun cittadino che possa avere una valida ragione per potere pur solo dubitare sulla sua correttezza. Potrà non essere un reato e non essere rilevante disciplinarmente ma, così come è intitolato l’articolo sulla versione cartacea di Panorama, anche a me verrebbe da dire: “Procuratore, ci dica che non è possibile!“
Riporto di seguito il link dell’articolo sull’edizione web di Panorama: Le telefonate fra il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, e il banchiere indagato – Panorama.


















Massimiliano Massullo said
questo spiega il motivo di tante, troppe archiviazioni…