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Archive for the ‘paese dei balocchi’ Category

TG5 -Indignato Speciale- sul caso della mia famiglia

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 7 novembre 2007

TG5 Indignato Speciale sul caso Nel corso dell’edizione delle 20 del TG5 di ieri, all’interno della rubrica “Indignato speciale” è stato dedicato un servizio al caso assurdo (e che ritengo incivile) di cui è stata vittima la mia famiglia.

Il 19 Ottobre 2006, come ho, già, scritto altre volte e come ha confermato, in un giudizio, un testimone presente “sul luogo dei fatti”, s’impedì, malgrado il consenso della vittima, l’accesso dei giornalisti all’interno dell’abitazione da cui la si voleva sbattere fuori (così come, in effetti, è stato fatto -dopo otto ore di spietata “esecuzione”- fino a farla entrare in “stato catatonico” facendola risvegliare, in ospedale, dopo sei ore).Image for TG5 -Indignato Speciale- sul caso della mia famiglia

Le vicende assurde, però, restano tali e non devono essere dimenticate. Le vittime non dimenticano facilmente, conservano “a vita” ciò che si è subito e che, se ignorato, può ripetersi ai danni di altri, magari, ancora più deboli.

Ho constatato che esiste ancora il cd. “giornalismo d’inchiesta”: ne sono fiero! E’ indispensabile. Dove non vi è informazione, cresce, molto più facilmente, l’anarchia o la dittatura. Nell’ipotesi più “felice”, quando non s’instaura un “regime”, ha terreno fertile, comunque, l’indifferenza tra i consociati: io, però, mi ritengo fortunato perchè ho visto l’indifferenza (pure da parte di chi consideravo a me vicino) ma ho conosciuto anche la solidarietà: più di una volta, da parte degli stessi “colleghi” onesti di chi ha causato varie sofferenze!

Mi pare molto difficile ma sarei contento se, chi ha la responsabilità (per le funzioni ricoperte) di lavorare per far sì che simili paradossi non si ripetano, riuscisse a prendere atto di quanto verificatosi per valutare la propria “utilità sociale”. Se dovesse pensare di non potere fare nulla………., consideri che i cittadini conoscono, invece, il valore del denaro “sudato” e non ritengono giusto che, sia pure in parte, vada a finire nelle tasche di chi è consapevole della propria inutilità od incapacità. Chiunque (“legislatore”, politico, magistrato, poliziotto, funzionario, prefetto, ecc. ) pensi di poter fare nulla per evitare alcune assurdità non degne del Paese civile che rappresenta, secondo me, dovrebbe, invece, ogni giorno, ricordare che può fare, di sicuro, una cosa bellissima; una cosa di cui -se le cose stessero davvero così-, i cittadini lo ringrazierebbero conservandone un ricordo di persona seria, pulita, di un vero lavoratore: ANDARSENE A CASA E COMINCIARE A LAVORARE “SEGUENDO LE PROPRIE ATTITUDINI E VOCAZIONI” Roberto Di Napoli

Il servizio andato in onda si può vedere anche sul sito del TG5 : http://www.video.mediaset.it/video/tg5/indignato_speciale/34881/il-fallimento-inesistente.html

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19.10.2006-19.10.2007. Dopo l’interrogazione parlamentare e una lettera aperta scrive anche il Presidente della Repubblica

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 18 ottobre 2007

19 Ottobre 2006. Fuori di casa la vittima di usura ed estorsioneIl 18 Ottobre del 2006 lo sapevo che la mia famiglia, il giorno dopo, avrebbe, quasi sicuramente, perso il possesso della casa in cui io sono “nato”, salvo, come, ancora, auspichiamo, recuperarla all’esito dei giudizi. Ero, certamente, nervoso ma non disperato. Credo di sapere e dovere distinguere le situazioni di “fatto” da quelle di “diritto”. Le prime mi turbavano, ancora una volta, perchè conoscevo "il contesto" e "i precedenti"; perchè è da quando avevo 11 anni che ho visto che si può essere sparati con una pistola e, successivamente, se si insiste nella punizione dei responsabili, fornendo prove o indizi ai fini della loro individuazione, che si può essere sparati, una seconda volta, anche con l’inchiostro: da parte di chi pensavi ti tutelasse e, invece, procioglie i presunti mandanti non solo mettendoti sotto processo ma, pur dopo essere stato accertato che la fonte di prova non era affatto manomessa, non continuando (riaprendo) nemmeno le indagini per scoprire chi voleva farti fuori! Ho visto che si possono (e un cittadino dovrebbe avere il dovere) chiamare le Forze dell’ordine affinchè impediscano la fissazione di reti metalliche da parte di chi intenda ostacolare l’accesso lungo la battigia e, poi, che tu stesso sia denunciato per minacce salvo, poi, essere assolto in Cassazione …. perchè il fatto non sussiste. Ho capito che questo botta e risposta, questo triste "ping-pong", questo rovesciamento della realtà può ripetersi per 22 volte e per 22 volte puoi avere ragione. Ma, solo, sulla carta perchè, se continui a dare fastidio, a fare il "guastafeste", il "gioco" ricomincia e il cattivo giocatore, l’imbroglione, pur sapendo di perdere, cercherà di farti capire che tu sai difenderti col diritto ma lui sa distruggerti di fatto! Questo è il "sistema" che ho visto a Gallipoli, la bella città, e a Lecce, la "patria del balocco"! E’ per questo che, anche il 18 Ottobre 2006, immaginando quello che si sarebbe verificato, continuavo a tenere distinto il "fatto" dal "diritto" che, come finora avvenuto, grazie ad altrettanti magistrati imparziali, spero riemerga ancora una volta . E’ il senso di legalità che mi imponeva di ragionare, di ascoltare, di parlare e fare verbalizzare. Sapevo, però, che quest’ultima attività –sebbene, apparentemente, la più facile- sarebbe stata la più delicata e la più difficile. Pensavo, poi, ingenuamente, che ci sarebbero stati anche testimoni a nostro favore: chi sa di comportarsi secondo legge, non dovrebbe avere paura di verbalizzare ciò che accade e di lasciare che gli altri, semplicemente, guardino e ascoltino. Ciò che ho visto e capito nei miei trent’anni di vita, penso che l’abbiano visto in pochi: non me ne vanto e non ne sono fiero! E’ per questo che, più che preoccupato, ero preso dalla rabbia nel pensare che, forse, quella sera del 18 Ottobre, mentre io non riuscivo a prendere sonno durante il viaggio sulla lussuosa …. autolinea "Marozzi" da Roma per Gallipoli, qualcuno si stesse organizzando per compiere ogni gesto, ogni attività pur di “non dare ascolto a Di Napoli”. Ed, infatti, non mi sbagliavo! Il precedente 25 Settembre, a casa mia, c’erano vari amici, -avvocati e non-, di mio padre e di mia sorella. Una giornalista di Telenorba aveva anche fatto un’intervista alla vittima che faceva vedere i provvedimenti in virtù dei quali l’esecuzione per rilascio non poteva essere proseguita. Uscita fuori, la cronista, però, è stata “intervistata” da un tale che indossava la divisa di Carabiniere; quest’ultimo soggetto intimava di consegnargli la videocassetta o, altrimenti, avrebbe sequestrato la telecamera. Sosteneva di fare il suo dovere? Da avvocato mi domandavo –me lo domando tuttora- quali potessero essere i presupposti. So, però, che la giornalista stava esercitando il suo diritto di cronaca. Ho avuto modo di constatare che, evidentemente, ha fatto anche, molto bene, il suo dovere perché il servizio fu mandato in onda quando ancora l’esecuzione era in corso. Il successivo 19 Ottobre, invece, a casa mia non c’era nessuno. Vari amici, materialmente lontani, mi erano vicini telefonicamente e col pensiero; altri, invece, compreso qualche rappresentante di associazioni antiusura locali e altri giornalisti sono venuti e volevano assistere –silenziosamente- allo “scandalo”. Volevano assistere e verificare se, davvero, una vittima, attualmente persona offesa nei processi penali per usura ed estorsione, con le stampelle a causa di un attentato rimasto impunito (clicca per sintesi vicende subite) (il processo, pur essendoci, secondo me, i presupposti giuridici per la riapertura, riposa (per l’eternità???) sepolto in qualche archivio del Tribunale di Lecce anche se non mi meraviglierei se si trovassero solo……. le ceneri [mesi fa, si è scoperto che scatoloni contenenti carte importanti “custodite” presso il Tribunale di Gallipoli e relative ad altre vicende sono state vittime di un “nubifragio”]) potesse essere sbattuta fuori casa; volevano sapere come sarebbe potuto accadere ciò se, tra l’altro, la stessa persona aveva già ottenuto (clicca per leggere il testo) i pareri conformi del Presidente del Tribunale competente (quello di Roma ove pende uno dei processi), del Procuratore della Repubblica e del Prefetto (sempre di Roma) necessari e sufficienti per beneficiare della sospensione di cui all’art. 20 l. 44/99 per 300 giorni. Pur omettendo ogni valutazione in merito alla validità della vendita (pendono ricorsi per Cassazione per ogni singolo bene venduto), come si poteva non prendere atto della sospensione? Il 19 Ottobre tutte le persone intervenute sono state lasciate sotto il porticato e il portone è stato sorvegliato, dalle 9 alle 17, da Carabinieri e poliziotti. Questa volta non c’erano testimoni. Ciò che è accaduto lo ha confermato, in un giudizio possessorio, un bravissimo e coraggioso avvocato presente sul “luogo dei fatti”(ma varie persone, ovviamente, potrebbero affermare di non essere potute salire). Una dozzina circa di agenti (poliziotti e carabinieri) erano sparpagliati anche nelle stanze da letto (non conosco la norma che, nelle esecuzioni per rilascio, preveda queste modalità). Qualcuno, più di una volta, ha inseguito mia madre anche fino alla porta del bagno e qualcun altro voleva sequestrare il videofonino di mia sorella temendo che stesse filmando. Un altro ispettore, mentre imballavo alcuni miei oggetti personali, mi manifestava –con tono pacato – la sua disapprovazione per la mia difesa, per la mia insistenza nel fare verbalizzare varie dichiarazioni; cercavo di spiegargli che ciò mi veniva imposto dai miei obblighi morali oltre che giuridici. Cercavo di fargli capire (ma, probabilmente, da ignorante, non so spiegarmi e, di conseguenza, farmi comprendere da tutti) che la difesa delle vittime di usura ed estorsione rientra, tra l’altro, nella mia attività professionale; sono onorato di godere dell’amicizia di professori universitari, di rappresentanti di associazioni antiusura e di vittime che, finora, non mi hanno rimproverato né per le mie scelte né per le mie modalità difensive. I medici non ritengono di trascinare la vittima di usura col femore spezzato da 20 anni. Ci pensano alcuni poliziotti e carabiniImmaginavo, quindi, che nei confronti della mia famiglia non si sarebbe avuta pietà né, d’altronde, l’avremmo mai chiesta. Pretendevamo, però, lo pretendiamo tuttora e lo pretenderemo sempre, il pieno rispetto della legalità. Ci sono norme che disciplinano l’attività di esecuzione per rilascio di immobili. E’ doveroso osservarle e farle osservare. Ripeto: in questo caso si sostiene (ci sono giudizi in corso) l’invalidità dello stesso titolo (la vittima, tra i vari motivi, sostiene che il giudice che ha venduto avrebbe avuto l’obbligo di astenersi o di essere sostituito in accoglimento di istanze di ricusazione). Pur prescindendo da ciò,  ritengo, comunque, “SCANDALOSO” che, a Gallipoli, non si sia rispettato il provvedimento reso dal Prefetto di Roma, dal Presidente del Tribunale di Roma -“sentito” il Procuratore della Repubblica- che concordavano nella concessione del beneficio. Perché? Perché la famiglia Di Napoli non poteva beneficiarne? Quali sono gli unici presupposti? Un giudice dell’esecuzione del Tribunale di Marsala, mesi fa, in un caso -per molti aspetti- simile (pur se, contrariamente al “caso Di Napoli”, non è stato chiesto, ancora, il rinvio a giudizio degli usurai ed estorsori), ha dimostrato la massima imparzialità e serenità: premesso che la vittima aveva chiesto l’accesso al Fondo antiusura; che aveva ottenuto il parere –identico a quello ottenuto da Di Napoli Luigi- da parte dell’autorità giudiziaria ed amministrativa e che, solo questi, sono i presupposti richiesti dalla legge, si è pronunciato, testualmente, così: “dichiara sospesa la procedura esecutiva”. Perché la famiglia Di Napoli, invece, doveva essere sbattuta fuori casa? I medici intervenuti, dal momento che Di Napoli ha la staffa metallica ed il femore spezzato in due parti, non volevano assumersi la responsabilità di trascinarlo con la forza se non dopo avere effettuato degli accertamenti radiologici! Perché lo hanno fatto, da soli, i poliziotti e i Carabinieri??? Con quali competenze medico-scientifiche? Perché lo hanno fatto urlare di dolori fino a farlo entrare in stato catatonico facendolo risvegliare dopo oltre 6 ore? Un parlamentare, l’anno scorso, pur non conoscendo né me né la mia famiglia, appresa la notizia (cliccando è possibile accedere alla versione on line de "L’Avanti" del 22 Ottobre 2006; Vd. anche Il Tempo del 25 e 26 Settembre che dedicò un servizio durante il mio sciopero della fame), ha dimostrato enorme sensibilità (e lo chiamano ex terrorista!) nel domandarlo, mediante interrogazione scritta, al Ministro della Giustizia e degli Interni (cliccando è possibile leggere il testo). Ho ancora fiducia nella Giustizia e sarà l’autorità giudiziaria, comunque, a stabilire eventuali responsabilità. Credo di avere capito quali siano gli unici presupposti per godere dei benefici richiesti dalla legge 44/99. La giurisprudenza ha riconosciuto, poi, che la vittima vi ha diritto pure se “fallita”. Nel caso di mio padre, la sentenza di fallimento è stata ottenuta, fra l’altro, proprio dagli stessi indagati e imputati. Il Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura è una persona straordinariamente gentile. Mi ha dato "l’impressione" di essere molto sensibile ed educato. Ho letto che, quando fu nominato, alcune vittime non erano contente della sua nomina. Un giornalista, scrivendo in merito ad uno degli ultimi atti del governo Berlusconi, ossia alla designazione del Commissario, intitolò la notizia con un titolo: “L’ultima porcata”. Il Commissario Straordinario deve essere una persona di competente professionalità in materia di usura ed estorsione. Credo, quindi, nella sua massima esperienza. Anzi: credo pure nella sua professionalità e, proprio per questo, quale legale, avevo depositato -aiutato dai miei grandi amici dello SNARP che mi sono stati molto vicino- un’apposita ed analitica istanza sin dal 15 Settembre 2006. Credo tutto ciò a tal punto che, per adesso, lo credo come un dogma. Vorrei chiedergli: “Perché, in oltre un anno e mezzo dall’istanza, il Comitato di solidarietà non ha dato, ancora, un centesimo a Di Napoli? Come mai nessuno, nè della Prefettura di Lecce nè di quella di Roma, si è preoccupato di chiedere alla vittima e alla sua famiglia se aveva da mangiare? Entrambe le prefetture, sbaglio o potrebbero essere coordinate dall’apposito ufficio del Commissario Straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura? Quali sono, ai sensi della legge vigente e della giurisprudenza attuale, i motivi ostativi alla concessione dei benefici? Lo sa che, nel caso specifico, gli unici istanti il fallimento (la cui sentenza, tra l’altro, è stata impugnata) sono gli stessi imputati di usura ed estorsione? Ricorda che la legge prevede che i benefici debbano essere concessi alla vittima e -pena la revoca (oltre che, forse, qualche reato)- non agli usurai ed estorsori? Mi scusi per quest’ultima domanda! Comprenda, però, la mia preoccupazione! Non vorrei, dopo tutto quello che ho visto finora (ho menzionato qualcosa all’inizio) che qualcuno si confonda e dia i soldi, piuttosto che alla vittima, agli imputati!Un mese fa, con mio padre avevo scritto una lettera aperta al Capo dello Stato, nella sua qualità di Presidente del CSM, ponendo alcune questioni. Sapevo, ovviamente, quali fossero le sue prerogative e i limiti previsti dalla Costituzione. Devo riconoscere la correttezza del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica (l’Italia, per fortuna, ha anche eccellenti funzionari, straordinari giudici ed eroici agenti delle Forze dell’Ordine che onorano il Paese) che, tramite il direttore dell’Ufficio, ha dimostrato sensibilità e correttezza rispondendomi per iscritto con una lettera breve e cortese (cliccare per leggere il testo). Ha risposto, tra l’altro, ricordandomi ciò che già sapevo. La mia intenzione, quale legale e quale cittadino, era solo quella di informare del caso il Presidente della Repubblica anche quale garante della Costituzione. Ritengo che nella vicenda che ha riguardato la mia famiglia siano stati lesi vari diritti previsti dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo. Lo accerterà, eventualmente, l’autorità giudiziaria competente per materia e per territorio, sperando che non sia necessario adire la Corte Europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo! E’passato un’altro anno di qeust’odissea giudiziaria; il primo -e spero l’ultimo- fuori dalla casa che non ci stancheremo di pretendere indietro (pende l’azione possessoria e quella di accertamento della nullità della vendita). Non ci fermeremo finché non avremo ottenuto giustizia. Andremo alla ricerca del leggendario giudice di Berlino. Dall’entrata in vigore della Conv. Europea dei diritti dell’Uomo, dovrebbe stare a Strasburgo, in realtà! Spero, nel mio caso, di trovarlo, un pò prima, nelle sedi italiane competenti e presso le quali sono, ancora, pendenti i giudizi. Mi farebbe piacere, però, se, intanto, il Commissario Straordinario dimostrasse, ancora una volta, la sua usuale gentilezza e rispondesse alle mie domande! Roberto Di Napoli 

Della vicenda "Di Napoli" si sono occupati, oltre a vari siti internet, anche i seguenti media: Il Giornale del 31 Marzo 2007; Il Meridiano del 1 Aprile 2007; radioincontri all’interno della trasmissione radiofonica del 20 Settembre 2007, ore 11, 30; Il Tempo del 25 e del 26 Settembre 2006; Telenorba con servizi mandati in onda il 19 Ottobre 2006, il 25 Settembre 2006 e il 21 Settembre 2005.

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Caspita, Commissario, complimenti per l’accordo!Grazie anche dalla mia famiglia per l’efficienza della struttura!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 14 settembre 2007

così si combatte lOggi sono profondamente commosso per l’efficienza dello Stato nella lotta all’usura e all’estorsione. Ho letto su Lecce Prima.it (quotidiano on line), all’indirizzo http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=3580, che il Commissario Straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, nella persona di Sua Eccellenza dott. Raffaele Lauro, ha inviato al Comune di Lecce un accordo tra il Ministero degli Interni e -addirittura, si badi bene!- la Banca d’Italia, l’Abi e altri soggetti istituzionali per ……. il sostegno alle vittime del racket e dell’usura. Ho manifestato una mia opinione commentando l’articolo (che spero Lecce Prima conservi e non faccia cancellare). Ho chiesto, in sostanza, al Commissario di domandare ai medesimi soggetti se sono disponibili a rinunciare ad una delle cause del dilagare dell’usura, ossia, la loro disponibilità a rinunciare alle azioni giudiziarie tese ad ottenere somme che la giurisprudenza ha riconosiuto non dovute (interessi anatocistici, mutui stipulati per coprire debiti su conti correnti, in realtà, giuridicamente inesistenti, ecc.). Ho chiesto, poi, cosa ha fatto, in un anno, il Comitato da lui presieduto a tutela di mio padre -e, quindi, della mia famiglia- che ha denunciato il racket e l’usura oltre dieci anni fa; cosa ha fatto per evitare che la mia famiglia fosse sbattuta fuori casa; ho chiesto di navigare un pò su internet o di far lavorare i suoi funzionari e leggere quale sia l’opinione delle vittime. Ho chiesto, poi, magari, anche di ……….. farmi sapere!!!Riporto il mio commento pubblicato su Lecce Prima.it.

"Il Commissario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura dovrebbe firmare un accordo coi medesimi soggetti affinchè questi ultimi si impegnino a rinunciare ad ogni azione giudiziaria tesa ad ottenere somme non dovute (per anatocismo ed altri oneri che la Cassazione riconosce non dovute) e a restituire quanto dovuto ai correntisti. Ci sono decine di migliaia di esecuzioni immobiliari, in Italia, instaurate dalle banche per ottenere importi che, invece, a loro non spettano. Lo sa o non lo sa (ma lo dovrebbe sapere quale esperto in usura e estorsione), dott. Lauro, che ci sono stati, nell’ultimo decennio, duemila suicidi per debiti (spesso solo apparenti)? Lo ha capito, Eccellenza, che mio padre ha denunciato l’estorsione oltre 10 anni fa e che le denunce, finora, hanno comportato la richiesta di rinvio a giudizio a carico dei denunciati e che, ciononostante, siamo stati sbattuti fuori casa? Lo sa, dott. Lauro, che la normativa richiede, per ottenere i benefici, la presentazione della sola denuncia penale e che, invece, nel caso che coinvolge la mia famiglia, a Roma si è richiesto pure il rinvio a giudizio degli imputati ma, malgrado sia stato richiesto sin dal 14 Febbraio 2006, la mia famiglia non ha ottenuto nemmeno la provvisionale??? Sin dal 15 Settembre 2006, prima dello sfratto, mio padre -tramite me quale legale- aveva richiesto formalmente di fare rispettare la sospensione a favore della quale avevano espresso parere conforme sia il Prefetto che il Presidente del Tribunale di Roma (dove, si ripete, pende il processo). Ed invece? Lo sa che il 19 Ottobre la mia casa è stata invasa da oltre una dozzina di poliziotti perfino nelle stanze da letto e che questi ultimi, considerato che i medici non volevano assumersi la responsabilità di trasportarlo, hanno strattonato la gamba spezzata in 2 da 18 anni fino a farlo urlare ed entrare in stato catatonico? Le sembrano modi civili di tutela delle vittime, questo? Non ci crede? Vuole vedere il filmato? E’ passato quasi 1 anno. Che cosa ha fatto il Comitato da Lei presieduto? Com’è la storia del fallimento??? Se la vittima è fallita non può ricevere 1 centesimo? Ma come!!!! A prescindere dalla giurisprudenza che mi pare abbia detto il contrario, quindi, se la vittima si rifiuta di sottostare al ricatto dell’usuraio o dell’estorsore che minaccia "se non mi paghi, intanto, Ti faccio fallire sia pure con titolo falsi (fai opposizione e tra dieci anni si vede!!), il Comitato calpesta la vittima non dando 1 centesimo??? Non le pare, questa tesi, a dir poco, assurda??? Lo sa che, a Lecce, il prossimo 24 Settembre, un giudice controparte della vittima in vari giudizi venderà altri beni in una procedura fallimentare i cui unici istanti sono gli stessi imputati di usura ed estorsione??? Tutto questo, Commissario Straordinario, le sembra conforme a legge, alla tutela delle vittime? E, poi, lo sa che quanto mi hanno riferito, tempo fa, -mi pare, al numero verde-, secondo cui il procedimento di accesso al Fondo sarebbe stato rigettato per cui, ora, sarebbe sospeso, non c’entra niente con quello tuttora pendente che, invece, si riferisce a diversi fatti estorsivi per i quali pende il processo a Roma??? Lo sa che, come c’è scritto nell’istanza di accesso e nelle note presentate anche al Suo Ufficio, la sospensione che chiedevamo di far rispettare e i benefici di cui non abbiamo visto nemmeno l’ombra si riferiscono a quest’ultimo procedimento e non a quell’altro per il quale deciderà il TAR Lecce o il Consiglio di Stato??? Commissario, insomma, navighi un pò su internet o faccia lavorare meglio i suoi funzionari!!! Si accorgerà, innanzitutto, della giurisprudenza che smentisce quanto, finora, sostenuto per negare ogni beneficio alla mia famiglia! Vedrà, poi, quante sono le vittime che hanno denunciato e quanto sono contente del trattamento loro riservato! Sarà Lei, poi, a valutare l’utilità e l’efficienza della struttura da Lei presieduta. Le vittime avranno, di certo, una loro opinione: io ho la mia e credo di avergliela già esposta!!! Nel frattempo, mi permetto di darLe un consiglio: chieda alle banche se sono disposte a rinunciare ad interessi anatocistici, interessi ultralegali mai pattuiti, mutui stipulati per coprire debiti su c/c in realtà inesistenti e a firmare un accordo con cui si impegano a rinunciare ad azioni esecutive instaurate per simili pretese. Magari, poi, se possibile,……. mi faccia sapere o renda pubblica la risposta!!!
Riporto una sintesi di quanto avvenuto a casa DI NAPOLI, a Gallipoli, il 19 Ottobre 2006:
Il 19 Ottobre 2006 la mia casa è stata invasa da circa una dozzina di poliziotti e carabinieri che hanno invaso, perfino, le stanze da letto per sbattere fuori la vittima di usura ed estorsione, cioè, mio padre. Credo che Bernardo Provenzano sia stato trattato con più umanità. Mio padre, invece, vittima di un attentato rimasto impunito e costretto, da 19 anni, a camminare con le stampelle, dopo circa sette ore di esecuzione e di indebite interferenze di agenti della Polizia di Gallipoli nell’attività degli ufficiali giudiziari (come, recentemente, testimoniato da uno degli avvocati presenti) e dei medici che si rifiutavano di trasportare fuori la vittima se non dopo avere effettuato degli accertamenti radiografici, è stato percosso dalle Forze dell’Ordine che gli hanno strattonato la gamba spezzata fino a farlo urlare e farlo entrare in stato catatonico (è disponibile un video). L’abitazione, insieme ad altri 52 lotti, era stata venduta -con una vendita, a dire della vittima, nulla ed oggetto di ricorso per cassazione- nell’ambito di una procedura fallimentare i cui istanti sono gli stessi imputati di usura ed estorsione. Mio padre, l’anno scorso, aveva ottenuto, da parte del Prefetto di Roma e del Presidente del Tribunale di Roma, i pareri concordi previsti dalla legge affinchè la vittima possa beneficiare della sospensione, ex art. 20 l. 44/99, per 300 giorni, di ogni esecuzione a suo carico. Sin dal 15 Settembre 2006, inoltre, avevamo formalmente invitato il Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura a far rispettare la sospensione già efficace ex lege avendo ottenuto i pareri conformi sia da parte dell’autorità giudiziaria che da quella amministrativa. Il parere del Prefetto e del Presidente del Tribunale sono stati ritenuti carta straccia e la vittima, con la sua famiglia, sbattuti fuori di casa. Cosa ha fatto, nel frattempo, il Comitato di solidarietà ed il Commissario Straordinario per la lotta all’usura ed all’estorsione? NULLA. La famiglia, a distanza di quasi un anno, non ha ottenuto nemmeno un centesimo dal Fondo. I Poliziotti ed i Carabinieri, dopo avere fatto le veci dei medici che si rifiutavano di trasportare la vittima, sono ancora al loro posto . Ho letto che altre vittime sono rimaste prive di ogni tutela. Tante si sono, perfino, suicidate. Viene pubblicizzato che denunciare l’usuraio conviene: ma a chi? Tra i tanti pretesti forniti, nel corso dell’anno, alla mia famiglia non è mancata la ridicola giustificazione -tra l’altro smentita dalla giurisprudenza- secondo cui chi ha a suo carico una sentenza di fallimento non può ottenere i benefici previsti dalla legge 44/99. A prescindere dai provvedimenti giurisprudenziali in senso contrario, cosa succederebbe, allora, se, come nel caso della mia famiglia, gli stessi istanti il fallimento sono gli estorsori e gli usurai? Le conseguenze di simile pretesa, assurda ed inconcepibile giustificazione sarebbero che denunciare l’usuraio conviene ma se quest’ultimo minaccia il fallimento lo si dovrebbe pagare per evitare di perdere i benefici. Mi pare che affermazioni simili si commentino da sole. Fino a quando, però, le vittime di usura ed estorsione devono essere umiliate o istigate al suicidio (Vedi mio post: http://www.robertodinapoli.splinder.com … a%2C+le+v?) E’ ammissibile in un Paese civile che una famiglia che ha ottenuto dall’autorità giudiziaria e da quella amministrativa competenti la sospensione per 300 giorni, prevista dalla legge, sia sbattuta fuori casa e lasciata priva di ogni tutela da chi, pubblicamente, stimola la gente a denunciare? Venti anni fa, Leonardo Sciascia scrisse un articolo che suscitò polemiche sui professionisti dell’antimafia: spero, ora, che non ci siano anche i "professionisti dell’antiusura" ". Roberto Di Napoli

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Ancora una volta, ricordiamoci degli eroi caduti a “causa di servizio” ma anche delle vittime di ingiustizie

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 5 settembre 2007

La morte di Gigi Sabani dovrebbe "fare ricordare" e fare riflettere i cittadini e gli immancabili “benpensanti”che, ancora una volta, di sicuro, si staranno chiedendo “che strano, come è potuto succedere?” o che staranno pontificando “poverino, non stava bene!”. Vorrei sapere, invece, quanti, soprattutto tra i giovani come me, conoscono o ricordano l’ingiusta vicenda giudiziaria di cui il presentatore fu vittima una decina d’anni fa. Ho letto alcuni commenti di vari personaggi del mondo dello spettacolo che, correttamente, hanno ricordato i dispiaceri da lui subiti e, ciononostante, celati dal sorriso e dalla voglia di ridere e fare ridere. Falcone, Borsellino, i Carabinieri morti a Nassirya, Dalla Chiesa, gli innocenti uomini delle loro scorte che, dopo avere lasciato le loro famiglie, non sono più tornati: per me sono tutti eroi che il Paese, giustamente, ricorda e deve continuare a ricordare!!! Quante sono, però, le vittime della malagiustizia in Italia? Quante sono le vittime di processi ingiustamente instaurati, dei soprusi e di ogni ingiustizia dolosamente, o con gravi colpe, insabbiate? Un cittadino che, ingiustamente, viene arrestato, infangato e poi assolto dovrebbe ricevere pubbliche scuse oltre al risarcimento dei danni: a maggior ragione quando risulta confermato che non vi erano indizi o che il calvario poteva o doveva essere impedito! Questo sì che sarebbe un Paese civile!!! Uno Stato in cui, invece, chi sbaglia viene promosso o, comunque, oltre a non risponderne, non sente il dovere di chiedere scusa a chi ha contribuito a far soffrire, è un Paese che sfrutta l’ignoranza, la paura o la stanchezza delle persone oneste. E’ uno Stato "impotente" che, a me, dà l’impressione che abbia paura dei suoi stessi funzionari che sbagliano e che legittima a continuare a sbagliare; è uno Stato, mi viene di pensare, che, di fatto, abbia rinunciato al rispetto dei principi costituzionali -come se fossero stati svenduti- e che, al di là di firme solenni, non dimostra di rispettare e di far sempre osservare la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo: uno Stato che, senza punire i responsabili, tollera gli sbagli, i soprusi, le ingiustizie da parte dei dipendenti e ai danni dei cittadini a cui appartiene la sovranità, per me, non è un Paese democraticoè un regime!Vent’anni fa moriva Enzo Tortora dopo essere stato calunniosamente accusato e, altrettanto ingiustamente, processato. Non mi pare che, ad ogni anniversario della sua morte, lo si sia ricordato alla stessa stregua di tanti altri eroi caduti "a causa di servizio" e nell’adempimento dei propri doveri!!! Oggi è morto Gigi Sabani, anche lui ingiustamente processato. Nel frattempo chissà quante vittime, in silenzio, sono morte, si sono ammazzate o, comunque, hanno sofferto per analoghe ingiustizie. Ricordiamo, con i più alti onori, con telefilm, con libri, con ampi servizi sui giornali o in appositi talk show (questi ultimi, spesso, sordi e ciechi quando si denunciano soprusi ai danni di chi è ancora in vita), i rappresentanti delle Istituzioni che hanno sacrificato la loro vita per il Paese!!! Credo sia doveroso ed educativo affinchè tutti possano conoscere le persone oneste che l’Italia ha avuto come rappresentanti o funzionari. Perché non si ricordano, però, con altrettanto frequenza, coloro i quali hanno sacrificato la loro vita, la loro famiglia, la loro impresa dopo essere stati trascinati con le manette o “colpiti” da ingiustificabili sbagli oppure dai pericolosi spari d’inchiostro da parte di chi, strumentalizzando le funzioni ricoperte, qualche volta, ha utilizzato la penna o il timbro come se fossero armi? Ho apprezzato moltissimo, ripeto, l’iniziativa dell’associazione Giustizia Giusta di Mauro Mellini di raccogliere le firme per la proclamazione della giornata dell’ingiustizia: ho già aderito! Spero lo faccia chiunque legga questo mio modesto blog: ho inserito il banner sotto a sinistra; basta ciccare sopra!!! Roberto Di Napoli 
post e commenti anche sul blog all’interno della sezione fai notizia del sito www.radioradicale.it nonchè su www.giustiziagiusta.info; www.legnostorto.com

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La “politica del nulla”? E la giustizia in Italia?

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 24 agosto 2007

10-08-07_1906Apprezzo e condivido quasi sempre ciò che Beppe Grillo scrive nel suo blog. Non ritengo sempre indispensabile l’utilizzo di alcuni termini volgari che, se pur, a volte, necessari per fare comprendere meglio l’indecenza della situazione descritta, altre volte, possono svilire l’importanza di ciò che si rappresenta. Non condivido, inoltre, l’ulteriore "condanna" mediatica cui è sottoposto chi, ammesso che abbia commesso uno sbaglio, ha già scontato una pena e siede in Parlamento o in quaslivoglia ufficio. Penso che debba sempre mantenersi separato il giudizio etico-morale da quello fondato sulle norme giuridiche vigenti. Non si può, però, pretendere, al tempo stesso, il rispetto delle norme e, poi, dimenticarsi della ratio e del contenuto dell’art. 27 della Costituzione. Non comprendo, quindi, perchè ci si debba scandalizzare se in Parlamento sieda un condannato che ha già scontato la pena secondo le leggi vigenti quando lo stesso art. 27 della Costituzione non sancisce la condanna a vita, bensì, in conformità a tutti i Paesi civili, la rieducazione del condannato. A mio modesto avviso è più scandaloso vedere in Parlamento, al Governo o seduto sulla poltrona di qualsivoglia ufficio chi è sfuggito o cerca di sfuggire ad ogni giudizio confidando nell’impunità. Il post di Beppe Grillo di ieri è intitolato "La politica del nulla" (http://www.beppegrillo.it/cgi-bin/mt-tb.cgi/649. obfuscator(‘4dfd44dQrr’, ‘ibGqEatd8IALTKYsRDr0puNjJzOeF5BgSXZlxHPvUokCc2My3176WwmVhnQ49f’, ‘__MTTBLINK__’, ‘http://www.beppegrillo.it/cgi-bin/mt-tb.cgi/649.’, ”);1464114388) e ricorda i privilegi dei parlamentari. Beppe Grillo immagina il parlamentare che porta il figlio a fargli vedere il seggio che gli lascerà in eredità e il cittadino comune che, invece, lo porta in banca a fargli vedere il debito che gli ha riservato. Privilegi del genere, però, secondo me, non sono goduti soltanto dai parlamentari -la cui elezione – a mio avviso- trova sempre un fondamento nella volontà popolare (magari, forse, anche incosciente). Mando un mio personale commento al post di Beppe Grillo che pubblico qui sotto:

"Condivido quasi tutti i tuoi post compreso quello odierno.L’Italia,però,è il Paese delle caste e dei privilegi goduti non solo dai politici. Posso darTi un suggerimento manifestandoTi, forse, lo stesso desiderio di molti? Perchè non entri anche nei Tribunali? Perchè non vedi il cognome di molti giudici? Ti accorgeresti che, spesso, nello stesso luogo, operano magistrati figli, mogli, mariti, nipoti di un altro giudice. Comprendi i pericoli in tema di trasparenza e garanzia di imparzialità che possono derivare? Ti sembra giusto, poi, che debbano operare, nella stessa sede, il magistrato e il figlio avv.? Lo sai che, a Lecce, due anni fa, un Presidente della sezione fallimentare è stato oggetto di esposti dell’ordine degli avvocati poichè i colleghi affidavano importanti consulenze al figlio avv.? Sai come è finita?Il CSM ha sospeso il trasferimento in quanto il figlio, nel frattempo, aveva traferito l’iscrizione in altro Consiglio dell’ordine. Sai che ci sono magistrati che trattano cause in materia bancaria, che "giudicano" se il credito è legittimo, che valutano la sussistenza delle condizioni per fare fallire un’impresa in seguito ad iniziative dell’istituto di credito e, poi, loro stessi, sono debitori della stessa banca? Sai che, in casi simili, avrebbero l’obbligo di astenersi che, invece, disattendono? Immagino anch’io che ci sono politici che portano il figlio in aula per fare vedere il posto che gli lasceranno e cittadini comuni che portano il figlio in banca per fare vedere il debito che lasceranno in eredità. Non pensi, però, che si possa immaginare anche il giudice che porta il figlio in Trib. per presentargli il collega che gli affiderà le consulenze o in banca per "conoscere" chi ringraziare? Ci sono politici spregiudicati ma anche quelli onesti così come, insieme a magistr. senza scrupoli, ci sono quelli preparatissimi, imparziali, soggetti agli stessi sacrifici cui sono sottoposti i comuni mortali e, soprattutto, che, oltre ad essere onesti, lo appaiono". Roberto Di Napoli

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La fotografia pubblicata sopra rappresenta la trasparenza e limpidezza che non sempre si vede nelle Istituzioni

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Per non dimenticare (e per non essere egoisti): chiediamo la proclamazione della giornata per le vittime dell’ingiustizia!!!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 4 agosto 2007

legge uguale x tuttiGiustizia Giusta, la famosa associazione per la difesa della giustizia presieduta da Mauro Mellini, ancora una volta, ha proposto un’iniziativa a cui, ovviamente, ho già aderito:

la raccolta delle firme per domandare la proclamazione della giornata per le vittime dell’ingiustizia.

Aderire è semplicissimo (ho inserito sotto, sul lato sinistro, il relativo banner su cui basta cliccare). Basta scrivere i propri dati sull’apposita pagina! Ho chiesto alla redazione di Giustizia Giusta di potere inserire il banner sul mio blog. Cliccandovi sopra, chiunque può inserire i dati. Credo che ogni cittadino razionale dovrebbe aderire alla proposta. L’Italia, per essere un Paese civile, così come ricorda le vittime cadute sul luogo di lavoro, le vittime dei lager nazisti di sessant’anni fa, del fascismo di ieri e della mafia, dovrebbe ricordare anche le vittime del fascismo “di oggi”, quelle che ogni giorno vengono colpite dalle Istituzioni ingiustamente. Non sono poche, per un Paese civile quale vorrebbe essere l’Italia, le persone giustiziate, fatte soffrire –se non, addirittura, fatte morire- e, poi, assolte. Si pensa che, con un’assoluzione, si risolve ogni problema! E i problemi della giustizia civile??? Niente di più sbagliato, in molti casi, che definirla civile!!! Ci sono, in molti Tribunali, esecuzioni “civili” per crediti, spesso, inesistenti o di gran lunga inferiori a quelli legittimamente tutelabili. Una giustizia civile dovrebbe avere gli strumenti per rendere Giustizia sin da subito o, quanto meno, per non portare “al patibolo” l’esecutato. L’Italia, anche secondo il vigente codice, ha gli strumenti ma non sempre dimostra di essere civile. Ci sono giudici straordinari che emettono pronunce legittime e motivano i provvedimenti in maniera coerente alla nobile funzione da loro ricoperta, dando dimostrazione di eccellente preparazione ed aggiornamento. Nel mio piccolo, leggendo “storie” –anche su Giustizia Giusta- di persone note e non note, frequentando i Tribunali, ascoltando le persone –clienti e non-, mi rendo conto che ci sono anche giudici, poliziotti, carabinieri, uomini di legge che straordinari non sono ma che lo diventano proprio per i loro provvedimenti o per i loro atti. Straordinari nel vero significato della parola la cui etimologia dovrebbe essere, appunto, extra ordinem, fuori l’ordine comune.

Sono stati anche –e vengono tuttora- istituiti apparati “straordinari” con uffici, impiegati stipendiati, con costose strutture, auto blu, ecc., per la lotta contro vari fenomeni. Penso, ad esempio, ancora una volta, alla figura del Commissario Straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura. Considerato il numero altissimo di vittime di usura, di estorsione, di malagiustizia, di persone suicidate o che minacciano folli gesti, immagino che la notte non dorma (io, almeno, non riuscirei a dormire solo a pensare alla responsabilità derivante dal fatto che dalle mie decisioni possa dipendere la serenità o la vita pur di un solo uomo) per dimostrare la Straordinarietà nel rispondere tempestivamente – e far rispondere in maniera legittima ai membri del Comitato da lui presieduto- alle migliaia di richieste che pervengono alla straordinaria struttura.

Vittime dell’ingiustizia, secondo me, ce ne sono troppe per passare inosservate. A mio avviso, devono essere i cittadini a pretendere che siano ricordate! Non è necessario -e non lo auguro a nessuno- che si aspetti di “provare” cosa significhi essere vittima del più piccolo abuso. Ognuno è libero di restare spensierato e pensare che tutto funzioni “alla perfezione” se risulta più comodo stare sotto l’ombrellone o in acqua e non pensare cosa, in quel momento, qualcuno sta subendo; ognuno è libero di pensare e pontificare: “tanto se gli hanno fatto quello, qualcosa di vero ci sarà”. Idioti del genere ci sono sempre stati e ci sono in ogni Paese (è noto che anche ai tempi del processo a Tortora pensieri del genere abbiano toccato la testa di tanti ignoranti tanto da provocare l’attenzione di Enzo Biagi nel suo famoso articolo “E se Tortora fosse innocente?”). Sappia, però, chi ragiona (anzi: non ragiona) così che il suo egoismo o la sua indifferenza, un giorno, gli si può ripercuotere contro!!! Non ribellarsi contro i soprusi ai danni di persone che nemmeno si conoscono -o restare indifferenti- non è una forma “intelligente” per non ricevere fastidi! E’ una forma vergognosa perché manifesta l’ignoranza, l’inutilità sociale ed il cinismo. Auguro che chiunque si trovi a leggere queste mie modeste considerazioni –pur banali- firmi subito l’iniziativa di Giustizia Giusta: si sentirà più utile e saprà di avere contribuito a rendere questo Paese più civile!!!

Un’ultima considerazione e una richiesta: ho la grande fortuna di conoscere migliaia di persone, di avere tantissimi amici e di godere dell’amicizia delle persone più sfortunate, più bisognose ma che, ciononostante, meritano il più profondo rispetto da parte di tutti. Chiedo cortesemente a quanti, ancora, non conosco (ma l’invito è esteso anche a quanti conosco o, sbagliando, si reputano miei amici), a quanti amano soltanto la propria tranquillità e non hanno voglia di pensare agli altri “perché sennò si possono ricevere fastidi e ……..chi ce lo fa fare?” di ricordare, sempre, una cosa -se ha letto o se già conosce le mie considerazioni ricordate qui sopra-:  di appuntarsi il mio nome e cognome, di ricordare il mio viso (spero possa servire la foto sopra) e se mai, un giorno, dovessimo trovarci “faccia a faccia” -o se già ci conosciamo- di ricordare come la penso; sappia, soltanto, che, persone del genere, gli "indifferenti", non stanno nella mia mente e la mia educazione vuole che mi fermi qui, senza altro aggiungere né svelare dove siano o in quale spazio dell’attività quotidiana possano meritare qualche considerazione! Rispetto le opinioni altrui ma non i giustizialisti e quanti calpestano, anche solo col pensiero, il principio di presunzione d’innocenza, soprattutto quando non conoscono gli atti processuali!!!

Roberto Di Napoli

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Fino a quando, in Italia, le vittime di usura devono suicidarsi o minacciare folli gesti?

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 21 Maggio 2007

In provincia di Ascoli Piceno, il 15 Maggio scorso, una famiglia ha vissuto una giornata che, purtroppo, solo chi ha subito analoghe esperienze può immaginare in tutti i suoi attimi. Non conosco, ovviamente, la “storia processuale” e, conseguentemente, non posso sapere se, nel caso di specie, sussistessero motivi d’invalidità della vendita dell’abitazione della vittima o presupposti per beneficiare del rinvio del rilascio.

E’ sufficiente, però, credo, a chiunque, la lettura degli articoli di stampa e dei siti che hanno riportato la notizia per potersi indignare di fronte a quanto accaduto (ho letto la notizia anche su: http://fm.ilquotidiano.it/articoli/2007/05/16/72255/antonella-sfrattata-il-futuro-sembra-nero).

Pur con la premessa appena fatta, tuttavia, non posso escludere che quella famiglia -così come tante altre- siano state sbattute fuori casa malgrado ci fossero i presupposti giuridici per l’emissione di misure cautelari al fine di impedire, tra l’altro, l’ulteriore aggravamento di reati o, comunque, un’ennesima sofferenza alle vittime. Non posso escludere ciò perché, il 19 Ottobre u.s., ho visto, un po’ troppo da vicino, a Gallipoli, in provincia di Lecce, il “trattamento riservato” a chi ha denunciato in tempo gli usurai e gli estorsori, ha sollecitato le misure per evitare che si concretizzassero le minacce, ha richiesto l’accesso al Fondo antiracket ed antiusura e, pur dopo che le denunce si sono rivelate fondate a tal punto da determinare le richieste di rinvio a giudizio, pur avendo ottenuto la sospensione ex art. 20 l. 44/99 da parte del Prefetto e dal Presidente del Tribunale competenti, sia stata sbattuta fuori di casa (vedi il video; nell’album vi è una breve descrizione) . In quest’ultimo caso, la vittima –mio padre, attraverso me nella qualità di legale- aveva chiesto al Commissario Straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, oltre un mese prima, di far rispettare la sospensione già ottenuta. Il mese successivo, è rimasta con il parere del Prefetto e del Presidente del Tribunale che avrebbe dovuto attestare la sospensione ma la sua –la nostra- casa è rimasta invasa per oltre otto ore dalle Forze dell’Ordine: invece che tutelare la vittima, erano pronte a fornire ausilio per sbatterla fuori!!! Alla fine, infatti, -con le stampelle da diciott’anni per avere subito un attentato- è stata sbattuta fuori di casa con la famiglia e, dopo un anno dalla richiesta, siamo ancora in attesa di ricevere la provvisionale richiesta al Fondo antiusura ed antiracket anche se, ormai, pronti ad instaurare azione di risarcimento danni nei confronti del Ministero degli Interni per quanto subito e per avere creduto che “denunciare l’usuraio conviene”. Quest’ultimo caso –che è il caso mio e della mia famiglia-, ripeto, si è verificato in provincia di Lecce. Il caso di cui accennavo all’inizio, a quanto pare, è accaduto in provincia di Ascoli Piceno. Tanti casi analoghi, però, si sono verificati e, probabilmente, ogni giorno, si verificano senza che nessuno di noi ne sia al corrente o ne possa essere informato; ciò per varie, possibili ragioni: perché i mass media non ne parlano o, talvolta, perché le vittime non hanno nemmeno più la forza di parlare o, purtroppo, perché non lo possono più fare avendo scelto la strada del suicidio (ci sarebbero stati, a quanto pare, tremila suicidi in dieci anni). Chiunque, avendone il potere-dovere ed in presenza dei presupposti di legge che glielo imponesse, non ha impedito tragedie e drammi simili dovrebbe solo fare una cosa: VERGOGNARSI E CONSIDERARSI UN CRIMINALE QUANTO L’USURAIO (considerato anche quanto sancisce l’art. 40, ult. cpv. c.p.). Chi, invece, sedendo su poltrone di uffici istituiti per il contrasto e la prevenzione all’usura e all’estorsione ritenga di non avere poteri per garantire il soddisfacimento dei bisogni essenziali della vittima (ad esempio l’abitazione quando vi è il parere del Prefetto e del Presidente del Tribunale richiesto dalla legge 44/99 o la provvisionale che gli consenta, quanto meno, la sussistenza e il ripristino dell’attività) dovrebbe, invece, -ma è una mia opinione- avere la forza di compiere un gesto di civiltà, di logica e di rispetto delle vittime per la tutela delle quali è stata istituita la loro poltrona ed assicurato il loro pur giustissimo stipendio: la forza e il coraggio di prendere atto della loro asserita mancanza di strumenti e DIMETTERSI ANDANDOSENE A CASA!!! Sarebbe -sempre secondo me- un gesto che manifesterebbe un vuoto normativo (qualora, effettivamente, non vi fossero gli strumenti per prevenire drammi analoghi a quelli verificatisi), stimolando magari il Governo a utilizzare il già abusato strumento del decreto legge per porre rimedio a drammi simili, oppure, se non si ha il coraggio di interpretare la legge già esistente nella maniera più corretta, sarebbe, comunque, un apprezzabile atto che dimostrerebbe un profondo senso di correttezza, di lealtà e di rispetto anche per le casse dello Stato sulle quali è inutile che gravi il costo di strutture cui mancano (o mancherebbero) gli strumenti per il loro più efficiente funzionamento. Roberto Di Napoli 

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Cresce l’usura a Lecce? Ma guarda un pò!

Pubblicato da: Roberto Di Napoli su 15 Maggio 2007

A leggere i dati riportati in un articolo su "Il Meridiano" di oggi (http://www.ilmeridiano.info/articolo.php?Rif=11837), a Lecce sarebbe cresciuto il fenomeno dell’usura. Secondo tali dati, il 7% delle telefonate giunte al numero verde del Comitato Antiusura sarebbe costituito da vittime salentine. Ciò non mi meraviglia affatto. Anzi. Potrebbero anche essere inferiori a quelli effettivi se si considerassero le numerose denunce (portate all’attenzione anche attraverso interrogazioni parlamentari più volte presentate nel corso degli ultimi anni) presentate da imprenditori e cittadini contro rappresentanti di istituti di credito locali. Questi ultimi, però, spesso, non vengono compresi nelle indagini statistiche sull’usura e, purtroppo, spesso, non vengono disturbati nemmeno da …… serie indagini preliminari o misure cautelari. Mi è capitato di vedere, a Lecce, proscioglimenti (a dire il vero, poi, impugnati dalla Procura Generale) di imputati (rappresentanti di un istituto di credito) di usura per avere praticato il tasso del 292%. In un caso, ho avuto, purtroppo, modo di verificare che, pur in presenza della sospensione delle procedure esecutive e di rilascio ex art. 20 l. 44/99 in seguito all’emanazione del parere da parte sia del Prefetto sia dell’Autorità giudiziaria (il Presidente del Tribunale competente ex art. 8 d. P.R. 455/99 che, nel caso di specie, era quello di Roma dove pende il processo contro imputati di estorsione), la vittima sia stata "sbattuta" fuori di casa dopo che appartenenti alle Forze dell’Ordine (con un "trattamento", forse, peggiore a quello riservato a Bernardo Provenzano o ai boss della SCU) avevano invaso l’abitazione per oltre otto ore. Gli imputati, invece, …… ovviamente, liberi, felici e ai loro posti. Se così si combatte l’usura e l’estorsione a Lecce, è ovvio che la criminalità cresca. Anzi. Non è da escludere che lo strozzino o l’usuraio, nel tentativo di difendersi, s’inventi una sorta di scriminante costituita dal convincimento di esercitare un diritto. Penserà: "Perchè io sono stato subito arrestato e devo essere processato per usura mentre quel rappresentante di istituto di credito è riuscito, invece, ad ottenere un tasso d’interesse pari o più alto di quello da me richiesto e in più, magari, riesce anche a fare sbattere fuori di casa la vittima? Questioni di simpatie? O…… di interessi, appunto?" Roberto Di Napoli

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