IL BLOG DI ROBERTO DI NAPOLI

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Archive for the ‘rimborsi’ Category

Bene la vigilanza sul credito dalle banche alle imprese.No agli aiuti alle banche responsabili di usura ed estorsione

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 9 marzo 2009

Condivido pienamente le dichiarazioni di Bossi e Tremonti sulla necessità che lo Stato controlli l’effettivo aiuto alle imprese da parte delle banche. Dubito, però, sull’efficienza delle prefetture nel garantire tale vigilanza e sull’utilità di eventuali accordi-quadro firmati dalla associazioni di categoria. Nel corso dell’ultimo decennio, in forza di quanto disposto dalla normativa antiusura ed antiracket, le prefetture hanno già svolto -e svolgono tuttora- l’attività istruttoria ai fini della concessione, da parte del Comitato di solidarietà, del mutuo decennale o dell’elargizione agli imprenditori-vittime di usura ed estorsione. La legge fissa un breve termine entro il quale il procedimento deve esaurirsi: lo scopo è quello di aiutare gli imprenditori-vittime evitando, soprattutto, che, nelle more dell’erogazione degli eventuali sussidi, la vittima si rivolga agli strozzini o soddisfi le pretese degli estorsori. Anni fa sono stati creati, perfino, dei mini pool (anche se, qualche volta, quale difensore di una vittima, ho rischiato di impazzire per far comprendere elementari principi di diritto); sono stati, poi, siglati accordi tra Ministero degli Interni, Abi e banche affinchè queste ultime agevolino gli imprenditori incappati nelle maglie dell’usura o dell’estorsione. Ma cosa avviene se l’indagato per usura è un rappresentante di una banca che, nel frattempo, abusando della normativa, ha segnalato alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia -precludendogli l’accesso al credito= strozzandolo- chi si rifiuta di pagare interessi usurari o altre pretese illegittime? E se la banca cui si rivolge la vittima, fiduciosa di quell’accordo, è la stessa i cui rappresentanti sono indagati per usura od estorsione? Insomma, ho la sensazione che, come le banche non rispettano quegli accordi-quadro per la prevenzione dell’usura quando l’indagato è un rappresentante di un istituto di credito, così, non rispetteranno nemmeno altri eventuali accordi per aiutare le imprese in crisi: nè, secondo me, le Prefetture sono adeguate a tale ulteriore compito. Ritengo che, in Italia, una buona parte di responsabilità della crisi e del fallimento di migliaia di imprese sia proprio degli istituti di credito. Ricordavo, a Novembre, in un mio post (cliccare qui per leggerlo), che pendono, in Italia, migliaia di esecuzioni immobiliari e procedure fallimentari prive di un valido titolo e instaurate da banche contro imprese o famiglie per debiti, talvolta, inesistenti o, quasi sempre, inferiori rispetto a quanto vantato: ciò, malgrado sia trascorso un decennio dalle nuove pronunce della Cassazione che, dopo trent’anni, hanno ribadito il principio della nullità della clausola che preveda l’applicazione di interessi su interessi (anatocismo) e nonostante siano, ormai, migliaia le sentenze che dichiarano la nullità delle commissioni di massimo scoperto o dei mutui stipulati unicamente per coprire conti correnti gravati da oneri illegittimi. Quante sono le imprese fatte fallire ingiustamente o le famiglie sbattute fuori casa? Ci sono, è vero, anche cause per il risarcimento dei danni ma, considerato il tempo necessario affinchè si arrivi ad una sentenza definitiva (dal primo grado fino alla Cassazione, spesso, trascorre oltre un decennio), il risultato è che l’impresa viene fatta fallire subito o la famiglia sbattuta fuori dal casa illegittimamente venduta (o questo, almeno, si è verificato il più delle volte fino ad ora) e, se l’imprenditore ha ancora la forza,  magari, può sperare di ottenere giustizia dopo dieci anni. Condivido, quindi, le affermazioni di Tremonti e Bossi. Perchè, però, non si delega alle Prefetture un controllo sulle imprese fatte fallire o, comunque, messe ingiustamente in difficoltà dalle banche e sulle soluzioni proposte? Credo che, in un Paese civile, andrebbe negato ogni aiuto non solo agli istituti di credito che si rifiutino di agevolare le imprese in crisi ma anche a quelli che, con un notevole contenzioso con i clienti, vantano, ancora, interessi usurari o pretese riconosciute illegittime dalla legge e dalla giurisprudenza. Andrebbe, poi, aumentato il controllo sulle stesse Prefetture, verificando l’efficienza (e, magari, anche l’educazione) degli stessi funzionari nel soddisfare le esigenze dell’utenza. Per quel poco che posso fare e con l’auspicio che possa servire anche quale "singolare esempio" affinchè non si verifichino paradossi simili, potrei proporre ai Ministri Tremonti, Bossi e Maroni di considerare se è degno di un Paese civile -e compatibile con le misure di controllo che si vorrebbero introdurre a salvaguardia delle imprese e delle famiglie- che il Comitato di solidarietà e il Commissario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura non rispetti una sentenza del TAR (non impugnata e, dunque, divenuta definitiva) con la quale si ordina di concedere i benefici economici in favore dell’imprenditore- vittima di usura ed estorsione commessa da parte di responsabili di banche: ciò, dopo oltre un anno dalla sentenza, dopo due anni da quando l’imprenditore è stato sbattuto fuori casa con la sua famiglia (anche a causa dell’inefficienza delle Prefetture) e pur dopo circa dieci anni dalle denunce contro i responsabili di istituti di credito (che pretendevano tassi di interesse accertati fino al 292%!!!!) Come si può credere nell’aiuto dello Stato quando è proprio lo Stato che non rispetta nemmeno le sentenze pur quando un cittadino e la sua famiglia, per aver creduto nel rispetto della legge, ha denunciato, ha visto la distruzione delle imprese e del patrimonio, è stato sbattuto fuori casa, ha avuto ragione da parte del TAR da oltre un anno e, cionostante, viene lasciato fuori di casa sottoposto a pericolo di ulteriori traumi??? Roberto Di Napoli

Corriere della Sera.it
MILANO – «Non possiamo salvare i banchieri che hanno rubato, noi dobbiamo salvare le famiglie, il lavoro, le imprese, non possiamo partire dal salvataggio dei banchieri falliti non è accettabile, ma è quello che sta succedendo in tante parti del mondo». Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, nel corso di un convegno sulle Pmi a Busto Arsizio con il leader della Lega Umberto Leggi ancora

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Tutela del diritto all’attività d’impresa nei rapporti bancari: seminario a Milano il 17 Febbraio

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 21 gennaio 2009

seminario Milano 17 02 09

E’ trascorso quasi un decennio dalle pronunce che hanno consolidato il principio dell’illegittimità dell’applicazione, da parte delle banche, di interessi su interessi. Varie sentenze hanno, poi, riconosciuto l’illegittimità di altri oneri e commissioni previsti nei contratti ed addebitati nel corso del rapporto malgrado la nullità delle clausole. Le banche continuano, tuttavia, a richiedere il saldo anche quando esso è viziato da tali addebiti. Tali comportamenti, a mio avviso, hanno danneggiato l’economia italiana e, tuttora, non agevolano, di certo, il rilancio delle imprese: anzi, ne pregiudicano l’attività!  Molti imprenditori, infatti, ignorano il fenomeno e non conoscono gli strumenti offerti dalla legge per ottenere la restituzione di quanto pagato in eccedenza nel corso degli anni o per resistere a pretese illegittime.

Iter, società che, da anni, organizza seminari specifici e servizi alle imprese (www.iter.it), ha organizzato, a Milano, per il 17 Febbraio p.v., un seminario su: "La tutela del diritto all’impresa nei rapporti bancari: come riconoscere e contrastare le pretese illegittime". Sono onorato e lieto di essere invitato come relatore. Spero di poter fornire un contributo alla conoscenza del fenomeno e degli strumenti previsti dall’ordinamento al fine di potere liberamente esercitare il diritto fondamentale all’impresa e alla tutela dei diritti e degli interessi dell’imprenditore nei rapporti bancari. Roberto Di Napoli

Per informazioni sul seminario: www.iter.it/seminari

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Indifferenza e cortesia….. ad alta velocità!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 14 ottobre 2008

Milano Stazione centrale seraCi sono "soggetti" che non hanno la minima consapevolezza delle conseguenze che possono derivare, a volte, dalla propria arroganza e maleducazione. So bene che, a volte, è solo la fretta o la superficialità che, involontariamente, può fare sembrare una persona maleducata pur non essendolo. In alcuni casi, però, non può esistere alcuna giustificazione: specialmente quando, a causa del lavoro o delle funzioni ricoperte, non si può prescindere dalla cortesia necessaria nei confronti del pubblico o degli utenti!
Sono noti i disagi derivanti a chiunque dal ritardo del treno o dell’aereo: si può perdere una coincidenza o, semplicemente, si può essere costretti a snervanti attese. E’ per questo che, in alcuni casi, si ha il diritto all’indennizzo o, addirittura, al risarcimento dei danni. Non avevo mai riflettuto, però, sui pregiudizi maggiori che possono derivare da un ritardo ma, soprattutto, dalla superficialità. So bene cosa si provi, quando si ha un problema grave da affrontare, nel ricevere e subire, piuttosto che un aiuto o un semplice sorriso od incoraggiamento, risposte frettolose o, peggio ancora, la totale indifferenza.
Giorni fa mi trovavo su un treno. Intento a scrivere al pc, ad un certo punto, sono stato colpito dalla disperazione della persona seduta di fronte a me e che, molto educata, distinta e riservata, non avevo considerato prima. Avevo visto che si era avvicinata al mio tavolino un’ "addetta all’assistenza" ma, intento a scrivere, non stavo prestando attenzione al dialogo col passeggero che mi sembrava si stesse lamentando solo del ritardo previsto nell’arrivo. Ad un certo punto, ho notato che quella persona, educatamente ma senza riuscire a nascondere la propria disperazione e sofferenza, non si stava lamentando del semplice ritardo. A causa del disservizio aveva perso la coincidenza e si sentiva offeso dalla risposta (a dir poco) superficiale che aveva ricevuto da un altro addetto cui aveva chiesto di poter salire sul primo treno Eurostar disponibile. Non stava facendo, purtroppo, un viaggio di piacere nè di lavoro! Quando ho sentito i seri motivi di salute e il tono della voce, ho alzato lo sguardo dalla tastiera: sono stato colpito dagli occhi lucidi e dall’insistenza con cui cercava di spiegare il problema e l’ovvia, più facile soluzione. Sottolineava, poi, anche la superficialità con cui gli si era risposto pur dopo avere evidenziato il suo dramma. Mi sono domandato, ancora una volta, se è possibile che una persona, pur quando sofferente, debba disperarsi, sprecare il fiato anche quando la soluzione dovrebbe essere semplice e scontata! Non sono riuscito a rimanere indifferente e continuare ciò che stavo facendo. Ho sentito il dovere di consigliare anch’io all’addetta di  telefonare subito al suo "superiore" e far presente il "caso particolare" in modo da permettere al già sfortunato passeggero di prendere il treno immediatamente successivo a prescindere dalla prenotazione (visto che, tra l’altro, tutto ciò era derivato da un ritardo). A dire il vero è prevalso il buon senso. La telefonata….. è andata a buon fine e il passeggero si è tranquillizzato. Se l’addetto a cui si era rivolto prima fosse stato più efficiente, cortese e, soprattutto, paziente nell’ascoltare (quanto la sua collega), probabilmente, però, si sarebbe evitata ad una persona già con seri problemi di salute oltre mezz’ora di disperazione e gli si sarebbe consentito, almeno, di viaggiare più serenamente. Faccio a quel passeggero i miei più sinceri auguri di una pronta guarigione! Roberto Di Napoli

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Non chiudete le porte ai più sfortunati!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 19 luglio 2008

Una mia carissima amica mi ha informato del rischio di chiusura, a Roma, di due case famiglia abitate, da circa dieci anni, da ragazzi autistici. Roma è una città straordinaria dove, oltre a strutture pubbliche, ci sono tantissime persone che impegnano il loro tempo ad offrire solidarietà ai più deboli e ai più sfortunati. Sono certo che, anche in questo caso, il Comune di Roma -pur con le difficoltà finanziarie di cui si è avuta notizia giorni fa- saprà rassicurare i più deboli e chi dedica il proprio tempo ad assisterli.
Penso che il blog e i siti internet devono servire anche a questo: a fare da "passaparola" quando qualcuno chiede aiuto nel silenzio degli organi di informazione!!!
Pubblico, quindi, l’appello degli operatori preoccupati per la sorte delle case famiglia. Roberto Di Napoli

"A giorni ci sarà la chiusura di 2 case-famiglia abitate da circa 10 anni da persone autistiche gravi; questo perchè il Comune di Roma da 5 mesi non paga quanto dovrebbe. Il risultato è che 12 ragazzi autistici si troveranno senza un posto in cui stare, 34 lavoratori, tra operatori sociali e altre figure professionali, che già da 5 mesi non prendono lo stipendio, perderanno il lavoro.
 
Il disastro economico del Comune di Roma minaccia di far finire migliaia di lavoratori, bambini, anziani, persone con disabilità e disagiate e in mezzo a una strada; decine di piccole strutture stanno chiudendo perché non riescono più a coprire le spese e a pagare gli operatori; ciò nonostante il Comune ha sperperato ingenti somme per la Festa del Cinema e per l’estate romana.
 
Nonostante questo coloro che dovrebbero dare delle risposte immediate, tecnici e politici, continuano a non darle, coprendosi a vicenda e continuando a dare indicazioni evasive e poco concrete. La giunta comunale ha deliberato a fine giugno il divieto di utilizzare i fondi di riserva del Comune per pagare le fatture relative ai mesi in cui ancora era in carica la “giunta Veltroni”, come se il lavoro avesse un colore politico o rientrasse in questi subdoli giochi di potere e opportunismi politici; i famosi Commissari incaricati di studiare una soluzione finanziaria per il Comune non arrivano da 20 giorni, come se il migliaia di famiglie potessero permettersi di aspettare i “tempi interminabili della burocrazia”; il ministro Tremonti stanzia 500 milioni di euro per sanare il buco, ma da utilizzare esclusivamente per i pagamenti di fatture relative ai mesi successivi all’insediamento di Alemanno, come se lo Stato italiano diventasse un altro Stato ogni volta che cambia la maggioranza.  
 
Come al solito, il Comune di Roma e lo Stato italiano, invece di fare gli interessi di tutti, favoriscono le grandi cooperative e Società, piene di soldi da anticipare e di agganci politici da sfruttare; i mesi passano e le piccole strutture chiudono, mentre le grandi cooperative sopravvivono e continuano a offrire un servizio di bassa qualità e a sfruttare e sottopagare i lavoratori; e andrà sempre peggio.
 
Contro questa politica di tagli al sociale E DI SPERPERO DEI FONDI PUBBLICI, contro la chiusura delle case-famiglia e delle ALTRE strutture A RISCHIO, E PER IL PAGAMENTO IMMEDIATO DEL LAVORO DI TUTTI GLI OPERATORI SOCIALI CHE DA MESI NON PRENDONO LO STIPENDIO, ci sarà un PRESIDIO DI PROTESTA PROMOSSO DALL’ ASSOCIAZIONE di genitori OIKOS E DAGLI OPERATORI SOCIALI DELLE CASE-FAMIGLIA A RISCHIO CHIUSURA PER IL BLOCCO DEI FONDI COMUNALI.
 
APPUNTAMENTO LUNEDI’ 21 LUGLIO DALLE 10.30 IN PIAZZA MONTECITORIO A ROMA E DA LUNEDI’ 21 LUGLIO A VENERDI’25 LUGLIO DALLE 10.00 IN PIAZZA SAN MARCO.
Una delegazione chiederà di essere ricevuta daI PARLAMENTARI, DAL sindaco e dagli uffici competenti".

famiglie e OPERATORI SOCIALI DELL’ASSOCIAZIONE OIKOs

gli operatori sociali hanno organizzato, inoltre, una manifestazione per il 24 Luglio alle ore 10.00 sul lato di Piazza Madonna di Loreto di Piazza Venezia (in pratica, sul lato sinistro guardando il Milite Ignoto) o al presidio a p.zza San Marco per poi MANIFESTARE tutti insieme.

 

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Sud, Sud, Sud, profondo Sud-Est. Fino a quando?

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 26 aprile 2008

littorina Lecce Gallipoli

Solo 1 ora

L’altro ieri ho viaggiato, non per la prima volta, da Brindisi a Gallipoli in treno. Sarei potuto essere il turista che, giunto in aeroporto a Brindisi, pensi di arrivare nella località ionica, in poco tempo, con normali treni regionali o con un servizio navetta in autobus. Viaggiando in automobile e percorrendo la superstrada, da Brindisi si può arrivare a Gallipoli in circa tre quarti d’ora o un’ora al massimo. In treno, invece, non c’è un collegamento diretto. Bisogna prendere il treno fino a Lecce. Qui, però, comincia l’avventura per il turista "ecologico" o, comunque, impossibilitato a viaggiare in automobile o in taxi (si spenderebbero da Brindisi oltre cento euro). Perchè? Il capoluogo di provincia salentino dista poco più di 40 km dalla “perla dello Ionio”, dalla bella città. In automobile è sufficiente una ventina di minuti o, al massimo, una mezzoretta. Col treno, il viaggio è un ritorno ……. al passato. Potrebbe essere affascinante per chi ama l’avventura, per gli amanti dei treni d’epoca ma non, di certo, per chi si trova a viaggiare per lavoro, per gli studenti o per chi pretende la qualità dei servizi. A me fa solo innervosire e credo che servizi del genere non incentivano i turisti a tornare. Ritengo incredibile e vergognoso che un turista il quale, senza usufruire dell’automobile, voglia visitare il Salento debba affrontare un’odissea e, d’estate, correre il rischio di svenire in un vagone privo di aria condizionata e coi sedili infuocati dopo essere stati esposti, al sole, ad una temperatura di 40 gradi. Ho preso, dicevo, verso le 7, il treno da Brindisi per Lecce. Giunto qui, ho chiesto se, per miracolo, fosse stato messo in servizio qualche treno nuovo. Ed, invece, sul binario, era pronta la brillante e “sempre arancione” ……… littorina. Ho chiesto conferma, prima di salire, che quello fosse il treno per Gallipoli. Un addetto ha annuito precisandomi, mentre salivo il gradino e dandomi “del tu” (è radicata, secondo me, nel Salento l’errata convinzione che per dare “del Lei” bisogna chiedere il permesso), che: “Giovane, che devi cambiare a Zollino”. Dimenticavo, infatti, questo “scalo”. La littorina è una vecchia locomotiva a motore diesel. E’ davvero caratteristica e avendo, questa volta, programmato di raggiungere Gallipoli in treno (non per piacere ma per non accettare piccole gentilezze da parte di chi, ultimamente, ha adottato, nei miei riguardi, un comportamento che, a dir poco, non condivido), ho sopportato ugualmente il viaggio. Incredibile! Ho notato, in una stazione, una lavagnetta con la cornice di legno (sembrava scolorita dal sole al quale sarà esposta da una trentina d’anni) sulla quale c’erano le scritte, in gesso, di vari comuni. Non so quale sia la funzione ma immagino che sia l’antenata del display. A Zollino (stazione centrale?) sono sceso. Il treno era di fronte. Stavo per vedere dove fosse il sottopassaggio ma, dopo pochi secondi, vedendo gli altri passeggeri che attraversavano il binario, ho capito che alla stazione di Zollino….. si fa così . Il treno Zollino- Gallipoli, a quanto pare, è molto più nuovo della littorina. Sarà, di sicuro, almeno, fine anni ’70-primi ’80. Un treno di lusso, insomma! Ero quasi dispiaciuto. Pensavo che fosse finita l’avventura. Ed, invece, no. Vagone diverso ma motore ed interni simili. Ho pensato che se pubblicizzassero questi servizi pubblici di trasporto con uno spot del tipo: “viaggia nel passato. Ecco il Salento” oppure “Viaggio selvaggio”, in modo da avvertire il passeggero sulle condizioni ferroviarie, sarebbe bellissimo! Quei vagoni, poi, secondo me, potrebbero essere facilmente attrezzati per la sauna: non occorrerebbe una grossa spesa! L’attuale costo del biglietto, allora, sarebbe equo! Lungo il tragitto si possono vedere i muretti a secco e le piante di fichi d’india. vegetazioneNei mesi estivi, soprattutto nelle fermate, il passeggero, se non è stravolto o svenuto per il caldo, può sentire anche il canto delle cicale. Dopo essere passato anche da Galatina, Nardò, Sannicola, Alezio, Gallipoli (Via Agrigento) sono arrivato, così, a Gallipoli (Stazione Centrale). Ma ai pendolari che già conoscono il paesaggio e utilizzano, ogni giorno, il treno quale mezzo di trasporto locale, ai turisti che avrebbero voglia di girare il Salento, è giusto fornire questo servizio in queste condizioni? E’ diritto fondamentale di ogni consumatore- utente quello alla salute, quello all’equilibrio e all’equità nei rapporti contrattuali e quello all’erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità ed efficienza (art. 2 del codice del consumo). Ho pagato il biglietto Lecce- Gallipoli oltre 3 euro: quanto quello per il tragitto Roma- Latina (mezz’ora per oltre 50 KM) con Trenitalia. I treni di oltre trent’anni fa, senza aria condizionata (è tanto, anzi, se si respira l’aria) e che impiegano oltre un’ora per percorrere Lecce- Gallipoli, secondo me, non rispettano nessuno di questi diritti fondamentali. Mi piacerebbe sapere, quale cittadino-utente, se rispettano tutti gli standard di sicurezza al fine di garantire anche l’incolumità fisica e la salute sia dei passeggeri sia di chi vi opera all’interno. Vorrei, poi, capire con quale criterio possano ritenersi conformi a standard di qualità ed efficienza. Credo, piuttosto, che servizi del genere siano l’esempio di assoluta inefficienza. Così si pensa di incentivare il turismo? Politici pugliesi, fate, ogni tanto, magari la domenica, quello che dite spesso: lasciate l’automobile in garage e usate i mezzi pubblici! Fatevi un giretto su questi treni e portatevi, magari, tutti i vostri familiari! Avreste il coraggio di consigliare ai vostri figli, nel periodo scolastico, di usufruire di questi treni così come fanno tanti altri studenti? Portateli, poi, magari d’estate, verso le 14, all’interno di un vagone del genere e, se si dovessero lamentare per il caldo, spiegate loro cosa avete fatto di buono per migliorare questi servizi! Fate attenzione, poi, anche alla caratteristica tromba della vecchia littorina! E se fosse una pernacchia uscita dalla locomotiva a nome dei passeggeri stanchi delle vostre chiacchiere? Roberto Di Napoli

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Trenincubo/2- Il 4 Febbraio, sull’Eurostar, oltre un’ora e venti minuti di ritardo: ancora una volta sulla tratta Lecce-Roma!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 9 febbraio 2008

Stazione di LecceA Dicembre, in seguito allo scandaloso ritardo di circa 20 ore dell’Eurostar Lecce-Roma, qualche politico, mi pare, aveva pubblicizzato la sua richiesta a Trenitalia di sostituire i treni utilizzati lungo quella tratta.
Non era ancora caduto il Governo, non erano state ancora sciolte le Camere per cui non credo sia stata una “promessa” o un’“esternazione” da campagna elettorale.
Dopo qualche giorno, il 31 Dicembre, ho viaggiato sul treno Roma-Lecce. Mai visto dal 1996, su quella linea, un treno pulito quanto quello sul quale ho viaggiato l’ultimo giorno dello scorso anno. Il treno non era il solito “pendolino” bianco e rosso di oltre dieci anni fa; era proprio un “moderno” Eurostar simile a quello utilizzato nel resto d’Italia: poltrone larghe, comodissime, bagni pulitissimi senza nemmeno una goccia di pipì fuori dal water. C’era, addirittura, molto più spazio per sistemare le valigie e, ad ogni posto, finanche, una presa elettrica per collegare il pc
E’ arrivato in orario, puntualissimo
Mi sono chiesto: sarà stato, questa volta, grazie a qualche politico particolarmente sensibile alle esigenze dei passeggeri che vanno in Puglia? Oppure all’efficienza di Trenitalia che ha posto rimedio, subito, sostituendo i treni obsoleti?
Sono tornato a Roma il 6 Gennaio, festa dell’Epifania, che, come si dice, “tutte le feste porta via”. Ha portato via, in effetti, anche il piacere che avevo provato -nemmeno una settimana prima- nel pensare che Trenitalia avesse destinato, per la tratta Roma-Lecce, un Eurostar moderno. Ma mi sbagliavo, evidentemente.
Dopo lo "scandalo" e i risarcimenti ……… tutto è tornato come prima. E’ ricomparso il “pendolino” style “primi anni ’90” con lo spazio insufficiente per sistemare i bagagli.
Su quel treno (quando è affollato, come è prevedibile e come i responsabili di una società per azioni, d’altronde, devono augurarsi lo sia ogni giorno) è impossibile che tutti i passeggeri riescano a sistemare le valigie (a volte voluminose) negli spazi appositi sopra le poltrone o nei ridicoli spazi all’ingresso delle carrozze.spazio valigie su un eurostar
Si è costretti, così, a lasciarle in mezzo allo strettissimo corridoio con inevitabile intralcio al transito degli altri passeggeri. Non mi sembra proprio, questo, un modo di viaggiare proporzionato al costo del biglietto (ben 54 euro: quasi quanto un volo low cost da Roma per una capitale europea). Dubito, fra l’altro, che ciò sia compatibile con le norme di sicurezza essendo prevedibili i pericoli, in caso di emergenza, determinati da un corridoio occupato da ingombranti valigie. Lasciando il bagaglio accanto alla propria poltrona, poi, il viaggiatore seduto è costretto, più volte durante il viaggio, a scomodarsi per cercare di consentire il transito all’altro passeggero; se ciò non è possibile, quest’ultimo deve scavalcare, magari, con la propria pesante valigia.
Insomma: si può rivelare –o, di certo, io l’ho avvertito così- un viaggio stressante, incompatibile col costo del biglietto pari ad oltre 50 euro.
Il 29 Gennaio, dovendo partire da Roma per Lecce e volendo continuare a lavorare col pc, dopo avere notato che su alcuni Eurostar non tutti i posti, ma, soltanto, quelli situati al lato del finestrino, sono dotati della presa per la corrente elettrica, ho scelto una poltrona posta su questo lato.
La presa c’era ma, purtroppo, mancava un "comfort": la corrente! Ho fatto la prova ad inserire la spina in un’altra presa elettrica. Niente. Quando è passato un assistente di Trenitalia ho domandato come mai le prese non funzionassero. Mi ha risposto che erano guaste e che potevo inoltrare un reclamo: ciò che, in realtà, ho fatto. Ma non è stato l’unico inconveniente: il treno che sarebbe dovuto arrivare a Lecce alle 21,50 è arrivato dopo oltre venti minuti.
Lo scorso 4 Febbraio, il ritardo, ancora una volta sulla tratta Lecce- Roma, è stato di un’ora e venti minuti circa! Il pendolino bianco e rosso, sin dalla stazione di Lecce, è partito qualche minuto dopo rispetto al previsto, a quanto pare, a causa di un problema nella chiusura delle porte di una carrozza. Spero che non sia vero quello che ho sentito e, cioè, che il difetto "comprometteva un impulso alla locomotrice" impedendone la partenza. E se durante il viaggio questo difetto si fosse ripetuto? Si sarebbe fatto correre ai passeggeri il rischio di pernottare, un’altra volta, sull’Eurostar?  
La presa della corrente elettrica, poi, questa volta, non c’era proprio né al mio posto né sulla parete al lato del finestrino. Ho notato soltanto una presa dietro alla poltrona all’inizio della carrozza. Buono a sapersi! Mi domando, però, se chi ha progettato l’interno di quell’Eurostar e chi ancora li fa circolare abbiano, per caso, pensato che i passeggeri salgano senza valigie (o, al massimo, con una ventiquattrore) e, magari, con una prolunga elettrica per attaccare alla corrente gli strumenti elettronici.
Durante il viaggio sono entrato (per "improrogabili" esigenze) in una "toilette". Mi è stato particolarmente facile notare, dopo pochi secondi, affisso sulla parete, un cartello in cui vi era scritto che era stata pulita e disinfettata (che lusso!) alla stazione di Lecce il 2 Febbraio, ossia, due giorni prima.
Il treno, piuttosto che arrivare alle ore 23,26, è arrivato a Roma alle 0.50 circa. A prescindere dal danno non patrimoniale subito, per andare a casa ho dovuto prendere il taxi. Dopo mezzanotte, alla Stazione Termini, come è noto, non ci sono autobus “diurni”. Bisogna aspettare l’arrivo di qualche “notturno” che, peraltro, segue percorsi diversi. I passeggeri, in caso di ritardo dei treni Eurostar, hanno diritto ad un bonus ma, secondo quanto riconosciuto in alcune sentenze, hanno diritto, se riescono a fornire prova, anche al risarcimento dell’ulteriore danno eventualmente patito.
Una cosa mi sembra evidente: il ritardo di 20 ore sulla tratta Lecce- Roma e l’indennizzo di circa 800 euro pagato a centinaia di passeggeri non è bastato ad indurre i responsabili di Trenitalia a porre rimedio su quella tratta. I soliti treni e i soliti, insopportabili ritardi sono, come si vede, tornati. Si è aperta la campagna elettorale: torneranno anche i soliti parlamentari salentini e le solite promesse che fanno sorridere o incazzare sempre più quei cittadini che non godono di privilegi, dorati stipendi, favolose diarie e usano l’Eurostar, invece,  per guadagnare solo un tozzo di pane ? Roberto Di Napoli

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