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Mentre molti politici agevolano le banche, giudici seri continuano ad indagare. A Frosinone respinta richiesta di archiviazione.

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 11 luglio 2011

Tribunale FrosinoneMentre in Parlamento, negli ultimi mesi, per almeno due volte, la maggioranza ha approvato leggi in favore delle banche dimostrando scarsa attenzione verso i diritti e interessi delle imprese o delle famiglie già danneggiate, spesso, da illegittime richieste, nelle aule di giustizia (senza con ciò ignorare casi singolari e gravi di "malagiustizia") si continuano a trovare magistrati seri e preparati insensibili e imparziali di fronte alla "potenza" o "prepotenza" dei banchieri.
Credo possa confortare i cittadini, poi, constatare che ci sono magistrati scrupolosi che, ancora, si stupiscono e reputano "anomali" alcuni potenziali conflitti di interesse e a cui, evidentemente, non risulta normale che una consulenza tecnica contabile sui rapporti intrattenuti con la banca di cui si sono  denunicati i responsabili sia effettuata da un consulente che è socio della stessa banca locale.
E' successo così che, a Frosinone, il Giudice per le indagini preliminari non ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero di archiviare il procedimento per usura ed estorsione e ha ordinato le ulteriori indagini richieste dalla persona offesa. Un imprenditore locale, dopo avere scoperto, attraverso la propria consulenza contabile il superamento, da parte della banca, del tasso di interesse legittimo e dopo avere ricevuto la notifica del precetto a cui si è opposto ottenendo tutela da parte del magistrato civile, nel 2009, aveva anche denunciato la banca sostenendo l'applicazione di interessi usurari e l'illiceità della minaccia avanzata col suddetto precetto. All'esito delle indagini, pur risultando confermata l'usurarietà in vari periodi degli interessi applicati, il P.M. chiedeva l'archiviazione del procedimento (instaurato nei confronti di soggetto che era stato, in alcuni periodi, presidente del c.d.a. della banca) in quanto, in sostanza, a suo dire, l'usura risultava solo a causa dell'applicazione degli interessi su interessi. A tale richiesta di archiviazione, l'imprenditore, da me difeso, si è opposto lamentando, innanzitutto, la lacunosità delle indagini effettuate, tra l'altro, da un consulente tecnico contabile che risultava socio della stessa banca locale. Si è evidenziata, poi, pur essendo emersa l'usurarietà degli oneri -circostanza, questa, che sarebbe dovuta essere sufficiente per ritenere l'illiceità della condotta denunciata- la non correttezza della metodologia seguita dal consulente e la conseguente lacunosità nonchè l'illogicità della motivazione della richiesta del Pubblico Ministero.
All'esito dell'udienza del 4 Maggio scorso, il Giudice per le indagini preliminari, dopo avere sentito sia le mie argomentazioni nella qualità di legale dell'imprenditore denunciante sia il difensore dell'indagato, ha emesso l'ordinanza con la quale viste le argomentazioni della persona offesa e considerato che la qualità di socio della banca denunciata emersa in capo al professionista che aveva effettuato la consulenza rendono "complessivamente inattendibile il suo operato" ha rigettato la richiesta di archiviazione formulata dal P.M. e accolto l'opposizione ordinando ulteriori e più approfondite indagini volte anche ad accertare le responsabilità.
Ritengo che, al di là delle giuste ed ineccepibili ragioni giuridiche a sostegno del provvedimento, quest'ultimo sia la dimostrazione della correttezza di alcuni magistrati che applicano fedelmente la legge. Bisogna considerare, oltretutto, che l'usura (chiunque sia l'autore del reato, banca o cravattaro) non è solo un vizio dei rapporti contrattuali e, dunque, una vicenda civilistica o tra privati. E' un male che danneggia l'intera economia del Paese. Ed è questo, forse, che non capisce chi, oggi, tenta, di fatto, di legalizzarla modificando il meccanismo di determinazione del tasso soglia o facendo ulteriori "regali" normativi ai banchieri. L'applicazione di interessi, commissioni od oneri ingenti fino al punto da rendere difficile la corresponsione, la loro pretesa -quando non corrisposto- attraverso decreti ingiuntivi, esecuzioni o sentenze di fallimento non determina solo un danno patrimoniale all'utente bancario: lo distrugge. Lo distrugge psicologicamente e lo priva di forze per continuare a lavorare e vivere serenamente. E, moltiplicare un comportamento simile per decine di migliaia di utenti, significa far chiudere i battenti a tante imprese o cacciare fuori casa famiglie intere, far licenziare i lavoratori, insomma, danneggiare l'intera economia di un Paese. Sono questi, in parole semplici ma, credo, significative e reali, i danni causati dall'usura o dagli abusi bancari. Danni che, evidentemente, non comprendono (o di cui sembra che se ne freghino altamente) quei politici i quali, invece che introdurre sanzioni severe contro tali comportamenti, li incentivano con leggi a favore o, addirittura, premiando i banchieri con le più alte onoreficenze (cliccare qui per leggere il mio precedente post "Banchieri: ultramilionari, premiati e "Cavalieri" ). Chissà se tra questi politici non ci sia qualcuno che non comprende cosa significa essere vittime di tali abusi perchè, magari, la casa, in qualche immobile di prestigio, o altri privilegi è abituato ad averli comprati o ceduti da altri. Le cronache degli ultimi anni, forse, possono essere di aiuto per aiutarci a comprendere le possibili cause della loro indifferenza verso gli enormi sacrifici o sofferenze dei comuni mortali alle prese, spesso, con gli abusi delle banche. Roberto Di Napoli

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