I miei auguri ai Colleghi neo-avvocati
Posted by Roberto Di Napoli su 3 dicembre 2023
Lo scorso 20 novembre, con l’ultima seduta della seconda prova orale, si è concluso, per la IX sottocommissione per esame di avvocato del distretto della Corte d’Appello di Roma, l’esame dei candidati della sessione 2022-2023. E’ stato, per me, innanzitutto, un onore svolgere la funzione di Vice Presidente della sottocommissione presieduta dal Presidente Prof. Avv. Francesco Mazza e composta da Colleghi di grandissima competenza: la prof.ssa Marta Mengozzi, la dott.ssa Maria Inzitari, l’Avv. Bruno Botta e l’Avv. Domenico Buzzacconi.
E’ stata l’ultima sessione svoltasi con il cosiddetto “doppio orale”, ossia, con le prime tre prove scritte sostituite, in seguito alle misure emergenziali durante la pandemia, da una prova orale in videoconferenza e una seconda (sulle sei materie scelte dai candidati) “in presenza”. Nella prima prova sono stati esaminati i candidati iscritti nel distretto della Corte d’Appello di Milano, mentre, nella seconda, i candidati della Corte d’Appello di Roma.
Il loro sguardo preoccupato ancor prima dell’inizio di ciascuna prova, lo sfogliare veloce i testi sotto mano per qualche ultima lettura o “ripasso” delle materie, dopo, probabilmente, l’ultima notte insonne raccontata dalle occhiaie, mi ha fatto, tra l’altro, tornare alla mente che, 20 anni fa, ad ottobre 2003, ero io, proprio come loro, a sostenere quelle stesse prove con il desiderio e la necessità di potere esercitare “da avvocato”. Ho constatato spesso, nel presiedere le sedute, nel verificare, durante la prima prova, la soluzione data al caso assegnato e, durante la seconda, nell’interrogare e nell’ascoltare le risposte date alle domande poste dai Colleghi Commissari sulle sei materie scelte da ciascun candidato, un alto o buon livello di preparazione tale da avvertire, a volte, un piacere simile a quello che si prova in un colloquio tra colleghi. Nei casi in cui, invece, purtroppo, il livello di studio e di pratica dimostrato si è rivelato insufficiente, il dispiacere ha dovuto fare i conti necessariamente con la responsabilità del dover comunicare l’esito negativo: decisione, come è immaginabile, spiacevole ma dovuta, per il bene (oltre che dei potenziali clienti) dello stesso aspirante avvocato che, non scoraggiandosi, avrà modo di riprovare l’esame dopo uno studio più approfondito.
Mi sono domandato, più di una volta, nell’osservare i loro volti e ascoltandoli, quali possano essere i loro desideri, le loro aspettative, il futuro della professione che immaginano. L’entusiasmo e la passione dimostrata dai candidati risultati idonei e più preparati lascia la fiducia e la speranza che sapranno difendere i diritti e le libertà e, al tempo stesso, vigilare sulla conformità delle leggi ai principi costituzionali, dell’Ordinamento UE e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali non dimenticando mai di essere “Avvocati”. Auguro di cuore a tutti i neo colleghi uno splendido e proficuo avvenire e un’eccellente carriera professionale. (Art. 1 del codice deontologico “1. L’avvocato tutela, in ogni sede, il diritto alla libertà, l’inviolabilità e l’effettività della difesa, assicurando, nel processo, la regolarità del giudizio e del contraddittorio. 2. L’avvocato, nell’esercizio del suo ministero, vigila sulla conformità delle leggi ai principi della Costituzione e dell’Ordinamento dell’Unione Europea e sul rispetto dei medesimi principi, nonché di quelli della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, a tutela e nell’interesse della parte assistita. 3. Le norme deontologiche sono essenziali per la realizzazione e la tutela dell’affidamento della collettività e della clientela, della correttezza dei comportamenti, della qualità ed efficacia della prestazione professionale”).
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