IL BLOG DI ROBERTO DI NAPOLI

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Archive for the ‘treni’ Category

Roma innevata è splendida ma i disagi sono inconcepibili: come sempre, nessun responsabile e unica colpevole sarà la neve!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 5 febbraio 2012

La forte nevicata su Roma (oltre che nel resto d’Italia) ha dimostrato, ancora una volta, il paradosso e le contraddizioni di questo Paese: da una parte, la bellezza di una città, il paesaggio di Roma innevata “tutta candida, tutta pulita e lucida” (ricordando gli aggettivi del testo di una bella e nota canzone)

4 Febbraio 2012, Roma, Porta Pia

4 Febbraio 2012, strada di Roma innevata

e, dall’altra, l’inefficienza che, di fatto, ha paralizzato la capitale. Ai cittadini non credo interessino molto le polemiche e una cosa sembra, ormai, certa: la forte nevicata si poteva prevedere e si potevano disporre i mezzi necessari per tenere libere ed accessibili strade e marciapiedi. E’ vero: è un evento che non si verificava dal 1985 ma, secondo me, con tanti “sprechi pubblici”, con tanti miliardi buttati, non sarebbe uno “scandalo” se la capitale fosse munita di spazzaneve, pure al costo di tenerli fermi ma sempre pronti e disponibili, e di personale pronto anche per tali evenienze. 

Venerdì sera, dopo essere rientrato da Napoli e Palermo, sono rimasto sorpreso: non avevo mai visto Roma così imbiancata. Alla Stazione Termini ho atteso in fila oltre 40 min. per un taxi (e poi, protestano per paura della concorrenza!). Prima di me, una coppia inglese, dopo tanta paziente attesa, ha mostrato un biglietto al tassista il quale, “in romanesco” e con tono un pò burbero, gli ha risposto che non li avrebbe portati a Monte Mario … le strade in salita non erano percorribili per cui ha riaperto il bagagliaio e appoggiato i bagagli a terra. La coppia, sorridente ma incredula, mi ha guardato nel tentativo di avere una spiegazione. Ho pensato, istintivamente, che fosse un tassista poco elegante nei modi. Entrato in macchina, mi ha spiegato, arrabbiato, il motivo: le strade in salita erano impraticabili. Dopo poche decine di metri, in effetti, lungo il tragitto, mi sono reso conto della situazione: anche le strade del centro erano completamente piene di neve e immaginavo che la situazione non sarebbe migliorata. Durante la notte ha ripreso a nevicare e oggi, a 48 ore di distanza, la neve sulle strade e marciapiedi c’è ancora. Anzi: ora c’è il ghiaccio.

Roma, 4 Febbraio 2012, strada del centro coperta di neve

Ritengo assurdo ed inconcepibile che sia difficoltoso pure camminare a piedi se non a costo di scivolare. Ma è possibile che il centro della capitale di un Paese, con la neve, diventi così difficilmente percorribile? Ripeto: tra i tanti sprechi e costi inutili, è possibile che non ci siano mezzi a sufficienza e pronti per affrontare situazioni del genere? Spero che quella coppia inglese abbia trovato subito, venerdì sera,  una soluzione e che non abbia capito i reali motivi del precedente rifiuto; altrimenti o avrà pensato che Monte Mario (“Mario’s Mountain”) sia l’Everest o si sarà resa conto di come (non) funziona l’Italia!!! Per non pensare a tutti i senzatetto che, spero, davvero, abbiano ricevuto una minima tutela e rifugio. Intanto, oggi, nel prevedibile “scaricabarili” di responsabilità e mentre il sindaco di Roma e il capo della Protezione civile polemizzavano (cliccare qui per guardare il video della puntata in 1/2 Ora sul sito del Corriere della Sera), una donna è stata trovata morta alla stazione Termini e un’altra a Palestrina, nei pressi della capitale (cliccare qui per leggere la notizia riportata dal sito di tgcom). Nemmeno mi domando se ci sarà qualcuno che ne potrebbe rispondere. Siamo in Italia e la colpa è, ovvio, che sarebbe sempre e solo della neve!

 

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E di notte l’intercity si fermò un minuto a Pisciotta. Quando Trenitalia, grazie anche al personale, è efficiente..

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 10 marzo 2011

Solo 1 oraSi sa quanto i ritardi dei treni siano fastidiosi e, a volte, intollerabili: soprattutto, se si viaggia su un Eurostar “alta velocità” o Frecciarossa e se, magari, si ha la necessità di arrivare in orario per non perdere qualche coincidenza. Pochi viaggiatori, forse, sanno che, a prescindere dal diritto al bonus riconosciuto in caso di ritardi o disservizi, in teoria sarebbe anche possibile ottenere il risarcimento del danno patrimoniale qualora si sia in grado di provarlo.

Ho, più volte, commentato su questo mio blog paradossi a causa di disservizi o inefficienze (cliccare sulla categoria "treni", nella colonna di sinistra, per leggere i miei precedenti post su questo blog). Credo sia giusto e doveroso, però, riconoscere anche l'efficienza o la gentilezza del personale quando la si avverta. L'altroieri sera (lo scorso 8 Marzo) sono rimasto particolarmente colpito dall'organizzazione e dall'assistenza ricevuta. Non me l'aspettavo. Il treno intercity notturno da Napoli a Siracusa, secondo l'orario ufficiale di Trenitalia, non prevede la fermata nella piccola stazione di Pisciotta-Palinuro, in provincia di Salerno, nella splendida valle del Cilento.

La notte tra l'8 e il 9 Marzo, il treno, con una decina di carrozze, ha fatto, però, una fermata “eccezionale” per far scendere un solo passeggero, cioè, …… il sottoscritto.

Dovendo recarmi a Vallo della Lucania per un'udienza abbastanza delicata avevo programmato di partire da Roma col Frecciarossa delle 20 per arrivare a Napoli dopo 1 ora circa e a Pisciotta-Palinuro alle 23. Treno superveloce per Napoli, quindi: tranne in caso di ritardo. Il treno superveloce, la Frecciarossa, infatti, quasi vicino al capoluogo campano, a causa del guasto del treno che lo precedeva, all'improvviso ….. si è fermato e rimasto immobile per oltre mezz'ora. Ripresa la marcia, accortomi che sarebbe arrivato con 50 minuti di ritardo, ho avvertito il personale che avrei perso l'ultimo treno per Pisciotta.
Mi sarei dovuto fermare a Salerno e pernottare in albergo con conseguenti costi per i quali sarei stato costretto a chiedere a Trenitalia il risarcimento di ogni danno. E invece, ho constatato subito la gentilezza ed efficienza del capotreno e del controllore. Hanno avvertito la centrale e, sceso alla stazione di Napoli, nella hall, ho trovato un responsabile dell'assistenza ai passeggeri insieme ad un suo collega: ancora più gentili e cordiali. Mi hanno fatto accomodare nella sala assistenza viaggiatori assicurandomi che, pur non essendoci più nessun treno per la mia destinazione, stavano provvedendo a risolvermi il disagio e, tra una telefonata e l'altra al "SOP" (credo sia una centrale operativa), sono riusciti ad avere l'autorizzazione a far effettuare all'intercity notturno Napoli – Siracusa una fermata speciale –non prevista dall'orario ufficiale– nella piccola stazione di Pisciotta-Palinuro, la stessa nella quale sarei dovuto scendere col treno perso. Ho detto ai signori Corba e Madonna (quando ho saputo dal suo collega il cognome di quest'ultimo, col sorriso, ho detto che non poteva che essere gentile e “addetto all'assistenza; sarebbe il caso di dire: nomina sunt consequentia rerum) che sono stati di gentilezza ed efficienza che non mi sarei aspettato. Essendo terminato pochi minuti prima l'orario di lavoro, potevano andarsene a casa. E invece, pur dopo aver trovato -ripeto, con massima efficienza- la soluzione, sono stato accompagnato fino alla carrozza per essere certi che il capotreno fosse informato della fermata “speciale”.
Dopo aver salutato e ringraziato, non nascondo che, nel corridoio, vicino al finestrino, dopo circa un'oretta, qualche dubbio mi è venuto, nel silenzio dei passeggeri che vedevo addormentarsi e mentre vedevo superare velocemente vari paesi della Campania e le stazioni deserte: quello che il macchinista si fosse dimenticato di fermarsi a Pisciotta per fare scendere il “viaggiatore reclamante” (che ha contribuito, però, a far risparmiare Trenitalia l'equo risarcimento del danno da ritardo) e di farmi ritrovare, all'alba, sullo stretto di Messina o, direttamente, a Siracusa.

E, invece, …. era tutto vero: come promesso. Verso l'una di notte, l'intercity ha cominciato a rallentare. Mi è venuto incontro il capotreno per accertarsi che mi fossi accorto dell'arrivo a destinazione. Sul binario, salutandolo e ringraziandolo, gli ho detto, scherzosamente, di rassicurare Trenitalia che il passeggero, nonostante tutto, è rimasto soddisfatto e, come si suol dire, “non ha più nulla a pretendere” a titolo di risarcimento del danno. Mi riservo, al massimo, in merito alla richiesta di indennizzo e del bonus….. per viaggiare ancora più felicemente!  Roberto Di Napoli
copertina responsabilità risarcimento vacanza rovinata

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Binario 15: è necessario correre per …. i 400 metri?

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 7 dicembre 2008

Binario 15 Stazione TerminiQualche mattina fa, dovendo partire per Velletri, ho riflettuto (o meglio, come dirò di seguito, sono stato "indotto" a riflettere) sul pericolo che può determinare la carenza di sufficienti informazioni in merito all’ubicazione del binario 15 della Stazione Termini. Il problema, infatti, secondo me, non è tanto il fatto che sia posto a circa 400 metri dall’inizio della banchina, quanto, piuttosto, la mancanza di sufficienti informazioni ai passeggeri.

Arrivato alla Stazione, e considerato che mancavano, ancora, alcuni minuti all’orario di partenza, ne ho approfittato per comprare un giornale ad un’edicola nella hall. Quando mi sono avvicinato al binario 14, certo di salire subito sul treno che immaginavo sul binario adiacente, ho avuto un’amara sorpresa: su un piccolo cartello blu posto su un pilastro tra i binari 14 e 16 c’era scritto: "binario 15 … 400 mt" ed una freccia bianca in alto per indicare di andare …. sempre dritto.

Non sono un atleta e sono certo che non penserei mai di provare determinate capacità  sportive alle 8 di mattina. Mancavano, forse, 3 minuti. Per non perdere il treno (sapendo che quello successivo sarebbe partito dopo un’ora), ho dovuto iniziare a correre fino a sentire quasi perdere il respiro. Ad un certo punto, mi sono dovuto fermare. Ho immaginato, allora, in quell’istante, il pericolo cui potrebbe essere esposto un anziano, una persona con problemi cardiaci o un soggetto con difficoltà motorie. Dopo pochi secondi, ho ricominciato a correre "sognando", ancora distanti, gli scalini del treno (altra barriera architettonica purtroppo, ancora, presente su troppi treni). Sono arrivato al "traguardo" e, appena seduto, col cuore che batteva fortissimo e sudato, non riuscivo nemmeno a rispondere al cellulare che squillava. binario 15

Una passeggero che arriva alla Stazione (e, soprattutto, in una grande Stazione), dopo aver letto, sui display posti nelle hall, l’orario e il binario (e l’eventuale ritardo), fa affidamento, credo, su quanto scritto senza sapere – se non informato- che il binario dista centinaia di metri: se sapesse subito ciò è ovvio che non perderebbe tempo o, comunque, si avvierebbe alle carrozze con calma. Il codice del consumo sancisce come "fondamentali" il diritto all’informazione e alla salute. Nel caso di specie, il passeggero non sufficientemente informato sulla distanza del binario 15 potrebbe perdere il treno con danni che non possono immaginarsi come limitati al costo del biglietto (che, magari, potrebbe essere utilizzato per il viaggio sul treno successivo): una persona anziana o un qualsiasi soggetto che non sia in perfette condizioni di salute e che non può ritardare la partenza, secondo me, ripeto, potrebbe subire….. danni più gravi. Per evitare simili inconvenienti, sarebbe sufficiente, invece, indicare sui display, sui monitor, sui cartelloni gialli con gli orari di partenza e ovunque ci sia scritto "binario 15", quanto indicato sul pilastro, ossia, la distanza o che quel binario è posto in fondo alla banchina. In varie stazioni ferroviarie, simili indicazioni, ho notato, sono poste con maggiore evidenza. All’interno di alcuni aeroporti c’è scritto (addirittura!!!) il tempo di percorrenza (medio, è ovvio) da un determinato punto fino alla sala imbarchi o al "gate". Sono certo che Trenitalia o i responsabili della Stazione Termini sapranno provvedere rendendo, quanto prima, "più confortevole" o, almeno, …. "consapevole"… la partenza dal binario 15 di chi -magari, come può accadere ora, non informato- non ha l’attitudine per la corsa alle Olimpiadi nè, pur munito di bagagli, ha addosso la tuta e le scarpe da ginnastica quando scopre di dover correre, in pochissimi minuti, ….. i 400 metri. Roberto Di Napoli

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Indifferenza e cortesia….. ad alta velocità!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 14 ottobre 2008

Milano Stazione centrale seraCi sono "soggetti" che non hanno la minima consapevolezza delle conseguenze che possono derivare, a volte, dalla propria arroganza e maleducazione. So bene che, a volte, è solo la fretta o la superficialità che, involontariamente, può fare sembrare una persona maleducata pur non essendolo. In alcuni casi, però, non può esistere alcuna giustificazione: specialmente quando, a causa del lavoro o delle funzioni ricoperte, non si può prescindere dalla cortesia necessaria nei confronti del pubblico o degli utenti!
Sono noti i disagi derivanti a chiunque dal ritardo del treno o dell’aereo: si può perdere una coincidenza o, semplicemente, si può essere costretti a snervanti attese. E’ per questo che, in alcuni casi, si ha il diritto all’indennizzo o, addirittura, al risarcimento dei danni. Non avevo mai riflettuto, però, sui pregiudizi maggiori che possono derivare da un ritardo ma, soprattutto, dalla superficialità. So bene cosa si provi, quando si ha un problema grave da affrontare, nel ricevere e subire, piuttosto che un aiuto o un semplice sorriso od incoraggiamento, risposte frettolose o, peggio ancora, la totale indifferenza.
Giorni fa mi trovavo su un treno. Intento a scrivere al pc, ad un certo punto, sono stato colpito dalla disperazione della persona seduta di fronte a me e che, molto educata, distinta e riservata, non avevo considerato prima. Avevo visto che si era avvicinata al mio tavolino un’ "addetta all’assistenza" ma, intento a scrivere, non stavo prestando attenzione al dialogo col passeggero che mi sembrava si stesse lamentando solo del ritardo previsto nell’arrivo. Ad un certo punto, ho notato che quella persona, educatamente ma senza riuscire a nascondere la propria disperazione e sofferenza, non si stava lamentando del semplice ritardo. A causa del disservizio aveva perso la coincidenza e si sentiva offeso dalla risposta (a dir poco) superficiale che aveva ricevuto da un altro addetto cui aveva chiesto di poter salire sul primo treno Eurostar disponibile. Non stava facendo, purtroppo, un viaggio di piacere nè di lavoro! Quando ho sentito i seri motivi di salute e il tono della voce, ho alzato lo sguardo dalla tastiera: sono stato colpito dagli occhi lucidi e dall’insistenza con cui cercava di spiegare il problema e l’ovvia, più facile soluzione. Sottolineava, poi, anche la superficialità con cui gli si era risposto pur dopo avere evidenziato il suo dramma. Mi sono domandato, ancora una volta, se è possibile che una persona, pur quando sofferente, debba disperarsi, sprecare il fiato anche quando la soluzione dovrebbe essere semplice e scontata! Non sono riuscito a rimanere indifferente e continuare ciò che stavo facendo. Ho sentito il dovere di consigliare anch’io all’addetta di  telefonare subito al suo "superiore" e far presente il "caso particolare" in modo da permettere al già sfortunato passeggero di prendere il treno immediatamente successivo a prescindere dalla prenotazione (visto che, tra l’altro, tutto ciò era derivato da un ritardo). A dire il vero è prevalso il buon senso. La telefonata….. è andata a buon fine e il passeggero si è tranquillizzato. Se l’addetto a cui si era rivolto prima fosse stato più efficiente, cortese e, soprattutto, paziente nell’ascoltare (quanto la sua collega), probabilmente, però, si sarebbe evitata ad una persona già con seri problemi di salute oltre mezz’ora di disperazione e gli si sarebbe consentito, almeno, di viaggiare più serenamente. Faccio a quel passeggero i miei più sinceri auguri di una pronta guarigione! Roberto Di Napoli

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OSPITE AL TELEGIORNALE DI LA7

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 30 luglio 2008

Domenica 27 Luglio 2008, quale autore del libro "Risarcimento del danno da vacanza rovinata", sono stato ospite al telegiornale di La7 delle ore 20.

Onorato e lieto dell’invito, ringrazio la redazione di La7, il conduttore, gli amici Antonio, Giovanni, Roberta e, ovviamente, i telespettatori. Roberto Di Napoli

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Sud, Sud, Sud, profondo Sud-Est. Fino a quando?

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 26 aprile 2008

littorina Lecce Gallipoli

Solo 1 ora

L’altro ieri ho viaggiato, non per la prima volta, da Brindisi a Gallipoli in treno. Sarei potuto essere il turista che, giunto in aeroporto a Brindisi, pensi di arrivare nella località ionica, in poco tempo, con normali treni regionali o con un servizio navetta in autobus. Viaggiando in automobile e percorrendo la superstrada, da Brindisi si può arrivare a Gallipoli in circa tre quarti d’ora o un’ora al massimo. In treno, invece, non c’è un collegamento diretto. Bisogna prendere il treno fino a Lecce. Qui, però, comincia l’avventura per il turista "ecologico" o, comunque, impossibilitato a viaggiare in automobile o in taxi (si spenderebbero da Brindisi oltre cento euro). Perchè? Il capoluogo di provincia salentino dista poco più di 40 km dalla “perla dello Ionio”, dalla bella città. In automobile è sufficiente una ventina di minuti o, al massimo, una mezzoretta. Col treno, il viaggio è un ritorno ……. al passato. Potrebbe essere affascinante per chi ama l’avventura, per gli amanti dei treni d’epoca ma non, di certo, per chi si trova a viaggiare per lavoro, per gli studenti o per chi pretende la qualità dei servizi. A me fa solo innervosire e credo che servizi del genere non incentivano i turisti a tornare. Ritengo incredibile e vergognoso che un turista il quale, senza usufruire dell’automobile, voglia visitare il Salento debba affrontare un’odissea e, d’estate, correre il rischio di svenire in un vagone privo di aria condizionata e coi sedili infuocati dopo essere stati esposti, al sole, ad una temperatura di 40 gradi. Ho preso, dicevo, verso le 7, il treno da Brindisi per Lecce. Giunto qui, ho chiesto se, per miracolo, fosse stato messo in servizio qualche treno nuovo. Ed, invece, sul binario, era pronta la brillante e “sempre arancione” ……… littorina. Ho chiesto conferma, prima di salire, che quello fosse il treno per Gallipoli. Un addetto ha annuito precisandomi, mentre salivo il gradino e dandomi “del tu” (è radicata, secondo me, nel Salento l’errata convinzione che per dare “del Lei” bisogna chiedere il permesso), che: “Giovane, che devi cambiare a Zollino”. Dimenticavo, infatti, questo “scalo”. La littorina è una vecchia locomotiva a motore diesel. E’ davvero caratteristica e avendo, questa volta, programmato di raggiungere Gallipoli in treno (non per piacere ma per non accettare piccole gentilezze da parte di chi, ultimamente, ha adottato, nei miei riguardi, un comportamento che, a dir poco, non condivido), ho sopportato ugualmente il viaggio. Incredibile! Ho notato, in una stazione, una lavagnetta con la cornice di legno (sembrava scolorita dal sole al quale sarà esposta da una trentina d’anni) sulla quale c’erano le scritte, in gesso, di vari comuni. Non so quale sia la funzione ma immagino che sia l’antenata del display. A Zollino (stazione centrale?) sono sceso. Il treno era di fronte. Stavo per vedere dove fosse il sottopassaggio ma, dopo pochi secondi, vedendo gli altri passeggeri che attraversavano il binario, ho capito che alla stazione di Zollino….. si fa così . Il treno Zollino- Gallipoli, a quanto pare, è molto più nuovo della littorina. Sarà, di sicuro, almeno, fine anni ’70-primi ’80. Un treno di lusso, insomma! Ero quasi dispiaciuto. Pensavo che fosse finita l’avventura. Ed, invece, no. Vagone diverso ma motore ed interni simili. Ho pensato che se pubblicizzassero questi servizi pubblici di trasporto con uno spot del tipo: “viaggia nel passato. Ecco il Salento” oppure “Viaggio selvaggio”, in modo da avvertire il passeggero sulle condizioni ferroviarie, sarebbe bellissimo! Quei vagoni, poi, secondo me, potrebbero essere facilmente attrezzati per la sauna: non occorrerebbe una grossa spesa! L’attuale costo del biglietto, allora, sarebbe equo! Lungo il tragitto si possono vedere i muretti a secco e le piante di fichi d’india. vegetazioneNei mesi estivi, soprattutto nelle fermate, il passeggero, se non è stravolto o svenuto per il caldo, può sentire anche il canto delle cicale. Dopo essere passato anche da Galatina, Nardò, Sannicola, Alezio, Gallipoli (Via Agrigento) sono arrivato, così, a Gallipoli (Stazione Centrale). Ma ai pendolari che già conoscono il paesaggio e utilizzano, ogni giorno, il treno quale mezzo di trasporto locale, ai turisti che avrebbero voglia di girare il Salento, è giusto fornire questo servizio in queste condizioni? E’ diritto fondamentale di ogni consumatore- utente quello alla salute, quello all’equilibrio e all’equità nei rapporti contrattuali e quello all’erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità ed efficienza (art. 2 del codice del consumo). Ho pagato il biglietto Lecce- Gallipoli oltre 3 euro: quanto quello per il tragitto Roma- Latina (mezz’ora per oltre 50 KM) con Trenitalia. I treni di oltre trent’anni fa, senza aria condizionata (è tanto, anzi, se si respira l’aria) e che impiegano oltre un’ora per percorrere Lecce- Gallipoli, secondo me, non rispettano nessuno di questi diritti fondamentali. Mi piacerebbe sapere, quale cittadino-utente, se rispettano tutti gli standard di sicurezza al fine di garantire anche l’incolumità fisica e la salute sia dei passeggeri sia di chi vi opera all’interno. Vorrei, poi, capire con quale criterio possano ritenersi conformi a standard di qualità ed efficienza. Credo, piuttosto, che servizi del genere siano l’esempio di assoluta inefficienza. Così si pensa di incentivare il turismo? Politici pugliesi, fate, ogni tanto, magari la domenica, quello che dite spesso: lasciate l’automobile in garage e usate i mezzi pubblici! Fatevi un giretto su questi treni e portatevi, magari, tutti i vostri familiari! Avreste il coraggio di consigliare ai vostri figli, nel periodo scolastico, di usufruire di questi treni così come fanno tanti altri studenti? Portateli, poi, magari d’estate, verso le 14, all’interno di un vagone del genere e, se si dovessero lamentare per il caldo, spiegate loro cosa avete fatto di buono per migliorare questi servizi! Fate attenzione, poi, anche alla caratteristica tromba della vecchia littorina! E se fosse una pernacchia uscita dalla locomotiva a nome dei passeggeri stanchi delle vostre chiacchiere? Roberto Di Napoli

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Trenincubo/2- Il 4 Febbraio, sull’Eurostar, oltre un’ora e venti minuti di ritardo: ancora una volta sulla tratta Lecce-Roma!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 9 febbraio 2008

Stazione di LecceA Dicembre, in seguito allo scandaloso ritardo di circa 20 ore dell’Eurostar Lecce-Roma, qualche politico, mi pare, aveva pubblicizzato la sua richiesta a Trenitalia di sostituire i treni utilizzati lungo quella tratta.
Non era ancora caduto il Governo, non erano state ancora sciolte le Camere per cui non credo sia stata una “promessa” o un’“esternazione” da campagna elettorale.
Dopo qualche giorno, il 31 Dicembre, ho viaggiato sul treno Roma-Lecce. Mai visto dal 1996, su quella linea, un treno pulito quanto quello sul quale ho viaggiato l’ultimo giorno dello scorso anno. Il treno non era il solito “pendolino” bianco e rosso di oltre dieci anni fa; era proprio un “moderno” Eurostar simile a quello utilizzato nel resto d’Italia: poltrone larghe, comodissime, bagni pulitissimi senza nemmeno una goccia di pipì fuori dal water. C’era, addirittura, molto più spazio per sistemare le valigie e, ad ogni posto, finanche, una presa elettrica per collegare il pc
E’ arrivato in orario, puntualissimo
Mi sono chiesto: sarà stato, questa volta, grazie a qualche politico particolarmente sensibile alle esigenze dei passeggeri che vanno in Puglia? Oppure all’efficienza di Trenitalia che ha posto rimedio, subito, sostituendo i treni obsoleti?
Sono tornato a Roma il 6 Gennaio, festa dell’Epifania, che, come si dice, “tutte le feste porta via”. Ha portato via, in effetti, anche il piacere che avevo provato -nemmeno una settimana prima- nel pensare che Trenitalia avesse destinato, per la tratta Roma-Lecce, un Eurostar moderno. Ma mi sbagliavo, evidentemente.
Dopo lo "scandalo" e i risarcimenti ……… tutto è tornato come prima. E’ ricomparso il “pendolino” style “primi anni ’90” con lo spazio insufficiente per sistemare i bagagli.
Su quel treno (quando è affollato, come è prevedibile e come i responsabili di una società per azioni, d’altronde, devono augurarsi lo sia ogni giorno) è impossibile che tutti i passeggeri riescano a sistemare le valigie (a volte voluminose) negli spazi appositi sopra le poltrone o nei ridicoli spazi all’ingresso delle carrozze.spazio valigie su un eurostar
Si è costretti, così, a lasciarle in mezzo allo strettissimo corridoio con inevitabile intralcio al transito degli altri passeggeri. Non mi sembra proprio, questo, un modo di viaggiare proporzionato al costo del biglietto (ben 54 euro: quasi quanto un volo low cost da Roma per una capitale europea). Dubito, fra l’altro, che ciò sia compatibile con le norme di sicurezza essendo prevedibili i pericoli, in caso di emergenza, determinati da un corridoio occupato da ingombranti valigie. Lasciando il bagaglio accanto alla propria poltrona, poi, il viaggiatore seduto è costretto, più volte durante il viaggio, a scomodarsi per cercare di consentire il transito all’altro passeggero; se ciò non è possibile, quest’ultimo deve scavalcare, magari, con la propria pesante valigia.
Insomma: si può rivelare –o, di certo, io l’ho avvertito così- un viaggio stressante, incompatibile col costo del biglietto pari ad oltre 50 euro.
Il 29 Gennaio, dovendo partire da Roma per Lecce e volendo continuare a lavorare col pc, dopo avere notato che su alcuni Eurostar non tutti i posti, ma, soltanto, quelli situati al lato del finestrino, sono dotati della presa per la corrente elettrica, ho scelto una poltrona posta su questo lato.
La presa c’era ma, purtroppo, mancava un "comfort": la corrente! Ho fatto la prova ad inserire la spina in un’altra presa elettrica. Niente. Quando è passato un assistente di Trenitalia ho domandato come mai le prese non funzionassero. Mi ha risposto che erano guaste e che potevo inoltrare un reclamo: ciò che, in realtà, ho fatto. Ma non è stato l’unico inconveniente: il treno che sarebbe dovuto arrivare a Lecce alle 21,50 è arrivato dopo oltre venti minuti.
Lo scorso 4 Febbraio, il ritardo, ancora una volta sulla tratta Lecce- Roma, è stato di un’ora e venti minuti circa! Il pendolino bianco e rosso, sin dalla stazione di Lecce, è partito qualche minuto dopo rispetto al previsto, a quanto pare, a causa di un problema nella chiusura delle porte di una carrozza. Spero che non sia vero quello che ho sentito e, cioè, che il difetto "comprometteva un impulso alla locomotrice" impedendone la partenza. E se durante il viaggio questo difetto si fosse ripetuto? Si sarebbe fatto correre ai passeggeri il rischio di pernottare, un’altra volta, sull’Eurostar?  
La presa della corrente elettrica, poi, questa volta, non c’era proprio né al mio posto né sulla parete al lato del finestrino. Ho notato soltanto una presa dietro alla poltrona all’inizio della carrozza. Buono a sapersi! Mi domando, però, se chi ha progettato l’interno di quell’Eurostar e chi ancora li fa circolare abbiano, per caso, pensato che i passeggeri salgano senza valigie (o, al massimo, con una ventiquattrore) e, magari, con una prolunga elettrica per attaccare alla corrente gli strumenti elettronici.
Durante il viaggio sono entrato (per "improrogabili" esigenze) in una "toilette". Mi è stato particolarmente facile notare, dopo pochi secondi, affisso sulla parete, un cartello in cui vi era scritto che era stata pulita e disinfettata (che lusso!) alla stazione di Lecce il 2 Febbraio, ossia, due giorni prima.
Il treno, piuttosto che arrivare alle ore 23,26, è arrivato a Roma alle 0.50 circa. A prescindere dal danno non patrimoniale subito, per andare a casa ho dovuto prendere il taxi. Dopo mezzanotte, alla Stazione Termini, come è noto, non ci sono autobus “diurni”. Bisogna aspettare l’arrivo di qualche “notturno” che, peraltro, segue percorsi diversi. I passeggeri, in caso di ritardo dei treni Eurostar, hanno diritto ad un bonus ma, secondo quanto riconosciuto in alcune sentenze, hanno diritto, se riescono a fornire prova, anche al risarcimento dell’ulteriore danno eventualmente patito.
Una cosa mi sembra evidente: il ritardo di 20 ore sulla tratta Lecce- Roma e l’indennizzo di circa 800 euro pagato a centinaia di passeggeri non è bastato ad indurre i responsabili di Trenitalia a porre rimedio su quella tratta. I soliti treni e i soliti, insopportabili ritardi sono, come si vede, tornati. Si è aperta la campagna elettorale: torneranno anche i soliti parlamentari salentini e le solite promesse che fanno sorridere o incazzare sempre più quei cittadini che non godono di privilegi, dorati stipendi, favolose diarie e usano l’Eurostar, invece,  per guadagnare solo un tozzo di pane ? Roberto Di Napoli

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Trenincubo: da Lecce a Roma in 20 ore al freddo. Parlamentari e politici pugliesi, ogni tanto viaggiate anche voi in treno!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 17 dicembre 2007

EurostarIl treno Eurostar che si guasta arrestandosi alla presenza del ghiaccio, di certo, non è degno di un Paese civile e moderno. Viaggio spesso sull’Eurostar Lecce- Roma e non mi meraviglierei del ritardo di un’ora. Più di una volta ho recuperato il bonus di importo pari alla metà del biglietto pur sapendo che, se avessi subito un danno ulteriore, avrei potuto adire il Giudice competente per ottenerne il risarcimento. Dubito, però, che i treni utilizzati per altri percorsi, nell’Italia settentrionale o centrale, si fermino a causa del ghiaccio. A mio avviso, sui treni o sulle autolinee (anche quelle notturne) che uniscono città del meridione con altri centri dovrebbero viaggiare un pò più frequentemente i nostri parlamentari o politici pugliesi. Rinuncino, ogni tanto, a prendere l’aereo (coi soldi, fra l’altro, dei contribuenti): si renderebbero conto della "comodità" a cui sono costretti i normali viaggiatori! Senza, poi, aspettare di essere "stimolati", provino ad aprire le porte di qualche "toilette" (per non utilizzare un termine volgare). E’ probabile che, qualche volta, verrebbe anche a loro di vomitare. Si facciano anche qualche viaggetto sui treni regionali. Nell’estate del 2005, mi capitò di dovere fare un salto da Gallipoli aTaranto dovendo incontrare un collega per pochi minuti. Due centri le cui coste, come noto, si vedono ad occhio nudo. Ebbene! Verso le 15, mi pare, non c’erano collegamenti con autolinee. Mi recai in automobile a Lecce dove, dopo circa un’oretta, dovetti prendere un treno fino a Brindisi mancando, in quella fascia oraria, un collegamento diretto Lecce- Taranto. Poi, qui, ancora, un’attesa di circa un’altra mezz’oretta per il collegamento Brindisi- Taranto. Nel tardo pomeriggio, infine, il ritorno. Insomma: per un appuntamento di circa mezz’ora, impiegai oltre otto ore tornando a Gallipoli verso le 2. Non parliamo dei collegamenti ferroviari nel Salento: le linee date in concessione funzionano ancora peggio. Se in qualche stazione un viaggiatore dovesse vedere una vecchia littorina a gasolio, non gioisca! Non pensi che sia stata esposta sui binari solo per essere guardata! E’ ancora in uso ed è proprio lì sopra che dovrà salire se vuole raggiungere, in treno, qualche centro del salento. E d’estate? C’è l’aria condizionata sulla littorina? Dico solo che, 5 anni fa, con una temperatura esterna di circa una quarantina di gradi, fui costretto a salirvi. Mi sedetti (c’erano, ovviamente, quasi tutti i posti liberi) ma mi alzai quasi d’improvviso perchè ….. i sedili in pelle erano stati troppo tempo esposti al sole! Non capisco proprio perchè non debba essere migliorata la rete ferroviaria anche per i collegamenti tra centri salentini!
I poveri passeggeri che hanno impiegato quasi venti ore da Lecce per Roma faranno bene a valutare la sussistenza dei presupposti per chiedere anche il risarcimento dei danni. Anni fa il Giudice di Pace di Bari condannò il vettore ferroviario per un ritardo di otto ore subito dai viaggiatori e per le condizioni in cui essi furono costretti a viaggiare.
A prescidere da ogni rimedio risarcitorio, però, è necessario il miglioramento della struttura e dei mezzi di collegamento tra la Puglia e la capitale od altri centri. I parlamentari e i politici locali si ricordino che non tutti possono permettersi di viaggiare in aereo: soprattutto se si considera che il costo del volo tra Roma e Brindisi, per chi decida di partire all’ultimo momento, è superiore a quello di un volo low cost tra Roma e le principali capitali europee!

Cari (nel senso di: costosi) parlamentari e politici pugliesi, ogni tanto, prendete, anche voi, qualche autolinea o treno notturno da Roma per Lecce. D’estate, poi, se siete nel Salento e dovete spostarvi da un luogo ad un altro, non prendete l’automobile. Prendete i mezzi pubblici (lo consigliate voi stessi ai cittadini, no?) Viaggiamo un pò insieme e vedete quanto sono comodi!!!Roberto Di Napoli

Ho letto la notizia e scritto la mia opinione anche sul sito di Telerama e Lecce Prima

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